Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: Fogli    25/08/2015    9 recensioni
Sono passati 10 anni e Conan non può tornare più adulto: perciò ha inscenato la morte di Shinichi. Ma l'organizzazione è ancora a piede libero, nonostante non si sia fatta viva per anni.
Ma tutto ad un tratto questa si farà risentire, e con lei molti problemi torneranno a tempestare il detective.
Dopo dieci anni Conan riuscirà a fermare una volta per tutte l'organizzazione ?
Riuscirà a mantenere il legame con il suo vero io -Shinichi Kudo- che sente pian piano affievolirsi?
Riuscirà Conan a vincere una delle battaglie più difficili di tutta la sua vita?
Tratto dal capitolo 13:
(...)
Devi smetterla di comportarti in questo modo: è uno strazio per tutti, stai semplicemente giocando con i suoi sentimenti senza neanche rendertene conto. Basta»
(...)
«Sai… non ti riconosco più. Come puoi essere lo stesso ragazzo che faceva di tutto per aiutare gli altri e che mi ripeteva fino allo sfinimento valori che ho finito per imparare a memoria? Cosa è successo a quel ragazzo che non si arrendeva mai? Cosa è successo a quel liceale intrappolato in un corpo da bambino che conobbi anni fa!? »
Cosa è successo a quel ragazzo di cui mi sono innamorata?
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ti presento mio fratello

Lui era corso via e lei lo aveva seguito.
Peccato che piangendo mentre si corre il fiato va a farsi benedire.  
Non era riuscita a raggiungerlo, e ora stava accasciata sul marciapiede ancora singhiozzante e ansimante.
Sapeva di non aver fatto niente di male, ma nonostante questo sentiva di aver tradito la fiducia di Conan. E per lei Conan era tutto.
Come avrebbe fatto senza il suo fratellino?
Era stata una stupida, sapeva che Conan era particolarmente geloso nei suoi confronti, ma nonostante tutto non gli aveva chiesto neanche un parere.
Il pianto s'intensificò talmente tanto che la ragazza dovette fare dei respiri profondi e misurati per non svenire.
Si alzò in piedi, le gambe le tremavano, ma non le importava: doveva raggiungere Conan e scusarsi.
Pregò mentalmente che il fratello la perdonasse. Ormai quella era l'ultima speranza.
Rabbrividì al solo pensiero di poter perderlo.
Rivisse quella corsa che gli aveva visto intraprendere dalla parte opposta della strada;aveva provato le stesse sensazioni di quel maledetto giorno al Tropical Land, ma non voleva neanche pensarci.
"Conan non è Shinichi.
Lui non scomparirà mai." Si ripeteva mentre cercava di tranquillizzarsi.
Cercò di tornare lucida e ragionare: sicuramente Conan non era andato da Kogoro, ma bensì da Agasa, che conosceva da quando era piccolo essendo un suo lontano parente.
Lì abitava anche quella ragazzina, Ai. Era un amica d'infanzia di Conan.
« Speriamo che lei sia più fortunata di me... » borbottò amareggiata ricominciando a lacrimare.
Già, ma Conan, al contrario del suo alter ego morto, aveva ben due amiche d'infanzia. C'era anche l'altra ragazzina, Ayumi.
Ayumi e Ai erano il giorno e la notte. La prima era solare e allegra, aveva una cotta per Conan dall'età di sette anni, insomma era la classica ragazza della porta accanto.
Ai invece... Beh non lo sapeva. In realtà quella ragazzina le metteva soggezione. Chiusa e schiva in tutte le conversazioni in cui la karateka aveva provato a coinvolgerla, sembrava saper relazionarsi solo con Conan.
Si era sempre divertita a stuzzicare il fratello chiedendogli quale delle due preferisse, ma questo non aveva mai voluto rispondere.
Gli aveva detto che erano soltanto delle amiche e che lo sarebbero sempre state.
Lei ci credeva.
Praticamente credeva a tutto quello che le diceva.
Conan si era meritato la sua fiducia, e lei non gliel'avrebbe mai negata.
Con un fazzoletto si asciugò le lacrime per rendersi un poco più presentabile.
Si sforzò, anche se le veniva difficile, di sorridere mentre suonava il campanello. Il cancello venne aperto poco dopo;lei ,timidamente, entró.

%#%#%#%#%#%#%#%#%#%%#%
Qualche minuto prima, casa del Dottor Hiroshi Agasa


« Cosa dovrei fare? » Ai fissava Conan con aria di sfida.
« Semplicemente dovresti riuscire a essere un po' ...più amorevole con me. » spiegò il detective arrossendo lievemente.
« Ho deciso di aiutarti, ma non prenderci troppo la mano, non riuscirei mai a essere dolce con una sottospecie di detective rimpicciolito come te, ma comunque cercherò di sforzarmi... » mentì la scienziata.
Non era vero, se Conan veramente l'avesse ricambiata sarebbe diventata sicuramente più premurosa e gentile, e ora si ritrovava a fingere di aiutarlo per compassione quando in realtà stava fremendo dalla gioia.
La sua infanzia era stata priva di affetti -oltre a quello della sorella- e riviverla insieme a Conan come una ragazza normale era stata una delle cose più belle che le erano mai capitate.
Era stato fantastico accorgersi di non essere più sola, di avere degli amici su cui contare che ti vogliono bene.
Lei non era più Sherry ,e tantomeno Shiho Miyano.
Lei era Ai Haibara e la cosa le piaceva.
Improvvisamente,come spesso accade quando si lascia la mente libera a vagare tra i ricordi, le venne in mente qualcosa che tolse il sorriso dal suo volto per lasciare spazio ad un espressione spaventata.
« E se quel tizio che ha baciato Mouri-san fosse un membro dell'organizzazione sotto copertura? In fondo, il messaggio in codice diceva che era in pericolo,giusto? » esordì guardando Conan spaventata.
Il detective ebbe un tuffo al cuore: a quest'ora Ran poteva essere imbavagliata e addormentata in qualche scantinato fuori Tokyo.
Rabbrividì al solo pensiero: perdere Ran per uno stupido errore e vanificare lo sforzo di quegli ultimi dieci anni di tenerla al sicuro non era un opzione menzionata tra le possibilità.
Afferrò il cellulare per chiamarla; doveva fare in fretta.
« Driiiiin » Fantastico, c'era qualcuno alla porta.
Ai si alzò e premette il pulsante per aprire il cancello
« È Mouri-san » esordì apparentemente indifferente. « Dai Kudo sorridi, è ancora viva. Ma d'ora in poi cerca di non lasciarla mai sola,intesi? »
Conan si ritrovò ad annuire frustrato, per la pesante giornata che era appena a metà, e felice per il fatto che Ran stesse bene.
La scienziata aprì la porta, e Ran si accomodò timidamente.
« Buongiorno Mouri. Le ciabatte sono lì sul tappeto. » esordì la scienziata con tono freddo e distaccato.
Ai provava nei confronti della ragazza dell'agenzia investigativa un po' di astio: dopotutto lei aveva quello che la scienziata aveva sempre desiderato, una vita normale, senza nessuna organizzazione che ti vuole morta, un carattere solare che affascinava tutti e ...Conan.
Lei invece era per tutti la ragazza scontrosa e fredda che non ride o piange neanche sotto tortura. Era brutto apparire così, ma in fondo quel carattere se l'era forgiato a misura per se stessa. Fin dai tempi in cui era stata portata in America a studiare aveva dovuto scontrarsi con la crudeltà della gente.
Appena entrata nell'organizzazione aveva capito che mostrare affetto a qualcuno o qualcosa poteva costare la vita al suddetto.
Meno le persone sapevano di lei, meno la potevano far soffrire.
Ma quando l'organizzazione uccise l'unica persona veramente importante per Ai, anche la sua dura corazza aveva ceduto.
Non riusciva più a lavorare in quel posto che aveva portato via Akemi.
Non voleva averne più a che fare.
Grosso errore: si era mostrata per quello che era e si era rifiutata di continuare la sperimentazione dell' APTX4869.
Risultato? L'avrebbero uccisa.
Caso fu che la fortuna era stata dalla sua parte e ingerendo l'apotoxina era riuscita a rimpicciolirsi, e di conseguenza, scappare.
Guardò Ran mentre si toglieva le scarpe: Nah...Non riusciva ad odiare una ragazza così solare e simile ad... Akemi.
Si ricordava quel giorno di dieci anni prima in cui Mouri  l'aveva protetta con il suo stesso corpo dai cecchini dell'Organizzazione.
Lei era soltanto una bambina che andava a scuola insieme a Conan per la ragazza , ma questa non aveva esitato a proteggerla anche a costo della sua vita.
Era una ragazza d'oro, e poteva capire benissimo il motivo percui Conan se ne era innamorato.
La scienziata guardò meglio la karateka: doveva aver pianto molto quella mattina.
Nel frattempo la ragazza aveva indossato le ciabatte e si era avvicinata a Conan.
« Scusa » mormorò appena guardando il pavimento  mentre ricominciava a piangere.
Ma quello che accadde fu totalmente inaspettato da questa, che rimase a dir poco sorpresa: « No... » Il detective aveva assunto un espressione tremendamente seria « Sono io a scusarmi »
« Non hai fatto niente di male, sono io quello che per l'ennesima volta ti ha fatto soffrire » concluse amareggiato riferendosi alle lacrime che ancora solcavano gli occhi lucidi della karateka.

Finalmente aveva capito che Ai aveva ragione, Ran doveva farsi una vita, lui era soltanto il passato.
Ran non capì il riferimento fatto dal detective.
Mi ha fatto per l'ennesima volta soffrire? Ma se mi ha sempre rassicurato e reso felice?
Lei commossa e sollevata per essere stata perdonata abbracciò Conan continuando a piangere, ma stavolta di gioia.

Un motivetto piuttosto orecchiabile spezzò il momento.
« È Kazuha » Annunciò la karateka tirando fuori il cellulare.
« Pronto? »
« Ran, dove sei? Ti abbiamo visto scappare via e non siamo riusciti a ritrovarti. » Una voce femminile leggermente preoccupata mormorava appena queste parole.
« Sono a casa del dottor Agasa » la karateka tirò un occhiata al detective « Porta con te anche Okita, almeno lo presento a Conan »
« Arrivo subito! » esordì questa.
Ma un momento prima di riattaccare tornò alla ribalta: « Scusa Ran te hai visto Heji? Non riesco a trovarlo e il telefono è costantemente occupato... » nelle parole della ragazza del Kansai si distingueva parecchia preoccupazione.
« No, mi dispiace. »
« Ok... Se hai qualche notizia non esitare a chiamarmi »
Le due amiche si salutarono e la chiamata finì.
Conan, che per via dell'abbraccio di prima era molto vicino a Ran, era riuscito a sentire granparte della conversazione.
"Chissà chi starà chiamando Hattori..."
Accese il cellulare:« SESSANTAQUATTRO CHIAMATE PERSE!?? »





^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^


Nel frattempo, da qualche parte a Tokyo



 


"Segreteria telefonica di Conan Edogawa, lasciare un mes.. "
Il ragazzo di Osaka riattaccò per l'ennesima volta. Aveva perso il conto del numero delle volte in cui aveva provato a chiamare Kudo.
Perchè diavolo non rispondeva!?
Un attimo di distrazione e non lo aveva più visto. Aveva provato a cercarlo nei dintorni, non poteva essere andato tanto lontano,no?
Così si era ritrovato a vagare per la capitale nipponica, in quartieri che non aveva né mai visto né visitato, fino a perdere completamente l'orientamento.
« Maledetta Tokyo con le sue strade che sembrano tutte uguali... » aveva borbottato sbuffando,  mentre continuava la lunga camminata che aveva intrapreso.
Se Kudo non voleva proprio rispondere si sarebbe dovuto rassegnare a chiedere indicazioni.
Sospirò, preparandosi ad entrare nell'alimentari di fronte.
« Driiiiiiiiin » Fantastico, il telefono stava squillando.
Lesse lo schermo: « KUDO !!! » Urlò letteralmente attirando irrimediabilmente l'attenzione dei passanti.
Senza indugi, accettò la chiamata.
« Pronto, Kudo! »
« Hattori dove sei? » Una voce seccata e stufa rimbombava nelle orecchie del detective del Kansai.
« Non lo so! » sbottò facendo rimanere di sasso il rivale.
« Come non lo sai?? Vorresti dirmi che ti sei perso? » Più che preoccupato sembrava divertito.
Heji non rispose subito, ma solamente dopo qualche secondo incominciò a farfugliare qualche specie di risposta: « Sì... cioè no! Forse... »
Conan ridacchió: Possibile che Hattori non avesse un minimo di orientamento fuori Osaka?
« Ok... Ho capito. Potresti dirmi cosa vedi? » chiese capendo l'imbarazzo dell'amico.
« Di fronte a me c'è una sottospecie di alimentari, dietro di me un grande parco con tanto di laghetto e accanto a me un'università... » spiegò il detective del Kansai guardandosi intorno alla ricerca di un punto fisso da elencare.
« Ok... Fammi pensare... »
« Hattori? »
« Sì? » chiese dubbioso.
« Quanto hai camminato prima di fermarti? » domandó Conan trattenendo una risata.
« Un po'... » rispose questo ripensando ai minuti precedenti, poi riprese « Perchè scusa? »
« Se la memoria non m'inganna sei a dieci kilometri di distanza dalla agenzia investigativa, Hattori. Aspetta lì che passo a prenderti. » esordì il ragazzo del Kanto, poi continuò il discorso ridacchiando « Non ti immaginavo così sportivo, guarda quante cose si scopre! »
« Hey... » borbottò in segno di protesta.
« Ok... Ora ti raggiungo. Per favore non ti muovere » Conan tagliò corto.


Il detective del Kansai annuì, dimenticandosi che tale gesto non potesse raggiungere l'amico, e riagganciò la chiamata.


Nel frattempo Conan si mise il giubbotto e, senza avvertire nessuno di aver finalmente  ritrovato il disperso,uscì.
Mentre Ai riusciva ad immaginare cosa stesse succedendo , Ran non capiva il motivo percui il fratellino dopo aver chiamato Hattori era corso via all'istante.
Che non volesse conoscere Okita?
Si affacciò fuori per chiedere spiegazioni, ma Conan era già scappato via.


#%#%#%#%#%#%#%#%#%#%




Conan si fermò per l'ennesima  volta ad un semaforo.
« Di questo passo arriverò da Hattori tra mezz'ora... » borbottó.
No... Era meglio fare presto.

Non riusciva a immaginare cosa sarebbe successo se lo avesse lasciato solo trenta minuti, visto che in un quarto d'ora era riuscito a finire quasi fuori Tokyo.

Non doveva fare presto...di più.

Dopo qualche secondo la luce divenne verde e Conan ripartì.
Quel motorino che si era comprato un mese prima andava benissimo.
Era stato molto utile sin dal primo giorno averlo. Inseguire criminali e andare sui luoghi del delitto dei casi in cui investigava non era mai stato così facile. Ormai era da qualche anno che lavorava senza l'ausilio di "Kogoro il dormiente" e chiedergli tutte le volte un passaggio non era proprio il caso.
Lo aveva comprato senza chiedere pareri a nessuno.
Lo teneva nel garage di Agasa, e non era neanche sicuro che Mouri ne fosse a conoscenza.
Guardò un cartello stradale: mancavano ancora due kilometri e il disperso sarebbe giunto in salvo.

"Un altro caso di sparizione risolto per Conan Edogawa, il detective liceale più famoso in tutto il Giappone e dintorni" pensava ridacchiando come un ebete e muovendo, suo malgrado,  il volante rischiando quasi di sbattere contro un albero.

Già... Per gli auto-elogi ci sarebbe stato tempo dopo, non era proprio nè il momento nè il luogo adatto, avrebbe potuto rileggere le lettere delle sue ammiratrici e crogiolarsi  nel suo mondo di fama e gloria una volta tornato a casa.

Parcheggió il motorino. Riconobbe Heji tra la folla e lo raggiunse.
« Eccomi, certo che avevi camminato, eh? Ci ho messo quasi più tempo io che te a piedi... » esclamò salutando l'amico.

Ma questo bloccò con una mano la bocca del rivale che, prima di zittirsi completamente, emise una raffica di mugolii .

Ad un certo punto il ragazzo di Osaka mollò la presa e Conan, stavolta bisbigliando, non ci pensó due volte a chiedere spiegazioni:« Mi puoi spiegare perchè mi hai zittito?? » chiese questo.

« Guarda laggiù, di fronte a quell'università, proprio lì davanti quell'auto parcheggiata... » borbottò serio indicando il posto.

Conan seguì le indicazioni date e rivolse il suo sguardo verso l'edificio scolastico che imponente, si alzava accanto a loro. Tra le varie auto si distingueva un modello piuttosto raro, ma familiare a Conan: una Porsche365A nera.

Il detective liceale sbiancò; ma cercando di non darlo a vedere assunse la sua solita espressione corrucciata e indagatoria.

Ci fu qualche secondo di silenzio, dove entrambi i detective non smettevano di fissare imbambolati l’auto; ma dopo un poco il ragazzo del Kansai ,senza togliere lo sguardo dal veivolo, esordì: « Non è detto che sia la sua auto, insomma non è mica un pezzo unico… »

La risposta non si fece attendere « E’ una macchina rara, e l’unico nei dintorni ad averla è proprio lui » sentenziò freddo e distaccato Conan, ormai più che assorto nei suoi pensieri.

Si portò una mano alla testa.

Era così strano… troppo strano.

L'organizzazione non si era fatta viva per anni e poi era ricomparsa tutta in una volta.

La lettera di Vermouth, quella anonima di Ai e ora… questo.

Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, ma una cosa era certa: lo voleva scoprire.

Cercò di tornare concentrato ed elaborare un piano: se avesse avuto qualche ricetrasmittente avrebbe potuto attaccarla all’auto e…

« Grazie Ai! » esclamò, incominciando ad aggeggiare gli occhiali mentre Hattori incominciava a guardarlo storto.

Non avrebbe mai pensato che gli atteggiamenti pseudo-spionistici di Haibara potessero tornare utili.

Tolse la ricetrasmittente dalla lente destra dei suoi occhiali e sentenziò: « Ascolta: ora facciamo finta di essere degli appassionati di auto, ci avviciniamo e attacchiamo questa ricetrasmittente, intesi? »
Il compare annuì,cercando di non chiedersi dove Conan avesse tirato fuori quell’aggeggio, e s’incamminò insieme all’amico verso il veivolo.

Una fredda ventata li investì, raffreddando gli animi dei due detective che già di per se avevano i brividi.
« Gin e Vodka...  Grazie a loro sono in queste condizioni... » mormorò arrabbiato e spaventato Conan.
Era colpa loro se lui non poteva più vivere come Shinichi Kudo.

Era colpa loro se lui non aveva più la sua vera vita.

Loro facevano parte di un organizzazione criminale nata per uno scopo ignoto,  e non avrebbero esitato a ucciderlo persino lì per strada.
Ma in fondo, in tutti i casi, non sarebbe morto Shinichi Kudo,già perché lui non esisteva più, vero?
Lui era Conan Edogawa, e per l'organizzazione era una semplice e squallida persona come tante.
Heji incominciò a recitare: « Wow di auto così non se ne vedono in giro! »
Conan si riprese:« Hai ragione! Guarda queste ruote! » Con uno scatto felinò attaccò la ricetrasmittente sotto l'auto.
« È stato  bello vedere un simile modello, ma ora dobbiamo andare che peccato! »
« Andiamo... » Così il teatrino finì e i due amici entrarono nel parco soddisfatti.
 

Camminarono a passo svelto, l'erba verde e folta si comprimeva sotto i loro piedi producendo un rumore impercettibile, soffocato dalle grida e dagli schiamazzi dei bambini che giocavano.

L'aria fresca e ben ossigenata da quegli alberi intorno al vialetto veniva intaccata solamente in alcune zone dove dei vecchi e accaniti fumatori si appostavano.

Il sole batteva lieve, quasi completamente oscurato dalle nuvole, mentre un leggero venticello quasi primaverile soffiava appena percettibile.

I due amici continuarono a camminare in silenzio, quasi del tutto assolti nei loro pensieri, fino ad addentrarsi nel parco alla ricerca di una panchina libera.
« Allora Kudo? » Il detective di Osaka attaccò discorso « Ancora non mi hai spiegato cosa sta accadendo »
« Semplicemente non lo capisco. In realtà non capisco proprio niente. » esordì incominciando a scalciare l'erba con i piedi « Dalla lettera di Vermouth a quella anonima di Ai fino al cosa ci fanno Gin e Vodka da queste parti. Sono nel buio più totale. »
« Sei nel buio totale da più di dieci anni, Kudo. Questo non è uno dei tuoi insignificanti casi che sei abituato a risolvere. Questa è un organizzazione criminale, Kudo. Non una moglie che in preda ad un attacco di gelosia ha assassinato il marito. Capisci la differenza? »
Il detective del Kanto annuì  continuando a scalciare e a fissare l'erba.

« Ora cosa si fa? » chiese questo pensieroso « intendo, restiamo qui ad aspettare che l’auto si muova? »

« Nah… lo sai quanto me che potrebbero stare fermi anche per delle ore. Meglio non destare sospetti inutili: quando si muoveranno noi faremo altrettanto » spiegò il detective del Kansai « Forza andiamo via da qui e ricongiungiamoci con gli altri » finì  alzandosi in piedi.
« Approposito, con cosa sei venuto Kudo? Ti sei fatto accompagnare da qualcuno ? »
Conan si ridestò: « Sono venuto in motorino, dai andiamo » spiegò alzandosi in piedi e facendo cenno all'amico di seguirlo. »
« Da quando in qua hai un motorino? » chiese curioso il ragazzo del Kansai.
« Vorrei ricordarti che non mi vedi da tre anni... Forse potrei anche aver imparato a fare qualcosa di nuovo , non credi? »ironizzò il detective, per poi ritornare subito serio « Non avrei mai pensato di  ottenere la patente a ventisei anni e sotto le mentite spoglie di Conan Edogawa... »

I due s'incamminarono fuori dal parco continuando a chiacchierare animatamente.



#*#*#*#*#*#*#*#*#*#

Poco prima, casa del Dottor Agasa.

« Hai idea di dove sia andato Conan? » La karateka provò ad attaccare discorso con Ai.
« A prendere Hattori, presumo » La scienziata scandì quelle parole con una tale freddezza e sicurezza che Ran non seppe più se doveva commentare il fatto.
La ragazza dell'agenzia investigativa deglutì e si preparò a continuare il discorso: « E se fosse scappato via perchè è ancora arrabbiato con me? Oppure perchè non vuole conoscere Okita? » chiese visibilmente preoccupata.
A quel punto, la scienziata si alzò, si avvicinò alla karateka, e guardandola fissa negli occhi sentenzió: « Mouri-san, Edogawa-kun non potrà mai essere veramente arrabbiato con te. Tienilo bene a mente, e per favore non farlo soffrire inutilmente »
Passarono alcuni secondi di silenzio dove Ran fissava allibita Ai.
Poi , la prima annuì, guardando negli occhi la scienziata che quasi contemporaneamente distolse lo sguardo.
La karateka stentava a credere a quello che aveva sentito.
Quella ragazzina doveva tenere veramente tanto a Conan, e le sue parole, all'apparenza fredde e distaccate, erano state veramente dolci,ma perchè ora si sentiva come se qualcuno le avesse appena fatto una ramanzina??

Forse perchè ti appena sgridato, Ran. Una liceale ti ha appena fatto la predica, ma non hai il coraggio di controbattere.

Il campanello suonò, e Ran andò ad aprire:  « Kazu! » La karateka scandì quello che la scienziata avrebbe poi interpretato come un saluto.
La karateka aprì il cancello e una ragazza dalla coda di cavallo, seguita a ruota da un ragazzo dalla pettinatura molto simile entrarono.
« Conan? » chiese questo rivolgendosi ad Ai.
« Secondo te? » rispose la scienziata quasi offesa.
Dove diavolo aveva trovato Mouri un tipo del genere che non capiva  neanche che Conan è un nome maschile !?
« Conan in genere si usa per i maschi... » borbottò esausta la karateka.
« Ah già! Avete ragione! Che sbadato che sono... » rispose lui ridacchiando.
« Eheh... » La karateka smorzò una risata.
« Allora tu chi sei ? » Chiese Okita rivolgendosi per l'ennesima volta ad Haibara.
La scienziata usufruì di tutto il suo autocontrollo e pronunciò impettita: « Si da il caso che questa è casa mia, e qui l'estraneo sei tu. Non dovresti dunque presentarti prima tu? »
« Oh come siamo scortesi... Mi chiamo Hajime Okita, e sono un grande amico di Ran... »
La conosceva da mezza giornata e si riteneva un grande amico, se non qualcosa di più!?
La scienziata incominciava ad odiarlo più di quanto avesse mai potuto Conan.
« Driiiiiin » il campanello interruppe il momento.

« Vado io, dovrebbero essere Conan e Hattori » proclamó la karateka.
E infatti così fu. I due detective entrarono in casa interrompendo la conversazione da poco iniziata per sedersi su, quel comodo e decisamente sovrappopolato, divano.
« Ci conosciamo? » Conan guardò truce Okita.
« Direi di no. Piacere, sono Hajime Okita. Il tuo futuro cognato. » finì lui beffardo mentre Conan si tratteneva a stento di commettere un delitto.
« Piacere Conan Edogawa. Non sarò mai niente per te e tu non sarai mai niente per me, intesi? » proclamò aspro mentre prendeva per un braccio Ai.
« Questa invece è Ai Haibara, la mia ragazza. » proclamó fiero mentre Ran sbiancava.
« Ah... A quanto vedo gli scorbutici si attraggono... » commentò sprezzante osservandoli con superiorità.
« Conan dici sul serio? » la karateka era rimasta di sasso. Invece, Kazuha sfoderava in sorriso a trentadue denti che stava a significare " Io l'ho sempre saputo" ed Heji si tratteneva a stento di scoppiare a ridere.
Il ragazzo del Kansai sbuffò: non aveva voglia di vedere quella specie di soap opera creatasi in quel soggiorno.
Infatti ben presto smise di seguire il continuo scambio di battute tra Conan e Okita e lasciò vagare la mente libera tra i pensieri.
"Chissà se Gin e Vodka abbiano già preso l'auto..."
Senza pensarci due volte, il detective dell'Ovest sfilò gli occhiali a Conan e se li mise, per accertarsi della situazione.
Guardò i grafici: « Uffa non si sono mossi... » borbottó seccato. Cosa stavano facendo per metterci così tanto tempo!?
« Hattori! » Un liceale si era appena avventato sul Detective dell'Ovest, recuperando in un millisecondo gli occhiali perduti.
« Che fratello antipatico che hai Ran... » borbottò Okita incrociando le braccia.
Ran trasalì: Conan antipatico? Forse un po' saputello, ma sicuramente non antipatico. « Mio fratello non è antipatico, anzi è anche molto gentile e premuroso! » sbottò la karateka,rendendosi conto solo successivamente dell'infantilità della frase appena detta.

« Sentite, che ne dite se andiamo tutti a mangiare da Kogoro? » Kazuha s'intromise non appena si accorse che se continuavano così sarebbe scoppiata una rissa.
« Ottima idea, almeno conosci mio padre... » proclamò Ran rivolgendosi ad Okita.
« Speriamo che sia più simpatico del figlio... » borbottò lui.
« Non sono figlio di Kogoro. Non l'hai notato che Ran si chiama Mouri e io Edogawa? » precisò il detective dell'Est seccato e stufo.
« Oh scusa... Come siamo permalosi... »
« Avantì Ran, andiamo » continuò allungando il braccio verso la karateka toccando, a giudicare dall'improvviso mutamento di colore della ragazza, il posteriore della suddetta.
A quel punto Conan, rosso di rabbia, non riuscì più a trattenersi e tiró un pugno in faccia ad Okita.
Questo si riversò sul divano emettendo qualche mugolio  di disapprovazione. Accanto a lui Conan e Ai sorridevano compiaciuti, mentre Ran preoccupata cercava qualche medicinale per alleviare il dolore.
« Cosa gli  hai fatto, Conan!?  » chiese lei arrabbiata.
« Gli ho dato quello che si meritava...» borbottò lui con ancora i pugni stretti.
« Dovrebbe ritornare pimpante tra qualche minuto... Intanto godiamoci il momento... » proclamò la scienziata, mentre si accomodava sul divano accanto ad Okita con nonchalance.

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^



Buondì!
Che si dice?
Ecco a voi il settimo capitolo !
( ancora non ci credo di essere vicina ai capitoli con le due cifre... )
Non sono completamente soddisfatta del risultato, ma ho cercato di migliorarlo e renderlo il più scorrevole possibile. Io ho fatto del mio meglio, ( Possibile che mi trovo sempre così in difficoltà con i capitoli un po' più complessi?? )

Vabbè ritornando a noi, vorrei farvi presente che in realtà ho spezzato il capitolo sette in due parti...
Comunque è abbastanza lungo come capitolo,no ?
Dico così perché scrivendo dal telefono non me ne rendo conto più di tanto ^_^
Parlando della trama...
Si vede "la fuga" dal punto di vista di Ran,il Tonno del Kansai che dimostra le sue doti di orientamento e poi l'auto di Gin e Vodka...mh chissà cosa staranno facendo...
E per finire Conan e Ai che "fanno amicizia" con Okita... Ma quanto è odioso quello lì!?
La storia prosegue lenta come una lumaca, ma costante ( in fondo neanche l'anime originale è proprio riassuntivo, no? )
Vorrei comunicarvi che questo capitolo era già pronto da qualche giorno, solamente che ho avuto problemi con il bluetooth che hanno rimandato la data di pubblicazione fino ad oggi.

Ringrazio stef23 , _fantasie_ , martini02 , virginiella4869 , shinichi e ran amore , WinnerFrozen e BlackLapis per aver recensito il precedente capitolo;
(Ancora) _fantasie_ , Starmystar , vanessa_1999 , sarocchia , Youaremysmile03 , Shelly_Naocrijo e conan99 che hanno messo la mia storia tra le seguite;
Bianca76 e sarocchia per averla messa tra le ricordate;
E infine MelodySong 99, (ancora) Youaremysmile03 , (ancora) BlackLapis e (ancora) WinnerFrozen per averla messa tra le preferite!

Grazie anche a chi legge soltanto!
Spero di non avervi deluso con questo capitolo, ma in ogni caso fatemelo sapere nelle recensioni. (^_-)

Saluti
Fogli






Inviato da  Saturno
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Fogli