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Autore: heitslottie    26/08/2015    5 recensioni
La prima volta che Liam aveva avuto paura della verità di qualcuno, della storia di qualcuno, era stato di un qualcuno di nome Zayn Malik.
Zayn non parla da sei anni, ha tanti segreti ed è intenzionato a mantenerli tutti. Finché un ragazzo all'apparenza normale non cercherà di andare al di là del suo silenzio per ascoltare le parole silenziose celate dietro i suoi gesti.
Liam lo sostiene dall'inizio: Zayn non parla, ma i suoi occhi fanno rumore.
E sono entrambi senza parole. Zayn per scelta, Liam per Zayn.
Louis e Harry sono semplicemente Louis e Harry, belli nella loro semplicità.
Niall è pazzo per qualcuno che non lo merita.
-
Ziam (accenni Larry - Nosh)
5k parole
Dedicata a Rebs.
heitslottie
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Rebs

SENZA PAROLE
Ziam

"Il nemico è la paura.
Si pensa che sia l'odio; ma
è la paura."
(Gandhi)

Le verità sono sempre celate agli occhi degli stolti, agli occhi di chi non vuole leggere dentro le persone per la paura di scoprire qualcosa di oscuro. 
Liam nella sua vita aveva avuto paura di tantissime cose, ma mai della verità. Aveva paura del buio, dei temporali, delle altezze, della morte. Ma non aveva mai sentito terrore per le storie degli altri, non aveva mai provato timore quando i suoi amici, i pochi che aveva, gli avevano rivelato i loro segreti più oscuri. Non si era mai tirato indietro quando aveva dovuto aiutare uno di loro in qualche affare non del tutto pulito. Semplicemente non erano cose che lo spaventavano, anche se forse avrebbero dovuto. 
Non ci sono molti esempi che io possa fare, perché Liam non ha mai avuto così tanti amici. Niall, Harry e Louis. Gli unici che c'erano davvero sempre stati. Non aveva avuto paura quando Louis gli aveva confessato che a volte per arrotondare i conti di fine mese faceva il pusher e spacciava, niente di che, qualche bustina di marijuna con i ragazzi del college o della high school delle cittadine vicine. Non aveva avuto paura quando Niall gli aveva raccontano di suo padre, di tutte le volte che lo aveva picchiato da ragazzino quando aveva confessato di essere gay. Non aveva avuto paura quando Harry era tornato a casa con un labbro spaccato e uno zigomo gonfio; gli aveva confessato di aver avuto una rissa sotto casa dell'ex fidanzato di Louis, un certo Nick Grimshaw. Perché Harry era innamorato di Louis da anni, Liam era l'unico a saperlo e l'unico che avrebbe capito nel vederlo in quelle condizioni.
La prima volta che Liam aveva avuto paura della verità di qualcuno, della storia di qualcuno, era stato di un qualcuno di nome Zayn Malik.
Era successo per caso. Liam, Niall, Harry e Louis avevano un appartamento insieme a Londra, dove si erano trasferiti insieme da un anno circa. Tutti e quattro insieme erano scappati da Bradford, la cittadina inglese dove vivevano che cominciava a essergli un po' stretta. Un po' troppo. 
Quel giorno era il turno di Liam per andare a portare giù il sacco della raccolta differenziata che Harry aveva costretto i ragazzi a fare, così stava uscendo di casa praticamente in pigiama: un paio di pantaloncini da calcio di Louis rubati dal suo cassetto, una canotta nera macchiata sulla schiena e un paio di ciabatte a infradito che aveva trovato davanti alla porta e che non aveva la più pallida idea di chi fossero. Gli stavano un po' grandi, quindi aveva dedotto che fossero di Harry, ma poco importava. In una mano teneva le chiavi di casa in modo da non dover suonare al campanello al ritorno -Louis dormiva e Niall si stava facendo la doccia- mentre nell'altra mano teneva il sacco della spazzatura, della carta. 
Aveva appena chiuso la porta alle sue spalle, quando si scontrò con qualcuno dietro di lui, che evidentemente stava cercando di entrare nel proprio appartamento. Liam aveva saputo da Niall che l'appartamento di fronte al loro, che fino a quel momento era rimasto vuoto, era stato affittato ad un ragazzo dalla pelle scura.
"Me lo ha detto Josh, giù all'ingresso"- aveva detto Niall. E questo spiegava tutto, perché Josh Devine sapeva qualsiasi cosa su qualsiasi persona. Non chiedetemi come ciò sia possibile, è così e basta. 
Liam si girò di scatto borbottando uno "scusa" molto frettoloso, prima che il ragazzo si girasse a sua volta. A Liam per poco  non cadde il sacco della spazzatura dalle mani. Se ad aver affittato l'appartamento di fronte al suo era stato un fottuto modello di Armani allora la cosa non era divertente. Perché il ragazzo in questione era bellissimo, molto più bello di quanto Liam avesse anche solo provato ad immaginare.
Aveva la pelle mulatta, tratti orientali erano leggermente spigolosi, gli occhi un pochino a mandorla erano di un marrone così scuro e profondo da sembrare quasi nero. Ci mancava poco che il colore si confodesse con la pupilla, rendendolo più enigmatico di quanto i suoi tratti non lo fossero già. Non era altissimo, e nemmeno muscoloso, ma Liam ne fu affascinato nel giro di un istante. Non credeva neanche che fosse possibile.
Si riscosse, e allungò una mano, titubante e allo stesso tempo sicuro di sè. -"Tu devi essere il nuovo vicino. Io sono Liam, per qualsiasi cosa la nostra porta è sempre aperta."
Zayn sorrise, arrossì leggermente, e gli strinse la mano. Ma non disse nulla.
Liam si accigliò. -"Come ti chiami?"- chiese, improvvisamente a disagio, perché forse si aspettava che il ragazzo in questione avesse compreso da solo la domanda sott'intesa.
Da quella domanda cominciò tutto, e semplicemente perché Zayn non aveva una risposta. O forse ce l'aveva ma non era capace di dirla, o coraggioso abbastanza. Erano sei anni che non era coraggioso quanto la vita necessitava.
Così non rispose, ritrasse la mano, perse il sorriso, ed entrò in casa senza guardarlo una volta ancora. E Liam rimase lì, fermo a fissare la porta, chiedendosi cosa avesse detto di così sbagliato.
Inutile dire che nel giro di due minuti era sceso fino in strada, aveva messo il sacco nel giusto bidone ed era rientrato in casa sbattendosi la porta alle spalle, alla ricerca di informazioni.
Niall era proprio ciò che cercava, e una volta entrato fu felice di vederlo in cucina seduto al tavolo con il telefono in mano e un vasetto di yogurt davanti, con ancora i capelli bagnati e l'accappatoio blu sul corpo. Alzò lo sguardo quando sentì la porta sbattere per l'entrata di Liam e -"Tutto a posto?"- chiese.
Liam annuì e andò nella sua direzione, sedendosi al tavolo proprio di fronte a lui. -"Ti ricordi che mi avevi detto che l'appartamento di fronte era stato affittato?"- chiese.
Niall bloccò il telefono e lo poggiò sul tavolo, cominciando a mangiare lo yogurt e ascoltando ciò che Liam aveva da dirgli. -"Sì, perché?"
"Ci siamo scontrati adesso in corridoio, ci siamo stretti la mano ma non ha voluto dirmi il suo nome."- spiegò Liam. Una singola frase e una decina di domande sott'intese. Niall, purtroppo, le colse tutte.
Impallidì. -"Josh mi uccide se sa che te lo racconto."
Josh era un testa di cazzo. Liam non l'aveva mai sopportato, soprattutto da quando se la faceva con Niall e il biondo aveva cominciato a perdere la testa per lui troppo in fretta. E sapendo la nomina di cazzone che Josh si era fatto nel corso del tempo non era stato troppo entusiasta quando i due avevano cominciato a frequentarsi.
"E ora invece mi dici tutto, perché mi vuoi tanto bene e io voglio sapere."- sorrise Liam, sicuro che Niall avrebbe annuito.
E infatti fu quello che fece. -"Si chiama Zayn Malik. Era un artista di strada fino all'anno scorso, poi una strana galleria d'arte di cui non ricordo il nome è rimasta colpita dalle sue opere e gli ha offerto un contratto di lavoro qui a Londra. Quindi è un artista a tempo pieno."- cominciò a spiegare -"Ma non parla."
Liam sgranò gli occhi, sicuro di aver capito male. -"Eh?"
Niall annuì. -"Sì insomma, da quanto dice Josh sono anni che Zayn non spiccica parola, nessuno sa perché. Secondo Josh è una trovata pubblicitaria per fare più successo, ma non saprei."
Non spiccica parola. Strano. Doveva esserci qualcosa sotto, per forza. Stava pensando a come avvicinarsi di nuovo a lui senza sembrare un completo coglione - o uno stalker, il che sarebbe anche peggio - quando Niall interruppe il flusso dei suoi pensieri. -"So che è bello, ma se fossi in te lascerei stare."
"E perché?"- chiese Liam.
Niall fece spallucce. -"Dai Lì, che tipo è uno che non parla di sua spontanea volontà? Insomma, sarà matto o qualcosa del genere. Tutti gli artisti lo sono, a dire il vero."
Ma Liam non si fece condizionare, di una cosa era certo: non aveva paura di scoprire la storia di Zayn Malik. Ciò che lo aveva portato a non parlare più, a chiudersi a riccio con le spine rivolte verso chiunque che non fosse se stesso.

-
Liam si era preso tutto il tempo che gli era sembrato necessario, anche se in fondo non aveva capito cosa fosse in grado di spingerlo a tanto.  Non era mai stato quel genere di persona, mai. Eppure qualcosa dentro di lui sembrava esser cambiato, e non riusciva a spiegarsi come. Anche se forse si era fatto un idea del perché.
Zayn, dal canto suo, non faceva altro che disegnare, dipingere. Era il suo unico modo di scappare dalla realtà, il suo unico modo di parlare senza aver bisogno di parole. Perché per lui l'arte era come parlare, un modo diverso di esprimersi ma comunque ed altrettanto efficace; dietro ogni suo quadro o disegno c'erano milioni di parole nascoste che, almeno così sognava, un giorno qualcuno avrebbe trovato, letto, e compreso.
L'episodio con Liam non l'aveva sconvolto, anzi, non lo aveva nemmeno scalfito. A volte si ritrovava a pensarci nei momenti di noia, ma non vi dava molto peso. Erano sei lunghi anni che non parlava, lui stesso si era quasi dimenticato il suono della sua voce, e si era ormai abituato alla reazione di chi, non conoscendolo, rimaneva di sasso quando non rispondeva alle loro domande innocenti. 
Se quell'episodio non l'aveva colpito, ce ne fu un'altro che invece avrebbe lasciato in lui un segno profondo. Molto profondo. Liam aveva preparato tutto nei minimi dettagli assicurandosi che Zayn fosse in casa -dalla strada le finestre erano aperte e si vedeva che la televisione di quell che doveva essere la cucina era accesa- e preparando con cura la lettera che aveva scritto. Niente di poetico, ma abbastanza per farlo arrossire al pensiero e a farlo sentire uno scemo.
Ma in fondo scrivere, almeno in quella situazione, sarebbe stato molto più facile di parlare.
Zayn era passato per caso davanti all'ingresso mentre correva in salone per svuotare e riempire il bicchiere dei pennelli, la cui acqua era diventata completamente blu a causa degli acrilici che stava usando per il suo nuovo quadro, un mare in tempesta. Era passato e aveva notato una busta bianca -quella che gli avrebbe decismente cambiato la vita ma che ancora non lo sapeva- sul parquè dell'ingresso. Era corso in cucina, aveva letteralmente abbandonato il bicchiere sul tavolo ed era nuovamente corso all'ingresso dove aveva preso delicatamente la busta tra le mani.
Liam. Così c'era scritto sul retro, con una grafia pulita ed ordinata. 
Tremò, senza ragione, e lesse.

Sarebbe inutile dirti che ora non so chi sei. So che ti chiami Zayn, che sei un artista, e che non parli. E forse qualcuno crede che questo è tutto ciò che serve sapere su di te, ma non è ciò che penso io. 
Non giro intorno alle cose, le dico così come stanno: ho voglia di uscire con te. Conoscerti. E se non vuoi parlare per rendere ciò realtà mi andrà bene, ascolterò il silenzio e leggerò i tuoi gesti. O io potrei parlare per entrambi.
Ci vediamo al cancello dell'ingresso, alle quattro. Spero che verrai, altrimenti dovrò raccontare tutte le storie che mi sono preparato al vento e, benché sia di buona compagnia, devo dire che non ne ho davvero voglia.
A tra poco, spero.
Liam x


Zayn aveva sorriso come un completo idiota. Erano anni che non usciva con qualcuno, anni in cui nessuno si era preso la briga di andare al di là del suo silenzio. E benché avesse paura, ora che stava accadendo, non poteva perdersi un'occasione simile. Corse in bagno, si tolse i vestiti da lavoro sporchi di vernice e si sciacquò le braccia dagli schizzi di colore, senza curarsi davvero di toglierli tutti. Poi si vestì in fretta con dei jeans stretti e una camicia a quadri. Spruzzò il profumo e, sorridendo, corse giù per le scale.
Liam era già lì, con mezz'ora di anticipo, con un sorriso luminoso che faceva invidia alle pubblicità dei dentisti.
Zayn alzò la mano, la scosse e mimò con le labbra un "ciao".
Liam sorrise ancora più ampiamente. -"Sei arrivato."- affermò.
Quello sarebbe stato l'inizio di qualcosa di grande.

-
Liam e Zayn si vedevano da un mese. Si sentivano l'uno parte dell'altro, anche se non era ancora successo niente. E se Liam all'inizio aveva creduto che sarebbe riuscito a far parlare Zayn ora si era ricreduto: in quel mese il moro non aveva aperto bocca, dalle sue labbra non era uscita una singola sillaba. Ma Liam si era lo stesso perso in lui: aveva imparato a riconoscerne e ad amarne ogni piccolo gesto, e i suoi sguardi non avevano seriamente bisogno di parole. 
La loro prima uscita era stata strana, ma bella. Avevano fatto un giro sul London Eye perché Liam aveva un amico che vi lavorava, che gli aveva fatto superare la fila e non gli aveva nemmeno fatto pagare il biglietto. Per tutta la durata del giro Liam non aveva fatto altro che parlare, parlare e parlare. Aveva raccontato a Zayn di ognuno dei ragazzi: della gioia perenne di Niall, della fissa per il calcio di Louis e dell'amore per gli stivaletti di Harry. Gli aveva confessato quanto odiasse Josh Devine, gli aveva detto che era certo che un giorno Louis e Harry sarebbero finiti insieme. Gli aveva anche raccontato di sua sorella Ruth e della sua infanzia a Bradford, prima che la cittadina cominciasse a stufarlo e ad andargli stretta. 
Zayn aveva ascoltato ogni singola parola, senza perdersi nessuna lettera, nessuna sillaba. Accumulando informazioni sulla vita di Liam, facendo caso a come arricciasse le sopracciglia ogni qual volta parlava di qualcosa che lo turbava, o di come sorridesse ogni qual volta il nome di uno dei suoi quattro migliori amici gli usciva fuori dalle labbra.
Non c'era stato nemmeno un attimo di silenzio, e una volta a casa Zayn aveva avuto tanto da pensare. Tanto che alla fine gli aveva preso in mano il telefono-perché sì, Liam aveva preteso di avere il suo numero e viceversa- e gli aveva inviato un messaggio di poche parole.
Grazie per oggi. Domani vieni a vedere un film?
La risposta non si era fatta attendere.
Grazie a te, ma il film lo scelgo io.
Così era iniziata, e sia Liam sia Zayn dubitavano che sarebbe mai finita.

Liam era davanti allo specchio della sua camera, incapace di vedersi bello. Quella sera, tra neanche mezz'ora in realtà, sarebbe iniziato un evento nella Galleria d'Arte di Londra, in cui sarebbero stati esposti i quadri di Zayn. Lo aveva invitato e lui aveva promesso che ci sarebbe stato, anche se non si sentiva a suo agio nello sfarzo. E poi lo smoking che indossava gli stava decisamente male, lo rendeva grosso e quasi ridicolo.
Stava per spogliarsi e per indossare un paio di maledetti skinny jeans quando dalla porta, ovviamente senza bussare, era entrato Harry. Un Harry che nel guardarlo aveva sgranato gli occhi, prima di sedersi sul letto e di sorridere. -"Zayn potrebbe perfino bestemmiare dopo averti visto. Sei uno schianto"- disse -"ma faresti meglio ad andare, Niall è da Josh e Louis è completamente fatto. Meglio che non rimani a casa stasera."
Liam sbuffò. A Louis era presa così già da un po'. La preoccupazione gli si fece largo nell'anima tanto che smise di pensare a quel che stava indossando. -"Di nuovo? Resti tu con lui?"
Harry annuì. -"E' ancora in grado di intendere e di volere, ma ne sta rollando un'altra. Appena andrai via comincierò a litigarci e gliela butterò nella tazza del water."
"Harry, digli che lo ami."- disse Liam, noncurante delle conseguenze -"Perché so che la cosa è reciproca e che le canne gli servono solo a pensare di non volerti. Quando anche lui sa che è impossibile."
A quelle parole, Harry sgranò gli occhi. -"Come posso amarlo se non siamo mai stati insieme? E tu come sai che lui prova qualcosa per me?"
Liam sorrise, un sorriso amaro ma del tutto sincero. -"Vi conosco da quando abbiamo sei anni. Il modo in cui vi guardate, in cui respirate perfino, tutto combacia. Quando siete in presenza dell'altro tutto cambia. Io e Niall spesso ci sentiamo di troppo. E' così e basta, smettila di porti domande e quando sarò uscito dalla porta bacialo come hai desiderato farlo negli ultimi dieci anni."
Harry abbassò lo sguardo e non disse nulla, semplicemente perché non aveva nessun commento da fare. Ma Liam aveva ragione, come sempre.
Finì di aiutarlo a prepararsi, ma gli tolse la cravatta perché gli stava decisamente male. Tanto era elegante lo stesso con i pantaloni e la giacca completamente neri e la camicia bianca. 
Mezz'ora dopo Liam era all'entrata della Galleria d'Arte e Louis e Harry erano stati spinti in un angolino della sua mente, tutto il resto dello spazio era destinato a Zayn. Lo vide immediatamente, forse perché non era lontano dall'ingresso. Era davanti il primo dei suoi quadri, con il sorriso rivolto a tutti coloro che si avvicinavano per ammirare le sue opere. Si fermò a guardarlo per un po', giusto il tempo necessario per notare come stringesse la mano completamente a suo agio a tutti gli uomini e a tutte le donne vestiti elegantemente che si avvicinavano per congratularsi con lui degli splendidi lavori.
Ma benché quel posto fosse pieno zeppo di opere d'arte, Liam non riuscì a impedirsi di pensare che la più bella di tutte fosse proprio Zayn.
Perché era bellissimo nei suoi vestiti semplici, l'unico in quello sfarzo ad essersi vestito in modo semplice. Come un vero artista, che si distingue dalla massa solo e solamente per ciò che è e per ciò che crea. E Liam lo ammirava per questo.
Si avvicinò a lui con le mani nelle tasche dei pantaloni, si mise davanti al quadro e prese a guardarlo fingendo di non aver notato il suo artefice, che invece lo scrutava con un misto di curiosità e di non so cosa. Anche Zayn non riuscì a non notare la bellezza di Liam, semplicemente perché era impossibile non farlo. Così come era impossibile per lui non sentire il suo cuore che accellerava. Bum, bum. Bum, bum. Palpiti quasi dolorosi contro il suo petto, che gli ricordavano in ogni istante chi fosse colui che, da un mese a quella parte, aveva rapito il suo cuore.
Se ne era accorto all'improvviso, e non riusciva a negarlo a Liam tanto quanto non riusciva a negarlo a sé stesso.
"Ci sono momenti in cui mi chiedo se esisti davvero o se sei solo frutto della mia immaginazione."- sospirò Liam, continuando a guardare il dipinto.
Zayn non aveva mai voluto che guardasse le sue opere, e ora che poteva farlo aveva deciso che si sarebbe preso tutto il tempo necessario. Il quadro era bellissimo: la fiamma di un fuoco ardeva su uno sfondo nero, avvolta da un'onda di acqua cristallina. I colori erano così vividi che Liam era quasi sicuro che, se avesse allungato la mano, sarebbe stato in grado di percepire il calore del fuoco e il freddo bagnato dell'acqua.
Poi i suoi occhi caddero su Zayn, che lo guardava interrogativo, e la bellezza del quadro scomparve dalla sua mente, completamente offuscata dalla bellezza di Zayn.
Rispose alla sua domanda non pronunciata, com'era giusto che fosse. -"E' che sei tu a non parlare, eppure la tua bellezza e i tuoi occhi, tanto quanto i tuoi silenzi, sono me a lasciare senza parole."
E se questa non è una dichiarazione ditemi voi cos'è. Il cuore di Zayn perse un battito, fece un solo bum contro il suo petto. Quello di Liam si fermò, in attesa di una reazione che non fosse un silenzio. Anche se ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Zayn prese in mano la situazione senza sapere cosa fosse a spingerlo a tanto, lui che negli ultimi anni si era rintanato nel suo silenzio e non aveva aperto il suo cuore a nessuno. Si avvicinò con un paio di piccoli passi, prese la sua mano nella propria e cominciò a correre. Liam lo seguì ridendo, anche se un tantino confuso. Ci vollero pochi istanti per raggiungere il quadro che Zayn voleva che Liam vedesse. Lo aveva appositamente fatto esporre in un angolo della Galleria, più o meno nascosto agli occhi di tutti, per fare in modo che potessero vederlo loro soltato e qualche malcapitato interessato che sarebbe così diventato spettatore inconsapevole dei loro sentimenti.
Zayn non gli lasciò la mano, mentre Liam guardava il quadro. Semplicemente si concentrò sulle espressioni del suo viso, arrossendo, per leggervi qualcosa che lo aiutasse a sentirsi più tranquillo.
"Sei straordinario"- mormorò Liam.
Il quadro era bellissimo. Forse perché Liam poteva leggerne la storia celata sotto, ma poco importa del perchè. Ritraeva una cabina del London Eye, con lo sfondo di Londra in bianco e nero. Un ragazzo era affacciato al vetro e guardava il panorama, un altro lo ammirava come si fa con un'opera d'arte. E anche se nel dipinto non erano loro due, Liam sapeva che nel disegnarlo Zayn aveva pensato a loro, non poteva essere altrimenti. Il loro primo appuntamento.
Prima che Liam potesse dire o fare qualunque cosa, Zayn indicò la targhetta sotto il quadro, intimandogli di leggerla. Liam si avvicinò, in punta di piedi, e lesse. 

Senza parole, Zayn Malik.
50x100, olio su tela.
"Ho dipinto questo quadro pensando a come la visione del mondo possa essere doppia. Uno ammira il panorma, uno ammira l'altro. E mentirei se non dicessi a tutti che in questo quadro ormai c'è parte di me. Liam, qui c'è anche parte di te. O almeno spero."

Un secondo dopo aver terminato di leggere, le labbra di Liam erano sulle labbra di Zayn. Si era laciato su di esse con velocità, con necessità, spingendolo e poggiandolo al muro con forza ma allo stesso tempo con delicatezza. E non poteva credere di aver aspettato un mese prima di prendere coraggio.
Rimasero in quella posizione per un po', ad occhi chiusi, schiacciati uno sull'altro, in una vana attesa di sentire i loro cuori diminuire l'intensità dei loro battiti. Bum, bum, bum, bum. Labbra su labbra, immobili. Statici. Le mani di Liam poggiate al muro a chiudere il moro, per paura di fare qualcosa di sbagliato, le mani di Zayn intorno al collo di Liam, a spingerselo vicino ogni secondo di più.
Poi, nello stesso istante e come nel più perfetto dei cliché, approfondirono il bacio. Non fu niente di spinto e allo stesso tempo non fu niente di casto, fu qualcosa di loro.
Andarono avanti per minuti, per ore, noncuranti di poter essere visti, noncuranti di niente che non fossero le loro labbra unite nel bacio più bello che avessero mai dato.

-
Appena aprì gli occhi, la mattina dopo, Liam sorrise. Ricordò il momento, le loro labbra, il bacio, e il sorriso che si erano scambiati un secondo dopo. 
Si alzò in fretta dopo aver lanciato un'occhiata all'orologio sul muro e aver visto che erano le dieci. Doveva andare da Zayn. Uscì dalla camera con indosso solo i pantaloncini da calcio con cui dormiva, intenzionato ad uscire di casa conciato così, in quell'esatto istante, per andare da Zayn. Andava così di fretta che nemmeno si accorse di Harry, fuori dalla cucina, che lo guardava con un sorriso da ebete sul volto. Nudo.
"Come è andata ieri? Stai uscendo in pigiama, quindi deduco bene."- disse, quasi spaventandolo.
Liam si girò a guardarlo e scoppiò a ridere nel vederlo nudo, con i ricci sparati in cento direzioni diverse e le guance arrossate. -"Tu invece hai il soito viso post sesso. Come è andata con Louis?"
Il suo sorriso si fece ancora più ampio. -"Diciamo solo che il culo mi farà male per le prossime due settimane e che probabilmente camminerò come un'oca per i prossimi giorni. Ma fidati, ne è valsa la pena."
Liam rise sul serio, e pensò che non ci sarebbe stata mattina più bella di quella per parecchio tempo. E aveva ragione, eccome se aveva ragione.
Uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle. Zayn teneva la chiave sotto lo zerbino così prese quella ed evitò di suonare al campanello, perché era probabile che il moro dormisse ancora. 
Casa era avvolta nel silenzio, non c'erano luci accese e l'unica luce disponibile era quella che proveniva dalle finestre lasciate aperte quella notte. Liam camminò in punta di piedi, evitando di fare rumore,  stava per aprire la porta della camera di Zayn alla sua destra quando, dal salone che era visibile alla fine del corridoio, qualcosa catturò la sua attenzione. Sul tavolo, sgombro di qualunque cosa eccetto quella, c'era un diario di pelle. E come biasimare Liam, se decise di andare in quella direzione? In fondo si stava innamorando di un ragazzo di cui conosceva solo il nome e la passione più grande, che non gli aveva mai rivelato niente perché semplicemente sembrava impossibilitato a farlo.
Camminò velocemente verso il salone, prese il diario di pelle tra le mani e lo aprì. 
La prima pagina che gli capitò davanti aveva la data del loro primo appuntamento, lesse.

Liam è qualcosa che non capisco. Come si può essere interessati a qualcuno che sai non ti dirà niente sul suo passato? Come si può desiderare di uscire con me? Non credo che sarò mai in grado di capirlo, ma lui mi affascina. Forse solo perché non ho mai conosciuto qualcuno come lui. Posso sentire che ha qualcosa di profondo, glielo leggo nei gesti che fa con le mani quando parla, negli occhi scuri che sono curiosi di tutto: scrutano ogni cosa come se potesse andarne della sua vita, me compreso.

La pagina finiva così. Liam andò avanti, avido di informazioni.

L'ultima volta che qualcuno come Liam mi ha parlato è stato sei anni fa, quando anche io parlavo ancora. Liam è come Juls, me la ricorda così bene. Hanno lo stesso modo di parlare, di arrabbiarsi, perfino di ridere, e credo che mi sto innamorando di questo. Mi sto innamorando di lui.
Posso dirlo con certezza, perché benché sia passato così poco sento che qualcosa ci lega, sento che siamo fatti per esserci l'uno per l'altro. 
Ora Juls non c'è più, la mia sorellina, ma Liam è qui. Vero come non mai. Reale, caldo, profumato. Quel profumo che solo lui ha e che non vorrei mai smettere di sentire. E forse è tra le sue braccia che vorrei rimanere per sempre. 


Liam sorrise. Zayn si stava innamorando di lui, e chissà se più avanti lo avrebbe confermato. Continuò a leggere, insaziabile. Il cuore batteva forte. La data era quella di ieri, Zayn doveva aver scritto quella pagina prima di andare a dormire.

Dopo oggi, voglio dirgli quello che sento. Non voglio scriverlo, voglio dirlo. Che le mie prime parole dopo anni dalla morte di Juls possano essere quelle? Non lo so, ma sento che...

Un rumore dietro di lui lo fece spaventare. Chiuse il diario, ma ormai era troppo tardi. Si girò di scatto, e Zayn era dietro di lui. In pigiama, con gli occhi assonnati, ma era lì. Lo guardava, guardava le sue mani, il diario, e Liam nel frattempo si sentiva in colpa.
"Scusa, io non.."- la frase gli morì in gola. Non avrebbe detto che non aveva voluto leggere il diario, perché eccome se lo aveva voluto. E Zayn non meritava la sua bugia.
I suoi occhi neri si spostarono verso il suo viso, e catturarono i suoi occhi. Con sommo sollievo, Zayn scosse la testa e Liam non lesse accusa nei suoi occhi. Forse una profonda tristezza, ma non era arrabbiato. Si sentì sollevato. 
"Ho letto l'ultima pagina.."- ammise Liam. Anche lui, quelle parole, voleva sentirle.
Ci furono reazioni contrastanti in entrambi. Liam era in attesa, ma non era né calmo né agitato. Zayn era spaventato, ma allo stesso tempo felice. Felice perché Zayn non era scappato e questo poteva significare solamente una cosa, che i suoi sentimenti erano ricambiati. Anche se non c'era nemmeno bisogno che lo dicesse. Però era spaventato perché, dopo sei anni di diligente silenzio, le parole gli mettevano una paura terribile.
Liam gli si avvicinò, gli prese il viso tra le mani e gli lasciò un bacio a fior di labbra. Zayn chiuse gli occhi e le sue ciglia svolazzarono, per riaprirsi un attimo dopo. -"Sii coraggioso."- gli disse Liam.
Quello bastò. -"Ti amo, Liam."
La voce di Zayn era come oro fuso, o perfino più preziosa. Il cuore di Liam scoppiò di gioia.
"Ti amo, Zayn."

Il resto, mi dispiace, rimarrà segreto. Perché certe cose devono rimanere segrete, testimoni solo dell'amore di due ragazzi che si sono trovati nel silenzio, nella disperazione, nell'arte. Nell'amore.
Non sono autorizzata -né voglio- rovinare tutto ciò con parole futili.
Forse il silenzio basterà. Zayn è d'accordo con me.



-
Non ho davvero molto da dire, tranne che sono fiera di ciò che è venuto fuori. Non è perfetto, ma ne sono soddisfatta. Voi che ne pensate? Ci terrei molto ad avere vostri pareri, quindi scrivetemi tutto nelle recensioni e mi assicurerò di rispondere come si deve!

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Recensite per favore, ci tengo! 
all the love
xx






   
 
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