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Autore: A_GleekOfHouseStark    24/08/2015    2 recensioni
AU ambientata in una Westeros dove il tiranno Aerys Targaryen ha deciso di adottare gli Hunger Games, basandosi sul modello della nazione di Panem, per punire la popolazione che quindici anni fa, seguendo Robert Baratheon, Jon Arryn e Ned Stark, si ribellò al suo potere. Ogni anno otto tributi vengono spediti in un'arena per combattere l'uno contro l'altro, ad uccidersi a vicenda sotto gli occhi delle famiglie impotenti che possono solo seguire le vicende dagli schermi nelle proprie case.
Otto tributi partono.
Uno solo però è destinato a tornare indietro.
Genere: Angst, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Joffrey Baratheon, Jon Snow, Shireen Baratheon, Un po' tutti, Ygritte
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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La Mietitura
 
Aerys Targaryen era appena giunto sul balcone centrale della Fortezza Rossa, quello dove teneva i discorsi presidenziali e ogni primo giorno di maggio da quindici anni annunciava la mietitura per gli Hunger Games. I suoi occhi violetti scrutavano la marea di ragazzi ai piedi delle mura della sua residenza: alcuni, i più giovani, erano terribilmente spaventatati ma cercavano di darsi un contegno, altri sembravano rassegnati mentre una minoranza aveva una sorta di ghigno arrabbiato sul volto. Adolescenti dai dodici ai diciotto anni, nulla di più che capri espiatori delle colpe di quei ribelli che avevano agito quando la maggior parte di loro era poco più che un neonato. Dopo aver sedato la rivoluzione, prendersela con dei ragazzi innocenti gli era parsa la soluzione più crudele, quella che avrebbe coinvolto indirettamente e nel modo peggiore ogni partecipante alla rivolta mirata a sottrargli il potere e nessuno era stato in grado di dissuaderlo dalla folle idea, nemmeno Doran Martell, padre della moglie di suo figlio Rhaegar e suo consigliere più fidato.
“Non c’è alcun onore nell’uccidere dei ragazzini innocenti.” Gli aveva detto quindici anni fa “Impicca Stark, Baratheon e Arryn e metti la parola fine a tutto questo.”
“No.” Aveva risposto lui fermamente “Voglio che paghino il prezzo più alto per ciò che hanno commesso. Erano pronti ad uccidere noi e le nostre famiglie Doran! Che ora vedano i loro figli perire.”
E così era stato.
Aveva permesso ai tre capi della rivolta, Ned Stark, Robert Baratheon e Jon Arryn, di tornare a casa dalle proprie mogli e formare delle belle famiglie soltanto per distruggerle brutalmente in seguito. Aveva adottato anche a Westeros i famosi Hunger Games seguendo come modello Panem, la più grande nazione d’oltreoceano, allo scopo di tenere a bada la popolazione sfruttando il miglior metodo di controllo esistente: la paura. La vendetta del Drago però non si era esaurita perché sei mesi prima della quindicesima mietitura aveva chiamato a palazzo i tre rivoltosi e quella volta essi erano morti davvero. Li aveva fatti impiccare sulla collina di Visenya, una delle tre alture su cui sorgeva la capitale, mentre tutto veniva trasmesso in diretta nazionale. Aveva detto che stava mandando un messaggio, ma il popolo capì che quello era il gesto di un dittatore, un pazzo tiranno che aveva mostrato di poter fare quello che voleva, quando voleva e senza alcun tipo di freno.
 
“Buongiorno a tutti.” Gridò alla piazza gremita “Oggi, come ogni anno, otto di voi verranno estratti per partecipare ai Giochi. Sappiate che coloro che lasceranno la capitale come tributi saranno investiti di un grande onore: quello di diventare un ideale, un modello da seguire. Il vincitore di questo combattimento mortale sarà ricoperto di ogni gloria e potrà richiedere ciò che vorrà alle famiglia Targaryen-Martell.” Il presidente si fermò per riprendere fiato e in quegli istanti di silenzio si rese conto di quanto potessero suonare vane, vuote le sue parole. Quei ragazzini sapevano di essere soltanto carne da macello e ben pochi credevano che fosse un onore finire in quell’arena con la consapevolezza di poter essere ucciso da un momento all’altro. Nonostante ciò continuò la farsa. “Coloro che non ce la faranno, verranno onorati in egual modo come esempi di coraggio, lealtà e spirito di sacrificio. Ma ora bando agli indugi e dichiaro ufficialmente aperta la quindicesima edizione dei Giochi Westerosiani.”
Un applauso si levò controvoglia dalla giovane folla sottostante mentre la bellissima figlia del presidente, Daenerys Targaryen, si accingeva ad estrarre i nomi dalla boccia di vetro. Anche lei odiava i Giochi, nonostante facesse parte della famiglia presidenziale e ne fosse di diritto esclusa, perché considerava una crudeltà vedere ogni anno un gruppo di adolescenti strappati alle loro famiglie e mandati in un’arena ad essere quasi certamente massacrati e non era l’unica di quest’avviso all’interno della sua famiglia. Ad esempio anche sua cognata Elia Martell e la nipote di quest’ultima Arianne l’avevano spesso definita una barbarie, così come Doran, il consigliere di suo padre, il quale aveva tentato più volte nel corso degli anni di convincere il presidente a rinunciare ad un’inutile carneficina, ma naturalmente Aerys non aveva ascoltato nessuno ed era rimasto fermo sulle sue convinzioni.
Con il cuore colmo di tristezza la ragazza prese il primo biglietto e lesse il nome:
“Shireen Baratheon!”
Si trattava della nipote del ribelle Robert.
La folla attorno alla nominata si diradò, lasciando che Daenerys vedesse che aveva appena estratto una bambina che non poteva avere più di tredici anni, la cui faccia era stata sfigurata da chissà quale malattia. La prima tributa iniziò a camminare coraggiosamente verso il palco e i suoi occhi non versarono neanche una lacrima: Shireen rimase composta e fredda in una maniera micidiale. La Targaryen continuò il suo odioso lavoro estraendo un nome dietro l’altro, mandando verso morte certa un ragazzo dietro l’altro.
Vennero chiamati due bastardi, Jon Snow e Gendry Waters, ma a parte questo i due non avevano nient’altro in comune. Il primo veniva dalle terre del Nord, era il figlio di una cameriera della famiglia Karstark e lavorava come addestratore nei canili, mentre il secondo era l’apprendista di un fabbro della capitale.
“Entrambi di bell’aspetto…” pensò Dany mentre li presentava di fronte alle telecamere che trasmettevano crudelmente la mietitura in ogni casa di Westeros dato che ai genitori non era permesso accompagnare i figli nella capitale. Successivamente fu il turno di un’altra bambina, ossia Arya Stark. Quel cognome suscitò diverse emozioni nella folla perché tutti sapevano che quella ragazzina dall’aspetto maschile era niente meno che la figlia di Eddard Stark. A differenza della fredda compostezza di Shireen, Arya sembrava più combattiva anche se la sorte era decisamente contro di lei.
“Non arriverà mai alla fine. Potrà essere agile, brava a combattere ma nulla potrà quando si dovrà scontrare con uno dei due bastardi.” Disse Dany fra sé e sé.
La famiglia Baratheon parve tristemente sfortunata in quanto un altro tributo si rivelò essere Joffrey, il figlio maggiore di Robert. Sembrava dannatamente perfido e aveva i lineamenti quasi femminili, capelli biondi e occhi color smeraldo.
“Tutto l’opposto di suo padre.” Rifletté Daenerys, la quale aveva visto l’esecuzione del ribelle e ricordava perfettamente i suoi capelli castani e gli occhi blu scuro.
La terzultima tributa invece era un’orfana che viveva in un villaggio nel Nord. Si chiamava Ygritte Covington e pareva essere una ragazza molto aperta e ironica ma naturalmente le circostanze non le permisero di mostrarlo. Aveva i capelli più rossi che Daenerys avesse mai visto e un paio di occhi verdi che irradiavano pura rabbia.
“Non vuole stare qui” pensò lei “e non posso biasimarla, nessuno lo vorrebbe.”
Quell’anno si verificò anche un evento piuttosto raro, ovvero la presenza di due volontari. Erano i fratelli Margaery e Loras Tyrell provenienti dall’Altopiano, una delle terre meridionali di Westeros, i quali avevano rispettivamente sedici e diciassette anni. Daenerys non sapeva cosa avesse spinto i due ragazzi ad offrirsi volontari, non concepiva come un adolescente potesse credere davvero a tutte quelle fandonie sull’onore e il diventare un modello di vita che berciava suo padre in ogni discorso precedente alla mietitura. Alla fine i tributi erano stati scelti e la situazione iniziale sembrava stranamente equilibrata perché i partecipanti ai giochi erano quattro ragazzi e quattro ragazze appartenenti a varie classi sociali e provenienti da tutto il paese. Una volta terminata la presentazione, la ragazza elencò i loro nomi per l’ultima volta prima che essi salissero sul treno diretti nelle Terre dei Fiumi, sede dell’arena per la quindicesima edizione.
“Dunque pubblico, ecco a voi i tributi.” Esclamò rivolta alle telecamere “Shireen Baratheon, Loras Tyrell, Margaery Tyrell, Jon Snow, Gendry Waters, Arya Stark, Joffrey Baratheon e Ygritte Covington.”
Uno dopo l’altro i ragazzi abbandonarono il palco per recarsi alla stazione lasciando la Targaryen sola e prima che le trasmissioni si chiudessero ella esclamò trstemente: “Possa la fortuna essere sempre a loro favore.”




Note dell'autrice :3
Ciao a tutti! Non so davvero da quale parte del mio cervello sia nata questa folle idea ma non potevo esimermi dallo svilupparla, quindi ecco qua il primo capitolo. So già che sarà una sofferenza uccidere tutti questi personaggi tranne uno, ma mi auguro che il risultato sia buono e ne venga fuori una bella storia.
Spero di avervi incuriosito :D
Kisses -A_GleekOfHouseStark
   
 
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