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Autore: Angela Smith    24/08/2015    3 recensioni
"Che queste uova ci stiano portando alla follia? Che forse, e dico forse, tutta questa assurda situazione possa segnarci a vita e non farci guardare più un uovo nello stesso modo? Che cosa dovremmo raccontare ai nostri amici e parenti? Che cosa potremmo dire loro una volta persa completamente la capacità di capire quando si ha passato il limite e di riconoscere la follia quando essa ci si presenta davanti agli occhi?"
Non so neanche come un'idea del genere mi sia venuta in mente.
Lascio a voi l'ardua sentenza.
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Benedict Cumberbatch, Nuovo personaggio
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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How to cook an egg in just onehundred steps

Salve a tutti! Non ho mai cercato di nascondere in alcun modo di non sapere mai bene che cosa scrivere nelle note dell'autrice e devo ammettere che sono sempre molto imbarazzanti (nonostante provi con tutte le mie forze a farle sembrare serie ed interessanti).
Più che altro, molte volte (accade anche a me, quindi lungi da me puntare il dito contro qualcuno di voi) succede che, pur avendo tutte le più buone intenzioni di farlo, al vedere una nota dell'autrice/autore, essendo questa magari lunga più di 25 righe, la si salti per passare direttamente alla storia.
Credo di essere obbligata, almeno in questo frangente, ad avvisarvi.
Quella che vi state apprestando a leggere non è una storia, è una follia, è la sottile linea che divide le cose che sono "Ok" da quelle che sono "Cara, vai a nascondere i bambini".
Se davvero, cari avventurieri, siete pronti ad addentrarvi in questa selva oscura che pretende di essere una storia leggibile, non sarò certo io a fermarvi, dato che non sarebbe nel mio interesse.
Volevo solo avvisarvi, nulla di più, rendervi più consapevoli delle vostre azioni e delle vostre scelte.
Inutile dire che dopo che avrete letto questa storia non guarderete più le uova che vivono nel vostro frigorifero nello stesso modo in cui le vedete adesso.
Nulla all'interno di questa fanfiction è da prendere seriamente, facendolo potreste perdervi in un mondo di disperazione e follia dal quale non trovereste più ritorno.
Credo, sinceramente, di non aver mai scritto storia più OOC di questa, ma d'altronde, mantendendo il nostro caro Benedict IC, il risultato non sarebbe certamente stato lo stesso.
Insomma, questo è quello che succede quando mi si dà troppo caffè e mi si lascia vicina ad un computer per troppo tempo.

Bene, ed ora che ogni dubbio sulla mia sanità mentale è stato fugato, vi auguro una buona lettura. :)

Hope you enjoy.

(Ovviamente, mi sembra scontato dirlo, Benedict Cumberbatch non mi appartiene e questa storia è stata scritta al solo scopo di manifestare l'insana follia presente nella mia persona)


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How to cook an egg in just onehundred steps

 

È solo uno stupido uovo, quanto mai potrò metterci per cucinarlo?
Scaldo la pentola, lo butto dentro, aspetto qualche minuto ed è fatto: l’uovo è pronto e servito che aspetta soltanto di essere mangiato e gustato felicemente.

A quanto pare invece la cosa si sta rivelando più difficile di quanto non sembrasse.
Faccio un profondo respiro e cerco di concentrarmi.

“Posso farcela” dico a me stessa mentre prendo in mano l’uovo.

“Posso assolutamente e certamente…”

“Cosa sta succedendo qui?”

Una voce bassa alle mie spalle mi fa sussultare facendomi cadere l’uovo di mano e facendolo precipitare spaventosamente verso il pavimento.
L’unico suono che si sente è un violento “crack!” derivato dall’impatto del guscio col pavimento della cucina.

Mi giro cercando di mantenere la calma ed i nervi saldi.

“Benedict”

Comincio con voce calma e perfettamente serena.

“Quell’uovo…è caduto”

Mi risponde lui esibendo uno sguardo innocente da cucciolotto ferito.

“Davvero?”

Gli faccio io ironica mettendomi le mani sui fianchi e ritrovandomi faccia a faccia con mio marito.

“È sorprendente quante deduzioni puoi trarre da un particolare così infinitesimale. Raccontami di più. Era per caso sposato quell’uovo? Dovremmo avvisare la sua famiglia del tragico accaduto?”

“Non credo di essere in grado di dirti se fosse sposato o meno”

Risponde lui stando al gioco.

“Ma ho notato dal primo bottone della sua camicia che è certamente coinvolto in qualche operazione top secret, lungi da me rivelarti quale sia”

“Meraviglioso, estremamente meraviglioso”

Mi avvicino a lui per posargli un piccolo bacio innocente sulla guancia.

“Vuol dire che sono perdonato per aver fatto saltare la missione?”

“No, vuol dire che sei stato ufficialmente ingaggiato per la missione”

Gli faccio l’occhiolino con sguardo complice per poi girarmi e circumnavigare l’uovo, deceduto in maniera assai poco gloriosa per una spia del suo calibro.

Apro il frigo per estrarre la confezione delle uova che, grazie al cielo, ieri mi sono premurata di comprare.

La appoggio sul tavolo per poi guardare con fare inquisitorio Benedict che ha un’espressione molto più che confusa.

“Bene… e adesso?”

“Adesso si cucina”

Gli rispondo io, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.

“Cosa di preciso?”

Il mio sguardo corre dai suoi occhi fino alla confezione di uova appoggiate sulla tavola.

“Oh, capisco”

Fa lui sorridendo divertito ed aprendo molto delicatamente la confezione.

“Mi raccomando, sii delicato. Non si sa mai che possano saltarti addosso per vendicarsi della morte del loro compagno. Io starei estremamente attenta se fossi in te”

Ride sonoramente.

“Non credo ci sia bisogno di ricordarti che ho praticato le arti marziali per svariati anni e non c’è nulla e ripeto nulla che possa…”

Nel venirmi più vicino per porgermi un nuovo uovo calpesta maldestramente quello caduto a terra facendo scricchiolare il guscio sotto la sua scarpa.

Mi guarda per poi posare il suo sguardo sul pavimento.

“Stavi dicendo, scusa?”

Gli faccio, portandomi una mano alle labbra per nascondere un piccolo sorriso divertito.

“Mi ha colto di sorpresa”

“Non lo metto in dubbio”

Lo guardo con un' espressione divertita in volto per poi cercare di ricompormi.
Prima di tutto la decenza.
Tendo nella sua direzione la mano destra per farmi consegnare l’uovo.
Lo passa nella mia mano e subito dopo si avvicina a me, attento questa volta a non pestare l’uovo per terra.
Mi sfiora delicatamente la guancia con il dorso delle dita per poi stringermi delicatamente il braccio sinistro, posandomi un bacio leggero sulle labbra.

“Se è un tentativo di scaricare su di me l’incombenza di dover pulire il pavimento dai resti di quel povero uovo, mi dispiace di doverti informare che il tuo tentativo è miseramente fallito”

“Speravo che potessi quantomeno aiutarmi”

Sorrido dolcemente.

“Per convincermi a farlo servirebbe ben altro che un semplice bacio Mr. Cumberbatch”

Ci scambiamo uno sguardo malizioso.

“Potrei anche accettare la sua proposta sottintesa, Mrs Cumberbatch”

“Non credo che farei niente per fermarti”

Si avvicina maggiormente a me ed avvicina le sue labbra al mio collo, ma nel farlo urta la mano con cui tengo l’uovo ed esso mi sfugge disgraziatamente di mano.
Subito cerco di riprenderlo, ma è solo un misero tentativo visto che esso è ormai vicinissimo alla morte.
Un sonoro “crack!” fa la sua seconda entrata in scena per quest’oggi e l’uovo, così come il primo, se non ancora più violentemente, tocca terra e si sfracella.

“Non so perché, ma questa cosa sta improvvisamente diventando una questione di principio”

Dico io guardando l’uovo spiaccicato e legandomi i capelli sciolti in una coda di cavallo.

“La cosa sta cominciando a tediare anche me”

Risponde un Benedict alquanto infastidito dal fatto che un uovo si stia mettendo tra di lui ed i suoi progetti con sua moglie.

“Non credo di poter sopportare di essere battuta da un uovo”

Mi sposto leggermente verso sinistra per allontanarmi dallo scempio che ho commesso con quel secondo uovo e lo stesso decide di fare mio marito.

“Non posso arrendermi così, intendo, farsi stracciare in questo modo da un uovo non è umanamente accettabile”

“Sono d’accordo con te cara, ma cosa conti di fare?”

Guardo con occhi di fuoco la scatola di cartone color beige rimasta sul tavolo.

“Abbiamo ancora quattro tentativi”

Guardo Benedict sorridendo e sfregandomi le mani.

“Non credo che riusciremo a romperle tutte, almeno uno dovrà finire in quella maledetta padella…o no?”

Pressappoco come farei in un percorso ad ostacoli, mi destreggio attraverso la cucina per evitare di pestare i piedi di mio marito e di scivolare su una delle uova per terra. Questa cucina non è più tale, comincia sempre di più ad assomigliare ad un campo di battaglia.

“Ci sono, ci sono”

Dico vedendo lo sguardo preoccupato di Benedict.

Prendo delicatamente un uovo dalla confezione maneggiandolo con cura, non potendo fare a meno di pensare che la situazione stia diventando sempre più assurda.

“Bene, il primo passo è stato fatto”

Dico con un tono di voce davvero cauto, come se la forza delle mie parole potesse ripercuotersi in qualche strano modo sulle sorti dell’uovo.

“Step due, ripercorrere il percorso ad ostacoli senza uccidersi e possibilmente senza finirti addosso”

“E quale sarebbe lo step uno?”

“Lo step uno non serve veramente, posso benissimo saltarlo. Lo step uno è altamente sopravvalutato”

Benedict incrocia le braccia al petto con fare divertito. Forse si sta divertendo più di quanto non dovrebbe, insomma, sua moglie si trova in seria difficoltà ed il suo onore è seriamente messo a repentaglio da uno stupido uovo e lui che fa? Ride?
Mi destreggio nuovamente attraverso gli ostacoli accorgendomi improvvisamente di star trattenendo il respiro dalla tensione.

“Supera il primo uovo… si appresta a superare anche il secondo…ma, cosa succede!? La giocatrice si sta trovando in serie difficoltà ad attraversare la gigantesca macchia cha ha formato il secondo uovo… si sta fermando… sta guardando suo marito con sguardo truce…”

Guardo Benedict accigliata.

“Sei sprecato come attore, lo sai? Il tuo lavoro ideale sarebbe dovuto essere quello dello speaker, altro che Sherlock, Alan Turing e Khan… sei davvero un talento sprecato”

“Temo che il popolo dovrà accontentarsi”

Stringo maggiormente l’uovo, veramente spaventata che possa sfuggirmi inavvertitamente di mano, e concentrandomi, riesco ad arrivare alla mia meta: il piano cottura.

“Il vero talento sprecato non sono io qui”

Inizia Benedict appoggiandosi alla lavastoviglie.

“Sei tu! Che meravigliosa sportiva saresti potuta diventare!”

“Benedict”

Lo rimprovero io.

“Qui si sta creando dell’arte! Non puoi rovinare tutto parlando di sport!”

Alza le mani in segno di resa.

“Sono curiosissimo di vedere il risultato della tua “arte”

Gli lancio un’occhiataccia mentre cerco di rompere il guscio dell’uovo sul bordo della padella.

“Vorrei proprio vedere te nei miei panni”

“Mi sembra che tu stia prendendo questa faccenda un po’ troppo sul serio”

Lo guardo sorridendo appena per poi convincermi a mantenere un tono serio, professionale e distaccato, come se stessimo parlando della vita o della morte di un’intera civiltà.

“Nulla può essere mai preso “troppo seriamente”

Gli rispondo facendo le virgolette in aria.

“È importante per me questa cosa, lo capisci?”

“Nessuno meglio di me lo può capire, amore”

Lo amo quando mi asseconda e so che anche lui sta cominciando a sentirsi ferito nell’orgoglio da quelle stupide uova.

“Step tre, battere delicatamente il guscio dell’uovo sul bordo della padella per riuscire a romperlo, ma non troppo, altrimenti tutto il contenuto si riverserà all’esterno della padella come un fiume in piena”

“Potresti scrivere un libro di cucina o, ancora meglio, un libro interamente dedicato alla preparazione dell’uovo all’occhio di bue”

“Penso che non guadagneremmo nemmeno un centesimo dalla sua vendita”

“Non puoi esserne sicura”

Si stacca dalla lavastoviglie e si porta le mani ai fianchi.

“Basta mettere una copertina allettante e voilà! Bestseller del 2015!”

Lo guardo non riuscendo a smettere di ridere.
Ma è mai possibile amare così tanto qualcuno?
Attraverserei gli impervi ostacoli che si frappongono tra me e lui in questo momento solo per baciarlo.

“Poi ci metti una tua foto sul retro del libro e vedrai quanti compratori”

Faccio un profondo respiro e cerco di controllarmi per evitare di saltargli addosso, ma i miei ormoni stanno praticamente dando di matto.

“Step tre…”

“L’hai già fatto lo step tre”

Mi interrompe lui avvicinandosi a me ed abbracciandomi da dietro baciandomi il collo.
Chiudo gli occhi per qualche secondo godendo appieno di quei baci.

“Step quattro allora, probabilmente lo step più difficile, poiché per eseguirlo bisogna essere in possesso di molta forza di volontà ed autocontrollo.
Una volta che avrete creato una crepa nel guscio dell’uovo, posizionatelo sopra la padella precedentemente riscaldata e, evitando di saltare addosso al vostro sexy marito che sta disperatamente cercando di distrarvi con ogni mezzo a sua disposizione, posizionate i pollici di entrambe le mani in mezzo alla crepa aprendo l’uovo a metà e lasciando ricadere il suo intero contenuto della pentola”

“E, aggiungerei io, una volta completato lo step quattro, rilassarsi e cedere alle sfrontate avances del vostro impaziente marito”

“Il libro era mio o sbaglio?”

“Potremmo scriverlo a quattro mani, non sarebbe male”

Eseguo lo step quattro aggrappandomi disperatamente all’ultima briciola di autocontrollo che mi è rimasta.

“Per favore Benedict!”

Dico sospirando mentre lui infila le mani nella mia maglietta e cerca di slacciarmi il reggiseno.

“Sto cercando di venir fuori da questa scottante situazione, ma tu mi rendi le cose assai complicate”

“Nota dell’autore”

Dice lui non smettendo di armeggiare con la chiusura del mio reggiseno.

“Prima di iniziare a fare qualsiasi cosa per cucinare l’uovo, essere sicuri di avere tutte le capacità per portare a termine il lavoro che vi apprestate a fare. Essere disposti a dare il tutto per tutto. Non posso mentire dicendo che sarà un percorso facile quello per cui vi state avventurando, perché non lo è… non lo è per niente”

Mi giro verso di lui lasciando l’uovo incustodito sulla padella.

“Uno dei principali inconvenienti in ci si potrebbe imbattere è appunto quello di un marito estremamente sexy e favolosamente eccitante. Per evitare di seguirlo in camera da letto e di conseguenza abbandonare il proprio lavoro a metà, è consigliabile indossare reggiseni estremamente complicati da slacciare”

“Chi ha parlato di camera da letto?”

Lo guardo al limite della sopportazione.

“Oh, per favore, non adesso, non qui! Devo salvare la mia dignità! Vorresti davvero fare sesso con una donna che ha perso la propria dignità perché non è riuscita a cucinare un maledetto uovo? Rispondo io per te. No, non lo vuoi”

“E se non mi interessasse?”

“Certo che ti interessa. Certamente non vuoi che tutti i giornali del mattino mettano in prima pagina “La moglie del famoso attore Benedict Cumberbatch è stata umiliata da un uovo, si attendono sviluppi”

“Trovo estremamente sexy la tua perseveranza”

“Oh per l’amor del cielo”

Dico tra i sospiri mentre le sue mani raggiungono nuovamente il gancio del mio reggiseno e riescono a slacciarlo.

“Non posso sopportarlo oltre, non posso cederti, mancano ancora un sacco di altri step da eseguire”

Sento alle mie spalle il suono di uno sfrigolio assai poco allettante e anche meno rassicurante.

Mi giro e con sconcerto constato che l’uovo è praticamente carbonizzato e quindi immangiabile.
È di un color marroncino tendente al nero e non ha per niente un aspetto appetibile. Mi sono voltata per cinque dannatissimi secondi! Com’è possibile?!

“È come se mi avessero appena tirato una pugnalata”

Sussurro a fior di labbra lasciandomi lentamente andare alla disperazione.

Benedict si è sporto un po’ verso la padella per vedere la ragione del mio sconforto. Fa qualche passo verso destra prendendo il manico della padella ed alzandola in aria. Apre l’anta del mobile di fronte ai suoi piedi e butta il povero uovo carbonizzato nella pattumiera.

“Questo è razzismo!”

Dico io guardandolo assolutamente delusa.

“Non puoi buttarlo via solamente perché era un tantino scuro!”

Riappoggia la padella sul piano cottura ridendo come un bambino.

“Forse dovremmo recitare qualche preghiera per lui”

Lo guardo ed annuisco con il capo, decidendo che non sarebbe una cattiva idea.
Ho già accennato che la situazione si sta facendo sempre più demenziale ed assurda?

“Credo di averlo amato con tutto il cuore”

Comincio io congiungendo le mani e guardando verso la pattumiera.

“Anche se non ho avuto molto tempo per conoscerlo meglio, credo fosse un uovo meraviglioso, pieno di vita e voglia di vivere”

Guardo Benedict per incitarlo a dire qualche parola.

“Sono estremamente d’accordo con mia moglie, un uovo fantastico, un uovo con la testa sulle spalle e davvero molto fortunato… tutti dicevano fosse nato con la camicia”

Non riesco a trattenere una risata.

“Cara, siamo ad un funerale, non credo sia appropriato ridere in un contesto simile”

Scherza lui, ma riuscendo a mantenere un’espressione estremamente seria che mi fa quasi sentire davvero in colpa.

“Credimi, nessuno lo sa meglio di me, è solo che ti amo troppo”

Mi rivolge un meraviglioso sorriso chiudendo lo sportello della pattumiera ed avvicinandosi maggiormente a me.

“Step cinque, celebrare il funerale dell’uovo carbonizzato a causa della vostra estrema disattenzione e premurarsi di sedurre vostra moglie baciandola appassionatamente e convincendola a fare sesso con voi sul tavolo della cucina”

Ingoio rumorosamente.

“Step sei”

Comincio io dando le spalle (con estremo dolore, si intende) a mio marito, per raggiungere nuovamente la confezione di uova che si trovano ancora sul tavolo.

“Rifiutare cortesemente l’allettante ed estremamente eccitante proposta del vostro ancora più eccitante marito e prendere un nuovo uovo dalla confezione per tentare la sorte con un altro spumeggiante tentativo”

 “Cosa?”

Dice Benedict  guardandomi confuso.

“Step sette, fare capire a vostro marito che il sottotesto dello step sei è “ti sfido a fare altrettanto”

Lo guardo con sguardo di sfida e mi riallaccio velocemente il reggiseno.

“Credi che non possa farcela?”

Mi chiede socchiudendo gli occhi a fessura e utilizzando un tono alla “Tom Cruise nei suoi momenti hot”.

“Esattamente”

Gli rispondo io con tono di sfida prendendo in mano una delle tre uova rimaste.

“È per caso una sfida?”

“Forse”

“Ed esattamente… che cosa otterrebbe in premio il vincitore di questa sfida?”

“La sua dignità, ecco che cosa”

“Io non ho nessun problema con la mia dignità”

“Oh, questo è quello che credi. Non ci si accorge di tenere così tanto alla propria dignità finché non la si perde e, credimi, l’abbiamo persa entrambi miseramente quest’oggi tentando di cucinare quelle benedettissime uova”

“Credo che sia per questo che ti ho sposata”

Lo guardo estremamente confusa inarcando un sopracciglio.

“Perché sono completamente folle e fuori controllo?”

“Anche per questo”

Dice mentre si mette a ridere di gusto.

“Ma principalmente perché hai una determinazione ammirevole. Credo che al tuo posto avrei semplicemente rinunciato a cucinare quell’uovo e mi sarei dedicato a fare qualcos’altro”

“Appunto quello che dicevo io. Folle e fuori controllo”

Prendo un altro uovo dalla confezione e glielo porgo.

Lo prende e nel farlo le nostre dita si sfiorano, procurandomi brividi per tutta la schiena.
Ogni volta con lui è come se fosse la prima e credo sia una cosa meravigliosa.

“Chi riuscirà a portare a termine la propria missione senza far cadere o danneggiare l’uovo, potrà considerarsi il vincitore”

Benedict prende un’altra pentola dal mobile in legno e la posiziona sui fornelli.

Lo raggiungo e posiziono anche io la mia padella su uno dei fornelli ed io e mio marito ci scambiamo uno sguardo carico di tensione.

“Buona fortuna Mr. Cumberbatch”

“Buona fortuna anche a lei Mrs. Cumberbatch”

“Uova in posizione… pronti… partenza… via!”

Contemporaneamente cominciamo a sbattere le uova sul bordo delle nostre rispettive padelle (per la fretta per poco l’albume del mio uovo non si riversa sul fornello). Entrambi riusciamo a far finire l’intero contenuto del guscio nella pentola ed entrambi ci sentiamo già i vincitori e perfettamente padroni della situazione. Situazione che, per altro, è estremamente assurda ed allo stesso tempo degna di MasterChef.

Le uova sfrigolano nelle pentole sotto il calore della fiamma. Il mio sguardo è concentrato sul mio uovo, anche se capita che degni di qualche millisecondo della mia attenzione l’uovo di Benedict.
Continuano a sfrigolare e i nostri sguardi non mancano di osservare con febbrile attenzione la nostra rispettiva creazione.
Mi sento come una pittrice all’opera per creare un capolavoro.
Benedict, da quello che posso dedurre dal suo sguardo assorto ed estremamente concentrato, si sente esattamente come me.

Che queste uova ci stiano portando alla follia? Che forse, e dico forse, tutta questa assurda situazione possa segnarci a vita e non farci guardare più un uovo nello stesso modo? Che cosa dovremmo raccontare ai nostri amici e parenti? Che cosa potremmo dire loro una volta persa completamente la capacità di capire quando si ha passato il limite e di riconoscere la follia quando essa ci si presenta davanti agli occhi?

Domande estremamente interessanti, non lo metto in dubbio, ma che forse avranno occasione di essere poste più avanti.
Attualmente ho una sfida da vincere.

La sanità mentale che sembra avermi sfiorata per qualche secondo, ha lasciato spazio ad una più folle e malsana voglia di vincere, che forse non potrei nemmeno riconoscere come mia, come propria del mio essere.
Il mio uovo ha acquistato una colorazione dorata e sembra essere cotto.
Spengo con un movimento repentino la fiamma del fornello per allungare il braccio in modo da afferrare una spatola con cui staccare dalla pentola la mia sublime creazione e metterla in un piatto.
Con orrore mi accorgo, girando lo sguardo, che mio marito, il mio caro marito che non avevo mai considerato come un vero nemico fino a questo momento, si sta apprestando a fare altrettanto.
Ma sono più veloce di lui e con una mossa assurdamente fulminea e precisa sposto l’uovo dalla pentola al piatto, facendo giungere il tutto sul tavolo di cucina (evitando naturalmente le defunte uova sul pavimento, che Dio solo sa quando mai verranno raccolte).
È un espressione trionfante quella che mi trova Benedict sul viso mentre condisco il mio uovo all’occhio di bue con il sale.
Un’espressione che per la cronaca non dura a lungo, poiché funestata dal piccolo particolare dell’abbondanza di sale che si riversa sul mio adorato uovo.
Ero troppo compiaciuta e soddisfatta di me stessa, che mi sono completamente dimenticata che il tappo della nostra saliera è estremamente difettoso e che spesso e volentieri si diverte saltando via dalla sua collocazione, lasciando cadere una cascata di sale, forse pari a quelle del Niagara, sulle nostre sfortunate pietanze.
Che questa volta il disgraziato evento sia capitato al mio uovo, non lascia certamente la mia espressione facciale invariata.
È sgomento e delusione quella che troneggia sul mio volto quando Benedict mette in tavola il suo uovo.
Sono appena stata sconfitta?

“Step otto, fare un grande inchino al vostro sfidante e dichiarare decentemente e molto signorilmente la vostra vittoria”

Molto elegantemente si mette a cantare “We are the champions” agitando le mani ed emettendo qualche urlo di vittoria.

“Molto decente Benedict, delizioso”

“Oh andiamo! Lasciami avere il mio momento di gloria”

“Non mi pare di star opponendo alcuna resistenza”

“La tua espressione la racconta diversamente”

“Non posso essere sempre padrona delle mie espressioni facciali”

Ride sommessamente e si avvicina a me, mentre un sorriso dolce si fa strada sulle sue labbra carnose e bellissime.

“Sei bellissima quando ti arrabbi”

“Non sono arrabbiata, sono… contrariata e leggermente ferita nell’orgoglio… per la seconda volta quest’oggi”

“Mi dispiace”

“Oh, non dispiacerti, essere umiliata da un uovo è sempre stata la mia aspirazione. Non te l’ho mai menzionato?”

Le sue mani adesso sono sui miei fianchi ed i suoi occhi sono immersi nei miei. Cos’altro potrei dire? I giochi si sono conclusi e purtroppo non con la mia vincita, come avevo inizialmente sperato.

“Sai che cos’è che potrebbe consolarti?”

Mi fa lui rivolgendomi un sorriso meraviglioso e stringendomi a sé.

“Il fatto che decideremo di non comprare mai più delle uova e che d’ora in poi le eviteremo come la peste nei supermercati, rivolgendo loro uno sguardo truce ogni volta che ci passiamo vicino?”

“Ehm… non proprio”

Fa lui ridendo.

Sinceramente mi chiedo come un uomo meraviglioso come lui possa amare una ragazza come me.
Cioè, credo che questo sia il momento di essere sinceri con se stessi: che la mia pazzia non l’abbia ancora fatto scappare a gambe levate è un fatto, ma quanto ancora pensa di poter resistere?
Lo amo con tutto il cuore e spero davvero che non si renda mai davvero conto di quanto io sia estremamente poco ordinaria, ma a volte mi chiedo seriamente se lo sappia già ed abbia comunque deciso di sposarmi ugualmente.
Quel sorriso, quella bocca, quelle mani…
Quest’uomo mi fa letteralmente impazzire.
Lo devo ammettere… la prima volta che l’ho visto non è che abbia pensato immediatamente: quest’uomo ha dei lineamenti meravigliosi!
Il suo viso è così attraente!... Il completo contrario in realtà.
Ma quando ci ho parlato, oh quando ci ho parlato!
Ai miei occhi è diventato l’uomo più affascinante e meraviglioso fra tutti.
È assolutamente incredibile come con il suo charme sia riuscito a sedurmi in pochi istanti.
Lui afferma che sia stata io a sedurre lui (cosa che ritengo altamente improbabile) e che lui sia stato solo una mera vittima del mio fascino (sì, come no, come se lui fosse un innocente agnellino e non mi avesse baciata al nostro primo incontro. Credo di non aver mai flirtato così tanto come quel pomeriggio).
Ed ora lui è qui, mio marito, che mi guarda come non ha mai guardato nessuna e che mi stringe fra le sue braccia confortandomi e scherzando con me come fossimo due adolescenti.
Forse è proprio così, forse non siamo mai davvero cresciuti e forse mai lo faremo.
Amo essere quella che sono (ed ho imparato a convivere con le mie stranezze) ed amo Benedict esattamente com’è e non potrei volere di più dalla vita: un marito che amo alla follia, una casa, un lavoro e la serie completa di Doctor Who nella libreria del soggiorno.
Cosa si può volere di più dalla vita?

“Dicevo…”

Continua lui inumidendosi le labbra con la lingua.

“Che almeno hai la soddisfazione di aver sterminato tutta la sua specie… o almeno… tutte le altre uova che vivevano nel nostro frigo”

Non posso che sorridere al pensiero di essere la sterminatrice di un’intera specie… insomma, mi dà una sensazione di importanza e di soddisfazione non indifferente. Credo che sia così che si debba sentire Moffat dopo aver scritto un episodio di Doctor Who e devo ammettere che è relativamente assuefacente.

“Ti ho mai detto che ti amo?”

Benedict ride a questa mia domanda.

“Cioè, intendo… ovvio che te l’ho detto, ma intendo…ultimamente? Perché non mi sembra di dirtelo abbastanza”

“Era un modo per convincermi a pulire questo disastro?”

Dice guardandosi attorno e soffermandosi con lo sguardo sulle uova precipitate sul pavimento.

Rido divertita.

“Forse… in parte… diciamo, non completamente”

M rivolge uno sguardo indagatore ed io gli rispondo con un’alzata di spalle ed avvicinandomi a lui gli poso un bacio affettuoso sulla guancia.

Mi sorride di rimando avvicinando lentamente le sue labbra alle mie, prendendomi il viso tra le mani ed avvicinandomi maggiormente a sé.

“Ti amo anche io”

Sorrido prima di incontrare le sue labbra e di lasciarmi andare ad un incantevole e lungo bacio.
Le sue labbra sono così morbide e passerei tutto il giorno a baciarle ed assaporarle.
Le nostre lingue si incontrano ed un altro brivido mi attraversa la schiena.
Dio, quanto lo amo.
Le sue mani sono scese all’altezza dei miei fianchi ed in questo momento stanno lavorando per slacciarmi il bottone dei pantaloni.
Io sorrido sulle sue labbra, trovandomi perfettamente d’accordo con la sua idea sul come passare il resto del pomeriggio.
Continua a baciarmi e riesce a togliermi la maglietta sospirando di piacere e riducendo il mio respiro a qualcosa a cui mi dedico mentre la sua bocca è occupata a baciare il mio collo o altre parti del mio corpo.
Faccio un profondo respiro e sto per togliergli la maglietta quando Benedict mi solleva e mi mette seduta sopra il tavolo della cucina.
Era dannatamente serio quando ha detto di voler fare sesso sul tavolo.
Ma la prospettiva non mi dispiace affatto, anzi, mi eccita.
Gli sfilo la maglietta ed incrocio le mie gambe attorno alla sua vita tirandolo maggiormente vicino a me.
Comincio a succhiare il suo labbro inferiore e ad armeggiare con il bottone dei suoi pantaloni.
Ma qualcosa mi turba e non riesco a concentrarmi e a godermi il momento: cerco di ritrovare la concentrazione, ma quel pensiero ritorna a  tormentarmi.

“No, non ce la faccio”

Dico a Benedict mentre allontano le mie labbra dalle sue e scendo dal tavolo.

“Che succede?”

Ha il respiro affannato ed è abbastanza turbato dalla mia improvvisa reazione.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?”

Ma subito realizza a che cosa sia dovuta la mia azione.
La cosa che faccio è prendere l’ultimo uovo dalla scatola di cartone color beige e dirigermi verso la finestra.
Benedict mi segue a metà tra il confuso ed il divertito.
Apro la finestra con una mossa agitata e, dopo aver guardato un’ ultima volta la causa del mio turbamento, lancio l’uovo fuori dalla finestra.
Destinazione: il giardino nel vicino.
Magari lì quell’uovo troverà la felicità... oppure Beggie, il cane assassino del vicino, che mangia qualsiasi cosa.
Sorrido soddisfatta del mio operato mentre richiudo la finestra e penso che finalmente la mia vita possa andare avanti senza più intralci o futili distrazioni.
Non riesco nemmeno a ricordare perché volessi così disperatamente riuscire a cucinare quel dannatissimo uovo.
Mi sistemo i capelli e riacquisto una posa che sia decente.
Non ne è sopravvissuta nemmeno una di quelle sei uova e non potrei esserne più felice.
Benedict si è limitato a guardare la scena in boxer, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate ed un sorriso divertito stampato sulle labbra.

“Mi fissava e sembrava giudicarmi, era estremamente fastidioso”

“Mi ero chiesto che cosa ne avresti fatto di quell’ultimo uovo. Beh, ora ho la mia risposta”

“Dovresti esserne entusiasta”

Mi avvicino a lui sorridendo.

"Step nove: scrivere un libro in cui racchiudere tutti gli step necessari a cucinare un uovo all’occhio di bue e chiamarlo “How to cook an egg in just onehundred steps”, che probabilmente nessuno leggerà e contribuirà solamente a  portare una  sostanziosa fetta della popolazione mondiale alla pazzia"

“Ti sei dimenticata lo step più importante”

Mi fa Benedict spalancando gli occhi ed esibendo un’espressione di vero concerno.

“Hai ragione, imperdonabile”

Gli dico mentre mi avvicino al suo viso e lo bacio leggermente sulle labbra.

“Step dieci, ultimo ma non per questo meno importante, dopo che avrete fallito miseramente nella missione di cucinare un uovo (perché ammettiamolo, avete fallito), fate sesso con vostro marito che è obbligato ad assecondare le vostre alquanto improbabili iniziative e che ha dovuto sicuramente seguire i vostri patemi interiori con la stessa giovialità e felicità con cui avrebbe seguito “Beautiful”

“Anche se devo ammettere di essermi divertito”

Lo bacio nuovamente posando le mie mani sul suo petto.
Mi stacco un attimo da lui per sussurrargli:

“E prossimamente, nelle migliori librerie, uscirà “Come preparare una torta preconfezionata”

Benedict sorride posando le sue labbra sulle mie e ricominciando a baciarmi.

“Ti amo e non credo che smetterò mai di farlo”

“Ti amo anche io Benedict Cumberbatch ed anche se devo condividerti con un milione di fangirls, sono disposta a farlo perché tu mi ami, nonostante le mie stranezze”

“Stai scherzando?”

Mi dice lui appoggiandomi le mani sulle spalle e guardandomi con sguardo intenso.

“Io ti amo per le tue stranezze”

Lo dice con un tono di voce tale, che sembra sia una cosa chiara e scontata da sempre. Sorridiamo entrambi ed io non posso fare a meno di pensare che, nonostante tutto, oggi sia stata una giornata meravigliosa.

Che il giorno dopo abbia ricevuto un messaggio di lamentele dal mio vicino in cui sosteneva  di aver trovato un uovo nel suo giardino non è rilevante… Almeno per ora.

 

THE END

  
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