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Autore: _only_ hope_    26/08/2015    4 recensioni
Greta è morta.
Ovviamente non sta soffrendo perché le era particolarmente affezionata, anzi: ci ha parlato solo poche volte in passato e quasi tutte lei la ha presa in giro o non la ha ascoltata solo
perché aveva due anni in più di lei.

Due bambini, il ricordo di Greta e un orfanotrofio.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Greta è morta.

Ovviamente non sta soffrendo perché le era particolarmente affezionata, anzi: ci ha parlato solo poche volte in passato e quasi tutte lei l'ha presa in giro o non la ha ascoltata solo perché aveva due anni in più di lei.

"Ehi, moscerino, togliti di torno!" le diceva, agitando una mano per scacciarla.

Si è suicidata buttandosi dal terrazzo: Anna, che l'ha vista precipitare, ha detto che non ha neanche urlato, ma sorrideva. Inizialmente si è pensato che qualcuno la avesse spinta, ed è questo che le suore vogliono far credere ai piccoli orfani che ospitano, per prevenire altri episodi simili: sostengono che Satana sia venuto a punirla e a portarla con sé.

"Che cosa stupida." aveva borbottato Antonio, in piedi vicino a lei, e lei aveva ridacchiato, beccandosi un'occhiataccia da Suor Rosa.

Quando la notte ha portato il silenzio, però, ha cominciato a chiedersi il perché del suicidio, visto che Greta diceva di essere felice: amava la musica ad alto volume, le sigarette, la solitudine e la notte. Sorrideva sempre, quando si presentava una di queste situazioni. Inoltre, Greta sapeva farsi rispettare, e nell'orfanotrofio in cui vivono se si riesce a farsi strada con la violenza si riesce a vivere sereni.

Lei, invece, a differenza di Greta è una cosiddetta 'sottomessa', per scelta, perché quando la sua mamma era ancora assieme a lei le diceva sempre che la via migliore per farsi strada è la pace, unita all'ascolto: mentre osserva il Sole sorgere seduta sul prato del suo posto segreto sulla collina, Diana pensa che forse la mamma aveva ragione, visto che lei è ancora viva, mentre Greta non lo è più.

Il rumore delle assi di legno scricchiolanti della recinzione dell'orfanotrofio che si alzano la distolgono dai suoi pensieri: la bambina si mette sull'attenti, timorosa che qualcuno abbia scoperto dove si rifugia la mattina presto, ma poi sente i passi famigliari di un suo coetaneo avvicinarsi e si rilassa.

"Fai piano!" sussurra, ammonendolo.

"Scusa." borbotta lui in risposta, sedendosi alla sua destra.

"Scuse accettate. Che ci fai sveglio?" continua lei, stupita: Marco non è mai stato un tipo mattiniero, ricorda che i primi tempi nessuno faceva caso a lui, visto che dormiva quasi sempre.

"Ehi, moscerino, chi è quello? È nuovo?" le aveva chiesto Greta, dopo averle dato un pugno su una spalla per attirare la sua attenzione, quando lo aveva notato giocare a calcio in cortile tre mesi dopo il suo arrivo.

Quell'undicenne dalla pelle scura e dal sorriso sincero ama sognare: se si sveglia presto di solito rimane disteso nel letto ad immaginare il giorno in cui suo padre lo raggiungerà. Sogna ancora, nonostante abbia visto sua madre cadere dalla jeep che doveva far attraversare loro il deserto ed essere investita; sogna ancora, nonostante suo cugino sia caduto dal barcone e sia annegato perché non è riuscito ad afferrare la sua mano tesa; sogna ancora, nonostante sia così solo e così lontano dalla sua Nigeria in guerra; sogna ancora, nonostante sia arrivato in un Paese in cui quasi tutti lo emarginano. Sogna ancora, nonostante di lui abbiano cancellato anche il nome.

Che cosa aveva di male "Ibrahim" se lo chiede ancora...

Diana, invece, non sogna più: sa che mamma e papà non torneranno dal Paradiso e che nessuno la adotterà mai. Due anni fa ci hanno provato, ma l'hanno riportata indietro dopo qualche settimana: dicevano che non sorrideva mai e che era scortese; non hanno pensato che forse era solo timida e impaurita. Sì, lei è taciturna; in più ha dieci anni, i capelli rossi e le lentiggini: nessuno la vorrà mai.

Greta invece era bionda, alta, magra, carina e chiacchierona: chissà perché non l'hanno mai portata via dall'orfanotrofio.

"Dovevo andare in bagno e quando sono tornato ho sbirciato nella camerata di voi ragazze e ho visto il tuo letto vuoto. Sapevo che eri qui e sono venuto." le risponde intanto Marco, distogliendola nuovamente da quei pensieri in cui rischia di annegare.

Lui ha già imparato bene la lingua del Paese che ora è il suo ed è simpatico: chissà perché in tre anni che è lì nessuno lo ha adottato.

"Secondo te perché Greta si è buttata dal tetto?" gli chiede invece, esternando finalmente i suoi pensieri: si sente già meglio.

"Era stanca di vivere." ribatte subito Marco, sicuro: deve averci pensato a lungo anche lui. Diana si volta e lo guarda negli occhi:

"E perché mai?!"

"Perché pensava che il Sole non sarebbe sorto mai più."

Lei lo fissa con aria confusa, al che lui continua. "Era triste, pensava di essere sola e che nulla potesse cambiare: insomma, era convinta che fosse sempre notte, che l'alba non sarebbe mai arrivata. Ricordi la foto che le ha scattato Hans il mese scorso? Sembrava così sicura di sé, con la sua inseparabile sigaretta in mano e con lo sguardo da 'qui-comando-io', ma glielo leggi negli occhi che era triste."

"Come?!"

Marco fa spallucce: "Come ti leggo negli occhi che vorresti solo piangere quando gli altri non ti ascoltano o ti lasciano sola. O come quando capisco che sei felice dalla luminosità che emanano."

Diana si porta le ginocchia al petto e ci affonda la testa: il suo migliore amico ha ragione, ha la straordinaria capacità di capire tutti solo guardandoli... deve essere qualcosa che gli ha insegnato la sua amata Africa.

"Comunque con te mi riesce meglio perché ti voglio bene." conclude intanto lui, facendola sorridere e girare la testa nella sua direzione: è vero, dal giorno in cui lui nelle sue esplorazioni due anni e mezzo fa ha trovato il posto segreto di Diana e hanno cominciato a conoscersi sono diventati da 'io' un 'noi', sono inseparabili. Si sostengono, si spalleggiano, si confidano, giocano e ridono assieme, ma soprattutto sanno capirsi al volo.

"Però aveva tanti amici, la tua teoria non regge." obietta lei, dopo aver pensato alle parole di Marco per qualche secondo.

"Chiami amici quelli che quando volti le spalle ti prendono in giro?" ribatte lui, facendola zittire: ha ragione lui, come al solito.

"Greta ti chiama." quando qualcuno pronunciava queste parole in direzione di Antonietta, quella che si definiva la sua migliore amica, lei roteava gli occhi e ribatteva: "La regina ordina, io accorro." tutti ridevano a quella battuta, tutti erano d'accordo con lei.

"Forse se Greta avesse avuto il suo Marco personale ora non sarebbe morta." riflette Diana a voce alta, e l'amico non risponde. Per un po' il silenzio regna sovrano mentre osservano il Sole, poi lui lo interrompe:

"Dia', dammi un mignolo" dice ad un certo punto: lei lo guarda male, ma alla fine ubbidisce e allunga la mano destra fino a far incrociare le loro dita più piccole.

"Promettiamo che qualunque cosa accada non permetteremo mai che il Sole smetta di sorgere. Perché sorge sempre, basta avere pazienza. E stare assieme."

"E promettiamo anche che, qualunque cosa accada, se staremo male ci ritroveremo qui a guardare il Sole sorgere. Assieme." interviene Diana. Marco le sorride e assieme esclamano: "Promesso!"



Alcuni anni dopo una donna dai capelli rossi raccolti in una coda è seduta a gambe incrociate su quella collina. Una bambina di sei anni, sgattaiolata sotto a quella recinzione che in quindici anni è diventata solo più debole, è in piedi poco distante da lei.

Mentre con le lacrime agli occhi ripensa alla partenza della sua migliore e unica amica osserva quella strana signora accarezzare la sua grande pancia: non sa che sono tutte e due orfane, come non sa che due mesi fa suo marito è morto investito da un'auto pirata, con la stampa dell'ecografia fatta con la moglie il giorno prima in tasca.

Non lo sa, ma la osserva scrutare il Sole che sorge e la ascolta sussurrare alcune parole con voce spezzata: "Ricordati sempre una cosa, piccola Erika: qualunque cosa accada il Sole sorgerà sempre, ci sarà sempre la possibilità di ricominciare."

La bambina la ascolta e sorride, poi si asciuga le lacrime e torna a 'casa': da quelle parole ha ritrovato l'energia che le occorreva per andare avanti. Quelle parole le farà sue, perché vale la pena vivere.




Angoletto di Hope-barra-Gio:

questa storia partecipava al “Contest a catena” indetto da aturiel sul forum di EFP, che, nonostante sia stato annullato, mi ha dato l'ispirazione per scriverla. Ergo, un grazie ad aturiel :)

Il contest prevedeva l'utilizzo di due immagini (questa e questa) e di alcuni elementi bonus (nel mio caso, migliori amici, orfanotrofio e Sole). La seconda immagine è la foto nominata dal mio caro Marco ;)

Grazie per aver letto, e sappiate che ogni tipo di parere è sempre gradito :)

  
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