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Autore: Arwen297    21/08/2015    2 recensioni
Una ragazza dell'alta società alle prese con un ambiente soffocante e di cui non si sente parte. Un ragazzo come tanti che per guadagnarsi da vivere corre in corse clandestine e non.
Cosa riserverà loro il destino? Niente...o forse tutto.
Presente coppia Seiya/Michiru
Avevo iniziato a pubblicare questa storia tempo fa, sotto altro titolo. Ora l'ho ripresa in mano, modificato alcuni capitoli nel loro contenuto e ne ho uniti altri.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Haruka/Heles, Mamoru/Marzio, Michiru/Milena, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Haruka/Michiru, Mamoru/Usagi
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Note dell'autrice: Eccomi con l'aggiornamento, vi chiedo scusa per il ritardo ma li pubblico a fine stesura da ora in poi perché i capitoli già pronti sono finiti. L'estate mi porta spesso fuori casa e quindi i ritmi rallentano. Spero sia di vostro gradimento il capitolo.

E buon rientro dalle vacanze a tutti!


15 Capitolo: Adrenalina


Tirò su la cerniera degli stivali, mentre l'orologio segnava le nove e mezza di sera. Sarebbe dovuta uscire dopo poco più di mezz'ora. Seiya per fortuna non era andato a disturbarla, e sapeva che in ciò c'era lo zampino della cameriera. Di lei sapeva di potersi fidare al cento per cento. Tutte le volte che le aveva affidato un compito, non aveva mai fallito nella sua realizzazione, e anche quella volta non si era smentita.

Sospirò nel tentativo di tener sotto controllo l'agitazione che aveva iniziato a salire nel momento in cui si era iniziata a preparare. Se per tutto il giorno era stata tranquilla, in quel momento non lo era affatto.

Si diresse in bagno per dare una veloce controllata al trucco leggero che aveva scelto, con gli occhi sul grigio perla e un rosa carne per le labbra.

Aprì poi il cassetto del suo comodino, dentro al quale custodiva sia la chiave della sua camera, sia quella per chiudere la vetrata scorrevole che le dava accesso al giardino. Sul letto la borsa nera aspettava di essere sollevata insieme alla giacca.

Michiru sta tranquilla, altrimenti rischi di fare rumore e attirare l'attenzione di qualcuno.

Si incoraggiò mentalmente. L'unica cosa che le rimaneva da fare era aspettare un messaggio di lui, che l'avvisava del suo arrivo nei pressi del cancello. Da una parte non vedeva l'ora di sentir vibrare il telefono, dall'altra sperava che lui ritardasse per rimanere ancora un pò in camera, senza correre il pericolo di essere scoperta.

Il silenzio dei suoi pensieri fu interrotto da un ronzio. Lo schermo del telefono illuminato.

Sono qua dal cancello.

Bene forza e coraggio, si aprono le danze. Mise il cellulare nella borsa, e indossò la giacca a coprire+ il top nero, che le cadeva morbido sui fianchi e sui jeans.

Si diresse poi verso la finestra, avendo cura di tirare le tende al massimo in modo tale che coprissero tutta la superficie vetrata nascondendo il letto agli sguardi esterni. Aveva chiuso la sua camera prima di cena, per non dimenticarsene in quel momento.

Schiacciò il tasto che bloccava la serratura della finestra e la fece scorrere lentamente verso sinistra. Le mani leggermente sudate, quasi come prima di un concerto importante.

Solo che in quel momento si stava giocando molto più che un applauso, se fosse stata scoperta, i suoi genitori lo avrebbero saputo. E la sua libertà quando erano via per lavoro sarebbe andata persa, e con lei anche Haruka.

No non posso permetterlo.

Uscì dalla sua stanza, e si voltò per chiudere la finestra, prima facendo scattare la chiusura e poi chiudendola definitivamente con la chiave. Lo sguardo corse velocemente lungo il muro della villa, il suo istinto la spingeva a controllare se la camera di Seiya era abitata oppure disabitata. La luce era spenta, e nessuno sembrava essere dietro la finestra in contemplazione del giardino.

Meno male. Forse è impegnato a guardare la televisione.

L'instinto le suggeriva che quello era il momento più adatto per compiere il sentiero nascosto dal roseto, e arrivare al cancello principale. Non l'avrebbe vista nessuno.

Percorse il tratto cercando di provocare meno rumore possibile, iniziando a camminare sulle punte.


***

I risultati della ricerca di suo padre lo avevano lasciato spiazzato, forse troppo. Al solo pensiero che Michiru fosse lesbica sentiva un brivido che gli percorreva la schiena.

Eppure lei nei messaggi sembrava rivolgersi ad un ragazzo. Un sospiro frustrato gli sfuggì dalle labbra. Tutta quella storia non aveva senso. Probabilmente sa benissimo che è una donna ma gli copre le spalle.

Quella forse era l'unica spiegazione plausibile a tutte le scoperte che quel giorno aveva fatto. Dopotutto, sempre dalle ricerche di suo padre, era emerso che Ten'o partecipava alle gare automobilistiche, e a pensarci bene quel nome non gli era affatto nuovo. Negli emergenti un suo omonimo era in testa alla classifica da qualche anno.

Non seguiva le corse, ma suo fratello Yaten invece si, e anche se non era intenzionato a sentire, le onde sonore si propagavano attraverso i muri della loro abitazione.

Che sia proprio lui? A questo punto era molto probabile. Doveva averne la certezza assoluta in modo da poter colpire anche lui e di riflesso far andare a picco anche la violinista.

La cameriera per qualche assurdo motivo lo aveva avvisato che la ragazza avrebbe voluto passare la serata in camera sua perché impegnata nella composizione di un nuovo pezzo.

Una risatina uscì dalle sue labbra: che tentativo misero di non fargli scoprire la verità, quando lui la verità la conosceva già e non vedeva l'ora che tutta la macchina si mettesse in moto. Da li a poco per giunta, se niente intralciava il loro operato.


***

Flash Back


Aveva lasciato Harumoto al locale qualche ora prima, dopo essere usciti a prendere una pizza con Rei e Setsuna. Era l'unico modo per staccare dal clima cupo che si respirava a casa, e dal pensiero che volava a cosa avrebbero dovuto fare dopo. I medici non avevano dato troppe speranze all'uomo che li aveva messi al mondo, avevano suggerito solamente una cura paliativa per non farlo stare troppo male con il passare dei mesi. Erano stati avvertiti dall'oncologo che con il tempo sarebbe stato sempre peggio.

A quelle parole era stato normale pensare che prima fosse terminato tutto e meglio sarebbe stato. Non riusciva più a sopportare quell'attesa straziante, avesse potuto avrebbe messo fine alla vita di suo padre anche in quell'esatto momento. Per non farlo soffrire ulteriormente per qualcosa che non sarebbe mai andato via, se non portandoselo con se.

Usagi nel suo letto si era addormentata da poco, l'aveva sentita piangere. Per lei quella situazione era ancor meno facile di tutti loro. Tra i tre era quella più legata a suo padre. Avevano costruito un rapporto speciale, in un modo tutto loro. Ancora diverso rispetto a quello che lo legava lui all'uomo che dormiva nella stanza a fianco, tra di loro il legame perfetto si era formato grazie alla musica e al pianoforte. Avevano sempre passato ore fino a poco tempo prima a suonare, anche in due, per riempire con la leggerezza delle note le mura dell'abitazione.

Dopo il referto medico, il loro incantesimo si era spezzato.

La sua attenzione si spostò sul quadrante illuminato della sveglia sul comodino alla sua destra. Segnava le tre del mattino, e tutto ciò era strano, suo fratello non tornava mai così tardi a casa.

Si alzò per andare in sala dove aveva dimenticato la giacca con il cellulare al suo interno. Il led verde lampeggiava velocemente, segno che aveva perso qualche chiamata. Ogni tanto a intervalli molto più lenti diventava anche bianco: aveva anche una moltitudine di messaggi da leggere.

Chissà chi diavolo sarà ad avermi chiamato a quest'ora. Se è uno dei soliti scherzi di Setsuna questa volta mi sente.

Sullo schermo comparvero tre chiamate dell'amica, ma anche chiamate da un numero che non conosceva. Ma che dal prefisso era sicuramente un numero fisso.

Un agitazione gli montò in corpo. Aveva più volte sentito nei documentari televisivi che i gemelli erano uniti da un legame particolare, quasi simbiontico e avessero la capacità di percepire immediatamente se l'altro stava vivendo qualcosa di particolarmente grave.

In quel preciso istante la consapevolezza che qualcosa di grave era accaduto si impossessò del suo essere. E non aveva nessun mezzo per scacciarla via. Velocemente andò a scorrere i messaggi che risultavano ancora da leggere sul cellulare.

Cazzo rispondi al cellulare è successo un casino.

Scorse verso il basso la finestra dei messaggi, mentre improvvisamente il suo cuore divenne pesante come un macigno.

Rispondi tuo fratello ha avuto un incidente, è un gran casino lo stanno portando in ospedale. Stiamo andando con lui.

Sentì gli occhi bruciare, nel leggere i messaggi successivi.

E' in gravissime condizioni avvisa i tuoi e venite subito qua non c'è tempo da perdere.

Non è possibile che sia successo qualcosa ad Harimoto. Non è possibile che sia così grave. La sua mente fu invasa a ripetizione da questi pensieri, sembravano un disco rotto. Nel tentativo di pensare positivo non riusciva a metterli a tacere, mentre si dirigeva verso la camera dei loro genitori.

I due adulti dormivano tranquillamente nel letto, avrebbe svegliato sua mamma per avvisarla, non avrebbe svegliato suo padre che dormiva a fatica per via dei dolori che non gli lasciavano tregua alcuna quando la morfina terminava il suo effetto.

Devo mantenere la calma, non posso lasciarmi andare come vorrei. Non posso.

Sua madre dormiva serena, era ormai da qualche mese che non la vedeva così tranquilla e rilassata. Si sentì quasi in colpa per essere costretta a interrompere la quiete che regnava in quella stanza. Ma doveva.

Mamma” esclamò sottovoce, scrollando lievemente la donna “ Mamma svegliati” mormorò a tono lievemente più alto.

La donna si mosse appena socchiudendo gli occhi con l'aria di chi era stata interrotta sul più bello del sogno.

Cosa c'è Haruka?” si sentì chiedere.

Mi ha chiamata Setsuna, Harumoto ha avuto un incidente, mi ha detto di andare immediatamente in ospedale perché la situazione non è delle migliori” esclamò, cercando di mantenere la calma, una calma che non pensava nemmeno di possedere.


***


Tornò al presente a causa di un fastidioso picchiettio sullo sportello della sua automobile. Si era estraniato completamente da ciò che lo circondava: in realtà si era estraniato totalmente dal mondo intero ormai da tempo.

Aveva smesso di vivere la sua vita, per vivere quella del fratello, anche se la sua aspirazione era sempre stata un'altra, sebbene la passione per i motori li accumunava. Scosse energeticamente il capo, per scacciare via la maliconia che sentiva annebbiare la mente. Non stasera, devo concentrarmi su di lei adesso, non sul passato. Quello ormai non posso più modificarlo o recuperarlo.

Tutto bene?” furono le prime parole che gli rivolse la violinista, il labbro inferiore leggermente sporgente in quella che riconobbe come un espressione preoccupata.

Si non ti preoccupare, erano solo pensieri” mormorò in risposta, prima di posarle un bacio sulle labbra.

So che siamo estranei quasi, ma se vuoi parlane io ci sono...è il minimo tu mi hai ascoltata l'altra sera” aggiunse la ragazza.

Non è necessario, ma grazie lo stesso lo apprezzo molto” inserì la retromarcia, subito dopo schiacciò leggermente l'acceleratore per distanziarsi dalla macchina davanti. Inserì la prima, prima di dare gas e scalare a una seconda, poi a una terza e infine a una quarta. Il massimo che si poteva permettere sulle strade cittadine. “ Se ti va ti faccio conoscere le mie amiche stasera, abbiamo appuntamento con loro al teatro, che così è poco frequentato, poi decidiamo in base alle tue preferenze dove andare. Così se non vuoi farti vedere in giro per via dei paparazzi o simili sei tranquilla” le disse sorridendo. Si è questo che devo fare, sorriderle finchè sono in tempo. Dovrei anche dirle tutta la verità, ma ho paura di rovinare tutto. Pensò, guardandola con la coda dell'occhio.

***


A quell'ammissione si senti subito un po' agitata, non aveva per niente idea di come sarebbe stata accolta dalle amiche di lui. La sua minima esperienza con gli esponenti del suo stesso sesso non aveva mai dato buoni frutti, ma anzi si erano rivelati essere tentativi disastrosi. Sopratutto emotivamente. Nel suo ambiente, nelle case che era abituata a frequentare fin da piccola, la sincerità era un optional e la falsità e l'ipocrisia regnavano sovrane.

Sospirò cercando di rimanere calma, conoscere persone nuove di cui non sapeva se poteva fidarsi o meno era sempre un dramma per lei.

Si mi fa piacere, poi vediamo che fare...ma credo che un locale fuori città possa andare bene” mormorò lei, dopotutto non poteva rifiutarsi di incontrarle quando lui si era già messo d'accordo.

Stai tranquilla comunque, sono persone molto tranquille. Oddio dipende dai punti di vista, ma per esperienza personale ti posso dire che non parlano, e non dicono gli affari degli altri in giro. Sopratutto se riguardano questione delicate, te lo dico per esperienza personale” si sentì rispondere dal biondo.

Sopratutto se riguardano questione delicate, te lo dico per esperienza personale. L'ultima frase le era rimasta inspiegabilmente in mente, si accorse solamente in quel momento di quanto poco conoscesse di lui. Improvvisamente avrebbe voluto conoscerlo di più, essere a conoscenza dei turbamenti che agitavano il suo animo. Perché ne era sicura: sotto quello sguardo spavaldo, in realtà si nascondeva una persona che nonostante la giovane età aveva sofferto già troppo nella vita.

Si non c'è problema, è solo che quando devo conoscere persone nuove io mi agito un po'. Non sapendo che tipo di persone possono essere, ma se dici così cercherò di fidarmi...dopo tutto credo che le conosci meglio di me queste persone” furono le sue parole.

Oggi con quel ragazzo come è andata?” chiese l'automobilista.

Male, purtroppo è abbastanza ficcanaso, e faccio molta fatica a tenerlo a bada. Spero tanto che possa levarsi di torno il prima possibile. Non lo sopporto molto” Erano quasi arrivati nel luogo dell'appuntamento, alle sue orecchie giunse una risata vivace, seguita da un'osservazione. Le due voci sembravano appartenere a due ragazze a occhio e croce.

Sta tranquilla Michiru, dopo tutto non devono essere tanto peggiori delle persone a cui sei abituata, mal che vada.

I suoi occhi blu cobalto si posarono su un gruppetto intorno a una panchina, formato da una bionda, tre more e una castana. Quest'ultima davvero altissima per essere una ragazza. Era alta quasi quanto Haruka.

Sentì il ruggire del motore che calava man mano che l'automobile diminuiva di velocità.

Eccoci arrivati” esclamò il biondo prima di spegnere il motore. Dopo di che scese e le aprì la porta, gesto che le fece molto piacere.

Guardate che principe che è diventato, ora apre pure le porte... sia mai farlo con le sue amiche” la voce di una delle ragazze colpì le sue orecchie mentre scendeva. Proveniva da una delle due brune con i capelli lunghi fino in fondo alla schiena. Che si era avvicinata alla macchina non appena li aveva visti.

Piacere Setsuna Meiou, un'amica di vecchia data del rompi balle zoticone che hai al tuo fianco” scherzò puntando gli occhi ametista in quelli dell'altra.

Michiru..Michiru Kaioh piacere di conoscerti” rispose timidamente.

Non dar retta a questa rompiscatole, io il principe lo faccio sempre” rispose il biondo “Anche con loro a dirla tutta, solo che non lo ammetteranno mai” 

Ciao sono Hotaru Tomoe, piacere di conoscerti anche per me, ci ha tanto parlato di te...non puoi nemmeno immaginare non vedevo l'ora di conoscerti...” una brunetta poco più bassa di lei, con i capelli neri a caschetto, due grandi occhi viola e la pelle chiarissima si fece largo nella sua direzione. “Beh diciamo che ti conoscevo già ma ero proprio curiosa di conoscerti per come sei veramente, sai lui per te ha proprio perso la testa” esclamò la ragazzina.

A quelle parole sentì le guance arrossarsi, mentre il suo sguardo si spostò velocemente su di lui, imbarazzato.

Non avrei mai detto di piacergli così tanto. Cosa può trovarci in una come me, che è immersa nei convenevoli imposti da una classe troppo rigida.

Piacere di conoscerti anche a te” rispose di rimando. Alla fine sembravano molto simpatiche, e sopratutto molto diverse dalle ragazze a cui era abituata.

Hotaru smettila!” la riprese il ragazzo senza nascondere il forte imbarazzo dovuto alla rivelazione dell'amica. “Loro sono Rei Hino, Minako Aino e Makoto Kino” disse indicando le ultime tre rimaste. I suoi occhi si posarono nell'ordine sull'ultima bruna, la bionda dai lunghi capelli e infine sulla ragazza altissima che aveva notato poco prima. Capelli legati in una coda fluente.

Piacere tutto mio” esclamò per la terza volta quella sera.

Ragazze ne stavamo parlando prima in macchina, a Michiru andrebbe bene qualsiasi locale fuori città, quindi possiamo sceglierne uno e andare li inizialmente, poi vedremo il da farsi” propose lui.

Si per noi può andare bene” disse Hotaru “ Ma in quale locale possiamo andare, che non sia in centro?” chiese.

Potremmo andare al Moonlight Denetsu” propose Setsuna. Ottenendo l'annuire da parte del gruppo “ Se per te va bene Michiru” chiese.

Non ho la mimina idea di che locale sia, mi fido di voi credo che possa andare bene in qualunque caso” rispose la violinista.

Bene allora potremmo vederci li, i primi che arrivano prendono il solito tavolo” rispose la bruna.


***


Ci vediamo dopo” concluse rivolto alle sue amiche, prima di volgere l'attenzione alla musicista facendole cenno di salire in macchina. “Come ti sembrano?” chiese dopo aver acceso l'aria condizionata ed aver inserito la prima. Una strana inquietudine si era impossessata di lui, inquietudine che aveva sentito solamente una volta in tutta la sua vita, e non si era rivelata essere di buon auspicio.

Proprio per niente.

E la sua nuova presenza lo impensieriva più del dovuto, non si era mai reputato di possedere il dono della precognizione. Eppure la sensazione, gli diceva di non passare dalla passeggiata per tornare indietro e andare poi verso l'autostrada.

Al diavolo le sensazioni, devo bere meno. Mi sa che ho esagerato ultimamente per avere queste allucinazioni.

Mi sembrano simpatiche, non mi sembrano affatto come le persone a cui sono abituata..anzi ...” mormorò lei.

Scordati quel genere di persone quando sei con noi. Non abbiamo niente a che fare con certa gente” rispose lui.

Mai pensato mi ci devo solamente abituare, è un mondo nuovo per me questo”

Bene son fottuto, da stasera in poi scapperai a gambe levate” controbatté scatenando in lei una risata. “Dopo quando lasciamo le altre devo parlarti di una cosa seria, che non posso più ignorare perché mi fa star male con me stesso” mormorò il biondo. Gli occhi verdi a fissare il retrovisore con uno sguardo che virò dalla tristezza causata dalla decisione di parlarle all'ira nel riconoscere le due macchine che si erano appena infilate tra lui e la macchina dietro. Nelle pupille gli abbaglianti comparivano ritmicamente. “Merda!!” esclamò.

Di tutte le sere che potevi scegliere per rompere Takeshi, proprio stasera che non sono da solo.

Cosa succede?” si sentì chiedere dalla ragazza, che non tradì una certa apprensione nella voce.

Michi qualsiasi cosa accade, qualsiasi curva o simili cerca di tenerti forte alla maniglia dello sportello siamo intesi? Purtroppo anche se non avrei mai voluto che accadesse avrai un assaggio di cosa faccio nella vita. Altrimenti queste teste di cazzo mi distruggono la macchina a suon di tamponamenti” rispose in fretta, prima di chiudere la sicura della macchina e schiacciare il piede sull'acceleratore dopo aver cambiato marcia.

Solitamente quelle corse si svolgevano a notte inoltrata, quando la maggioranza della città dormiva, in modo da non rischiare di colpire civili che non c'entravano nulla con la realtà delle corse. In quel momento oltre ai suoi inseguitori, avrebbe dovuto prestare attenzione anche alle macchine normali agli incroci.

Giuro che appena ti vedo ti rompo la testa a suon di pugni cazzone. Pensò rivolto al suo rivale di sempre.

Terza. Quarta. Quinta.


***


Concentrazione e pupille che viaggiavano tre volte più veloce che la macchina che stava guidando, per controllare la posizione dei loro inseguitori senza rischiare di centrare a quella velocità qualche passante o un altro automezzo. Questa era Haruka in quell'istante, non aveva fino a quel momento potuto vederlo nel fare ciò che gli piaceva veramente: correre. L'impressione che ne derivò, tuttavia, e che la sua macchina. La loro macchina, in quegli istanti. Fosse quasi guidata dal vento che ad ella non opponeva nessuna resistenza, inchinandosi al ritorno di un sovrano rimasto lontano per troppo tempo.

Certo lei era abituata a tutt'altre faccende, e in quel momento era tesa. Tesa quasi quanto le corde del suo amato violino.

Gli occhi cobalto caddero sulla velocità indicata nel quadrante. Si pentì immediatamente della sua curiosità.

Stiamo andando a centottanta chilometri orari. Un brivido di paura le corse lungo la schiena a quella constatazione. Aveva sempre pensato che quelle erano velocità usate nelle piste, mai avrebbe immaginato che fossero adatte anche alle strade normali. Ma si sa, nella vita non si finisce mai di imparare. Decise di distogliere lo sguardo dalle lancette per preservare la sua incolumità mentale. In caso contrario avrebbe subito un attacco isterico. 

Le luci della città erano un tutt'uno ai suoi occhi, difficilmente riusciva a distinguere le forme di ciò che superavano. Anche le macchine erano pressoché pozze di colore molto simili a quelle che spesso utilizzava sulla tavolozza quando dipingeva i suoi quadri. Sotto i suoi occhi la città appariva in una forma mai vista prima, che senz'altro le sarebbe stata utile per una delle sue prossime opere pittoriche.

Il cuore le batteva a mille, e anche se avrebbe voluto gridare l'istinto le suggeriva che era meglio non distrarre Haruka in quelle condizioni.

I clacson delle macchine in mezzo alle quali sfrecciavano erano una musica che accompagnava la loro corsa quasi del tutto costantemente. Le voci di passanti e guidatori, probabilmente ricche di imprecazioni erano ai suoi timpani inudibili.

Cazzo quell'incrocio” mormorò il biondo improvvisamente. Lei si voltò a guardarlo sorpresa, con l'aria probabilmente di chi non sta capendo nulla della situazione. Cosa aveva quell'incrocio di diverso dagli altri?

Il semaforo fu improvvisamente più vicino in pochissimi secondi. Il rombo di due macchine provenienti dalla destra arrivò alle sue orecchie e a quelle dell'altro immediatamente. Se erano macchine preparate per correre, o macchine da strada non poteva saperlo.


***


Due macchine entrarono nella sua vista periferica dandogli giusto il tempo di sterzare col volante per cercare di non centrarle. Sapeva che quello scatto così improvviso poteva essere pericoloso. Ma non poteva fare altro in quel momento. Il volante girò verso sinistra, il lato che vantava le corsie più vuote, tolti i mezzi parcheggiati lungo i marciapiedi.

Fu una questione di pochissimi istanti, le gomme sgommarono lasciando alcune strisce scure sull'asfalto appena steso, prima di perdere aderenza.

Il suo istinto infallibile gli comunicò che era un problema di posteriore, ma non ebbe tempo di reagire di conseguenza a causa della velocità.

Il tempo sembrò bloccarsi improvvisamente mentre tutto era fermo, o così a lui sembrava da sopra quel bolide che stava compiendo alcuni giri completi sull'asfalto, fortunatamente senza ribaltarsi. Si sforzò di mantenere il volante il più in asse possibile, per evitare altre complicazioni.

Dai bella recupera l'equilibrio forza. Pensò sudando freddo. Alzò gli occhi dal quadrante dove teneva d'occhio la velocità da quando aveva compiuto quell'errore.


Buio.


Buio.


Buio.


Odore acre di fumo alle narici, quasi sicuarmente  causato dall'antigelo contenuto nell'acqua del radiatore, esploso a causa del colpo.

La sensazione di una sostanza densa sulla fronte. Le tempie che pulsavano. Un solo pensiero si impadronì della sua mente.

Michiru. Se le era accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Non in quel incrocio, non un'altra volta. Non poteva accadere nuovamente tutto.

Si sforzò di aprire gli occhi, temendo la visione che avrebbe avuto davanti da quel momento in poi, ma fare lo svenuto era fuori discussione. Doveva pensare a lei.

La vide.

Giaceva quasi inerme sul sedile del passeggero, ricoperti da svariati vetri provenienti dal vetro anteriore e da quelli laterali. Sul viso e sulle braccia alcuni tagli da cui si erano formate delle striature rosso scuro.

State bene?” una voce maschile piombò improvvisamente dietro di lui, facendolo girare di scatto. Come se fosse sulla difensiva, e provocando in lui un dolore lancinante al braccio sinistro.

Cazzo è rotto sicuro.

Mi scusi per la reazione ma pensavo fosse un'altra persona... non so dove sia il mio telefono adesso se può chiamare un'ambulanza per favore..la mia compagna non credo stia bene” disse istericamente prima di voltarsi nuovamente verso la violinista. Sapeva che in quelle situazioni era meglio non spostare l'infortunato senza gli strumenti necessari per bloccare le articolazioni più importanti ai fini vitali. Ma la sensazione di impotenza che lo aveva pervaso era insopportabile.


***


Il buio si era impossessato di lei in pochissimi istanti. Alle sue orecchie era arrivato solo un forte botto prima che tutto si spegnesse. Non riusciva a rendersi conto del tempo che trascorreva intorno a lei, nonostante ai suoi timpani arrivassero voci del tutto sconosciute. Una voce di un uomo vicina al punto dove si trovava, chiedeva se stavano bene.

Eppoi la sua di voce. Agitata come non mai che gli rispondeva. La voce più bella che avesse mai udito in vita sua. Era preoccupato. Preoccupato per lei, avrebbe voluto aprire gli occhi e rassicurarlo ma si sentiva troppo debole e al solo pensiero di compiere anche un piccolo movimento si sentiva sopraffare da un'immensa stanchezza. Ad ogni respiro le sembrava di avere una miriade di piccoli aghi nei polmoni.

Michi ti prego apri gli occhi” lo sentì mormorare vicino al suo orecchio sinistro. “Per favore fallo per me, torna da me” riusciva a percepire l'ansia contenuta in quelle parole. E nonostante la situazione critica, ne rimase colpita. Si conoscevano solo da pochissimi giorni, eppure lui sembrava tenerci. “Michiru per favore non farlo anche tu..non sopporterei anche te... ”


***


Flash back


Non appena varcò l'ingresso del reparto di terapia intensiva l'odore acre del disinfettante colpì le sue narici. Ormai passava diverso tempo in ospedale con suo padre, eppure quell'essenza infastidiva sempre il suo olfatto come se fosse la prima volta. I suoi occhi verdi si posarono sul duetto che lo aspettava in fondo al corridoio, un silenzio quasi surreale aleggiava tra le due brune.

Le vide voltarsi non appena il rumore dei suoi passi veloci giunsero alle loro orecchie.

Haruka grazie al cielo sei qui” furono le prime parole di Setsuna, sembrò tutto ad un tratto più sollevata. Il motivo non era ben chiaro.

Come sta mio fratello?” furono le uniche parole che riuscì a dire alla sua amica.

Buona sera lei è un familiare?” una voce di un uomo piombò improvvisamente alle sue spalle. Indossava un camice.

Si il paziente è mio fratello” mormorò “Posso sapere come sta, per favore?” chiese all'uomo.

Suo fratello al momento è cosciente, ma è molto grave. Ha entrambi i polmoni perforati e gli atti respiratori molto compromessi...bisognerà vedere nelle prossime ore come evolve la situazione. Perché nelle sue condizioni tentare un intervento è impossibile” rispose il medico “Mi dispiace molto, ma non sono molto positivo. Tuttavia se vuole vederlo può farlo, ma non lo faccia agitare troppo. Dopo di che indurremo il coma farmacologico per non farlo soffrire più del dovuto fino a quando non starà meglio.”

Quelle parole gli piombarono addosso come l'acqua fredda. Immaginava fosse grave ma non fino a quel punto. Sentì un nodo impadronirsi della sua gola.

Devo essere forte, non posso permettere che capisca che le sue condizioni sono critiche. Non posso. Furono i suoi pensieri, mentre deglutì. Avrebbe voluto solamente scappare da quel posto in quell'istante. Correre lontano, insieme al vento. Ma non poteva. Doveva permettere a sua madre di riposare, visto che quella era una delle rare volte in cui anche suo padre riusciva.

Cosa dirò ad Usagi, come glielo spiego che anche lui è molto grave. Come supereremo tutto questo. Respirò profondamente nel tentativo di calmarsi, consapevole che quando sarebbe uscito da quella stanza avrebbe trovato le loro amiche pronte ad ascoltare il suo dolore. Come avevano sempre fatto.

La stanza assegnata al fratello era coi muri verdolini, molto asettica. Il rumore dei macchinari che monitoravano le funzioni vitali di lui rassicuravano quasi nella loro ciclicità. Vide Harumoto spostare leggermente la testa per guardare nella sua direzione sotto la mascherina dell'ossigeno che gli avevano prontamente fatto indossare i medici. Il ritmo del respiro alterato rispetto alla normale respirazione, che aveva imparato a conoscere fin da quando dividevano la culla. Gli si avvicinò per guardarlo meglio negli occhi e permettergli di parlare senza alzare troppo la voce.

Come va?” mormorò.

Sento dolori tremendi... ogni volta che.... respiro. E da quanto.... ho capito i medici ….mi hanno detto che.... devono farmi un po' dormire.... fino a quando la situazione.... non migliora...” rispose il ragazzo con difficoltà.

Si ho parlato con il dottore, non ti sforzare” gli strinse la mano nella sua.

Senti Haruka, promettimi che.... qualsiasi cosa... accada baderai... a Usagi e alla mamma...” lo sentì dire “Qualsiasi cosa...”

Perché dici così?” esclamò senza mettere da parte l'agitazione “Tu ne uscirai Harumoto, sarà una cosa lunga ma ne uscirai, abbiamo bisogno di te.. la mamma, Usagi, papà...io sopratutto...vedrai che tornerai a casa..devi” tutto ad un tratto un brutto presentimento le sfiorò la mente, una sensazione devastante. Che non sarebbe mai riuscita a controllare.

Non credo Haruka...ma devi essere forte..promettimelo” furono le sue parole di incoraggiamento. Ma quale forza? Era suo fratello la sua forza, solo lui oltre al vento aveva la capacità di completare il suo essere. I pensieri provocati dalle parole di lui furono interrotti dal fischio continuo della macchina che monitorava il battito cardiaco sulla quale era comparsa una riga piatta.

I passi affrettati del medico con cui aveva parlato poco prima giunsero alle sue orecchie seguiti da quelli delle infermiere che se ne occupavano.

Harumoto no, non mi lasciare!!” gridò prima di sentire la presa di una delle infer

miere sul suo braccio “La prego di uscire, faremo tutto il possibile per riprendere suo fratello ma attenda fuori”


***


Michiru! Michiru!” le lacrime gli rigavano il volto, tutta quella situazione era un tremendo dejavù. Si era già trovato in una situazione simile anni prima e non si era risolta nel migliore dei modi. E se fosse andata nello stesso modo anche quella volta non sarebbe riuscito a incassare il colpo. Troppe persone a cui teneva lo avevano lasciato. E ogni volta non era più stato lo stesso senza di loro.

Il suono di un ambulanza che sembrava muoversi nella loro direzione entro nelle sue orecchie, facendogli in parte tirare un sospiro di sollievo. Anche se lo avevano afferrato per scortarlo lungo un sentiero di ricordi lontani.

Haru...” la voce della violinista si insinuò improvvisamente nei suoi pensieri riportandolo con i piedi sulla terra ferma. L'espressione della ragazza era sofferente, troppo per i suoi gusti.

Come ti senti..” era una delle domande che temeva di più, non gli era mai piaciuta in passato. E quel momento non era da meno.

Nausea..mal di testa.. quando respiro sto malissimo...” si sforzo di rispondere lei.

Senti qualcosa di rotto?” mormorò il biondo.

Mi fa male forte solamente il polso, e non ho per nulla voglia di muoverlo” rispose la musicista.

Andrà tutto bene vedrai” non sapeva più che altro se quelle parole erano per rassicurare lei, o invece erano state pronunciate nel tentativo di convincere se stesso. L'unica cosa certa e che l'arrivo dell'ambulanza lo aveva reso molto più tranquillo.





Note dell'autrice:I sintomi che accusa Michiru sono stati cercati su internet, spero siano esatti e mi scuso se tra voi lettori c'è qualcuno che ha studiato medicina.






























   
 
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