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Autore: applestark    24/08/2015    1 recensioni
Un momento Victoire Weasley-Ted Lupin.
La giovane Weasley imbronciata a causa dei primi mal d'amore, un'importante partita di Quidditch, ed il fenomenale Theodore Lupin, che non accetta sconfitte, ad anzi adora il sapore della 'vittoria'.
Enjoy
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley Jr, Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Amour pour (la) Victoire.



Buonasera! 
L'ispirazione per questa breve storia mi è venuta improvvisamente, come un flash! Ed ho pensato quindi di buttare giù quello che la mia testolina mi suggeriva.
Shippo questi due, sono tanto carini, quindi spero che vi piaccia.
Probabilmente ci saranno delle imperfezioni, ed io vi chiedo di segnalarmele, oppure di perdonarmi e basta ahahaha
Ad ogni modo buona lettura, e se vi va, ditemi la vostra. :)
 

 
 
 
 
L’ultima partita di Quidditch, prima delle vacanze di Natale.
Il cielo era colorato di uno strano blu cobalto, ed erano solo le diciassette. Victoire Weasley, giù di corda, sorseggiava un the caldo seduta su una poltrona della Sala Comune dei Grifondoro.  
Il fuoco nel camino era alto e scoppiettante, che solo a guardarlo potevi sentire un piacevole calore propagarsi per il corpo, in netto contrasto con la bufera che minacciava di propagarsi fuori, a Dicembre inoltrato.
Beveva a piccoli sorsi la bevanda calda, circondata dal via vai di numerosi compagni che erano in agitazione per la partita, una difficile disputa tra Grifondoro e Serpeverde.
Victoire era assorta nei suoi pensieri, non aveva mai immaginato che avere quindici anni –quasi sedici- potesse essere talmente spinoso.
La sua era una vita tranquilla, era circondata dall’amore di una splendida famiglia, aveva tante adorabili cugine, e delle amiche fidate. Poteva vantare un rapporto ideale con i suoi genitori,  con il padre forse anche di più.
Tuttavia, c’era qualcuno, capace di rovinarle l’umore con una facilità impressionante; nel giro di un secondo, con un gesto o un sorriso mancato, Theodore Lupin, sapeva cancellare il buonumore dal viso fatato della Weasley.
Strinse con forza, per quanta le sue gracili dita potessero darle, la tazza di ceramica azzurra, e guardò dritto di fronte a lei.
Non voleva nemmeno vederlo, quel cretino. Sarebbe stato un Natale pessimo, perché Ted era sempre con i Potter, e condividevano gli stessi spazi praticamente sempre, durante le rimpatriate di famiglia.
Dei passi dietro di lei la fecero insospettire, ebbe quasi la certezza che fosse lui. Com’è che le diceva sempre la zia Hermione? Quel detto babbano… “parli del sole e spuntano i raggi”.
-Chi sono?-
Quella voce tradì le aspettative di Victoire, che rilassò i nervi quando capì che si trattava di suo cugino Fred Jr.
-Sei Fred!- gli rispose, posando le mani su quelle dell’altro Weasley, per poter avere libera la visuale.
-Allora, cuginetta, cosa ti turba così tanto?-
Il ragazzo, slanciato e con i capelli rossi, la guardò con un sorrisetto divertito.
Le voci circolavano, nei corridoi di Hogwarts, ed anche in famiglia. Che Lupin avesse un interesse per la bionda fanciulla, era risaputo.
I loro sguardi tradivano delle parole non dette, che captavano tutti, tranne loro.
-Niente, peccato che voi ragazzi…come dire, siete tutti delle zucche vuote!- disse infastidita, tirando su con il suo nasino perfetto, alla francese.
-O magari, voi principesse, siete troppo prese dalle vostre supposizioni, per vedere oltre?- rispose a tono il cugino, scompigliandole i capelli.
Lo guardò in cagnesco, non c’era cosa più sacra dei suoi boccoli color miele, che prontamente si sistemò.
-Non credo proprio, Fred. E se sei qui per farmi arrabbiare…- iniziò, ma lui si lasciò andare a una fragorosa risata.
-Embè?- fece lei, inarcando le sopracciglia.
-Senti, Theodore Lupin è il migliore portiere che la nostra squadra possa avere, quindi tu, ragazzina, non lo farai arrabbiare, non oggi!- la intimò Fred, in tono scherzoso, ma Victoire arrossì violentemente, e le sue guance divennero paonazze.
-Stai zitto- mormorò tra le labbra, per fare in modo che nessun altro sentisse. Non poteva crederci! Quel dannato Fred era troppo sveglio per i suoi gusti!
Oppure… oppure Ted gli aveva raccontato qualcosa. Ecco, anche i ragazzi parlavano tra di loro, da quanto aveva capito.
D'un tratto fu presa da un’improvvisa curiosità, che dovette reprimere mordendosi l’interno della guancia.
-Devo stare zitto perché ho capito tutto- gongolava il rosso, ridendosela come non aveva mai fatto prima.
-Uff, zitto!- ripeté la bionda, alzandosi e posando la sua tazza sul tavolo poco distante.
-Sai cosa? Io devo andare, la partita inizia tra meno di mezz’ora-
-Ecco, fai bene ad andartene- gli rispose, sempre con il broncio.
-Meglio che cancelli quella faccia cupa, Vic! A Lupin non piacciono le.. musoooone- esclamò, allungando la vocale mentre l’appellava in quel modo fastidioso.
Non ebbe tempo per rispondere, che il cugino sparì via verso il corridoio.
 
Poco dopo, Victoire, tutta imbacuccata nel suo cappottino grigio, con i guanti color granata, e il cappellino con lo stemma Grifondoro, stava trovando un posto in tribuna, nello stadio antistante la scuola.
Tutto era perfettamente addobbato, le luci tutte puntate al centro del campo, dove le due squadre stavano appena entrando.
Un boato partì dal pubblico, che gridava talmente forte che il giovane cronista dovette sgolarsi molto per dare il benvenuto alle due squadre.
La professoressa di Volo era in posizione al centro del rettangolo, con il fischietto in mano e uno sguardo deciso e torvo.
Il capitano verde-argento strinse con forza la mano di Ted, che Victoire osservava dal suo posto, tutta emozionata e preoccupata.
Sapeva che la settimana prima, durante gli allenamenti, Lupin aveva avuto un infortunio, e probabilmente la spalla gli doleva ancora.
Non aveva potuto chiederglielo, perché l’aveva visto che baciava una stupidella Tassorosso nel corridoio qualche giorno prima, e la gelosia l’aveva logorata per tutti quei giorni.
Ecco il fischio di inizio, e tutti si levarono in alto dandosi una bella spinta.
La bionda aveva occhi solo per il ragazzo dai capelli castano dorati davanti alla porta, che con fermezza schivava tutti i colpi degli avversari.
Era così in tensione, la ragazza, che si stava mordendo con forza il labbro, tenendo le mani una vicina all’altra, quasi come se stesse pregando.
I giocatori Grifondoro stavano facendo un gran bel lavoro, ed era quasi certa che la vittoria fosse in pugno, tutta loro. Il  cercatore era un giovane agile e determinato, e non c’era scampo per nessuno.
Ma I Serpeverde, erano comunque dei grandi avversari, e gli avrebbero dato del filo da torcere.
Infatti, in men che non si dica, le due squadre si ritrovarono a pochi, pochissimi punti di differenza. La superiorità Grifondoro era talmente peculiare che tra gli spalti si alzarono anche una serie di fischi, che Vic disapprovava.
Si distrasse solo un attimo, il tempo di togliersi via un po’ di neve dai capelli, che la porta della sua squadra venne messa in seria difficoltà.
Tutti trattennero il respiro, la partita si sarebbe conclusa con la vittoria delle Serpi se solo… se solo… 
“TED LUPIN CONCLUDE LA PARTITA, E LA STAGIONE SI CONCLUDE CON LA VINCITA DEI GRINFONDORO!” strillò il cronista, e lei poté finalmente rilassarsi, alzandosi e battendo forte le mani, più che poteva.
Tutti acclamavano il capitano, che venne subito sommerso da una serie di abbracci e cori.
Solo in quel momento Victoire pensò che lei doveva essere arrabbiata con Ted, e quindi smise di festeggiare. Si ricompose, tossendo con eleganza, ma il suo sguardo color acquamarina, incontrò inevitabilmente gli occhi color corteccia del ragazzo.
Liberatosi dalle attenzioni dei compagni, alzò il volto verso l’unica giovane che lui davvero desiderava.
E così le rivolse il sorriso più audace e persuasivo che potesse sfoggiare, e lei fu colpita come dalla freccia di Cupido, e dimenticò che, oh si, lui faceva il cretino con tante ragazze.
Sorrise mostrando la sua perfetta dentatura, e corse giù dagli spalti più in fretta che poteva.
L’aria fredda di dicembre le seccò la gola, colorandole di rosa le gote, un rosa che divenne scarlatto quando incontrò Lupin di fronte a lei.
Nella sua divisa granata, sporco di fango e con i capelli scompigliati, le corse incontro per abbracciarla più forte che poteva.
Annusò i suoi capelli biondi, adesso disordinati per il cappellino di lana che indossava. Le prese il volto tra le mani, ammirandone i lineamenti. Dal naso all’insù agli occhi color del mare, le ciglia lunghe, le labbra più invitanti che avesse mai visto.
-C-complimenti- balbettò lei, prima che Ted le prendesse il volto tra le mani, e la baciasse con delicatezza.
Lei sorrise, felice di quel contatto che aspettava da tanto, tantissimo tempo, e si lasciò completamente andare tra le braccia forti del giocatore di Quidditch, che aveva ottenuto due “Victoire”, allo stesso tempo.
-Credo che tu mi piaci, Weasley- le sussurrò guardandola negli occhi, e sfiorando delicatamente il suo naso contro quello della ragazza.
-Era ora- commentò lei, con la solita aria da fanciulla francese, piena di arie, ma con un grande cuore, che in quel momento batteva veloce come un treno in corsa.
Per il suo Teddy.  
  
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