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Autore: Lady_Gi    23/08/2015    3 recensioni
I rimorsi e i sentimenti di re Enrico a poche ore dalla morte di Anna Bolena
"Era l’alba del 19 maggio 1536, re Enrico giaceva nel suo letto…ormai vuoto per metà .
Si voltò, come a cercare qualcosa o qualcuno, come se si aspettasse di trovare lei, Anna."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Bolena, Enrico VIII
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era l’alba del 19 maggio 1536, re Enrico giaceva nel suo letto…ormai vuoto per metà .
Si voltò, come a cercare qualcosa o qualcuno, come se si aspettasse di trovare lei, Anna.
E invece il posto accanto a lui era vacante.
Si rigirò abbassando lo sguardo, e per la prima volta nella sua vita avvertì un incolmabile senso di solitudine.
Stava realizzando quanto nei giorni precedenti non aveva potuto o voluto realizzare, non avrebbe mai più rivisto Anna. La donna che per così lungo tempo aveva conquistato il suo cuore e aveva saputo mantenere accesa la fiamma della passione, la donna che gli aveva donato la speranza dopo tanta rassegnazione, la giovinezza e il vigore di un tempo,il cui solo peccato era il non essere stata in grado di generare un figlio maschio.
L’unica donna nella sua vita che fino a quel momento era riuscita a farsi amare non per la pia e devota sottomissione al suo signore e marito, ma per il suo coraggio, il suo orgoglio, la sua gelosia e litigiosità che spesso li portava a scontrarsi e poi ad amarsi più di prima.
Fino ad allora, e anche dopo, come presto avrebbe realizzato, era stato un UOMO, oltre che un re, e ciò solo grazie ad Anna.
Forse solo quella mattina, quando si voltò per cercarla nel suo letto, se ne rese conto.
Il desiderio di un figlio maschio lo aveva portato ad annullare nella sua mente quanto in lei aveva amato.
Per un attimo si sentì spaesato, presto avrebbe avuto un’altra donna a riscaldare il suo talamo, Jane, ma in quel momento l’unica persona che avrebbe voluto stringere tra le sue braccia e salvare dal destino che lui stesso aveva scritto per lei, era la tanto amata Anna.
Ma sapeva perfettamente che per quanto avesse voluto, mai avrebbe potuto cambiare la sorte della regina “più felice”, nel rispetto della dignità del ruolo che ricopriva e perché assicurare all’Inghilterra un principe erede era per lui di vitale importanza.
Dopo averla tanto odiata, era tornato ad amarla, come succedeva sempre dopo un litigio tra di loro, da anni.
A poche ore dal momento che separava la regina Anna dalla morte, Enrico, come chi sta per morire, vide scorrere davanti ai suoi occhi ogni singolo momento di quella relazione al confine tra l’amore più profondo e l’odio più estremo, e fu preso da un momento di collera in quanto voleva con tutto se stesso che quelle immagini uscissero dalla sua mente.
Calde lacrime risalirono i suoi occhi e improvvisamente sentì il petto stringersi e il suo cuore esplodere al pensiero del primo sguardo che gli aveva uniti, al suono della sua voce,all’odore dei suoi lunghi capelli bruni,al tocco delle sue mani gentili e delicate sul suo corpo, all’orgoglio e alla fierezza del suo portamento,che tanto lo avevano reso orgoglioso di lei, e alle sue debolezze, celate dietro una maschera di vanità, che lui non aveva mai compreso.
Per la prima volta da quando prese in seria considerazione l’idea di sbarazzarsi di lei,si sentì responsabile e colpevole di aver abbandonato e lasciato al suo destino la donna che gli era stato accanto e lo aveva sostenuto negli anni forse più bui del suo regno, la donna che fu il suo rifugio e la sua casa, incondizionatamente.
Risuonavano nella sua mente, come lame taglienti, quelle parole che lei gli rivolse l'ultima volta che si videro, pregandolo di dare un'ultima possibilità al loro amore "Io ti amavo....io ti amavo e ti amo ancora", e le dolci promesse d'amore "cosa c'è?vi ho reso infelice? io sarei infelice solo se voi smetteste di amarmi. Londra dovrebbe sciogliersi nel Tamigi prima" rappresentavano in quel momento un peso insopportabile per la sua anima.
Lui, che aveva il dominio sulla vita e la morte di ogni abitante del suo regno, sentiva invece che in quel momento non aveva il dominio di se stesso e che come sempre Anna,nel bene e nel male, lo avrebbe fatto essere l’uomo che realmente era, e non quello che tutti si aspettavano che fosse.
Fu quasi sul punto di annullare la sentenza di morte, ma invece quel giorno la regina Anna morì.
Forse il Re peccò del coraggio che aveva sempre contraddistinto la sua amata, la quale non ebbe mai paura di vivere nel solco dei suoi sentimenti pur essendo consapevole di essere odiata dal mondo intero.
Sarebbero trascorsi gli anni,i quali solo apparentemente avrebbero offuscato la figura della Bolena , e questa è la storia che mai nessuno raccontò, ma che Enrico portò con sè nella tomba come il tesoro più prezioso: l’amore eterno per Anna ed il rimorso per essersene privato.

   
 
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