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Autore: Oducchan    26/08/2015    1 recensioni
-Non è divertente- e vaffanculo, la sua voce gracchia quasi avesse ingoiato una manciata di vetro.
-Non deve esserlo, Nijimura-senpai- risponde, pacato, quel malefico demonio che si ritrova come vicecapitano –Deve essere piacevole-

Perché Akashi è un demonio, e Nijimura, per quanto ci provi, non può che soccombere
[Akashi - Nijimura] [Leggere le istruzioni prima della lettura, grazie]
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Seijuro Akashi, Shuuzou Nijimura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Prompt: #47 "There is no need to tell anyone" + NijiAka richiesto qui
Titolo: Red as sin
Personaggi: Akashi Seijuro, Nijimura Shuuzo
Pairing:  AkaNiji
Genere: erotico (ANCHE SE NON SUCCEDE NULLA)
Avvisi: si implicita underage!sex (sono alla Teikou), canon divergence (Akashi è un bastardo manipolatore già prima che gli schizzasse il cervello)
Rating: arancione
Note:
PER FAVORE LEGGETE PRIMA DI INIZIARE LA FIC
Ok *tossicchia* Ora, vi apprestate a leggere una fic in cui Akashi si appresta a... sedurre Nijimura. Sono alle medie, perché lì mi è venuto di ambientare il setting. Sono nudi, si implicita che sta per succedere qualcosa di sconcio, ci sono piselli all'aria MA alla fine non illustro nulla di concreto se non frustrazione a palate, indi non dovrei violare il regolamento (che prevede niente scene di sesso sotto i 14 anni).
Punto secondo, ho scritto tutta la spataffiata prima che mi sovvenisse di non ricordarmi quando, esattamente, Akashi iniziava a sbroccare, e ho scoperto con rammarico che avviene dopo che il buon vecchio e caro Nijimura se ne andasse. E giustamente mi direte, "ma no, Akashi senza personalità schizzata era un tocco di pane, non si comporterebbe mai da bastardo manipolatore!". Sarà così, non sarà così, sarà Fergunson, io ho scelto di inserire l'avviso di canon divergence (o forse sarebbe più corretto mettere OOC? Ma non è che sia OOC, è che si comporta così prima che in teoria di dovesse comportare così), se ritenete che sia superfluo o se invece pensate che sia appropriato fatemelo sapere, ve ne prego.
Grazie dell'attenzione, ora potete andare a scoprire che razza di porcata ho scritto *muore*


 
Red as sin
 
Ogni tanto Nijimura si chiede cos’è che ha fatto di tanto male per meritarsi tutto quello. Non solo di provvedere in quanto a capitano (per quanto ormai a termine) a una squadra di idioti lavativi che probabilmente si è tuffata una volta di troppo in qualche lago radioattivo, ma anche –e soprattutto- di ritrovarsi tra i piedi quel demonio che ha pensato bene di assumere l’aspetto di un ragazzino, abbastanza minuto e dai tratti così fini e delicati da parere essere stati cesellati da qualche mano divina. O diabolica. Insomma, un demonio, che coi capelli rossi che si ritrova non è di certo di aiuto alla propria causa. Perché demonio è e demonio resta.
Specie quando si fa venire strane idee, tipo congedare l’intera squadra mentre lui stava sotto la doccia a lavare via ore di sudore e fatica, e far sparire ogni eventuale testimone prima del suo ingresso negli spogliatoi. Tipo farsi trovare praticamente nudo, accomodato su una delle panche che ingombrano la stanca, con le gambe perfettamente incrociate: la coscia nivea, così bianca da parere porcellana, che si tende morbida sopra il ginocchio, prima di lasciar spiovere polpaccio e tallone nel vuoto, la curva del collo del piede che rende assolutamente perfetta e terribilmente lasciva la visione d’insieme. Tipo guardarlo dritto negli occhi, con quelle ciglia rosso fuoco che ombreggiano occhi altrettanto scarlatti e che non nascondono nulla delle loro intenzioni.
Un maledetto, fottuto demonio.
Ma Nijimura non si lascia incantare. Non troppo, perlomeno. Stringe più forte il proprio asciugamano, attorno ai fianchi, sperando che celi il possibile, e fa per muoversi verso il proprio borsone.
Che disgraziatamente non si trova più nel suo armadietto, il primo a sinistra appena fuori dalla porta dei bagni. No, perché Akashi non poteva essere così misericordioso, e invece è andato a prelevarlo e a collocarlo ai proprio piedi.
Anzi, si ritrova a correggersi, dopo un’occhiata che gli fa girare la testa e defluire il sangue via dal cervello verso altre aree anatomiche, anzi. Se l’è messo tra le gambe.
-Non è divertente- e vaffanculo, la sua voce gracchia quasi avesse ingoiato una manciata di vetro.
-Non deve esserlo, Nijimura-senpai- risponde, pacato, quel malefico demonio che si ritrova come vicecapitano –Deve essere piacevole-
Prima che possa impedirselo, la testa di Shuuzo scatta, ruotando furiosa verso il suo interlocutore. E gli ci vuole veramente un attimo, proprio un istante, per sapere che ha appena commesso l’errore più grande della sua vita; perché ora, sicuro di avere la sua attenzione, Seijuro s’è deciso a sciogliere quella posa composta. E adesso che la sua gamba sta scivolando giù dal ginocchio per poggiarsi a terra e poi allargarsi, ora che Akashi gli si presenta innanzi senza difese, completamente aperto, con le cosce divaricate e le mani poggiate mollemente ai fianchi, Nijimura non può di certo non notare che di indumenti addosso non ne ha nessuno; e nemmeno può ignorare il membro quasi eretto che ondula piano al ritmo del suo respiro, cercando di arrivare a sfiorare il suo addome, né i piccoli ciuffi rossastri che punteggiano il pube, quasi timorosi di testimoniare il raggiungimento di una maturità che la sua mente aveva tentato disperatamente di ignorare. Akashi lo guarda impassibile, stando lì seduto, nudo, muovendo solo un piede per accarezzare quasi distrattamente la stoffa scura della sua sacca da ginnastica.
Non sorride nemmeno, il bastardo.
-Sarà il nostro piccolo segreto. Non c’è bisogno di dirlo nessuno- sussurra, invece, parole così tentatrici che dovrebbero stare in bocca a una sirena, non a un ragazzino che… oh, al diavolo. Come se lui fosse legalmente perseguibile.
-Allora vedi di chiudere quella bocca, Akashi- ribatte, rigidamente. Prima di respirare, sciogliere il nodo che tiene l’asciugamano avvolto ai propri fianchi, e compiere quell’unico passo che gli manca per sprofondare nella dannazione eterna di uno sguardo color cremisi, e di una bocca morbida come un peccato.
   
 
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