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Autore: The_freedom_writers    25/08/2015    2 recensioni
Immaginate che Peter Pan, non abbia nel profondo, un cuore da bambino.
Immaginate che il suo sorriso sia accattivante e non giocoso.
Immaginate che i pensieri della cara Wendy siano completamente l'opposto dell'originale.
Immaginate l'intera storia completamente diversa da come l'avete sempre vista.
N.A. Copyright di LuciaCoppola-Wattpad- tutti i diritti riservati a lei.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Uncino, Giglio Tigrato, Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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~Jack mi passa il Bong e aspiro, quando rilascio il fumo mi sento la testa girare, ma è una bella sensazione e sorrido. Devo tornare a casa, è notte fonda e i miei fratelli mi stanno coprendo anche da troppo , ma decido mentalmente di restare altri cinque minuti.
«Allora Wendy come ti senti?»mormora un ragazzo di cui non so ancora il nome. I suoi occhi sono rossi e ha il viso stanco...o frastornato?
Ridacchio e prendo un altri tiro di Bong. «Benissimo, dico pensandolo sul serio. Amo violare la legge, sentirmi libera di fare ciò che voglio e di sentirmi libera come il vento. «Merda!» sussurro e balzo in piedi.
«Che succede?» chiede Rose. Guardo esitante l'orologio al mio polso.
«Devo andare, è tardissimo!» corro fuori dal piccolo parco del palazzo di Jamie e Tania e Rose mi seguono.
«Ehi aspetta!» annaspa sulle parole la mia amica dai capelli rossi.
«I miei fratelli mi ammazzano!»ringhio. «No,anzi, i miei genitori!» accelero il passo.
«Credevo ti stessero coprendo come sempre, dopo tutto.»dice con ovvietà. La guardo male.
«E' più tardi del solito, Tania! Sono le due.» per fortuna il palazzo di Jamie non è molto distante dalla mia casa, spero solo di non essere vista da Sullivan, la vicina pettegola, amica fidata di mia madre. Cosa sarebbe della super madre perfetta scoprire che la sua dolce e cara Wendy è una piccola ribelle? Un disastro.
«Ok ok rilassati» sbuffa Rose portando alle labbra perfette una sigaretta. Sono estremamente tentata di chiedergliene una, ma non posso... non voglio che i mie fratelli pensino peggio di quello che sono. «Con Jamie?» mi sollecita e il mio cuore affonda.
«Cosa?» chiedo nervosamente
«Sai perfettamente cosa Wendy» ride. «Ci sei andata a letto?» uno strano calore m'invade lo stomaco. Beh...
«Io... ecco...volevo ma...» mi sento così stupida nel dirlo. Tania e Rose avvolgono la loro braccia sottili intorno le mie spalle.
«Ma cosa?» istiga Tania e io alzo gli occhi al cielo. Non so spiegarlo, ho questo desiderio...che Jamie non riesca a prendermi. «Terra chiama Wendy» dice una delle ragazze sventolando una mano davanti al mio viso pensieroso.
«Beh, forse non è Jamie quello con cui voglio farlo.»confesso sentendomi subito in colpa. Si accigliano e ridono.
«O forse sei solo spaventata?» mi stuzzica Rose e io scuoto prontamente la mia testa. No, non ho paura..non è una questione di avere paura.
«No, credimi.» dico sicura. Vedo la mia casa e la finestra di me e i mie fratelli è illuminata. Respiro profondamente e prego nella mia salvezza. «Bene ragazze. Devo andare.» dico preoccupata.
«Al massimo se ti hanno scoperta, resterai in punizione per un mese.» scherza Tania indietreggiando e le lancio un'occhiata fugace prima di salutarle con la mano. Cammino con passo felpato nel vialetto della mia casa, lancio alcuni sassolini sulla mia finestra e dopo pochi secondo John apre le vetrate.
«Wendy» gli faccio cenno con la mano di abbassare la voce. «Perché ci hai messo tanto, prima la mamma era sospettosa.» bene lo scampata. Si allontana e prende i lenzuoli legati uno fra l'altro, che creano una specie di corda.
«E' sicura?» chiedo. John annuisce e io mi arrampico al tessuto ruvido. Cado in avanti sulla cassapanca imbottita accanto alla finestra e vedo Michael sul letto imbronciato. «Scusate se ci ho messo tanto.» mi rialzo e prego John di lasciare la finestra aperta per lasciare passare aria. Ho incredibilmente caldo. Mi guardo allo specchio e controllo subito gli occhi, sono leggermente arrossati, ma non troppo.
«Non ho intenzione di coprirti più se ti comporti da irresponsabile!» replica John e io lo guardo sorpresa. La maggiore dei tre sono io, ma in questo momento John mostra più buon senso di quanto mai potessi averne io. Sarà un ottimo gioiello per la società: prudente, serio, assomiglia tanto a nostro padre, mi acciglio al solo pensiero.
«Ti ho detto che mi dispiace, non ricapiterà promesso!» dico infastidita, ma quando lui ste per controbattere, Michael parla.
«Mi avevi promesso che stasera saresti tornata presto per raccontarmi un favola» mormora con la su piccola voce assonnata. Le sue braccia sono incrociate al suo fragile petto e i suoi occhi sono puntati verso il basso.
«E' rimasto tutta la notte ad aspettare che tu tornassi.» dice con calma John avvicinandosi a lui. Mi si scalda il cuore e mi siedo sul suo letto.
«Ehi» sussurro e accarezzo le sue gote rosa. Non mi guarda. «Scusami piccolino, io non volevo ho perso la cognizione del tempo.» mi stendo a fianco a lui e avvolgo un mio braccio intorno al corpicino.
«Non importa. Lo fai sempre... non sei più come prima.» si gira verso John dandomi le spalle.
“Hai ragione, sono stata una cattiva sorella.” respiro. “Ma sai non sono ancora tanto stanca.” sorrido grattando delicatamente la sua schiena. «Vuoi che ti racconti una storia?» sussurro ad un suo orecchio. Quando non mi risponde incomincio a fargli il solletico e lui si dimena ridendo fragorosamente.
«Va bene, va bene. Però smettila!» la sua voce acuta mi fa sorridere. Quanto vorrei essere di nuovo bambina, dormire felice al solo ascoltare una fiaba.
“«Cosa vuoi che ti racconto ometto?» incrocio le mie gambe e attendo una sua risposta.
«Peter Pan» risponde convinto.
«Peter Pan? Di nuovo?» rido.
«So che anche a te piace, quando eri piccola papà mi diceva sempre che tu volevi che te la raccontasse.» sorrido a quel ricordo. Era vero.
«E' vero, Peter Pan è una delle mie storie preferite.» confesso e John mi sorride. «Sul serio?”» domanda e io annuisco.
«Bene. Peter Pan era un bambino che mai e poi mai avrebbe voluto crescere, ha preferito non immischiarsi nel vita dei grandi.» porgo una smorfia a Michael e lui ride divertito. «Così scappa nell'Isola che non c'è e conosce i bimbi sperduti e le fatine. Peter prova un grande affetto particolare per una fatina...»
«Trilli!» squittisce Michael.
«Si, esatto. Trilli. Lei diventa la sua migliore amica, una figura molto importante per lui. Peter vive in un grande albero insieme ai bimbi sperduti e insieme riescono con la fantasia ad esaudire ogni loro piccolo desiderio. Nell'Isola che non c'è non ci sono solo loro. Ci sono tanti altri personaggi: i pelle rossa, con il loro  capo indiano e la sue bella figlia salvata svariate volte dal nostro Peter.»
«Anche io vorrei essere un pelle rossa!» dice entusiasta John.
«I pirati» lancio un'occhiata minacciosa a Michael facendolo indietreggiare.
«Capitano Uncino» mormora spaventato.
«E il babbeo Spugna.» dico divertita e John e Michael ridono. Racconto loro le bellezze dell'isola e le sue creature: il coccodrillo, le sirene e le numerose avventure di Peter e finiamo per interpretare in modo infantile i bimbi sperduti. La stanza diventa un macello, ma dopo tanto tempo mi diverto con i mie fratelli, proprio come una volta, e non m'importa del resto. «E ricordate, chi vince sempre?» avvicino la mano ad un mio orecchio.
«Peter Pan» ripetono insieme John e Michael.
«Bene adesso tutti a nanna, è molto tardi.» lascio un piccolo bacio sulla fronte di Michael e i suoi piccoli occhi si chiudono subito. John mi augura la buona notte e io vado in bagno a cambiarmi.
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Il mio letto si muove e io mugolo qualcosa di incomprensibile, probabilmente è mia madre che mi dice di alzarmi per la colazione.
«Così bella» sento una voce bassa e calda. Un piccolo suono, proprio come un campanellino risuona all'interno della stanza. Apro stancamente gli occhi e mi giro verso i letti dei miei fratelli, sono sotto le coperte. Aggrotto le sopracciglia confusa e giro la testa verso l'inizio del letto e sbarro gli occhi. Sussulto e mi siedo velocemente sul materasso schiacciando la mia schiena contro la spalliera fredda.
«Che c-che» balbetto. Un ragazzo è seduto sul mio letto ad osservarmi con occhi attenti. La luce illumina il suo viso, riesco a vedere il verde smeraldo dei suoi occhi e le sue labbra rosee, capelli color cioccolato incorniciano alla perfezione la sua faccia contorta in un'espressione seria o...accattivante?
   
 
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