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Autore: darkrin    25/08/2015    1 recensioni
1. Quando l’Olimpo cade e gli dei si spengono come stelle e il mondo finisce, Jason muore – o forse l’Olimpo cade, il mondo finisce, gli dei si spengono come stelle perché Jason muore.
Una mattina, Piper scopre di non essere l'unica ad essere sopravvissuta.
2. Piper è contenta e tira un sospiro di sollievo, quando Eracle se ne va, sbattendo la porta e imprecando e insultando suo padre e tutti i figli di troia che ha sparso per il mondo. [...] Ora sarà tutto diverso, non ci sarà più nessuno a fermarla per le scale e a farla indietreggiare fino a sbattere contro il muro.
3. Eracle l’aveva avvicinata perché era bellissima e perché Jason – Jason, il ragazzo perfetto, il figlio ideale; Jason che era disposto a fare qualsiasi cosa per Hera - era pazzo di lei e assolutamente incapace di dimostrarlo e questo la rendeva ancor più attraente, ai suoi occhi. (Eracle/Piper/Jason)
(Eracle/Piper | angst!fest | Ex: Regret is deeper than the sea / But love is longer than the way, ora una raccolta discontinua. Titolo tratto da un verso di Neruda | Il secondo capitolo partecipa alla #PjShipWeekItalia indetta dalla community campmezzosangue)
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Piper McLean
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: - Scritta per la Week VIII FREE THREESOME WEEK/OT3 WEEK della #PjSHipWeekItalia indetta dalla community campmezzosangue su Fb.
- I BLAME kuma_cla che mi istiga a fare cose.
- Il verso che cita Piper è sempre un verso di Neruda (che dà anche il titolo alla raccolta). La poesia intera potete trovarla qui.
- WARNING: il linguaggio è adattato al punto di vista dei vari personaggi. Ergo in alcuni punti è particolarmente crudo/volgare e ci sono riferimenti ad atti sessuali non descritti. Siete avvisati. modern!AU seguito del capitolo precedente di questa raccolta. Per contestualizzarla meglio consiglio di leggere la prima parte. 
- NO BETA quindi segnalatemi qualsiasi svista/errore/blabla.
- Spero di non essere andata OOC. ;__; 


Foglie d’autunno: dietro le quinte
 
 
 
Eracle l’aveva avvicinata perché era bellissima e perché Jason – Jason, il ragazzo perfetto, il figlio ideale; Jason che era disposto a fare qualsiasi cosa per Hera - era pazzo di lei e assolutamente incapace di dimostrarlo e questo la rendeva ancor più attraente, ai suoi occhi.
Non sarebbe stato divertentissimo? Guardarli mentre si giravano intorno come sciocchi animali in amore e sapere che era sul suo uccello che Piper veniva ogni volta; era il suo nome che gemeva tra le mura di una casa che somigliava più ad uno scantinato. Non era divertentissimo sapere che Jason immaginava di regalarle fiori e invitarla a innumerevoli appuntamenti e darle tutto quello che una ragazza come lei meriterebbe –immagina la faccia e il tono di Jason e la ruga che gli si forma tra gli occhi, quando diventa serio – e che a lui non è servito nulla di tutto ciò? Che Piper, che Jason immagina come chissà quale principessa, non ha richiesto nulla di tutto ciò?
Non sarebbe divertentissimo vedere la faccia che farebbe Jason, se lo sapesse?
 
 
 
Nei libri o nei film, c’è un momento d’illuminazione, un momento in cui il mondo si ferma e il protagonista si rende conto di essersi innamorato della sua migliore amica quella volta in cui l’ha vista, con i capelli legati in due treccine e il grembiule rosa inzaccherato di fango ,o quella volta in cui lei se n’è andata, sbattendogli la porta in faccia, con il volto rigato di lacrime e privo di trucco e lui l’ha trovata comunque bellissima.
Jason può assicurare chiunque glielo chieda, che, nella sua vita, non c’è mai stato nessun momento del genere. Non ha idea di quando si sia innamorato di Piper – e forse è più una questione di quando l’ha realizzato.
(Se glielo chiedessero, direbbe anche che è piuttosto superficiale realizzare di amare qualcuno solo perché è bellissima e sì, Piper è sempre splendida, anche quando piange o fa le smorfie perché ha mangiato troppo piccante e le sta andando a fuoco la lingua, ma cosa c’entra?)
Piper, con i suoi sorrisi e i suoi capelli spettinati, ha sempre fatto parte della sua vita e Jason non vorrebbe altro che trovare il coraggio di chiederle di esserci ancora e di più e… Ma se Piper non volesse lo stesso? Se per Piper quei sorrisi avessero lo stesso valore di quelli che rivolge a Leo o ad Annabeth? O, peggio se valessero ancora meno? E Piper non avrebbe dovuto farglielo capire in qualche modo, mandargli qualche segnale femminile, se fosse stata interessata a lui?
 
 
 
- Perché non mandi Jason a dirmi la stessa cosa? È sempre disposto a portare avanti le tue missioni, no? – ringhia, sbattendo giù la cornetta del telefono.
Piper sobbalza e si chiede se Eracle abbia comprato un modello così antiquato solo per poter rendere tutti partecipi dei suoi scoppi d’ira. Per ricordare a tutti l’esistenza di tutta quella rabbia che sembra possederlo e non abbandonarlo mai e da cui, a volte, teme di finire ingoiata, teme di esserlo già stata.
- Perdonami, tesoro. Lo sai come sa essere mia madre…  –
Quando l’uomo si volta a guardarla, ha di nuovo le labbra piegate in quel ghigno oscuro che le rivolge ogni volta che la vede.
(C’era una volta una poesia che una Piper bambina aveva imparato a memoria perché era la preferita di suo padre. Quando gliel’aveva recitata, con le manine strette davanti al petto, la testa alta e la schiena dritta, suo padre era scoppiato a piangere e l’aveva abbracciata e Piper si era ingiunta di dimenticarla.
Nella memoria le era rimasto solo il frammento di un verso: come si amano certe cose oscure.
Certe cose oscure. Come si amano. Ora che Eracle la guarda e la stringe e le bacia la pelle nuda della pancia, se lo rigira nella mente, fino a quando non ne resta solo una collana di parole prive di senso. Come si amano. Oscure. Certe cose.)
- Jason non verrà davvero, vero? – gli domanda, con un sospiro spezzato, quando le dita dell’uomo corrono a slacciarle i pantaloni.
L’uomo esala una risata.
- Certo che no. -
 
 
 
Quando il campanello suona, Piper gli si stacca di dosso con uno squittio terrorizzato e tenta di ricomporsi, di rinfilarsi la canottiera e sistemarsi i capelli e i pantaloni, dove sono finiti i suoi pantaloni? Eracle si limita a risistemarsi nei boxer – e, maledizione, era così vicino, non poteva tardare altri dieci minuti? – e aprire la porta con uno strattone.
Sulla soglia, Jason ha ancora la mano alzata per suonare il campanello e un’espressione scocciata sul volto. E, oh, è così divertente, vedere il volto del suo fratellastro piegarsi in una smorfia di sorpresa e poi di orrore nel vedere Piper, in piedi alle sue spalle, con indosso solo una maglietta stropicciata e un paio di slip.
Eracle la sente esalare un singhiozzo e immagina che sia arrossita fino alle radici dei capelli scuri – come la prima volta che l’ha costretta a sedersi sulla sua faccia e non sa dire quale esperienza sia stata più piacevole. Immagina che Piper vorrà sparire e morire e gli viene ancor più da ridere.
- Era… - inizia Jason, con un ringhio, ma il fratello lo interrompe.
- Jason – quasi tuba. – Perché non ti unisci a noi? -
   
 
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