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Autore: theirxvoices    24/08/2015    2 recensioni
-Sei una frana.-
-Lo so.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Sbuffò per l'ennesima volta nel giro di pochi minuti. Detestava il rumore prodotto da tutte quelle voci, non faceva altro che aumentare il suo mal di testa e la sua voglia di andar via. Alzò la mano, chiedendo il permesso di uscire, e stranamente le fu accordato. Prese soltanto il cellulare, che aveva precedentemente poggiato sul banco, e lasciò sbattere la porta dietro di sé per dimostrare l'astio verso quella gente. Non trovava nessun motivo per rimanere ancora dentro quella classe, tra l'altro nessuna delle sue amiche, nonché anche compagne di classe, si era presentata a scuola quella mattina. Girò l'angolo, superando un gruppetto del primo intento a parlare, e proseguì per il corridoio semideserto fino alla porta di emergenza che dava sul tetto della scuola. Prima di spalancarla si guardò attorno per assicurarsi che non ci fosse nessun docente pronto per una paternale. Respirò a pieni polmoni quando uscì, lasciando che l'aria fresca spostata dal leggero venticello le sfiorasse il viso. Controllò l'orario sul cellulare; mancava ancora più di un'ora alla fine della giornata scolastica, ma sapeva già che la vecchia professoressa di religione non si sarebbe accorta della sua assenza, per cui non aveva necessità di rientrare. Camminò un po' sul tetto, stando lontana dall'area su cui si affacciavano gli uffici di segreteria, la presidenza e la sua classe. Di solito nessuno usciva sul tetto, eppure quella mattina vide un ragazzo seduto sul muretto che sporgeva di sotto e immaginava già chi fosse. Cercò di allontanarsi: non voleva assistere a un tentato suicidio o disturbare, ma andando indietro inciampò su una mattonella sollevata e cadde per terra, facendo voltare il ragazzo, che scoppiò a ridere. Bè, almeno non l'aveva insultata. -Che ci fai qui?- chiese quello una volta che lei si sedette sul muretto. -Potrei farti la stessa domanda- disse, facendo dondolare le gambe nel vuoto. -Cercavo riparo dai rompipalle- ammise il ragazzo, tirando fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca della giacca. Lei si sentì subito arrossire: di certo non era uscita lì con lo scopo di disturbarlo, voleva soltanto stare lontana dalla gente. -Oh.- Tenne lo sguardo basso per un po', osservando i mattoncini rossi che rivestivano la pavimentazione del cortile scolastico. Quando lo rialzò, evitò di guardare il ragazzo che aveva a fianco e si concentrò sul panorama che offriva quel punto così in alto: alla sua destra si notava la linea dell'orizzonte, mentre di fronte aveva i palazzi della città, che lentamente sfumavano in direzione dei monti fino ad estinguersi totalmente per lasciare spazio agli alberi e al verde. Rialzò lo sguardo, osservando il ragazzo che, con nonchalance, dava gas all'accendino e giocava con la fiammella, lasciando che le sfumature del blu si mischiassero perfettamente a quelle dell'arancione. -Posso provare?- chiese, alludendo alla sigaretta stretta tra le dita del ragazzo. -No.- Le soffiò una nuvoletta di fumo proprio sul viso e lei non potè fare altro che tossire e chiudere gli occhi. Quando li riaprì vide il suo sorriso di ghiaccio e gli rivolse uno sguardo di odio. -Hai gli occhi gialli!- esclamò, spostando la sigaretta nell'altra mano per punzecchiarle una guancia. -Sì, lo so.- -Dai, tieni.- Le mise la sigaretta in mano e la osservò mentre, impacciata com'era, la portava alle labbra. -Allora.. devi aspirare piano e trattenere per un po', poi soffi fuori e fai cadere la cenere.- Lei ci provò, ma non appena trattenne il fumo sentì un forte bruciore alla gola e gli occhi cominciarono a lacrimarle. Il ragazzo rise, riprese la sigaretta e con l'altra mano le diede delle pacche dietro la schiena. -Sei una frana.- -Lo so.- Sorrise amareggiato e finì di fumare; spense il mozzicone, lo getto giù e lo guardò cadere. -Ti va di uscire da questa scuola?- -Cosa?!- -Dai, l'ho fatto un casino di volte. Cosa vuoi che sia?- ammiccò lui, scavalcando il muretto e sedendosi sul pavimento del tetto. Lei si voltò piano, lasciando una gamba a pendere nel vuoto e l'altra poggiata al pavimento. Lo guardò titubante: non era difficile immaginare che marinasse la scuola, l'aveva fatto anche lei un paio di volte, ma allontanarsi dall'edificio poteva essere pericoloso e non voleva altri casini. Eppure non voleva neanche rimanere lì. -Ho lasciato la mia roba in classe, non posso mica entrare, riprendere tutto e andarmene.- -Non hai una sorella qui?- Giusta osservazione. Sospirò e digitò velocemente il messaggio, chiedendo alla sorella di recuperare la sua borsa alla fine delle lezioni. -Andiamo.- Lui rise soddisfatto e, tenendola per mano, la guidò sul tetto, superando silenziosamente gli uffici e sgattaiolando giù verso il cortile. Girarono l'angolo e la aiutò a scavalcare il cancello che circondava l'intero perimetro dell'edificio. Lei respirò profondamente appena furono fuori: non aveva mai fatto qualcosa del genere, ma sentiva già l'eccitazione del momento e sorrise per quella sensazione. Afferrò la mano che lui le stava porgendo e lo seguì verso qualcosa di ignoto, ma di terribilmente invitante.
  
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