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Autore: LorasWeasley    24/08/2015    7 recensioni
AU|Shadowhunters [solangelo]
"E se Dio, o chiunque li avesse creati, stesse davvero cercando un modo per distruggerlo, lo faceva solo perché era geloso di quell’angelo senza ali.
Non c’era nessun’altra spiegazione plausibile.
Perché fra tutti, lui era l’unico che non si meritasse di certo tutto ciò."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bianca di Angelo, Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'CrossOver Solangelo'
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Guardate un pò chi è tornata!
Con una nuova Solangelo wow che fantasia in un diverso Fandom.
Penso davvero che dovrei smetterla con tutti questi CrossOver...
Deh
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Parabatai


Will aveva 7 anni quando Nico e Bianca arrivarono all’Istituto.
Ricordava di essere stato felice, non c’era nessuno della sua età con cui stare.
Era nato ed aveva sempre vissuto li dentro, completamente in solitudine se non per gli adulti.
Nonostante questo era un ragazzino dal carattere solare e aperto.
Bianca Di Angelo aveva la sua stessa età anche se era più alta di lui di diversi centimetri, aveva lunghi capelli neri e occhi scuri, prediligeva l’arco come arma ed era già molto brava.
Lei e Will passavano molto tempo insieme ad allenarsi.
Nico Di Angelo invece era più piccolo di due anni, ne aveva solo cinque quando era arrivato.
Erano stati dati in custodia ai genitori di Will perché i loro erano morti in un covo di vampiri.
Lui fu silenzioso e triste per le prime due settimane, poi la sua vivacità e il suo stupore per tutto uscirono mostrando la sua vera personalità.
Qualche volta Will pensava che fosse davvero insopportabile.
 
Fu cinque anni dopo che le cose precipitarono.
Un attacco a sorpresa da dei demoni.
Will ricordava solo che un’ora prima i suoi genitori erano andati nella sua camera per dirgli di essere responsabile visto che ormai aveva dodici anni.
Loro stavano uscendo insieme a Bianca per fare delle spese.
Will non li aveva neanche guardati negli occhi un’ultima volta, troppo concentrato nel libro che stava leggendo.
Era diventato più alto, adesso era della stessa altezza di Bianca, aveva anche scommesso con lei che entro un anno l’avrebbe superata.
Non seppe mai se quella scommessa la vinse o meno, perché Bianca non ebbe modo di crescere.
Quel giorno morirono tutti e tre.
Lo stesso giorno morì anche la vivacità di Nico.
Will aveva perso i genitori, ma Nico aveva passato la stessa cosa a soli 5 anni, adesso gli avevano portato via anche la sorella.
Rimasero entrambi soli.
Will lo trovò nella sala degli addestramenti diversi giorni dopo, era diventato davvero bravo a utilizzare la spada, per un bambino della sua età.
Non parlava, non mangiava, le occhiaie sotto i suoi occhi dichiaravano che avesse smesso anche di dormire.
Si annullava in tutto e per tutto nell’allenamento.
Will non sapeva per quanto tempo fosse rimasto li nascosto a guardarlo.
Si riscosse quando a Nico cadde la spada a terra, ormai completamente sfinito.
Si gettò in ginocchio, si chinò in avanti toccando quasi terra con la fronte mentre si stringeva i capelli quasi a volerseli strappare.
Urlò e pianse, sicuro che nessuno fosse presente.
Fu in quel momento che Will si rese conto di dover seguire l’ultimo ordine di sua madre.
Gli aveva detto di essere responsabile e di proteggere Nico se ce ne fosse stato il bisogno.
E adesso lui aveva assolutamente bisogno di essere protetto da se stesso.
 
Neanche Will riusciva a dormire bene la notte.
Stava vagando per l’istituto quando passò davanti la camera di Nico e sentì un singhiozzo.
Senza pensarci aprì la porta e scivolò dentro.
Il letto era perfettamente intatto, Nico era seduto a terra con la schiena poggiato su di esso, neanche ci provava a dormire.
Will si sedette al suo fianco.
-Perché non mi parli? Sto male anche io, possiamo passarlo insieme.- Disse dopo un po’.
Nico tirò su con il naso e rispose con una nuova domanda.
-Pensi che Dio esista?
Will non rispose e Nico continuò.
-Io credo che dopo che mi ha fatto nascere come uno Shadowhunters, sai, per metà angelo … Se ne sia pentito amaramente. E ora stia cercando in tutti i modi di distruggermi.
Will sussultò e Nico finì in un sussurro – Adesso perderò anche te.
-No.
-Si, Will. Il Conclave ci dividerà.
Will boccheggiò, non ci aveva pensato, non gli era passato neanche per l’anticamera del cervello quel fatto, ma Nico aveva ragione e lui non avrebbe mai permesso che lo dividessero dal suo unico amico.
La frase successiva gli uscì di getto.
-Diventa il mio Parabatai.
 
Sette anni dopo erano ancora insieme.
Tutti pensavano che fossero la coppia di Parabatai più strana di sempre.
Will era alto, biondo e con gli occhi azzurri sempre sorridenti, solare, aperto e disponibile con tutti.
Nico era praticamente tutto l’opposto, c’era chi scommetteva sul fatto che il ragazzo potesse uccidere demoni con solo una delle sue occhiate.
Solo Will sapeva chi fosse Nico per davvero, solo con lui il ragazzo non ci comportava come se fosse incazzato con il mondo intero.
Solo Will poteva vantarsi di conoscere il luccichio negli occhi e le fossette nelle guancie che Nico aveva quando era felice.
Non che succedesse spesso, ma il biondo passava buona parte del suo tempo per trovare sempre nuovi modi per farlo anche solo sorridere.
Aveva 19 anni e non aveva mai avuto una relazione seria con nessuno, neanche ci pensava lui, credeva fosse troppo concentrato nel suo lavoro. Inoltre non era attratto da nessuna delle nephilim che incontrava ad Alicante quando andavano per eventi importanti.
Non gli era mai passato per il cervello di provare qualcosa per il suo Parabatai.
Non fino a quando non gli cadde tra le braccia ricoperto di sangue.
 
Era una fresca notte di metà Settembre e Will lo stava aspettando come al solito nella sua stanza.
Nico passava buona parte delle sue notti fuori dall’istituto tornando poi ubriaco fradicio.
Will lo attendeva sveglio nella sua stanza, fissava fuori dalla finestre aspettando che tornasse tutto intero, quando questo accadeva faceva un sospiro di sollievo e se ne andava finalmente a dormire.
Ma quella notte fu diversa.
Nico tornò quando ormai stava spuntando l’alba.
Will si precipitò giù dalle scale, fino all’ingresso, velocemente e con uno sguardo severo, pronto a fare una bella ramanzina al suo Parabatai.
Il suo volto si tramutò in una maschera di terrore quando lo vide barcollare verso di lui non reggendosi più in piedi.
Era completamente ricoperto di sangue.
Prima di svenirgli tra le braccia disse un singola parola “Will”.
 
Furono le ore più lunghe della sua vita.
Nulla in confronto a quando erano morti i suoi genitori.
In quel caso sapeva già che erano andati, ma con Nico al confine tra un mondo e un altro, quella si che era una vera tortura.
Ripenso a ciò che quel piccolo ragazzino gli aveva detto anni prima, la stessa notte che aveva accettato di diventare il suoParabatai.
E se Dio, o chiunque li avesse creati, stesse davvero cercando un modo per distruggerlo, lo faceva solo perché era geloso di quell’angelo senza ali.
Non c’era nessun’altra spiegazione plausibile.
Perché fra tutti, lui era l’unico che non si meritasse di certo tutto ciò.
 
Si chiese da quanto tempo non dormiva ormai.
Neanche se lo ricordava più.
Tutte le rune di guarigione che gli aveva applicato sembrava non servissero a nulla, forse era per via del veleno e lui non sapeva più che fare.
Chiamò uno stregone pagandolo quasi il doppio di quello che si potevano davvero permettere.
Fu il pomeriggio di due giorni dopo che Nico riprese a respirare normalmente, o almeno, normalmente per quanto lo potesse essere un ragazzo che poche ore prima era più morto che vivo.
Will era così sollevato che tutta la stanchezza di quei giorni gli crollò addosso e si addormentò al suo fianco.
 
Fu svegliato da un tocco leggero fra i suoi capelli.
Era piena notte a giudicare dal buio della finestra aperta.
Nico era sveglio, messo seduto e appoggiato alla tastiera del letto, guardava distrattamente fuori dalla finestra mentre giocava con i capelli di Will.
Quando si accorse del suo movimento staccò lentamente la mano e lo fissò dritto negli occhi.
-Ciao- disse semplicemente.
Will si era immaginato diversi scenari per quando Nico si sarebbe svegliato, perché lui doveva svegliarsi.
Non si era, però, raffigurato la parte in cui il biondo gli inveiva contro.
Esattamente la cosa che successe.
-Ciao!? Hai idea di quanto io sia stato preoccupato Di Angelo? Ne hai anche una minima idea? E tranquillamente te ne esci con un “CIAO”!?
Nico lo stava fissando con uno sguardo impassibile. Palesemente finto.
Will lo conosceva troppo bene per non essere al corrente che dietro quella maschera stesse nascondendo milioni di sentimenti, spesso contrastanti tra di loro.
-Mi dispiace.
Will lo fissò con uno sguardo di fuoco.
No, questa volta non gliel’avrebbe fatta passare con un semplice “mi dispiace”.
Nico lo capì senza il bisogno che dalla sua bocca uscisse una parola.
-Senti- disse allora il più piccolo con sguardo fermo alzandosi e andandosi a fermare esattamente davanti a lui – Mi dispiace davvero, so che probabilmente non basta e dovrei farti un monologo per farmi perdonare, ma mi conosci. Però posso dimostrartelo.
E senza dargli nessun tipo di avvertimento si chinò su di lui baciandolo.
Fu breve e veloce, Will non mosse un muscolo.
Non rispose, ma neanche lo cacciò via, questo fece in modo che Nico riprendesse a parlare.
-E sono consapevole di quello che ti ho fatto passare, se solo tu provi per me un minimo di quello che provo io per te.
Will schiuse le labbra sorpreso e Nico lo prese come un invito per tornare su di esse, sedendosi a cavalcioni sulle sue gambe.
Quello fu un vero bacio.
Passionale, ma lento. Pieno di tutto l’amore che avevano fatto maturare in quei lunghi anni.
-Nico … tutto … è tutto sbagliato- sospirò il biondo quasi in estati sulle sue labbra, mentre artigliava i suoi fianchi spingendolo ancora di più contro di se, come se avesse paura di vederlo scomparire da un momento all’altro.
Nico lo fissò serio allontanando la testa di qualche centimetro per guardarlo per bene nei suoi occhi blu.
-Sai cosa è sbagliato, Will? E’ sbagliato rimanere orfani a 5 anni, è sbagliato rimanere completamente soli a 10 o 12 anni, è sbagliato dover diventare Parabatai per non permettere loro di dividerci, è sbagliato passare tutta la vita a seguire le loro stupide regole antiquate ed è sbagliato salvare questo schifo di mondo che ti ringrazia distruggendoti pezzetto dopo pezzetto.
Prese un bel respiro e lo fissò ancora più intensamente.
-Ma questo? Oh Will, questo è fottutamente giusto.
Fu Will, a quel punto, a spingersi contro di lui per ritrovare le sue labbra.

 
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