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Autore: redeagle86    02/02/2009    5 recensioni
(My Melody) Il nostro Iun è depresso per via del comportamento di sua madre...incontrerà Uta nel parco e un incantesimo di Kuromi potrebbe essere la chiave per risolvere i problemi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se "My melody" fosse terminato con la sconfitta di Makumba, certo una ff su questo anime sarebbe stata una KeruxUta. Purtroppo per il dolcissimo, quanto impacciato Keru, nella serie è apparso Iun, il mitico fratello di Keichi, che ha mischiato le carte in tavola, conquistando il cuore degli appassionati delle avventure di Mymelo.

La ff si colloca dopo l'episodio "Mi piacerebbe che fosse il giorno di Kuromi": Uta incontra Iun, deluso e arrabbiato per il comportamento della madre. Il buon cuore di lei, un desiderio sincero e la magia di Kuromi: il mix perfetto per una storia d'amore. ^_^

 

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*Mi piacerebbe che tornasse a sorridere*

 

 

Un sasso saltellò sullo specchio d'acqua del lago, rimbalzando un paio di volte prima di andare a fondo. Non aveva senso, se ne rendeva conto, ma non era così diverso dal rimanere a casa a ribaltare i tavoli: niente poteva cambiare la verità, per quanto dura fosse.

Iun era furente: sua madre riusciva regolarmente a fargli quell'effetto ad ogni sua visita, ricordandogli chiaramente chi era il figlio prediletto. Come se avesse avuto dei dubbi: da prima che smettesse di suonare il violino, era sempre stato Keichi il preferito, quello da prendere come esempio. Bell'esempio: un damerino…un pallone gonfiato capace solo di ripetergli: "Sei un infantile".

-E tu sei odioso!- ruggì, scagliando con rabbia un sasso, mentre una lacrima solitaria gli rigava una guancia.

-Iun…che succede?

Il ragazzo si volse, incontrando lo sguardo sorpreso di Uta. La fanciulla non sapeva perché si fosse fermata, forse era semplicemente stupita dalla sua insolita tristezza: era sempre allegro e vivace, completamente diverso dal fratello… Pareva non conoscesse altro che l'euforia, che non sapesse cosa fosse la serietà o il malumore. Trovarlo così…diverso, l'aveva colpita.

Iun si asciugò rapidamente gli occhi, celando i suoi sentimenti dietro un sorriso di facciata che però non convinse la coetanea.

-Niente, va tutto alla grande.

-Non mi sembra proprio. Stavi piangendo…

-No, ti stai sbagliando- mormorò, voltando la testa e tornando a concentrarsi sull'acqua. –È tutto a posto…

-D'accordo- concluse lei, intuendo che non volesse parlarne. –Ci vediamo domani a scuola. Ciao.

Aveva percorso solo pochi passi, quando la voce dell'amico la fece girare nuovamente nella sua direzione.

-Uta…ce li hai dieci minuti?

 

A poca distanza dal parco, Kuromi e Babu volavano nel cielo di Tokyo alla ricerca di note nere: Mymelody continuava a raccogliere note rosa, mentre loro non facevano che collezionare fallimenti. Quel giorno poi, casa Iraghi era un incubo: Keichi aveva minacciato di bruciare il taccuino della coniglietta e Iun era uscito di pessimo umore.

-Ehi, Kuromi, sento odore di sogni- annunciò Babu, scendendo di quota verso una panchina su cui si trovavano due ragazzi.

-Ma quella è Uta…senza Mymelo al seguito- valutò Kuromi. –E c'è anche Iun…

 

-Si tratta di mia madre…lei…lei non mi ha mai voluto bene…

-Cosa? È impossibile, Iun. Tutte le madri…

-…vogliono bene ai loro figli?- terminò per lei. –In teoria sì, ma la mia ha occhi solo per Keichi. Come tutti del resto.

-Io sono sicura che ti sbagli…

-Come puoi esserne certa? Perché tua madre vuole bene a te e alle tue sorelle senza differenze?

-La mia mamma è morta.

Iun si zittì immediatamente, dandosi mille volte dell'idiota: come si poteva essere così stupidi? La sua bocca parlava sempre a sproposito, prima che il cervello le desse un comando.

-Mi dispiace- si scusò mortificato. –Sono un cretino…io…

-Non lo sapevi. Non preoccuparti: mi manca, ma non mi da fastidio parlarne.

-Forse mia madre non ha torto: sono davvero un cattivo ragazzo…

-Iun…

-Ciao, Uta- li interruppe di colpo Kuromi. Realizzerò volentieri il tuo desiderio! Apriti, portale dei sogni!

-No, ferma!

 

***

 

Mymelody stava prendendo il the con fiocco quando le sue orecchie ebbero uno scatto.

-Il portale dei sogni è stato aperto- disse, continuando a bere tranquillamente.

-Allora sbrighiamoci!- esclamò il topolino, saltando in piedi. –Devi intervenire prima che Kuromi combini un disastro!

-Va bene, ma prima finiamo la merenda. La mamma dice sempre che non bisogna andarsene nel bel mezzo dello spuntino…non è educato.

 

***

 

-Uta…Uta, rispondimi…

La sedicenne aprì gli occhi, ritrovandosi a fissare quelli plumbei di Iun. Ma dov'erano finiti? Non erano più nel parco: Kuromi ne aveva combinata un'altra delle sue, catapultandoli nella magia di un incantesimo. Però…lei conosceva quel luogo…era la casa di Keichi…

-Stai bene?
-Sì…ma cosa ci facciamo qui?

-Non ne ho idea. Quel coniglietto pestifero ha agito prima che riuscissimo a fermarla.

-Tipico di Kuromi. Ehi, la senti questa musica?

Sì, Iun la sentiva…la ricordava…quella melodia sembrava uscire direttamente dal passato. Si mosse come un automa verso la stanza da cui proveniva il suono, seguito dall'amica: non poteva essere ripiombato in quel giorno…

-Bravissimo, Keichi.

La voce di sua madre…

Attraversarono la porta, quasi fossero dei fantasmi… Era il giorno in cui Iun aveva aperto gli occhi e capito che la sua vita non era che la copia sbiadita di quella di suo fratello, un'esistenza di cui doveva sbrigarsi a prendere in mano le briglie prima che fosse troppo tardi. E, soprattutto, che doveva esporre chiaramente quanto detestasse il violino.

-Quelli siete tu e Keichi?

-Sì, tutto questo successe anni fa…- rispose il ragazzo, mentre il bambino che era stato faceva la sua penosa e stonata esibizione per poi scagliare furente il violino a terra, dando il via ad una ribellione che durava ancora.

La scena sbiadì, assumendo poi i contorni di una camera…la stanza di Iun, con le sue chitarre…il suo mondo, il suo modo di essere da Keichi. Si sedette sul divano, constatando piacevolmente d'essere nuovamente consistente.

Uta era scossa: quella famiglia aveva tutto, praticamente, eppure nessuno era felice. Keichi era talmente insofferente ed opaco da aver tentato di distruggere il mondo; Iun nascondeva dietro i sorrisi e le follie il tormento che lo divorava.

E la magia di Kuromi a cosa era servita? Lei aveva desiderato che il compagno tornasse a sorridere, ad essere spensierato come quando lo aveva conosciuto, ma rimetterlo davanti al passato non aveva fatto altro che peggiorare la situazione.

-immagino di non aver dato un bello spettacolo…- si giustificò.

-Perché odi tanto tuo fratello?

-Già, come posso odiare Keichi Iraghi, l'idolo delle ragazze, lo studente modello? Da bambini non lo odiavo…era silenzioso ed introverso, ma non mi dava fastidio il suo modo di essere: era il mio fratellone…una specie di mito- raccontò. –Mi ripetevano di prendere esempio da lui, mi mandarono a lezione di violino con pessimi risultati… Nessuno riusciva a capire che io stimavo mio fratello, ma non volevo essere una sua copia. Per questo ho rotto il violino: mia madre da allora mi considera ancor meno e Keichi mi guarda dall'alto in basso, ritenendomi un fallito. Quando ho rotto quel maledetto violino, ho rotto anche l'illusione che mi ero costruito attorno…ho visto la realtà: io non sarei mai dovuto venire al mondo…- mormorò, serrando le palpebre per trattenere le lacrime che, malgrado tutto, sfuggivano al suo controllo.

Ma non fu un suo gesto rabbioso ad asciugarle, bensì una mano calda e delicata. Iun spalancò gli occhi, stupito: Uta gli si era seduta accanto, le dita erano ferme sulla sua guancia e lui le sfiorò con le proprie quasi volesse accertarsi che fossero reali, che quell'insolito gesto d'affetto fosse davvero rivolto a lui. Non era abituato alla dolcezza…solo alla compagnia e comprensione di Sebastan. E al desiderio di vendetta che cresceva nel suo animo come una belva domata da quella carezza.

-Non pensavo che tu soffrissi tanto…

-Ho imparato a ridere anche quando vorrei piangere…e ad apprezzare i momenti di normalità, come quelli con voi. Tu, Keru, Manà, Miki e gli altri mi avete accolto semplicemente come Iun, non come il fratello di Keichi. Mi sono sentito felice…sono felice quando sto con voi… Ma poi devo tornare qui dentro, affrontare lo sguardo altezzoso di Keichi e…- Iun si zittì, rimanendo immobile.

Senza un motivo o un perché, Uta improvvisamente lo aveva baciato, interrompendolo. Ed ora, imbarazzatissima, evitava il suo sguardo, balbettando:

-Scusami, non so cosa mi sia preso…

Il coetaneo, d'altro canto, non era meno confuso: il suo primo bacio e quasi non se ne era accorto…era stato qualcosa di morbido sulla sua bocca…qualcosa che profumava di rosa…che aveva il sapore della sincerità e dell'amore…

Sorrise. Non il suo solito sorriso euforico e coinvolgente, ma un'espressione dolce, normale. Prese la sua chitarra e non per un rock sfrenato: furono note lente che uscirono dallo strumento, note che la compagna conosceva bene…era la canzone di sua madre, la stessa che Keichi le aveva suonato tempo addietro.

Keichi…il suo amore per lui era diventato solo un ricordo lontano davanti al tormento di Iun. Gli aveva voluto molto bene, ma era passato…lui la considerava una sorella…

Una sorella…ma se trattava così il proprio fratello, quale sentimento poteva aspettarsi? Forse era questa la spiegazione di quel bacio istintivo e naturale…era per quel ragazzino all'apparenza così sciocco che il suo cuore aveva accelerato. Era per lui che Kuromi probabilmente avrebbe avuto una nota nera.

Perché il suo sogno si era realizzato grazie alla coniglietta.

Rimase ad ascoltarlo, dimentica di tutto: si erano guariti a vicenda le ferite che Keichi aveva inferto loro e, terminato il brano, finì anche l'incantesimo, catapultandoli nuovamente sulla panchina nel parco.

-Grazie, Uta…- sussurrò il giovane, attirandola lentamente a sé per un bacio vero da cui lei non si ritrasse.

Kuromi e Babu li osservavano dall'alto, raccogliendo la nota che avevano guadagnato: la magia era imprevedibile a volte e aveva risvolti incredibili. In quel caso aveva fatto innamorare colei che custodiva le note rosa, di colui che collezionava quelle nere per vendicarsi del fratello.

-Non li trovi carini, Kuromi?

La coniglietta non sapeva cosa rispondere: quella ragazzina con i codini era legata a doppio filo con la famiglia Iraghi, proprio come lei. Prima Keichi…ora Iun… Si somigliavano in fondo: anche lei non si era allontanata da loro, nonostante i precedenti. E…sì, doveva ammettere che le faceva piacere vedere il suo chitarrista sereno e finalmente felice. Quella felicità che gli era sempre stata negata.

-Andiamo Babu. Queste smancerie mi fanno venire il voltastomaco.

-Certo, amica mia- concluse lui, ben sapendo che pensava l'esatto opposto. –Torniamo a casa.

 

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Eccomi qui.

Per ora questa è una one-shot così…può darsi che la continui, ma non vi do certezze. Se volete che abbia un seguito, scrivetemi i vostri suggerimenti all'angolo commenti e potreste venire accontentati! ^_^

Un bacione!

Redeagle86

  
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