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Autore: Caramel9999    25/08/2015    0 recensioni
Mi sono ispirata ad una rubrica sul forum di Dolce Flirt chiamata Cosa ne sarà di loro in futuro?
Semplicemente parlo di cosa accadrà (secondo me) ai ragazzi del Dolce Amoris nel loro futuro prossimo
su Dolce Flirt mi chiamo jessica28
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E' assurdo, incredibile, impossibile. Presto mi diplomerò e non le ho ancora detto cosa provo, non riesco a capacitarmene. Sono nella mia stanza, accasciato sul letto con ancora l'asciugamano intorno al collo a rimuginare su tutte le occasioni e i momenti che ho mandato in fumo. Basta ho deciso domani glielo dico, non posso più rimandare, rischio di non vederla più. Prendo la foto che ho sul comodino e la guardo, in quella foto vi è ritratto mio padre ai tempi del''accademia militare. Mi chiedo ancora se sto facendo la scelta giusta. Distendo le braccia in fuori, sul letto, con ancora la foto in mano e penso e ripenso le stesse cose; così guardando il soffitto piano piano mi addormento.
IL giorno dopo, soliti abiti, solita scuola, soliti corridoi.....ma oggi per me è un giorno diverso è il giorno in cui dichiarerò ciò che provo alla ragazza che amo da sempre. Oh eccola....
-Eve.... - il mio entusiasmo si smorza
Perché diavolo sta parlando con Castiel, non posso avvicinarmi finché lui è lì.
Istintivamente mi sono nascosto dietro una fila di armadietti. AAHH!! Non è il momento di fare il coniglio. Mi do due schiaffi leggeri sulle guance per riprendere lucidità e farmi coraggio. Sporgo la testa da dietro gli armadietti ma...
Non c'è nessuno sia. Sono scomparsi? Adesso cii si mette pure la campanella ma con un po' di fortuna riuscirò a parlarle prima della fine delle lezioni.
Entro in classe, mi volto verso il suo banco. Cosa?....
Perché Eve non è seduta al suo banco? Scorgo ogni singolo volto presente in aula.
-Ah, eccola - Penso sollevato.
Ma d'un tratto i miei occhi si posano sul posto in cui è seduta e il sollievo si trasforma presto in ansia è accanto a Rosalya. No no no no no. Come faccio adesso? Lei si trova all'ultimo banco ed io al primo ciò significa che non posso parlarle. Entra il professore e tutti si siedono. Continuo a fissarla e a pensare sul da farsi. Le lezioni di letteratura sono già noiose di per se in più con tutti questi pensieri per la testa non riesco proprio a concentrarmi. Ci sono! Le scriverò un bigliettino. E' un po' infantile come cosa ma non ho altra scelta. Lo passo ad Iris che è seduta dietro di me e le dico di passarlo a Eve, Iris lo passa a Violet e quest'ultima lo passa ad Armin. Non posso credere che un trucco vecchio come il cucco stia funzionando. Infatti è troppo bello per essere vero.
Eccolo lì Armin posa la sua console, apre il biglietto e lo legge (io sbianco) lui tutto sorridente mi guarda e con la mano, mi fa segno che è tutto “OK”. No nulla è “OK” nelle sue mani, fidatevi, lo so per esperienza. Con un filo di voce gli mimo e sussurro di passarlo a Eve......Eve, non lui, è la destinataria del biglietto. Ma non c'è nulla da fare; ripiega il bigliettino e se lo mette in tasca. Pensa Kentin, pensa. Ho deciso, non ho scelta, ci riprovo. Questa volta lo passo a Kim che è seduta alla mia sinistra, il biglietto passa da mano in mano fino a che non arriva ad Alexy che è completamente immerso nei suoi pensieri; appena vede il biglietto si limita ad accartocciarlo e a gettarlo dietro di se facendolo finire per terra. Sconfortato e abbattuto decido che ho la va o la spacca così scrivo un altro biglietto ma non appena mi volto per darlo a qualcuno il professore me lo toglie di mano. Grazie al cielo, lo cestina senza neanche leggerlo, ricordandomi che questa è una scuola e non un parco giochi. Non posso crederci quei due hanno reso vani tutti i miei sforzi; però questa volta mi sentono; non appena avrò parlato con Eve naturalmente. Il resto della lezione è trascorso lentamente come se anche il tempo si fosse accanito contro di me. Finalmente suona la campanella. Mentre raccolgo le mie cose noto che lei se ne andata. Mi fiondo fuori dalla classe, come un disperato mi metto a cercare ovunque dal piano di sopra agli spogliatoi. Eccola lì; sta uscendo dal club di giardinaggio proprio mentre io esco dalla palestra, è il primo colpo di fortuna della giornata, si dirige verso il corridoio con in mano quello che mi sembra un quadernetto per gli appunti ed io mi appresto a seguirla. Sto per raggiungerla quando una figura coloratissima mi appare davanti:
-Ehi, Kentuccio – la voce famigliare della figura difronte a me si frappone tra di noi
-Cosa state combinando voi due?- ecco un altro losco figuro che si avvicina, mentre lei è sempre più lontana.
-Armin, Alexy ora non ho proprio il tempo di star dietro alle vostre sciocchezze- ribatto infastidito mentre cerco di svignarmela
-Dove corri?! Resta con noi- mi blocca Alexy
-Si, infatti. Ho detto a Eve che volevi parlarle- mi dice tranquillamente
-Tu, cosa?- sbotto io – Le ho solo riferito quello che c'era scritto nel biglietto- sbuffa lui
-Eh, cosa?! Il bigliettino di oggi era tuo?- domanda Alexy
-Si. Ma..ma..ma cosa ha detto Eve?- riprendo stranito
-Che sarebbe venuta a cercarti, non appena finito con una faccenda- conclude Armin
Saluto i ragazzi e scappo via prima che possano chiedermi altro. Non riesco a smettere di chiedermi quale sia la faccenda di cui Eve si sta occupando e del perché non mi ha detto niente sa che di me può fidarsi. La trovo vicino all'aula di scienze che parla con Priya. Non voglio origliare però per qualche oscura ragione mi sono nascosto dietro al muro per ascoltare cosa si dicono.
-E così non te l'ha detto- afferma Priya
-L'unica cosa che mi chiedo e perché lo domandi a me- continua lei.
-Volevo solo sapere quante persone sanno che Kentin partirà per l'esercito finito il liceo- ribatte Eve con lo sguardo rivolto al pavimento -Allora scusami se ti ho disturbata-
-Senti- la ferma Priya tenendola per un braccio -Mi dispiace non te ne abbia parlato; so che a lui ci tieni-. A questo punto dopo averle lasciato il braccio e facendo un passo indietro Prya se ne va terminando così la conversazione.
A quelle parole non sono riuscito a resistere; i miei piedi si sono mossi da soli, sapevo che si sarebbe arrabbiata sapendo che la stavo “spiando”; però c'erano troppe cose che dovevo dirle in quel momento. Soltanto che appena mi vede corre via. Io le corro dietro ma in breve tempo la perdo di vista; passo un ora a cercarla per tutto il liceo prima di rendermi conto che forse è tornata a casa. Inizia a piovere così prendo l'autobus per tornare a casa. Quindi eccomi qua, di nuovo al punto di partenza, steso sul letto con i capelli bagnati; solo che adesso lei mi odia. Forse dovrei rinunciare, forse non è destino. Ho chiuso gli occhi da appena un secondo quando suonano alla porta, così vado ad aprire.
Strabuzzo gli occhi, sta ancora piovendo e sulla mia soglia di casa c'è lei completamente fradicia
-Eve, ma....entra prima di....- comincio stupito
-Dobbiamo parlare- mi interrompe bruscamente.  
Sono impietrito, non faccio altro che fissarla incredulo, mentre lei mi guarda con fare deciso. L'unica cosa che in questo momento sento è il rumore della pioggia che si infrange sull'asfalto bagnato.

   
 
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