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Autore: lasognatricenerd    24/08/2015    0 recensioni
#‎AU‬. James Carstairs + William Herondale. Scuola superior di Londra, 19 settembre. Au scritta insieme a BlueMagic_96
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mio primo giorno in quella nuova scuola fu più lungo e devastante di quanto mi sarei mai aspettato. In genere ero un tipo socievole, mi piaceva conoscere nuove persone, fare nuove amicizie, ma dopo quello che era successo in corridoio non avevo per niente voglia di socializzare, né tantomeno di ascoltare quello che avevano da dire gli insegnanti.

La mia testa era piena di domande che necessitavano risposte e questo mi distraeva da qualunque cosa non fosse Will: cosa gli era successo? Perché si era comportato in quel modo? Mi era bastato guardarlo in faccia per capire che qualcosa non andava e se da un lato il suo comportamento mi aveva ferito, dall’altro ero seriamente preoccupato per lui. Ogni volta che suonava la campanella di fine lezione mi precipitavo nel corridoio: sapevo che così facendo avrei rischiato di ritrovarmi davanti ai suoi amici decerebrati, ma se questo significava rivedere Will avrei rischiato volentieri.

Dovevo parlagli, assolutamente. Lo avevo cercato ovunque, quella mattina, ma di lui non c’era traccia. Era ormai iniziata la quinta ora quando, preso dallo sconforto, decisi di uscire dall’aula per rinfrescarmi un po’ le idee: mi sembrava di esplodere e avevo bisogno di stare da solo così approfittai del mio essere ‘nuovo’ per convincere l’insegnante di inglese a lasciarmi uscire. I corridoi erano praticamente deserti e mi presi qualche attimo per godere di quel silenzio ristoratore, silenzio che venne ben presto interrotto dalla porta del bagno dei maschi che si spalancò di botto proprio davanti al mio naso. Non ebbi il tempo di scostarmi che qualcuno uscì di corsa venendomi addosso e imprecando tra i denti: avrei riconosciuto quella voce ovunque, sebbene fosse diventata più spessa e roca di come la ricordavo.

“Ehi, va tutto…” mi ci vollero pochi secondi per realizzare chi fosse il ragazzo contro cui mi ero scontrato, quello che aveva appena sollevato lo sguardo su di me con un moto di stupore. “Will!?” il mio volto si aprì in un sorriso sincero e spontaneo, sorriso che comparve anche sul suo volto prima che ci stringessimo in un lungo abbraccio.

“Ti ho cercato dappertutto…” la voce mi tremava, gli occhi pungevano e riavere il mio migliore amico lì, stretto tra le mie braccia, mi fece sentire immediatamente vivo come non mi sentivo da tempo. Era così strano ritrovarsi dopo tanto tempo, cresciuti e cambiati entrambi ma pur sempre noi stessi… Lo sentii sussurrare qualcosa e poi le sue mani mi spinsero delicatamente via: fine dell’incanto. Lo guardai con fare interrogativo ma tutto quello che ricevetti in cambio fu uno sguardo spaventato, confuso e carico d’angoscia.

“Will…?” Feci per andargli incontro ma lui scosse la testa e mise le mani avanti indietreggiando di qualche passo, intimandomi di non avvicinarmi. All’improvviso provai qualcosa che raramente avevo sperimentato, specialmente verso William: rabbia.

Come poteva allontanarmi così, dopo tutto quello che avevamo passato? Si era forse dimenticato di quanto fossimo legati? Si vergognava di avermi come amico, ora che ne aveva trovati di nuovi? No.. non poteva essere quello, ma qualunque fosse il motivo di quel comportamento non potevo fare a meno di sentirmi ferito e… arrabbiato. Arrabbiato con me e con lui, frustrato per quella situazione così anormale. Prima che potesse voltarmi le spalle, prima che potessi controllarmi, feci uno scatto in avanti e gli afferrai il braccio con una forza che non pensavo nemmeno di avere.

“Che ti prende, eh?! Ora non mi parli nemmeno più? I tuoi nuovi amici non ti vorrebbero più se sapessero che mi conosci, è così? Sei davvero disposto a mandare tutto all’aria per quei tre idioti?” forse stavo esagerando, non era da me comportarmi così, tanto che anche Will sembrò sorpreso di ritrovarsi con le spalle contro il muro e le mie mani strette intorno al bordo della maglia.

Il suo silenzio mi fece innervosire ancora di più: “Will, dannazione, guardami! Perché non vuoi parlarmi? Dammi una buona ragione e giuro che ti lascerò in pace, se è davvero quello che vuoi…” a quelle parole sentii le sue mani, rimaste inermi lungo i suoi fianchi fino a quel momento, stringersi intorno alle mie che ancora erano strette sulla sua maglia. Avrei voluto piangere, urlargli di smetterla di comportarsi in quel modo, di dirmi cosa non andava, ma tutto quello che riuscii a fare fu allentare la presa e lasciarlo scivolare lontano da me. Rimasi fermo in mezzo al corridoio, ancora privo delle risposte che cercavo, e lo guardai scomparire dietro l’angolo proprio al suono della campana.
   
 
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