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Autore: Ele_MiXD    25/08/2015    4 recensioni
"È qui, davanti a me che dorme beata tra le nostre lenzuola. Mi è sempre piaciuto guardarla, come facevo con te una volta..."
Vivere senza l'amore della propria vita è difficile, ma uno spiraglio di luce con le sue stesse fattezze lo può salvare dalla prigione straziante che è diventato il suo cuore senza di lei
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai
 L’Amore incondizionato per una figlia

 
È qui, davanti a me che dorme beata tra le nostre lenzuola. Mi è sempre piaciuto guardarla, come facevo con te una volta, non che ci sia tanta differenza: ha i tuoi stessi capelli del colore dei raggi del sole, la tua stessa dolcezza nei lineamenti e nel carattere, le tue stesse labbra a cuore, la tua stessa pelle di seta, il tuo stesso magnifico sorriso… e tutta la bellezza che racchiude in quei due smeraldini che tutti osano chiamare occhi.

“Oh… quegli occhi…”

Mi hanno segnato la vita, prima conoscendo te, e poi vivendo lei.
Non posso non rimanere incantato davanti a tale bellezza, così luminosi, così brillanti, così pieni di vita, proprio come erano i tuoi una volta…

Peccato che adesso il nostro Amore stia dormendo e non posso tuffarmi dentro a quei tizzoni verdi, ma amo comunque guardarla e rendermi orgoglioso di aver creato una cosa così meravigliosa, anche se il merito è stato tutto tuo.

Il nostro più grande desiderio è qui, affianco a me, e non te lo riesci a godere minimamente. Ho una fortuna spacciata e mi si attanaglia lo stomaco a ricordare che non hai potuto neanche toccarla e vederla, ma immagino che ogni giorno la osservi dall’interno del suo cuore.

Mi ricordo quanto l’avevi desiderata, quanto volevi colmare quel vuoto che ci era stato inflitto solo un anno prima, a sapere che avevamo perso il nostro bambino e che era rischioso averne altri a causa di ciò che ti avevano diagnosticato. Però, anche con quella malattia che ti debilitava ogni giorno di più, non hai mai smesso di rincorrere ciò che desideravamo più di ogni altra cosa. Così hai lottato fino alla fine per far nascere il frutto del nostro Amore. Già, Ai, proprio come l’hai voluta chiamare appena hai scoperto che aspettavamo una bambina.

Amavo i momenti che passavo con te, ogni singolo secondo, e negli ultimi tempi li amavo sempre di più sentendo la nostra bambina emozionarsi da dentro il tuo pancione al solo sentire le nostre voci. Ma già allora sapevo che non sarebbe durata a lungo quella felicità.

Ogni giorno mi ripeto che la tua mancanza sarebbe stata meno dolorosa se fosse stata all’improvviso, perché avremmo vissuto ogni momento spensierati, passando ogni mattina a sorriderci felici della notte passata ad amarci. Invece sapevo che prima o poi mi avresti lasciato. Gli ultimi due anni passati assieme a te li vivevo nell’ansia che ogni giorno potesse essere l’ultimo, e quindi anche gli ultimi momenti trascorsi insieme alla nostra piccola Ai che cresceva nel tuo bel pancione li vivevo con ansia, non solo al pensiero che avrei perso te, ma molto probabilmente anche lei. Non volevo far vedere la mia preoccupazione, ma chi volevo fregare? Tu mi conosci meglio di come io conosco me stesso… sei sempre stata tu a sostenermi, anche se eri te quella che aveva più bisogno di sostegno.

In questi anni che ho passato senza di te, sopravvivo perché ho affianco la nostra Ai, che ogni giorno mi guarda con il tuo stesso sguardo di ammirazione e felicità, ma anche di bisogno paterno, che sono felice di darle ogni giorno.

Lei è stata l’unica ragione per cui continuo a vivere. Già, ‘vivere’, la cosa più difficile che negli ultimi anni riesca a fare, altro che i tiri di tuo fratello Karl da parare.
Ecco cos’è diventata la mia vita: un pallone da non far insaccare in rete, cioè una giornata da salvare, da non buttare alle spalle a piangersi addosso. E cavolo, quanti gol che ho preso, ma almeno questa volta ho una piccola allenatrice che mi insegna ogni giorno a parare questi gol, e così a vivere ogni giornata.

Adoro pensare che lei è il fulcro delle mie giornate, che ogni mio pensiero sia rivolto a lei e a ciò che ha bisogno. Nel campo da calcio, ogni vittoria, com’è destinata a te è destinata a lei, e condividerla con lei è magnifico, ma condividerla con entrambe le mie donne sarebbe stato perfetto.

Se senza di te non potevo vivere, senza di lei, anche se morissi non sarebbe abbastanza doloroso.

“Papà…” mi risveglia dai miei pensieri con la sua bellissima vocina angelica e quei smeraldi appannati dal sonno.
“Sì, Tesoro… che c’è?
“Non riesci a dormire? Vuoi che me ne torni nella mia cameretta?” mi domanda stropicciandosi gli occhi.
“No, resta con me… Non riuscirei a dormire se tu non ci fossi, non ti preoccupare…” cerco di tranquillizzarla, anche se sto cercando di tranquillizzare più me stesso che lei.
“Stavi pensando alla mamma vero?” mi guarda con due smeraldini preoccupati.
“Si.. e a te. Indovini come sempre, eh? Mi chiedo come fai…”
“E’ facile, perché quando papà pensa alla mamma ha sempre le lacrime agli occhi…” mi guarda asciugandomi le lacrime, proprio come facevi tu, Amore mio… Credo che Ai sia l’unica persona che mi abbia mai visto piangere così tanto, ha battuto persino te…
“Scusami Ai, ormai ci sto prendendo l’abitudine, non me n’ero neanche accorto…” dico prendendo il suo faccino e baciandole la base degli occhi da dove stavano spuntando lacrime salate come le mie, piene di tristezza per il vuoto che lasci nelle nostre vite.
“Ora dormi piccola…” dico rimboccandole di nuovo il piumino che l’aveva scoperta.
“Solo se lo fai anche tu, papà” mi dice con la faccia da furbetta.
“Va bene…” dico distendendomi e abbracciandola.
“Ah papà… anche se non c’è la mamma, nel mio cuore le dico sempre che non si deve preoccupare per il suo amore mancato… perché l’amore che tu doni a me è abbastanza per colmare quello che mi avrebbe donato lei… E so che sente tutto questo amore, perché se mi dici sempre che lei è nel mio cuore allora è come se tu lo donassi ad entrambe… no?” dice tutto d’un fiato assonnata.

La nostra piccola Ai, intelligente come sempre… Non ho mai sentito un discorso così lungo e sensato da un bambino così piccolo… e come prima, le lacrime tornarono ad inondarmi il viso.

“Oh piccola mia.. sai solo tu quanto vi posso amare” dico baciandole la testolina.
“Ti voglio bene papà” dice chiudendo le palpebre incorniciate da delle folte ciglia.
“Anche io, Ai… e Buon Compleanno” lei mi sorride e si addormenta fra le mie braccia, proprio come quando era solo uno scricciolo di neonata.

Cinque anni che te ne sei andata, cinque anni che Ai riceve il mio amore e il tuo…
Ti prometto, Amore mio, che la proteggerò da ogni male, la guiderò per il suo futuro, e le insegnerò ad amare come facevamo noi due, anche se direi che ciò lo ha ereditato.
Grazie per essere sempre con me… perché so che anche se tu non ci sei più, il tuo cuore continua a battere, proprio qui di fianco a me, sotto quel piumino in pieno inverno.

 
 
 
*NOTE DELL’AUTRICE*

Ciao a tutti, spero tanto che la mia Fanfiction vi sia piaciuta e vi abbia trasmesso le emozioni che avevo intenzione di trasmettervi.
Diciamo che questa storia ce l’ho in mente da un po’, e ho deciso di condividere con voi questi sentimenti d’amore che Benji prova per la sua amata e per sua figlia. 
Si, sono masochista, mi piacciono le storie tristi e piene di sentimento, e adoro vedere personaggi che amo coccolare e pensare ai loro figli con questa dolcezza che ho descritto e che spero voi abbiate capito.
Si, non è molto originale come storia, la solita del padre solitario, ma per quante storie simili ci siano, credo che ognuna possa infondere sentimenti diversi... E questa che ho scritto io è molto importante per me.

Per scrivere questa storia mi sono ispirata ai sentimenti che mi ha infuso la fanfiction “Una vita difficile” di genz, che adoro infinitamente e non mi pentirò mai di averla letta.
Riguardo ai personaggi, amo da morire Benji, in assoluto il mio preferito, e nella mia immaginazione l’ho sempre visto con la sorella di Schneider (non quella dell’opera originale, Maria, ma una inventata da me). Infatti Benji e Karl li vedo come fratelli mancati, e li adoro.
Benji appartiene a Yoichi Takahashi, mentre sua moglie e la bambina le ho inventate io.

Spero che recensiate per dirmi cosa ne pensate…
Grazie per tutti quella che l’hanno letta, sperando che vi sia piaciuta.

Un saluto,
Ele_MiXD

PS: Per chi non lo sa, Ai in giapponese significa Amore, e ho voluto darle questo nome perché è lei la vera essenza dell’amore che c’è tra Benji e sua moglie.
  
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