Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Fujiko_Matsui97    22/08/2015    7 recensioni
Dopo aver assistito ad una sparatoria tra gangster, Sebastian e Claude, due musicisti di Chicago, scappano su un treno diretto in Florida come "Sadie" e "Claudia", le ultime arrivate (e le più sempliciotte) in una jazz-band di sole ragazze.
Il loro travestimento, così come i loro tacchi a spillo, è a dir poco perfetto, fino a quando non incontrano Ciel, nipotino della direttrice d'orchestra e cantante del gruppo, che metterà a dura prova la loro identità e i nervi saldi di "Sadie".
E, mentre il playboy sfrontato Alois si invaghisce di "Claudia", il boss di una banda di delinquenti tenta di smascherarli e di toglierli di mezzo definitivamente!
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A qualcuno piace caldo!

 

 

[Chicago, 1929]

 

 

Will il Dio della Morte camminava spedito, il sigaro in bocca e molto nervoso per il ritardo del complice, per le strade della città notturna, diretto verso il luogo dell'incontro, esattamente a pochi passi dalla rinomata cappella ora adibita a funerale. Da anni egli aveva quello spaventoso soprannome nel mondo della criminalità, in quanto eliminava gli avversari come un potente giudice, dall'alto e senza alcun sentimentalismo.

Era ormai da anni che faceva parte della malavita assieme ai suoi goffi ed imprecisi sottoposti Grell e Ronald, e doveva ammettere, non con poco orgoglio, che se non fosse stato per la sua precisione e scrupolosità nel fare affari la sua organizzazione sarebbe fallita già da tempo.

-Wiiiruu..?- canticchiò maliziosamente il rosso che cercava di tenere il suo stesso veloce passo, incrociando le mani romanticamente mentre posava il capo sulla sua spalla, tubando come un piccione in amore: -Quest'oggi il tuo calore mi riscalda molto più dei raggi del sole, sai?-

-Peccato che è notte fonda?!- sbraitò nervoso il suo capo, scostandosi infastidito da quelle attenzioni e facendolo sbuffare deluso: -Oh, andiamo, Wiru, per una volta che quello spocchioso di Ronald non è con noi potremmo anche divertirci un po'!-

Il castano rabbrividì dinanzi al suo sguardo estremamente malizioso, sperando che nessuno dei suoi nemici lo vedesse in quello stato, a cercare di far ragionare non con poca difficoltà un suo alleato. Si voltò in fretta, seccato, per evitare altre advances poco gradite: -Il tuo concetto di divertimento non coincide con quello dei comuni esseri umani.- sbuffò, osservando il rotondo quadrante dell'orologio:

-Ma insomma, che fine ha fatto quel deficente?!-

Picchiettò impaziente il tacco dei suoi mocassini sulla strada lercia, le braccia conserte in attesa, appuntandosi mentalmente di cantargliene quattro a quell'incivile che lo stava facendo attendere così tanto. Esattamente sessanta secondi dopo, contati ossessivamente nella sua mente, il biondo finalmente apparve con nonchalance, portando con sé l'individuo che li avrebbe aiutati con il colpo:

-Ciao capo!-

-Alla buon ora...- borbottò omicida Will, rivolgendo poi le sue attenzioni allo strano ospite, tendendogli la mano per presentarsi: -Lei è delle pompe funebri Mozzarella?-

L'individuo strinse la sua mano scheletrica a quella del capo della criminalità, sorridendo felino:

-Fresca di stagione, capo, ih ih!- scherzò, i capelli argentei che gli ricoprivano la fronte in una pettinatura alquanto insolita. Grell si avvicinò all'orecchio di Will, particolarmente interessato:

-Wiru, forse dovremmo comprarne un po' per la cena di stasera, sai bene che abbiamo il frigo vuoto!- sussurrò, convinto, e la tempia del maggiore iniziò a pulsare dalla rabbia mentre si schiacciava, esaurito, una mano in fronte:

-Brutto idiota, il fatto che la catena si chiami Mozzarella non vuol dire che venda latticini!- sussurrò in preda ai tremiti, cercando di trattenersi dall'urlare e fare così brutta figura con il loro complice. Grell lo fissò interrogativo, portandosi confuso un dito alle labbra mentre rifletteva ad alta voce:

-Ma se non li conservano nelle bare allora dov'è che...-

-LASCIA PERDERE!- abbaiò William, infischiandosene della compostezza per far tacere quella mente bacata, smettendo di ringhiare e cercando di riprendere sul viso un colorito che non fosse violaceo di rabbia: -Allora, Undertaker, giusto? Com'è che dobbiamo agire?-

Undertaker sorrise dinanzi a quel siparietto, litigando con le maniche troppo larghe del cappotto:

-Semplice come bere un bicchiere d'acqua, capo: entrate in quella cappella e richiedete un posto. Per averne uno migliore dite che siete familiari della vecchia, è la parola d'ordine.-

-Il magrolino è in gamba, neh?- commentò soddisfatto Ronald, seguendo poi il suo capo mentre, congedatosi con un cenno, si allontanava dal complice: -Quelle bottiglie di caffè a 43 gradi sono già nostre!-

-Abbassa la voce, idiota!- comandò, stizzito, Will il Dio della Morte, lanciandogli uno scappellotto dietro la nuca che lo fece grugnire dal dolore: -Se qualcuno ci sente sai che guai passiamo con la polizia?! Già siamo fra i principali sospettati per quella manovra di Grell.-

-Senti un po', Wiru...- cominciò il rosso, le braccia conserte in un broncio infantile: -Quando mi hai ordinato di “sparare ai traditori” non mi avevi mica detto di escludere la centrale di polizia!-

-C'era davvero bisogno di specificarlo dato che poi saremmo stati ricercati?!-

Will era ormai sull'orlo di esaurimento ma, per fortuna, erano arrivati davanti alla cappella. Entrarono all'interno in silenzio, ascoltando la musica triste e lenta dell'organo, procedendo fino a raggiungere colui che li avrebbe condotti davanti alla bara che avrebbero dovuto prelevare:

-Salve signori, cosa posso fare per voi?-

-Siamo qui per il funerale della vecchia.- annunciò il castano come d'accordo, e tutt'e tre si tolsero rispettosamente il cappello dal capo, facendo alzare un sopracciglio all'altro nel vedere quei volti sconosciuti: -Non mi sembra di avervi mai visto alle nostre cermonie...-

-Nui suis parent che vengon da lontan.- fece Grell, imitando un pessimo accento francese che sembrava tutto tranne che appartenere a quella patria, ma lo fece con così tanta convinzione che il gestore del luogo, sorridendo perplesso dato che non comprendeva nessun altra lingua che non fosse l'americano, ci cascò in pieno: -Oh, chiedo scusa. Beh, accomodatevi pure!-

Si voltò per far loro strada, e Ronald si girò un istante ad osservare affascinato il rosso:

-Da quand'è che conosci il cinese mandarino?-

Appena la porta fu aperta, uno sfondo acuto di risate sguaiate e musica jazz riempì le loro orecchie, facendo loro sollevare, totalmente colti alla sprovvista, le sopracciglia: il retro della cappella altro non era che un Cafè notturno, con ballerine da sala e tavolini da bar strapieni di clienti che si godevano lo spettacolo, occupati a fumare o a bere. Niente a che vedere, insomma, coi funerali tradizionali.

-Beh, devo ammettere che dovendo morire, è un gran bel modo per andarsene!- osservò compiaciuto Ronald, le mani sui fianchi mentre seguiva con un sorrisone i movimenti delle gambe delle ballerine con le gonnelline piene di fronzoli. Grell lo seguì a ruota, a bocca aperta in estasi:

-Woah... quando morirò voglio avere anche io una cerimonia così!-

-Se non la smetti di toccarmi quel momento verrà prima di quando credi.- sbuffò Will, scrollandosi dal braccio le mani del rosso e avanzando verso il loro tavolo, dandosi un certo contegno.

 

Intanto il tenente Ash lo osservava da lontano, nasconcendosi con l'ausilio del suo cappello: si era infiltrato nel locale dopo aver ricevuto una segnalazione proprio da Undertaker, che aveva acconsentito ad aiutarlo per catturare quello che ormai era diventato una vera minaccia nel mondo della giustizia. Chiamò a sé il cameriere, chiedendo il conto in modo sbrigativo:

“Manca davvero poco...” riflettè soddisfatto mentre fissava l'orologio “... i miei colleghi hanno ricevuto l'ordine di aspettare solo cinque minuti e poi faranno saltare tutto in aria!”

-Pff... pff... MUHAHAHAHAH! Will il Dio della Morte, finalmente ti catturerò!-

-Ehm... signore? Ecco il suo conto...- balbettò perplesso il cameriere nel vederlo col corpo tremante e con le mani rivolte verso l'alto a ridere come uno psicopatico. L'albino si ricompose all'istante dinanzi a quella voce a dir poco spaventata e, tossicchiando, gli lanciò un'occhiataccia, risentito per essere stato interrotto nel suo momento di goduria.

Con un verso stizzito gli passò una banconota, sentendosi estremamente generoso: tanto, con la cattura di quel delinquente avrebbe di sicuro ricevuto un aumento!

-Tenga pure il resto.-

 

 

La musica jazz continuava incalzante a suonare per tutto il locale ma, in particolare, sembrava concentrarsi sul rotondo palco in legno, dove numerose e sorridenti ballerine danzavano il kan kan in perfetto ritmo. Sgambettando in tondo, fecero sì che due dei musicisti della compagnia ricambiassero i loro sorrisi e occhiolini: Claude, in piedi, soffiava energicamente sulla bocca dello strumento che ormai suonava da quando era piccolo, il contrabbasso, sistemandosi di tanto in tanto gli occhiali che sembravano cascargli dal naso nonappena abbassava il capo, preso dalla musica.

Sebastian, suo amico d'infanzia, si lasciò andare ad un sorrisetto malizioso quando le ragazze del locale, in piena esibizione, gli sorridevano adoranti, non lasciandosi però distrarre: sapeva bene, infatti, che lo strumento a lui assegnato, il sassofono, dava un suono molto potente, così come quello di Claude, suo amico d'infanzia. Era necessario, quindi, nonostante la presenza di tutte quelle bellissime fanciulle, che loro non stonassero: la loro situazione economica era già molto precaria, e quel lavoro era la loro unica àncora di salvezza.

-Oggi va bene, eh?- osservò Claude una volta terminato il loro turno, appoggiandosi con nonchalance al suo strumento, in bilico sul palco.

-C'è gente.- rispose telegraficamente Sebastian, sorridendo sereno senza però girarsi a guardarlo.

-Ma no, intendo la nostra esibizione!- sbuffò l'altro, dando un'occhiata alla sala: -Che vuoi che mi importi quante ordinazioni di caffè ci sono stasera?!

-Claude, ma pensi quando parli?- Sebastian alzò gli occhi al cielo, sospirando esausto: -Il numero di gente dovrebbe importarti eccome! Non hai pensato che se diventiamo popolari come musicisti suonando davanti a così tanti clienti, riceveremmo di sicuro più richieste?-

-Ah, a proposito di richieste...- dirottò altrove l'amico, odiando di dover ammettere che quel playboy aveva tutte le ragioni: -... ho chiesto un appuntamento dal dentista domani, mi accompagni?-

-Dal dentista?- arricciò il naso Sebastian, voltandosi finalmente a guardarlo: -E perchè mai scusa?-

-Devo fare un otturazione, durante la notte la gengiva mi si gonfia e... puf!, la mattina dopo non riesco nemmeno a parlare bene.- si sistemò davanti all'altro, aprendo la bocca e mantenendosi con le dita una guancia, indicandogli insistentemente con l'altra mano un punto preciso:

-Guadda, guadda!... ehi, ma ftai guaddando..?!- bofonchiò confusamente, le guance strette e allargate con le mani.

-Si che sto guardando, e vedo anche che sei completamente fuori di testa!- Sebastian lo allontanò disgustato spiaccicandogli una mano sul viso, torcendogli i tratti: -Bell'amico che sei: noi siamo al verde, il fruttivendolo non ci fa più credito, abbiamo una lista di debiti lunga fino alla Cina col salumiere, con la Compagnia di musica e con tutte le ballerine... e tu pensi alla tua otturazione?!-

-E va bene allora vorrà dire che domani, con la paga di oggi, daremo un po' ad ognuno!-

-Ma affatto!- stabilì tronfio Sebastian, cacciando fuori un biglietto d'ingresso e mostrandolo all'amico: -Domani andiamo a vedere la corsa dei gatti e scommettiamo tutto il malloppo su “Palla di Lardo”.-

-La corsa dei gatti?!- domandò perplesso Claude, fissando l'altro come se fosse impazzito: -Ma non esisteva solo quella dei cani?-

-A volte mi chiedo quando ti deciderai ad aggiornarti, Claude.- il moro sbuffò seccato, facendo innervosire l'altro, che si posizionò a braccia conserte:

-E poi “Palla di Lardo”?! Sul serio? Perchè dovrei scommettere tutti i miei soldi su un obbrobrio simile? No no, Sebastian, io non mi sento affatto sicuro su questa cosa!-

-Perchè è un gatto sicuro, ti dico!- Sebastian gli posò una mano sulla spalla, sorridendo fiducioso: -Fidati di me, me l'ha detto tata Matilda che l'ha saputo da Katy Perry che è la prozia di donna Concetta che controlla tutte le corse! Domani usciremo di qui straricchi, non dovremo nemmeno lavorare!-

Claude aggrottò la fronte, ancora poco convinto ma, mentre stava per rispondergli e frenare il suo inviadiabile entusiasmo, spalancò a dismisura gli occhi quando notò qualcosa che non gli piaceva affatto: un uomo albino, seduto al tavolo, che per sistemare meglio la cenere viva sopra al sigaro e fumarselo aveva cacciato fuori dalla giacca un... distintivo della polizia?!

-Oh-oh...-

-Ci pensi con tutti quei soldi, Claude?! Finalmente potremo prendere il volo!- ridacchiò Sebastian con gli occhi che gli si illuminavano, prima di voltarsi interrogativo verso l'amico che, lo sguardo sconvolto e fisso verso il tavolo del poliziotto, picchiettava impaziente il dito sulla sua spalla:

-Non vorrei allarmarti, ma sembra che abbiamo appena perso il volo!-

Con il viso indicò il tavolo che stava fissando insistentemente e, quando Sebastian notò il distintivo che scompariva nella giacca dell'uomo, sgranò a sua volta gli occhi per un istante.

Lui e l'amico si osservarono per un istante, perplessi, prima di voltarsi come se niente fosse e mettere a posto i propri strumenti, in silenzio.

 

 

-Ci siamo.- il tenente Ash espirò forte dal sigaro, tossicchiando appena per aver perso l'abitudine mentre osservava l'orologio maniacale: -Tre, due, uno... zero.-

Non appena pronunciò quest'ultima parola, una delle assi di legno della parete del locale fu sfondata con un rumoraccio, permettendo al resto dei poliziotti di fischiare con impazienza e irrompere con violenza all'interno del locale: i clienti iniziarono ad urlare impauriti e a correre da tutte le parti senza esito, dato che la polizia li conduceva fermamente verso l'uscita, nessuno escluso.

-Su le mani, siete tutti in arresto!- si udì sbraitare dai poliziotti e Sebastian e Claude, cercando di non dare nell'occhio e con gli strumenti in mano, si confondevano con le file disordinate per scappare via da lì.

-Ma che succede?!- sbraitò Will, guardandosi nervoso attorno e non osando alzarsi dal suo posto, quando una voce calma e vellutata interruppe il suo affanno: -È un piacere rincontrarti, Will Dio della Morte.-

-Ma cos... tenente Ash!- strinse i pugni il castano, una smorfia rabbiosa dipinta sul volto appena quel damerino era apparso davanti ai suoi occhi: -Che ci fai qui?-

-Che domande... sono qui per arrestarti, no?-

-E sentiamo, cos'avrei fatto stavolta?- domandò Will con aria sarcastica, facendolo sorridere calmo: -Hai spacciato bottiglie di caffè a 43 gradi.-

Il gangster si posizionò a braccia conserte, ridacchiando nervoso: -Non so davvero di cosa tu stia parlando... chi è che te l'ha detto? Undertaker, per caso?-

Stavolta fu di Ash il turno di ridere, e di gusto, facendo il gioco sporco dell'altro.

-Undertaker? Non so davvero di cosa tu stia parlando!- lo imitò, mentendo:

-Forza, indossa le manette.-ridacchiò soddisfatto, prima di afferrargli brutalmente la stoffa della camicia, gli occhi ridotti a due fessure:

-E questa volta non la passerai liscia, sappilo...- sibilò, minaccioso, il volto infastidito del gangster a pochi millimetri dal suo. I due si guardarono in cagnesco per diversi istanti, fino a quando Ronald, completamente ubriaco e rischiando di cadere dalla spalla del suo capo, fronteggiò con aria imbronciata e sonnolenta il poliziotto, l'espressione che voleva sembrare minacciosa ma altro non era che comica:

-Vojo un'altra tassa di caffè.- biascicò convinto sotto i loro sguardi perplessi, prima di cacciare all'improvviso da sotto il tavolo la tazzina semivuota e lanciarne il contenuto in faccia all'albino senza troppi complimenti.

Grell urlò spaventato, cercando di trattenere invano l biondo mentre Ash, dopo un istante di sgradita sorpresa, avvertì il caffè... molto, molto caldo fare effetto sul suo viso. Immediatamente si ritrasse strizzando gli occhi e sbraitando in modo molto poco virile mentre a tentoni cercava un pezzo di stoffa per pulirsi:

-W-WAAAAHHHH! BRUCIA, BRUCIA, BRUCIAAAAA!-

Si dimenò isterico sotto lo sguardo sconvolto di William che, una volta realizzato il tutto, afferrò i suoi scagnozzi per un braccio, alzandosi senza grazia in piedi: -Presto, scappiamo, prima che arrivino i rinforzi!-

I tre iniziarono a correre come se non ci fosse un domani, spingendo con poca grazia gli altri clienti impauriti: -Undertaker... sono sicuro che è stato lui a fare la spia, ma non la passerà liscia! Lo uccideremo!-

Ronald sorrise mentre Grell lo trasportava via con loro, annuendo come un ebete in risposta e, mostrata una smorfia confusa per un attimo, si piegò in due, rigurgitando tutto il menu ai piedi del rosso, che urlò disgustato approfittando che stavano correndo ormai fuori dal locale:

-RONALD MA CHE SCHIFO!-

 

 

 

 

-Bene. Bene! Fantastico!- esclamò esaurito Claude una volta che lui e Sebastian furono usciti dalla porta secondaria, evitando l'improvviso arresto: -Adesso non possiamo più mostrarci al locale perchè lo chiuderanno, ovviamente addio paga di stasera, e non possiamo nemmeno chiedere altri prestiti alle ballerine perchè le hanno arrestate tutte!-

-Perchè... devi sempre essere così negativo, me lo vuoi spiegare?- ansimò per la fatica Sebastian, le mani poggiate sopra le ginocchia mentre gli rivolgeva un'occhiataccia:

-Nessuno ci ha visti e domani con la corsa vinceremo i milioni, di che ti lamenti?!-

-Tu e questa dannata corsa!- proseguì isterico l'altro, gesticolando: -Non riceveremo nemmeno la paga di oggi, cosa pensi di impegnare per pagare la scommessa?!-

-Beh...- fece spallucce l'altro, apparentemente tranquillo: -... vorrà dire che impegneremo i nostri cappotti.-

L'altro tirò un sospiro di sollievo, sorridendo tranquillo:

-Ah, d'accord... aspetta, COSA?- domandò in un grido strozzato, gli occhi sgranati e i lineamenti sconvolti non appena realizzò quello che l'amico realmente aveva detto: -Sebastian, vorrai scherzare! Siamo a ottobre, si congela qui fuori, perchè mai dovrei impegnare il mio cappotto per una scemenza simile?!-

-Perchè siamo amici, amici per la pelle.- sorrise angelico l'altro, dandogli una pacca amichevole sulle spalle mentre si dirigeva verso la loro casa che condividevano ormai da tre anni: -E poi perchè domani vinceremo, e tu riavrai il tuo cappotto.-

Claude lo osservò allontanarsi, tranquillo e con le mani nelle tasche, alla ricerca di un bus decente che li riportasse a casa.

Sapeva di doversi rilassare, ma la verità è che davvero non riusciva a scacciar via quell'insistente presentimento che sarebbe andato tutto a rotoli.

Sospirò preoccupato, accarezzandosi la stoffa del cappotto quasi con malinconia mentre lo raggiungeva: -Sarà meglio per te che questo cappotto ritorni sulle mie spalle al più presto!-

-Andiamo Claude, non ti fidi di me? Dì un po', quand'è che mi sono sbagliato?-

-Praticamente sempre.-

-Oh, stà un po' zitto!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice

Cos'ho appena scritto X'D Mi sento male.

Vediamo un Sebby stile 'viva la vida', un Claude mammina e il trio dei pasticcioni che, però, spaventano tutti coi loro crimini! Secondo voi come andrà la corsa? ;)

Il film è uno dei più divertenti che abbia mai visto e la mia commedia preferita nonostante non sia per niente recente, per cui anche se ho dovuto modificare parecchie cose per scriverci una storia ve lo consiglio vivamente, sperando mi accompagnerete in questa avventura!

Chissà se Ciel è bravo a cantare...

 

 

 

 

-FM.

 

   
 
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