PROLOGO
MY SPIRIT WILL GO ON
Dragonforce, dall’album Sonic Firestorm [2004]
One more time to escape from all this madness
One more time to be set free from all this sadness
And one last time to be the one who understand
That my soul and my spirit will go on
For all of eternity
Un’altra possibilità per fuggire da questa pazzia
Un’altra possibilità per essere liberato da questa tristezza
Ed un’ultima occasione per essere quello che capirà
Che la mia anima e il mio spirito sopravvivranno per tutta l’eternità
Luogo sconosciuto, anno sconosciuto, ora sconosciuta
***
Quanto eternamente grande può essere il dolore, quando perdi in istante tutto
quello per cui per te aveva senso vivere? E soprattutto quando, dopo un
eternità di tempo passato a combattere contro te stesso, avevi finalmente
trovato una nuova strada?
Quanto eternamente forte può essere l’odio, quando l’artefice delle tue perdite
è dinanzi a te, ed è la persona che meno di ogni altra avresti pensato di
incontrare?
Ed infine, quanto eternamente lungo può essere l’istante in cui, impietrito,
resti fermo a guardare il tuo nemico, che ricambia il tuo sguardo, aspettando
che la tua mente metabolizzi tutto quello che ti era appena successo,
indugiando, e anzi ancora gustando ogni minimo istante di sofferenza nel tuo
sguardo?
La risposta è una sola.
Eternamente infinito.
«mi… dispiace…» sussurrò una delle persone ai miei piedi, prima di spirare con
un rantolo, dopo aver pronunciato il mio nome.
Sul terreno giacevano, in pose contorte, i corpi di tutte le persone che avevo
amato.
Stavano morendo, ma non tutto era perduto…
La mia compagna era ancora con me. La presi per mano, stringendola con forza.
«Yoru, sei ancora con me? Combatteremo ancora insieme, un’ultima volta?» sussurrai. In
realtà non sarebbe stato neanche necessario parlare, lei avrebbe sentito lo
stesso.
Nello stesso modo lei non poteva rispondere direttamente con le parole, ma
dentro di me percepivo una sensazione, che entrava in risonanza con la mia
anima.
Ti dono me stessa. Usami. disse.
Dentro di me la sentivo, la sua voce senza parole. Mi spingeva ad affrontare il
mio destino, e a cambiarlo. Una cosa con non mi succedeva da molto tempo. E di
tempo ne avevo vissuto parecchio.
Vibrava dentro me, al ritmo di un battito cardiaco accelerato, infondendomi un
calore inimmaginabile.
Possibile che il mio corpo freddo come il ghiaccio potesse ancora sentire
qualcosa del genere?
Per antonomasia esseri come me non avevano l’anima, mi avevano inculcato questa
idea fin da quando ero un ragazzino, e io ho sempre continuato sul mio sentiero
con questa convinzione,fino a quando il destino, sottoforma di uno di quei
mostri che avevo giurato di combattere, decise di far diventare me stesso una
creatura senza-anima.
Ironico che proprio un essere senza cuore come me, e non solo in senso
figurato, si fosse fatto convincere del contrario proprio da un altro di quei
mostri…
Edward Cullen.
Solo a ricordare il suo nome mi venne il nervoso.
Ma aveva ragione, alla fine.
Innegabile, irritante, ma innegabile.
Evitai di pensarci troppo. Avrebbe potuto sentirmi. E ammettere che aveva
ragione avrebbe stampato sul suo volto da fotomodello uno di quei sorrisi
sghembi che mi facevano veramente incazzare.
Cullen, spero con tutto me stesso, con tutta la mia anima, che dopo questa
ultima battaglia potrò ancora imparare qualcosa da te… se mai ci vedremo
ancora.
L’altra persona era ancora lì, in estasi ad assaporare il mio dolore, ma quando
mi vide prendere la mia bellissima Yoru incominciò a preoccuparsi.
«Non ne hai ancora abbastanza?» disse, pronunciando il mio nome «tutto quello
per cui combattevi non esiste più! Non ha più senso combattere! BASTA!!!» urlò.
Ma io non lo sentivo. Sapevo che c’era ancora un modo per aiutarli.
E sapevo che avrebbe funzionato.
Conoscevo quel metodo da molto tempo, da quando venne usato proprio su di me.
Il problema, fino a quel punto, era pensare perché mai avrei dovuto usarlo su
di loro.
Ma in fondo a me stesso lo sapevo.
Perché era la cosa più giusta da fare.
Mi alzai in piedi, sorretto da Yoru, e mi misi in posa da combattimento,
mostrando i miei denti candidi e affilati come rasoi. La mia pelle emise un
bagliore opalescente, quando un raggio di luna fece timidamente capolino dalla
coltre di nubi scure che coprivano quella notte.
«È la fine. Questo concluderà tutto, preparati.» dissi, alzando gradualmente la
voce.
Poi corsi contro di lui insieme a Yoru, che unì la sua voce argentina al mio
grido di battaglia.
Anche lui fece lo stesso.
La distanza che ci divideva si ridusse in un attimo.
Uno schianto…
Un urlo…
E poi…
Il raggio di luna sparì, riportando il tutto al buio e al silenzio dal quale
era uscito.