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Autore: ladystorm94    01/02/2009    3 recensioni
E se la storia più raccontata del mondo -narrata con amore dai grandi e ascoltata con entusiasmo dai piccoli- in realtà celasse una verità ben diversa? Le storie, si sa, passando di bocca in bocca perdono a volte il loro significato originale... *I commenti sono moooooooooolto graditi, quindi ditemi cosa ne pensate!!!*
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Rose correva. Correva da ore senza posa, senza fermarsi, senza pensare. E senza voltarsi indietro. Lei sarebbe dovuta rimanere per poter morire con lui, e il rimorso per non averlo fatto l’avrebbe perseguitata per sempre. Lui le aveva detto di correre, e lei aveva obbedito. Ma non abbastanza rapidamente da non guardarlo mentre veniva brutalmente decapitato. Non aveva versato lacrime né in quel momento né nelle lunghe ore che erano trascorse in seguito, ma se avesse potuto lo avrebbe fatto. Purtroppo lei era una vampira, e i vampiri non possono piangere. Rose continuò a correre, con i lembi del mantello rosso sangue che si muovevano leggeri. Il cappuccio, di solito calato sul viso, era ricaduto sulla schiena durante la corsa, rivelando il volto pallido e bellissimo della giovane. I lunghi capelli ondulati e neri come la pece nuotavano nel vento, e lunghe ciglia scure incorniciavano i suoi grandi occhi verde mela, dalle pupille allungate come quelle di un gatto. La donna si muoveva con agilità felina nella vegetazione della foresta, e gli stivali di pelle nera quasi non toccavano il suolo. Il pensiero del suo amato continuava a tormentarla. Il mezzo sorriso che illuminava costantemente il suo volto, le sue mani delicate che la cercavano in ogni momento, il suo desiderio di fuggire con lei verso terre ignote, la sua morte che aveva messo fine a tutto e che aveva cancellato in lei il desiderio di continuare a vivere… Rose avrebbe voluto morire, lo voleva con tutto il suo gelido cuore di vampira. L’unico modo di uccidere una come lei sarebbe stata la decapitazione, cosa che avrebbe ottenuto facilmente tornando indietro e consegnandosi a coloro che avevano ucciso il suo James, ma poi pensò che il suo James non avrebbe approvato. Rose si gettò sulla terra umida, sporcandosi l’abito nero, le braccia, le mani, e affondando le dita fredde, candide e dure come la roccia nel suolo fangoso. In quel momento, quel poco di anima che le rimaneva era nascosto in un remoto angolo della sua mente, mentre il dolore ne occupava il resto. Rose si perse nei singhiozzi di un pianto senza lacrime, soffocando la rabbia. Il suo cuore, che aveva cessato di battere più di cent’anni prima, sembrò ritornare in vita con il solo scopo di farle del male. Sentiva mille lame roventi che la trafiggevano, e allo stesso tempo non sentiva niente. Inginocchiatasi, levò al cielo le mani sporche di terra e scagliò un urlo straziante contro il cielo, che neanche i frastuono dei tuoni e lo scrosciare insistente della pioggia riuscirono a sovrastare. Al mondo, per lei, non c’era più niente che contasse, perché il suo mondo se n’era andato insieme a James, perché James era stato il suo mondo. Lui era il suo mondo. Lui lo sarebbe stato per l’eternità.
  
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