La storia è arrivata al suo epilogo prima del previsto, questo è il
penultimo capitolo. Cari lettori vi ringrazio per essermi rimasti fedeli e vi
ringrazio adesso sperando ci sarete anche all’ultimo chappy.
Cap.6 dall’undicesimo al tredicesimo
Atto
undicesimo
Higghins sta
fumando. Poco ci manca che dalla bocca escano fiamme. Vorrebbe con tutto il
cuore incenerire quell’idiota di Freddy. Quel damerino gira intorno a
Elaisa come le api al miele. Non va a prenderlo a pugni solo per rispetto di
Elaisa, ma sente le proprie mani prudere. Sua madre, Mrs Higghins sta
organizzando un importante banchetto di Natale per ordine addirittura della
regina. Sua madre è una donna molto importante e con una classe superiore
perciò la regina ha deciso di affidarsi a lei. Per di più la loro casa è una
villa in campagna, molto spaziosa e confortevole. La donna ha perciò insistito
affinché il figlio e soprattutto quella ragazza così “squisita”,
come l’ha definita la signora Elaisa, andassero da lei ad aiutarla per i
preparativi. A far aumentare il suo disappunto è la dama di compagnia di sua
madre. Controlla per l’ennesima volta che sia ancora in giardino ad
annaffiare le rose, e perciò lontano da lui che si trova in balcone. Una donna
bionda, con un sorriso sognante sempre sul volto, che non fa altro che offrire
thè a tutti. Appena lo vede il suo sorriso si fa leggermente civettuolo e lo
saluta dicendo: “Ciao bel fusto”. Non sa se diventare rosso di
rabbia o di vergogna. La sua lista nera perciò comprende già i nomi della dama
di compagnia e di quel manichino di Freddy. La gelosia lo rode fino al midollo.
La rabbia gli da al cervello. Quando i suoi occhi si posano su Elaisa e ogni
sentimento negativo si placa. E’ così bella mentre passeggia. I capelli e
il vestito leggermente mossi dal vento. Quel volto raggiante e quel sorriso
appena accennato in grado di sciogliere anche un cuore di giaccio. Il cielo
azzurro dietro di lei non è niente rispetto ai suoi occhi. Ormai non può più
negarlo a se stesso. E’ cotto. Quella situazione lo inquieta. Se si
venisse a sapere che la ragazza fa solo finta di avere nobili origini gliela
porterebbero via e Elaisa dovrebbe tornare in mezzo a una strada. Il suo
sguardo si fa deciso. “Non permetterò che succeda”.
Atto
dodicesimo
In quella notte stellata la festa era già
iniziata da parecchio. Un po’ distante, nascosta vicino alla grande
scalinata che dava al salone, Elaisa guardava la festa. Tanti volti
sconosciuti. In un angolo riconobbe solo Steve. Sorrideva con una mano tra i
capelli e l’altra alla vita di una ragazza. Elaisa suppose che fosse la
Margherita di cui il ragazzo tanto parlava. Non c’era che dire, sembrava
una ragazza apposto. Stava per andare nella loro direzione, quando nella folla
li perse di vista. C’erano così tante persone, così diverse da lei. Era
fuori posto. Si rese conto che quel mondo sfavillante e pieno di sfarzo non le
apparteneva. Donne acide con falsi sorrisi stampati sul volto. Bei vestiti, ma
dentro erano vuote. Uomini eleganti, ma pomposi. Bei ragazzi, invaghiti di se
stessi e vanesi oltre ogni limite. Sperduta e spaventata sentì una mano gentile
posarsi sulla sua spalla. Si volto e vide lui. Era così bello ed elegante con
quel vestito da sera. I lunghi capelli neri, sembravano al contempo fuori posto
e ancora più belli. I suoi occhi esprimevano sicurezza, come il fisico ben
scolpito che la camicia e la giacca nera lasciavano intravedere. Se già
normalmente le sembrava bello, visto sotto quella luce la fece completamente
invaghire di lui. Lo guardava con occhi brillanti, quasi come unico punto fermo
a cui aggrapparsi in quel mare di incertezza. “Che fai non
scendi?”le chiese. “No. Non mi sento bene”. Le guance di lei
erano purpuree, ma non di febbre. Semplicemente, forse per la prima volta nella
sua vita, era intimidita. Lui la capiva perfettamente. Pur essendo nato in quel
mondo di lusso, non sentiva di farne parte. Lui preferiva la semplicità di una
vero sentimento, quale amore o amicizia che fosse. La prese per mano e questo
le infuse il coraggio necessario. Cominciarono a scendere la grande scalinata
di marmo. Lei, con quel vestito meraviglioso che le aveva regalato Mrs
Higghins, sembrava una principessa. Il suo portamento era elegante, ma non
altero. Era completamente diversa dalla ragazza che era stata. Una volta
sarebbe inciampata in quella grande gonna o sarebbe ruzzolata giù a causa delle
scarpe. Il suo viso pulito, quell’espressione dolce però tradivano la sua
purezza. Mentre scendevano molti invitati si voltarono. In fondo era il figlio
della padrona di casa. Elaisa comincia a sentirsi nuovamente imbarazzato sotto
quegli sguardi inquisitori. Lui, assumendo quel solito sorsetto sarcastico, le
dice: “Sorridi. Non devo capire che sei intimidita”. Elaisa si
chiese se l’espressione di lui non è altro che una maschera che porta
Henry davanti a tutti. Scendono e qui tutte le dame di compagnia cominciano a
contendersi la parola della sconosciuta. Elaisa ricorda una favola che ha
sentito una volta di sfuggita mentre, vendendo i suoi fiori, si è fermata
vicino alla finestra di una bambina di famiglia agiata e sua madre. Le sembra
che si chiamasse Cerentola, e Elaisa si sente proprio una Cenerentola al ballo.
Tutte quelle donne non le piacciono e stanno separando lei e Enry. Higghins
intanto deve per etichetta salutare un bel po’ di signori pomposi e i
loro figli, che avendo visto Elaisa, lanciano alcune battute taglienti. Henry
si ricorda come mai non ama le folle e soprattutto quel genere di persone.
Cerca con lo sguardo Elaisa e la trova smarrita nelle grinfie di una anoressica
ingioiellata che non fa altro che sparlare. Riesce a raggiungerla e la ragazza
lo guarda riconoscente. Proprio in quel momento l’orchestra inizia a
suonare un lento. Freddy, che è arrivato in quel momento, si avvicina alla
ragazza a grandi falcate. Spinto dalla gelosia, senza rifletterci su, Henry comincia
a ballare con Elaisa. Solo dopo si rende conto che questo non è un’azione
che il suo orgoglio gli avrebbe permesso di fare. Freddy sente una forte
gelosia crescere in lui, diciamo che schiuma di rabbia. Non ha però il coraggio
di sfidare Henry e per far ingelosire Elaisa si mette a ballare con la prima
che capita, facendo così sfumare la già recondita possibilità che tra lui e lei
nasca qualcosa. Gli sguardi di Elaisa e Henry sono concatenati. E’ come
se avessero dimenticato di tutto ciò che li circonda. E’ quasi come se
danzassero tra le nuvole. Elaisa si rende conto che se non avesse incontrato
Henry, in quel momento sarebbe da sola, senza più nessuno, in qualche sperduta
strada. Henry e il suo salvatore. Danza inoltre così bene, che lei è ormai convinta
che sia veramente come in quella favola e che lui sia il suo principe azzurro.
Elaisa sorride con moto di felicità che le viene dal cuore e lui si ritrova a
pensare:”Non può essere una semplice ragazza. E’ un angelo, il mio
angelo”rimanendo poi sconvolto da quei pensieri così sdolcinati che non
sono insiti nel suo carattere. Si chiede come la ragazza riesca a fargli
pensare certe cose. La domanda rimane però senza risposta, perché nel frattempo
Henry si è nuovamente perso negli occhi di lei. Così, scambiandosi in un intero
mondo tra quegli occhi di ossidiana di lui e quelli azzurri di lei, passa la
melodia. Appena finita l’orchestra cessa di suonare. Elaisa si pietrifica
in preda al terrore. “Che succede?”le chiede lui non capendo.
Proprio in quel momento sta entrando addirittura la regina. “Se capisce
siamo nei guai”mormora lei. “Ti proteggerò io”le dice.
Atto tredicesimo
La serata era
andata bene. Tutto era proseguito per il meglio. Finalmente la casa si sta
svuotando dalla festa. Mrs Higghin fa cenno al figlio di raggiungerla nella
libreria della casa. “Mi cercavi madre?”chiede lui sorpreso.
“Sai non hai avuto un granché di fantasia. Come tuo padre sei un pessimo
bugiardo”dice prendendo in mano il suo libro preferito, quello con cui
alla sera va a dormire. “Cosa intendete?”chiede Henry, cominciando
a preoccuparsi. “Sai cosa intendo. Per tua sfortuna esiste un solo Conte
di Valfiori ed è anche un mio caro amico”dice lei con un tono colloquiale.
“Non riesco a capire”ripete lui, non trovando vie d’uscite.
“Semplice. Non ha nessuna figlia. Per di più sembra che da un lungo
periodo a questa parte una certa “Elaisa”, venditrice di fiori, sia
scomparsa. Ora hai capito”dice lei sorridendo. Henry si sente come un
topo con cui il gatto sta giocando. Decide di gettare la maschera. Non ha
nessuna intenzione di mettere a rischio la sicurezza di Elaisa. “Madre
non avrete intenzione di ributtarla in mezzo a una strada. Non ha nessuno,
finirebbe male”dice lui, sentendo il nervoso crescere. La donna ride. Ha
visto giusto. Suo figlio si è proprio innamorato. Ha la stessa luce negli occhi
che aveva il suo adorato marito quando la guardava. “No. Si dia il caso
che questo conte non abbia potuto avere figli perché la moglie, pace all’anima
sua, è morta giovane. Stasera ha visto Elaisa e mi ha proposto di adottarla. Ha
sempre desiderato una figlia”dice Mrs Higghins, che sa benissimo di aver
risolto la situazione. “Siete fantastica”dice Henry lanciando alle
ortiche ogni etichetta. Abbraccia la madre e felice come non lo è mai stato
corre a dare la notizie a Elaisa. "Uomini! Uomini!! Uomini!!!"dice
lei riprendendosi dallo schock. Henry si fa tutte le scale di corse e rischia
anche di inciampare. Raggiunge Elaisa, che si trova nella terrazza a prendere
una boccata d’aria e fissa le stelle. “Elaisa! Elaisa!”urla
lui eccitato. Lei, che non lo ha mai visto così, si preoccupa. Vede il viso
arrossato e gli occhi che gli luccicano “Non avrai alzato troppo il
gomito?”. “Che dici?”dice lui continuando a sorridere.
Brevemente le spiega la situazione. Con un urlo di felicità lei gli salta al
collo. Si abbracciano e nella foga, nella felicità, si baciano senza nemmeno
accorgersene. Si staccano immediatamente. “Scusa, scusa. Non so cosa mi è
preso”si scusa lei rossa come un pomodoro. “Figurati. Sono stato io
a fallare”dice lui arrossito ancor di più. “Senti per essere sicuro
che è stata una svista, che ne dici di riprovare?”chiede lei sfacciata.
Mentre lo chiede si avvicina, fino a che i loro volti sono vicinissimi. Henry è
molto imbarazzato, ma a vederla così vicina si sente morire. “Hai
ragione”dice cercando di mantenere un tono gioviale. Elaisa lo bacia e
lui è convinto di aver toccato il cielo con un dito. Elaisa non vorrebbe
allontanarsi. Ha delle labbra da sogno. Anche questo secondo bacio è però
fugace, anche se un po’ più lungo del primo. “Sentito
niente?” chiede lei sperando. “No, niente”mente
spudoratamente lui. Più che altro perché a un idea. “Ora vediamo
tu”dice poi con un sorsetto furbo. “Ok”dice lei trepidante.
Se ne scambiano un altro, anche se è lui questa volta a baciarla. Questo bacio
è diverso, è più appassionato. “Allora?”chiede lui guardandola
diritta negli occhi. Non si distanziano nemmeno. I due volti vicini, che quasi
si sfiorano. “No”dice lei sorridendo. Così arriva l’ultimo
bacio, il più romantico, il più lungo. Un bacio a cui assiste anche una
sorridente Mrs Higghins dalla piccola finestra dello studio.
Ringraziamenti:
olghisch: Sono felice che anche questo capitolo non ti abbia deluso. Pubblicità? Si può fare? Se si può fare certamente. Grazie, sono felice che mi trovi interessante, io mi definirei semplicemente stramba. Vorrei vederlo il mondo che hai in testa, anche se qualcosa mi dice che una grossa fetta vede Draco formato maxy. Passa presto e fammi sapere, ciao.
Berry345 Grazie, sono felice ti sia piaciuto, spero ti piacerà anche questo. Tu dillo lo stesso. Lo sai che aggiorno sempre presto. bacioni
Shami chan Sono felicissima che la storia ti sia piaciuta, sei arrivata proprio in tempo per la fine. Dimmi se anche questo chappy ti è sembrato tenero, o se ti è semplicemente piaciuto. Passerò al più presto a leggere le tue storie. Devo solo ripassare Shaman King, anche se guarda caso tu hai beccato l’unica coppia che mi piaceva, e trovare un modo per leggere anche se tu non hai l’html. Io aggiorno sempre presto. ciao