Keiko è forse la persona più gentile del mondo.
Keiko non si è mai immischiata in una rissa, non ha mai risposto male ai genitori, non ha mai messo se stessa al primo posto. Prima vengono sempre gli altri.
“Non devo deluderli”.
Devo. Deludere.
Queste due parole, entrambe con iniziale -D-, le danno una potente scarica elettrica ogni qualvolta si presenti l'occasione di fare amicizia o semplicemente quando deve parlare a qualcuno.
Già, parlare. Esprimersi.
E' un po' come certi collari correttivi che si usano per addestrare i cani: se sbagli, soffri.
Ma come si può buttar fuori il proprio mondo interiore senza sapere come renderlo comprensibile agli altri?
Keiko studia ogni giorno, per non ritenersi incapace di comunicare.
Keiko è solamente timida ed introversa.

Keiko è un tipo combattivo.

Alle sette meno un quarto, al suo ritorno dalla scuola serale, si prepara un ramen veloce, sistema l'occorrente per l'indomani, tira fuori dall'armadio il suo futon, lo stende sul pavimento e si rilassa ripassando gli appunti presi durante le lezioni. E' molto diligente, lo deve ai professori, che dedicano il loro tempo all'istruzione dei ragazzi che saranno il futuro del Giappone.
E' ora.
Finito il dovere, passa al piacere: concentra tutta la frustrazione e la rabbia accumulate nel pugno destro serrato e sferra un colpo micidiale alla sua avversaria, facendola riversare a terra.
L'altra si rialza, il labbro spaccato grondante di rosso, le braccia strette sullo stomaco dolorante e le gambe malferme.
Punch! Punch! Eccoti un destro! E ora un sinistro! In guardia!
Non c'è scampo. Una potente raffica di attacchi furiosi si abbatte sul suo corpo togliendole il respiro, un gancio destro ben assestato le frattura una costola. E' con le spalle al muro, premendosi il fianco straziato con un guantone che non assicura più protezione alla mano.

“Non sono un sacco da boxe!”
“Sì che lo sei, su di te posso sfogare tutto quello che ho dentro. Mi piace vederti soffrire.”
Al che l'avversaria scivola via dalla sua portata, schiva agilmente l'ondata di pugni che le impediscono di sfuggire alla sua fine e ricompone la guardia, con gli occhi ardenti fissi su quelli di Keiko.
Keiko è la prima ad iniziare.
La immobilizza con una presa di ferro al collo e la trascina verso il basso con tutto il suo peso. I tendini sono tesi e guizzanti e le vene pulsano scandendo i battiti della sua agonìa.
L'altra reagisce con un colpo all'addome che fa vacillare il suo equilibrio ed inizia una spietata serie di impatti sul viso stravolto dal dolore di Keiko. I ruoli si sono rovesciati, adesso è lei che sta perdendo. Si accettano scommesse: chi uscirà vincitrice da questo incontro decisivo?
“Ti... prego... non... uccidermi.”
“Eh no, cara amica: verrai ripagata con la tua stessa moneta.”
“Io non ti avrei mai lasciata morire. Mai.”
“Sì, invece! Non hai fatto altro in vita tua che sminuirmi, calpestarmi, torturarmi. Ogni singolo giorno. Sai quanto tutto questo mi abbia fatto male? E' ora di finirla, una di noi questa sera morirà.”
“E non sarò certo io!”

A queste parole, Keiko si sfila dalla sua morsa letale e contraccambia la sua spregiudicatezza con un diretto perfettamente calibrato ed un montante che miracolosamente va a segno, mandandola al tappeto nel giro di pochi istanti che somigliano all'eternità.
10!
9!
8!
7!
Si issa sulle braccia, aiutandosi a sostenere il peso scaricato sulle ginocchia insanguinate.
Boxe!
La pugile sfiancata raddrizza la schiena ed accarezza coi suoi pugni il volto ormai indolore ed incolore di Keiko, divenuto una maschera di sangue e pallore. Il paradenti è ormai una visione lontana, accasciato sul pavimento disseminato di pozzanghere rosse.

Keiko è una ragazzina esile e fragile, che costruisce muri d'insicurezza intorno a sè e li circonda da un fossato di vuoto per rendere la sua fortezza inespugnabile.
Per non precipitare in quel nero infinito alla prima distrazione occorre sacrificarsi ed annullarsi per gli altri, in modo da sentirsi meno inutili, e questo lei lo sa bene.
Quella lontana sera di dicembre, in Giappone, una ragazza e la sua Autostima terminarono il primo round del loro incontro con un pareggio imprecato dai tifosi, ammutoliti da tanto ingiusto spreco di soldi per le scommesse perse. Strano, di solito Keiko aveva la meglio su di lei ed il conto alla rovescia non bastava a farla rialzare.
Adesso resta loro da battersi per il secondo round. Chi vincerà?