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Autore: Katniss92    26/08/2015    15 recensioni
Storia partecipante al Contest "Buon Compleanno André".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi e scendo velocemente dal mio letto, per poi uscire dalla mia camera ed andare nella piccola cucina al pian terreno dove so di trovare mia madre intenta a preparare la colazione.
Ed infatti non mi sbaglio.
Mi dà le spalle, tanto da non riuscire a capire cosa sta facendo, anche se riesco ad intuirlo dall’odore di mele che mi arriva alle narici.
Mi avvicino a lei cautamente per non farmi sentire, quando le sento dire «André ti ho sentito… è inutile che cerchi di far piano se prima nel scendere le scale hai fatto molto baccano!», poi si volta e mi sorride.
Da bambino che sono, non posso fare a meno di gonfiare le guancie e mettere il broncio.
Nel vedermi così, mia madre Élise si abbassa alla mia altezza e, mettendo le sue mani sulle mie spalle, mi dice «non dovresti mettere questo broncio… oggi è il tuo compleanno e compi cinque anni – fissa i suoi occhi color smeraldo nei miei del medesimo colore e mi sorride – dopotutto oramai sei un ometto, il mio piccolo ometto!»
Non posso fare a meno di sorriderle e darle un bacio sulla guancia, quando sentiamo aprire la porta di casa e affacciarsi sulla soglia mio padre Émile, da cui ho ereditato il color nero corvino dei miei capelli.
Ci guarda con uno sguardo interrogativo, ma gli basta incontrare i suoi occhi color zaffiro con quelli smeraldo di mia madre per capire cosa sia accaduto e si avvicina a noi.
«Sbaglio o oggi è il compleanno di qualcuno?» mi chiede mio padre sorridendo, ed io non posso fare a meno di ricambiare.
La mamma, che nel frattempo si era allontanata da noi, ci chiama «André, Émile venite a fare colazione o la torta di mele si raffredderà!»
Non me lo faccio ripetere due volte e corro a sedermi a tavola, dove nel mio piatto mi aspetta una grande fetta di torta pronta per essere mangiata…
 
Sento un peso sul mio stomaco, ma non somiglia a quello che si prova quando hai mangiato molto. È più un peso materiale.
Apro piano gli occhi e focalizzo cosa ho intorno a me con l’unico occhio rimastomi.
Dalla finestra aperta per il gran caldo estivo, penetra della luce tenuta a bada con la tenta scura leggermente tirata per non farla entrare molto e disturbare il mio sonno.
Deve essere stata Oscar ad occuparsene quando si è alzata ed a questo pensiero non posso fare a meno di sorridere.
Una manina si posa sulla mia guancia, così sposto lo sguardo sulla persona che mi è salita sullo stomaco e, quando incontro i suoi occhioni color smeraldo come i miei non posso fare a meno di sorridere.
«Buongiorno principessina!»
La piccola Hélène mi sorride poi si avvicina ancor più al mio viso ed urla felice «tanti auguri papà!».
Per un momento la guardo smarrito. Possibile che oggi sia il 26 agosto? Faccio un piccolo calcolo con la mente e mi rendo conto che è così.
Non festeggio più da molto il mio compleanno. A dire il vero l’ultima volta che l’ho festeggiato come si deve fu quando compii cinque anni…
Cinque anni… qualcosa scatta nella mia testa. Prima che mia figlia mi interrompesse, stavo ricordando proprio quel compleanno, l’ultimo passato con i miei genitori.
Quel giorno ricevetti il più bel regalo. Non era una cosa materiale da poter toccare. Cioè, lo era, ma non prima di qualche mese. La mamma mi disse che presto sarei diventato fratello maggiore, ma quel maledetto incendio, dopo pochi mesi, mi portò via sia lei che il papà.
La mia vita cambiò ed andai a vivere a Palazzo Jarjayes con mia nonna. E devo ammettere che anche lì la mia vita cambiò. Conobbi la persona più importante della mia vita…la mia migliore amica, mia sorella, l’unico amore della mia vita che ora è mia moglie: Oscar.
Nemmeno a farlo apposta, alzo lo sguardo verso lo stipite della porta ed incontro il suo sguardo color zaffiro e le sorrido.
Anche se con abiti maschili, resta sempre la più bella donna che abbia mai conosciuto.
Il suo volto, diventato ancora più dolce con la maternità, è illuminato da uno splendido sorriso che sta rivolgendo a me.
In braccio tiene il piccolo Léonard, più piccolo della sorella di tre anni.
Quando anche la piccola Hélène si accorge della presenza materna, scende subito dal nostro letto coniugale e le corre incontro, gridando «mammina, mammina il papà non si ricordava che oggi era il suo compleanno… - fa una piccola pausa in cui abbasso lo sguardo, poi aggiunge – significa che non festeggeremo?»
Oscar, con una dolcezza ho sempre saputo le apparteneva, le accarezza la guancia per poi dirle «tranquilla piccola, festeggeremo... – alza lo sguardo verso di me ed aggiunge – anche perché ho una bella notizia per allietare ancora di più questa giornata!»
La guardo con uno sguardo interrogativo e lei mi sorride per poi avvicinarsi e sedersi accanto a me.
Mi da un bacio in cui percepisco tutto il suo amore per me e si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi «amore aspetto un bambino… - fa una pausa in cui riesco a percepire il suo sorriso – buon compleanno!»
Dentro di me sento il cuore scoppiarmi di felicità e, non resistendo oltre, la bacio nuovamente, ma stavolta con più trasporto.
Sento i bambini ridere felici ed applaudire, ma nella mia mente passa un unico pensiero: dopo trentaquattro anni, nel giorno del mio trentanovesimo compleanno, posso dire di essere tornato ad amare festeggiarlo!
  
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