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Autore: vuotichepesano    25/08/2015    0 recensioni
E poi possiamo sempre andarcene e fare quello che avremmo sempre voluto fare.
Possiamo prendere anche un aereo e cambiare casa, il divano, le tende e il colore delle pareti, basta che non cambiamo noi o che non prendiamo due aerei o case diverse.
Perché sai, a me è già bastato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Volevo solo dirvi che ero molto indecisa sul pubblicare o meno
queste parole, sono state scritte in cerca di un modo per sfogarsi/liberarsi
non voglio demoralizzarvi prima di iniziare dicendovi che so che non è una
delle cose migliori che ho scritto ma comunque, è qui, per voi
Buona lettura e un bacio!
Julia




 
Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto.
Sorridere e piangere.
Rinascere e morire.
Oppure fermarti a tremarci dentro.
Come fosse l’ultimo.





E finché torni poi va bene
E va beh io sono qui.
Ci hai mai pensato agli abbracci?
Dico, gli hai mai capiti per bene? Io ci penso spesso, e sai, ce ne sono di tanti tipi.
Ci sono gli abbracci semplici, quelli che dai per salutare un amico o quelli che dai perché sei obbligato a darli e le persone ti si buttano addosso. Quelli voluti, cercati e desiderati, quelli dove corri in contro alla persona a cui li vuoi dare e quasi la butti per terra. Quelli dove ci lasci anche il cuore e quelli dove non respiri.
Quelli che succedono solo nei film e quelli che sogni.
Quelli che ami, quelli che piangi. Quelli per stare meglio e quelli per dirsi addio, quelli per ricomporsi le ossa e quelli per farti capire che non c’è posto migliore dove potrei stare.
Quelli che “Quanto mi sei mancato” o quelli da dietro la mattina, o in spiaggia, o quando meno te l’aspetti.
Quelli con i baci o quelli dove tu hai le braccia sopra le mie spalle o io sopra alle tue.
Quelli tra bassi e alti o quelli tra alti uguali. Quelli che ti deludono. Quelli mentre fai l’amore o quelli che ti fanno calmare. Quelli che ti stringono o quelli delicati come se avessero paura di romperti.
Quelli dove ti ci perdi e quelli che aspetti da una vita.
Quelli dove ci passi tutta la notte e quelli dove ci cadi, completamente.
E pensa poi al meccanismo, pensa alle braccia, quelle che tu hai sempre amato e voluto, quelle muscolose o quelle magre, con i tatuaggi o con i graffi, che ti avvolgono e ti rubano. Ti fanno sentire più a casa del profumo della tua pelle. Che ti danno protezione e che ti tengono in piedi. 
E poi io ho sempre pensato che il corpo umano sia stato studiato apposta per combaciare con un altro. Ad esempio l’incavo del collo e la testa, gli spazi tra le dita con altre dita (magari le tue).
E una volta ho letto che ci sono dieci benefici in un abbraccio ma per me ce ne sono molti di più.
Ad esempio con te io vivo, mi riempio e mi svuoto. Tremo, mi curo e per una volta, mi sento sicura.
Volo, piango, amo e scrivo. Disegno, sogno e vinco.
Vinco io, perché se ti abbraccio vuol dire che ce l’ho fatta.
Vuol dire che sono forte e che non ho buttato via il tempo, i giorni, i fogli di carta e le poesie.
E poi ci sono persone a cui gli abbracci neanche piacciono, o persone che fingono che sia così.
E quindi a te piacciono?

E davvero ormai è diventata un’abitudine scriverti ogni giorno senza ricevere una risposta, come è sempre stato.
Va beh te l’ho detto io sono qui, se vuoi puoi passare
Se vuoi puoi restare.
Magari poi ci beviamo qualcosa e che ne so, iniziamo a parlare di tuo padre o di come vanno le cose, che hai preso un anello nuovo e che “Sembri un po’ stanca, ma rimani comunque bella”.
E poi alla fine io non so neanche perché facciamo così.
Non lo so perché non è un evitarsi ma è un non trovarsi,  dici che non ci impegnamo abbastanza?
O perché forse io ti cerco un po’ di più e tu aspetti di vedermi in lontananza per venirmi a prendere? 
Dici che sto facendo tutto io? Non è che magari lo vuoi un po’ anche tu?
Non lo so.
Ma ci sono un sacco di cose che non so, ad esempio non so come è fatta una macchina, o non so protestare subito, non so suonare il piano, non so tenere il muso nemmeno quando so che sono dalla parte della ragione, perché so che avere ragione non mi serve a nulla se poi non posso baciarti. Tante volte non so dire cosa sento e come mi sento, non so dire "Ti amo" senza avere un po’ paura, senza tremare e arrossire e non riesco a smettere di guardarti, spesso. E non so neanche perché io abbia una credenza con dentro dei dolci visto che le cose dolci a me danno la nausea.
Che poi a me i dolci piace prepararli, non mangiarli.
Mi piace infilare il dito nell’impasto e sentire i granelli di zucchero che si sciolgono sulla lingua, il sapore di panna che mi fa tornare bambina.
A me piace questo, il ricordo dei pomeriggi passati con mia nonna a fare i biscotti che poi avrei portato a casa e avrei mostrato a tutti con orgoglio, che i primi venivano sempre duri come il cemento e mia nonna diceva “Va beh, ci riproveremo”.
E poi io dicevo sempre “Chissà perché quando cucino io le cose sembrano sempre più buone”.
E quindi fa niente, fa niente se stasera non passerai e non resterai a bere qualcosa.
Io lo sai sono qui, però magari mi chiami?
Perché forse ha ragione mia nonna e “Va beh, ci riproveremo”, ci riproveremo anche noi e magari questa volta le cose saranno tutte giuste e non ci saranno incomprensioni tra i miei “Mi manchi” e i tuoi silenzi troppo pesanti da sopportare.
E sta volta magari dormiamo anche insieme e poi ci mordiamo le labbra per tutte le parole che non ci siamo detti. Poi magari mi regali la tua collana e mi regali anche un tuo sorriso.
E poi possiamo sempre andarcene e fare quello che avremmo sempre voluto fare.
Possiamo prendere anche un aereo e cambiare casa, il divano, le tende e il colore delle pareti, basta che non cambiamo noi o che non prendiamo due aerei o case diverse.
Perché sai, a me è già bastato.
Ho già sopportato abbastanza giorni senza i tuoi baci sul collo o senza il profumo dei tuoi vestiti. O senza le tue scarpe vicino alle mie sul tappetino vicino alla porta.
Senza prepararti i biscotti, che magari, sta volta usciranno bene e senza dover rifare il letto perché ci hai dormito anche tu.
Senza vederti girovagare per casa con i capelli che ti cadono sul viso e con solo i boxer addosso perchè "Sappi che io dormo solo così, anche in inverno".
Senza vederti ridere e senza sapere che anche se non ci sei, poi torni a casa.
Senza litigare perché non siamo ancora abbastanza coraggiosi per affrontare i problemi e per renderci conto che in realtà, non è facile.
Ma dimmi, cosa è facile?
E alla fine te l’ho detto, basterebbe impegnarsi un po’ di più e ce la potremmo fare, io lo sai, sono qui e stasera sul divano, addormentato, voglio trovare anche te.
ci vediamo dopo?





 
  
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