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Autore: _thantophobia    22/08/2015    4 recensioni
[DenNor con accenni lievi SuFin][ambietata durante l'Unione Svezia-Norvegia][Seguito di "Thought you were beside me, but I reached and you were gone"]
-E così Sve e Fin se ne sono andati… -
-Già.-
-…te ne andrai anche tu, vero?-
-No. Io resto con te… -
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Seguito di Thought you were beside me, but I reached and you were gone]
[Shannon LaBrie – Calls me home]



With nothing but a voice within that calls me home…




 
 
Svezia non si stupisce quando, entrando nella stanza che Norvegia ha occupato per novant’anni, tutto ciò che trova è il silenzio. Norvegia è in piedi davanti alla finestra, immobile come una statua di sale.
Sospira.
-…tornerai da lui.- non è una domanda, quella. Infondo, Svezia lo ha sempre saputo che non sarebbe riuscito a separarli.
-Chi lo sa… - sussurra Norvegia. –Potrei anche farlo… -
Si volta verso lo svedese e inchioda i suoi occhi viola in quelli blu di Berwald.
-Torneresti davvero ad essere quello che eri?- sostiene il suo sguardo, Svezia.
“Torneresti davvero ad essere solo un mero pezzo di terra nelle mani di un re che non ti considera una persona? Questa per te è la felicità, Norvegia?”
-Perché no?- Lukas inclina la testa. –A me non dispiaceva così tanto la mia posizione… -
Svezia si irrigidisce, avvicinandosi al norvegese.
Nota, in quell’istante, che è decisamente troppo pallido e si vede che non sta bene.
-Non puoi pensare davvero una cosa del genere, Norvegia.- sussurra. Lukas fa un paio di passi indietro e si allontana, avvicinandosi verso la porta.
-Sono indipendente, nessuno me lo impedirebbe.-
-Io te lo impedisco.[1]-
Norvegia si blocca, un piede fuori dalla stanza.
-Già… - conferma. Il tono di Norvegia sembra quasi una presa in giro.
Berwald non capirà mai se Lukas sia serio o meno, perché questi esce dalla stanza e se ne va.
Ora che Norvegia è indipendente, Svezia si dice che non ha più senso combattere ancora[2].
 
*
 
Appena la giovane Groenlandia gli riferisce quella notizia, Danimarca non ci crede.
La legge sul giornale e ci crede un poco di più.
Chiede conferma al suo re e finalmente ci crede.
26 Ottobre 1905: Dopo il referendum di agosto, la Svezia è costretta a dichiarare la Norvegia indipendente.
 
-Norge è indipendente!- urla Danimarca, tenendo Far Oer tra le braccia e sollevandolo sulla testa. Cristiano fa fatica a capire chi tra i due sia il bambino, a volte.
-Danimarca, hai capito cosa ti ha detto? Norvegia vuole essere indipendente.- sussurra il principe danese. -Il Parlamento norvegese si è riunito per decidere chi sarà il nuovo sovrano. Forse l’hanno anche già scelto-
Mathias si blocca sul posto e per poco il piccolo Far Oer non cade per terra.
-Eh?-
-…Mathias, Lukas non tornerà qui.-
 
-E così Sve e Fin se ne sono andati… -
-Già.-
-…te ne andrai anche tu, vero?-
-No. Io resto con te… -
 
 
*
 
Mentre camminano lentamente per i corridoi del palazzo, Federico osserva il giovane accanto a lui senza che questi se ne accorga – sa benissimo che lo sta osservando, ma forse non gli da fastidio.
Si ricorda che, fin da quando era solo un bambino, Danimarca raccontava – a lui e a suo fratello Cristiano – tante storie sull’epoca dei vichinghi… E quando parlava di Norge i suoi occhi blu si illuminavano di una strana luce che solo con il passare degli anni Federico era riuscito a comprendere.
Lo sguardo di chi ama.
Glielo aveva detto, quando aveva quasi diciotto anni, e Danimarca gli aveva sorriso rispondendo con un semplice e mesto Già.
A essere sincero, Federico si immaginava Norvegia molto diverso da come è davvero. Certamente è bello come Danimarca lo ha sempre descritto, ma se confrontato al danese sembra più… fragile. Ma forse lo sembra perché provato dalle vicissitudini del suo popolo.
Sospira sommessamente, Federico, non riuscendo più a trattenere la domanda che preme contro le labbra.
Deve chiederglielo, ma teme la reazione di Norvegia.
È un piccolo tarlo che scava senza sosta nella mente del sovrano e quasi non gli fa chiudere occhio la notte.
…ma Norvegia come reagirebbe? Si infurierebbe? Scoppierebbe a piangere? Gli riderebbe in faccia?
Prende un grosso inspiro e si decide. Non può più trattenersi.
-Sei contento di essere indipendente, Norvegia?- chiede, il tono piatto ma interessato.
Norvegia si volta verso di lui – e Federico si chiede per l’ennesima volta cosa abbia passato quel ragazzo per avere gli occhi così morti.
-Certo, maestà.- risponde con un sussurro la Nazione, non capendo il senso della domanda.
-Anche Lukas è felice?- chiese ancora il sovrano, facendo sbarrare gli occhi a Norvegia.
-…a chi importa di Lukas?- mormora in risposta, abbassando la testa e fissando intensamente i bottoni dorati dell’elaborata giacca celeste che indossa.
Federico rimane in silenzio. Non si aspettava una reazione simile, però ora capisce.
Quel ragazzo, negli anni, ha creato un baratro tra la Nazione e l’uomo.
Cosa l’abbia spinto a diventare così, Federico non lo saprà mai.
O almeno, non può chiederglielo adesso che Federico – Haakon VII [3] – sente la corona del Regno di Norvegia sulla sua testa, le urla di gioia per le strade di Oslo e le risate di sua moglie e di suo figlio poco più avanti di loro.
Norvegia, di fianco a lui, sembra felice… Ma Lukas? Non riesce a scorgere nessuna emozione in quei pozzi scuri che sono i suoi occhi.
Apre leggermente le labbra per dire qualcosa, ma un debole sussurro incerto lo blocca.
-…Nore?-
 
-Mathias, non fare il bambino.- continuava a rimproverarlo Cristiano, trascinandolo per i corridoi quasi di peso.
-Cristiano, ti prego… -si lamentava debolmente Danimarca, cercando di liberarsi dalla stretta del principe. –Non voglio… -
Non vuole che Nor lo veda nello stato pietoso in cui è ridotto.
Dietro di loro, Islanda cammina velocemente per mantenere il passo stringendo la pulcinella di mare tra le braccia.
-Danimarca! Dove diamine è finito il vichingo che terrorizzava il mondo intero?!- sbraita l’erede al trono esasperato. –Non puoi buttarti giù così!-
Così presi dalla loro piccola discussione, il due uomini non si accorgono di un particolare che Islanda nota chiaramente.
-…Nore?-
 
Norvegia sente quel debole sussurro ed è sicuro che il suo cuore si sia fermato per un attimo.
Si volta all’indietro, il cuore in gola.
-Nore!- quasi urla, Eirik, quando con qualche passo gli si lancia tra le braccia.
Impietrito per la sorpresa, Norvegia quasi cade all’indietro.
Abbraccia forte Islanda e lo stringe a sé, mentre Eirik continua a ripetere quelle quattro lettere che – per la miseria – gli sono mancate da morire.
Sta sognando, per caso? Se è davvero un sogno, che nessuno cerchi di svegliarlo.
 
Danimarca e Cristiano si bloccano all’istante quando sentono Islanda urlare. Ritornano indietro sui loro passi e, mentre Cristiano si lascia scappare un sorriso intenerito, Mathias ha un tuffo al cuore.
Novant’anni. Erano passati novant’anni ed ora eccolo lì, davanti a lui mentre abbraccia Islanda come faceva quando Eirik era ancora un bambino – inginocchiato per terra, per essere alla sua stessa altezza, e con un braccio sulla schiena e una mano trai capelli chiari del piccolo.
Norvegia alza piano la testa dalla spalla di Ice e lo guarda – e Mathias si chiede cosa gli sia successo.
Perché i tuoi occhi sono così vuoti? Cosa ti ha fatto Sve, Norge? Dimmelo.
Vorrebbe dire almeno uno dei mille pensieri che gli passano per la testa, Danimarca, ma tutto quella che riesce a dire è un saluto singhiozzato – quando aveva iniziato a piangere?
-Ciao, Norge.-
Un attimo dopo Lukas gli lancia le braccia al collo e si stringe a lui, le mani sul suo viso e un braccio di Danimarca sui fianchi che lo alza da terra.
Norvegia sorride, qualche lacrima intrappolata nelle ciglia, mentre Danimarca comincia a piangere quasi disperato – continuando a chiamare il suo nome nonostante le lingua impastata dal pianto.
-Sei tornato…  biascica Mathias sorridendo.
Norvegia annuisce e gli accarezza piano gli zigomi, bagnandosi le dita con le sue lacrime.
-Te l’avevo promesso, no?-
 
-Io resto con te… Anche se dovessi andare via, il mare d’inverno si ghiaccerà e sentirai il mio respiro.-
-Grazie, Nor.-
 
-Je elsker dig[4], Lukas.-
-Lo so.- sussurra Norvegia.-Je også[5].-
Il mondo intorno a loro non ha importanza, in quel momento. E, forse, in quel momento non sono nemmeno Danimarca e Norvegia.
Solo Mathias e Lukas.
E questo basta.
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
Note:
  1. Come unica richiesta per l’indipendenza, la Svezia impose alla Norvegia di non tornare sotto la Danimarca.
  2. La Campagna contro la Norvegia (aprile – agosto 1814) - citata nella scorsa oneshot -  è stata l’ultima guerra intrapresa dalla Svezia.
  3. Quando salì al potere, Federico di Danimarca cambiò nome in Haakon VII. L’ultimo re di Norvegia, Haakon VI, fu marito di Margherita I di Danimarca e insieme furono i primi reggenti dell’Unione Kalmar.
  4. Ti amo in danese.
  5. Anche io in norvegese.
 
 
 
D.P.P.: Deliri Post Partum
Note corte stavolta, meno male
Finalmente un po’ di fluff! *annega nel fluff*
Ho sudato millemila camicie per scrivere questa oneshot, sappiatelo e.e
È stato più facile scrivere le altre oneshot, che questa, ma ce l’ho fatta comunque.
Non c’è tanto da dire… Non è fluff come speravo ma non è angst come le altre [credo]
Spero comunque che vi sia piaciuta. Ho faticato come poche volte nella mia vita per trovare un titolo e ad essere sincera non mi soddisfa molto.
Fatemi sapere, mi interessano le vostre opinioni :D
 
 
 
Considerazioni sull’insieme e ringraziamenti vari.
…scrivendo questa serie di oneshot mi sono accorta che molto probabilmente Nor è il primo vero caso nella storia della cosiddetta Sindrome di Stoccolma – le coincidenze, signori. ILLUMINATI-! *no okay Maki basta*
 
[so che vorreste sapere cosa caspio è la Sindrome di Stoccolma, ma sarebbe troppo complicato da spiegare e mi dilungherei e divagherei così tanto da fare invidia a Pindaro. Ergo Spiegazione qui.Wiki I love you]
 
Okay, faccio la persona piùomeno seria.
All’inizio non doveva essere diversa rispetto a come è diventata questa serie(?!)
Ad esempio, Sve non tentava di strozzare Nor. E la onesto di Den doveva essere ambientata nei quattro mesi della Campagna contro la Norvegia, quando i norvegesi hanno tentato un’ultima volta di essere indipendenti – invece è finita per essere ambientata verso la fine dell’Unione Svezia-Norvegia.
Il mio cervello è un posto orribile ._. *va a fare domanda per un TSO*
Passo ai ringraziamenti. Un grazie grande come il mondo va a chi ha messo le DeNor precedenti tra le preferite/seguite/ricordate, a chi ha recensito e a chi ha solo letto. Vi abbraccio tutti.
E un grazie grazierrimo va anche ai ragazzi del gruppo GDR HETALIA perché se lo meritano u.u
Alla prossima, magari con qualcosa di fluff.
Maki
  
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