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Autore: Bubbles_    27/08/2015    2 recensioni
AmbraxLysandre - Crack!Pairing
Raccolta di oneshots con protagonisti la reginetta e il poeta del liceo Dolce Amoris
#1 - égoïste
#2 - fou
#3 - night changes
#4 - she will be loved
#5 - let's hurt tonight
...
(Tutti in coro: OTP! OTP!)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ambra, Lysandro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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One Shot #3
Titolo: night changes
Parole: 2396
Note: #otp!otp!, #episodio11, #songfic, #chenonc'entranienteconlacanzone, #sietedeitopini, #ambratuunpo'meno, #introspettivoagogo


...night changes



“Hai perso la mappa?!”
L’urlo di Ambra riecheggiò nella fitta foresta destando dal sonno più di un povero scoiattolo e spaventando a morte una decina di uccelli. Quando anche l’ultimo volatile cessò di starnazzare, un silenzio quasi sinistro si fece largo tra i due ragazzi.
La ragazza lanciò a Lysandre quello che sarebbe dovuto essere il suo sguardo più intimidatorio. Tutti i suoi sforzi furono però vanificati da un leggero tic all’occhio, più che incutere timore sembrava una pazza appena scappata dalla casa di ricovero.
Lysandre, dal canto suo, stava facendo del suo meglio per farle perdere ogni briciolo di pazienza rimastale e il tutto senza neanche farlo apposta.
“Te lo chiederò un’ultima volta” sussurrò maligna puntandogli l’indice sul petto “Hai perso la mappa?”
Se Lysandre fu scosso da quel trattamento davvero poco gentile, ma comunque non del tutto inaspettato, non lo diede a vedere. Indietreggiò rifiutando quel piccolo contatto fisico creatosi e si guardò in giro pensieroso.
“Perdere non è il termine adatto” mugugnò spostando delle foglie con il piede alla ricerca della mappa che lui non aveva perso.
“E quale sarebbe il termine adatto, sfigato?”
La cattiveria nel tono di voce della ragazza lo fece fermare. Quando si voltò Ambra era seduta su un vecchio ceppo a contemplarsi le unghie.
A Lysandre non piaceva Ambra. Più volte si era chiesto come una ragazza tanto bella potesse essere così meschina. Non vi aveva mai veramente avuto a che fare, ma dalle poche parole scambiate, prevalentemente insulti usciti dalla bocca di lei, aveva deciso di starle alla larga. Il destino aveva ironicamente voluto diventasse la sua partner per quella stupida corsa campestre.
Ponderò sul ribattere o meno. Non aveva mai avuto problemi a rispondere per le rime ai soliti bulletti e Ambra non era altro che una di loro. Dopo qualche secondo passato ad osservarla in silenzio decise che lasciar perdere era la scelta più saggia. Ingoiò la risposta che aveva già pronta sulla punta della lingua e riprese le sue ricerche.
“Non devi preoccuparti. La ritroverò. Sono bravo a ritrovare le cose” a quelle parole Ambra scoppiò a ridere e saltò in piedi.
“Tu bravo a ritrovare le cose?” lo prese in giro portando una mano davanti agli occhi in un gesto che Lysandre aveva visto fare più volte al fratello della ragazza “Ho trovato il tuo quaderno in giro per la scuola almeno una ventina di volte, se qualcuno ritroverà la mappa, quel qualcuno sarò io” tagliò l’aria con i capelli e si avviò nella direzione da cui arrivavano.
“Fra poco sarà buio, sarà meglio trovarla prima che cali il sole” senza aggiungere nient’altro si addentrò nella foresta scomparendo dietro un muro di pini.
Lysandre sospirò rassegnato, chiedendosi se Ambra avesse mai letto il suo taccuino. Prima di perdere anche la sua compagna di avventure, affrettò il passo e la seguì.
Smarrirsi in una foresta era già abbastanza terrificante in coppia. Nonostante la compagnia fosse quella che fosse, non aveva nessuna voglia di testare come sarebbe potuta essere quell’esperienza in solitario.


 
*
“Stiamo girando in tondo” dichiarò solenne Lysandre dopo aver evitato per la terza volta un riccio pieno di lumache.
Senza offesa, il mio senso dell’orientamento è decisamente migliore del tuo” chissà perché le frasi che iniziavano così finivano sempre con un insulto qualsiasi.
“Non ho dubbi su questo, ma stiamo girando in tondo” Ambra si voltò di scatto pronta a fronteggiarlo con la sua lingua tagliente, ma non fece tempo ad aprir bocca che il terreno le mancò sotto i piedi.
Lysandre l’afferrò per un braccio salvandola da una caduta rovinosa, prolungò il contatto quel che servì per rimetterla in piedi prima di distanziarsi di qualche passo.
“Quella è la radice su cui ti ho messo in guardia qualche minuto fa. Devo ripetermi?”
Ambra si massaggiò lì dove le dita del ragazzo l’avevano stretta per supportarla e sbuffò annoiata. Odiava essere in torto, ma Lysandre non le stava dando molte altre alternative. Il sole era ormai quasi del tutto scomparso e ogni muscolo del suo corpo la stava supplicando di fermarsi e fare un pausa.
“No, ho capito. Stiamo camminando in tondo” coprì il volto con entrambe le mani stanca e preoccupata.
“Perfetto cazzo. Non abbiamo la minima fottuta idea di dove cazzo siamo finiti. Per non parlare del fatto che è quasi sera. Fottutamente perfetto. Cazzo.” cominciò a marciare avanti indietro gesticolando senza davvero esprimere un concetto e con la voce che si faceva sempre più alta.
Lysandre non l’aveva mai sentire imprecare così tanto e non riuscì a trattenere un piccolo sorriso. Era quasi divertente osservarla disperarsi in mezzo a quelle pareti d’alberi. Ambra non apparteneva a quel mondo. Tutto in lei era fuori posto, da quella ridicola divisa eccessivamente corta alle sue unghie perfettamente smaltate.
“E con chi dovevo finire in coppia? Con uno sfigato che non pronuncia due sillabe più del dovuto, perde la mappa e si veste come un pezzo da museo”
Al sentirsi chiamare in causa Lysandre raddrizzò le spalle e fece per interromperla, ma lo sguardo di fuoco della ragazza lo bloccò.
“E non osare dire che non hai perso la mappa!”
“Volevo contestare il fatto delle due sillabe. Sono in grado di intrattenere amabili conversazioni”
La bocca di Ambra si aprì per chiudersi subito dopo e un sorriso inaspettato le si disegnò sulle labbra.
“Pensavo avresti avuto qualcosa da ridire sul pezzo da museo” lo istigò alzando un sopracciglio con entrambe le mani sui fianchi.
“Sono consapevole delle mie scelte di vestiario”.
Il sorriso appena accennato della ragazza si allargò mostrando due file di denti perfetti.
“Sei divertente. Chi l’avrebbe mai detto?”
Lysandre avrebbe voluto risponderle che non c’era da sorprendersi, ma Ambra sembrava di buon umore e non sarebbe di certo stato lui a rovinarglielo.

 
*

Chissà se ad Ambra piaceva il silenzio. A Lysandre non era mai dispiaciuto. Certo, dipendeva tutto da che tipo di silenzio fosse. Quello che era caduto tra loro mentre il sole lento era scomparso lo avrebbe definito quasi confortante.
Ambra si era seduta con le spalle contro una vecchia quercia e lui aveva fatto lo stesso a qualche metro di distanza. Da quanto erano in quella posizione? Forse dieci, venti minuti. Che importava? Non potevano fare altro nelle loro condizioni se non aspettare il mattino o qualche squadra di soccorso.
Una volta seduto, Lysandre non aveva smesso un attimo di far vagare lo sguardo. Ambra invece aveva chiuso gli occhi quasi subito. Il suo respiro era rilassato, appena udibile nel silenzio della foresta, forse si era addormentata.
La vide rabbrividire e mosso da un impeto di tenerezza si alzò e con qualche difficoltà causata dalle gambe addormentate la raggiunse. Cercando di fare meno rumore possibile si sfilò la felpa e dolcemente gliela posò sulle spalle.
Aveva appena ritratto la mano quando Ambra spalancò i suoi grandi occhi azzurri facendolo trasalire. Lo fissò per un lunghissimo secondo prima di abbassare lo sguardo sulla felpa.
“Non devi farlo” sussurrò a voce bassa, ma senza perdere l’autorevolezza che la contraddistingueva.
“Non sei tu che decidi cosa posso e cosa non posso fare” Lysandre parlò con dolcezza, senza nessuna intenzione d’offenderla e Ambra dovette capirlo perché gli sorrise, di nuovo pensò il ragazzo, e si strinse nella felpa stropicciando la guancia sulla spalla.
“E poi serve decisamente più a te” aggiunse nella sua testa ripensando alla maglietta corta della ragazza, ma decise, saggiamente, di non condividere quel pensiero.
“Allora sai davvero dire più di due parole di fila” Lysandre scosse la testa divertito, celando abilmente la sua sorpresa. Ambra si stava rivelando più tollerabile del previsto.
Si studiarono in silenzio, entrambi con sguardo piacevolmente stupito e con milioni di parole sulla punta della lingua. Quando la situazione cominciò a farsi scomoda, Lysandre interruppe il contatto camminando verso la postazione che aveva abbandonato poco prima.
“Lysandre! Aspetta!” aveva fatto meno di due passi quando Ambra lo fermò con una strana fretta nella voce.
“Puoi sederti accanto a me?” e per la prima da quando la conosceva, Ambra gli aveva lasciato la possibilità di decidere. Glielo aveva domandato, non ordinato e il ragazzo ci mise qualche secondo a digerire quel cambiamento.
Ripercorse lentamente i metri che li separavano e le sedette accanto, il tutto stando ben attento a non sfiorarla, neanche per sbaglio.
“Pensi ci troveranno?” gli chiese una volta si era sistemato in una posizione abbastanza comoda. Gli occhi di Ambra erano puntati al cielo di foglie sopra di loro.
“Penso che questa foresta sia relativamente piccola, che Boris stia probabilmente avendo un infarto per aver perso due dei suoi studenti e che più gente di quello che immagini ci stia cercando. Non preoccuparti, non ce ne è ragione” una volta Castiel gli aveva fatto notare quanto monotono risultasse il suo modo di parlare. In quel momento, nel silenzio totale della notte, dovette ammettere che il suo amico aveva ragione.
“Sei più razionale di quel che credevo” si erano inconsciamente avvicinati, spalla a spalla e con le braccia che sfioravano. Il profumo di Ambra si andò a mischiare al forte odore di sottobosco che aleggiava pesante nell’aria e Lysandre si rese subito conto di quel piccolo contatto.
“Pensi molte cose di me, eppure credo questa sia la nostra conversazione più lunga”.
Ambra rimase in silenzio, tirò le gambe dritte davanti a sé per sgranchirle un po’ e si lasciò scappare un sospiro pesante.
“Sono sicura anche tu ti sia fatto un’opinione su di me”
Aveva mai parlato con tale calma? Gli si era mai rivolta con una tale rassegnazione nella voce?
“So solo quello che tu hai voluto mostrarmi”
“E pensi ci sia di più?”

*

“Non sto scherzando! Una volta l’ho trovato nel bagno delle ragazze, in bella vista sui lavandini” Ambra sorrideva mentre raccontava quell’aneddoto sul ritrovamento del famoso taccuino latitante.
“Mi stai prendendo in giro” tentò Lysandre incerto e seriamente preoccupato di aver vuoti di memoria ad una così giovane età. Ambra rimase impassibile facendo di no con la testa e quando l’espressione del ragazzo di fece disperata scoppiò a ridere dandogli un leggero colpetto sulla spalla.
“Solo un po’” Lysandre si lasciò scappare un respiro di sollievo interrotto sul più bello dallo shock della testa di Ambra che si posava dolcemente sulla sua spalla. Nel parlare si erano avvicinati ancora di più, il calore del corpo della ragazza era confortante in quella nottata gelida e piano piano l’imbarazzo era scomparso.
“A parte gli scherzi, dovresti compare un guinzaglio o qualcosa del genere” Lysandre sorrise a quel suggerimento. Pensò anche un guinzaglio potesse essere una soluzione prima di realizzare che avrebbe perso anche quello.
“Lo hai mai letto?” chiese finalmente dando voce alle sue preoccupazioni.
“Il tuo taccuino? No. Ci sono state volte in cui avrei voluto farlo, per curiosità, ma non l’ho mai aperto”
“Perché non l’hai fatto?” la conversazione si era fatta nuovamente seria. Erano andati avanti così tutta la notte, intervallando a risate e battute piccole confessioni.
“Vorresti che un estraneo entrasse nella tua testa senza chiedere permesso? No? Neanch’io”
Alzò lo sguardo per incrociare quello di Lysandre che la guardava dall’alto e gli sorrise furba.
“E poi sono sicura sia di una noia devastante! Pieno di liste della spesa e storielle su triangoli d’amore con vampiri e uomini-lupo”
“Mi hai scoperto. Sono così dannatamente prevedibile” Ambra rise di gusto, la sua risata soffocata dal petto di Lysandre. Il ragazzo si fece presto contagiare e inconsciamente si ritrovò ad abbracciarla circondandogli le spalle con il braccio.
“Sei divertente. Chi l’avrebbe mai detto?” al sentirsi rivolgere le sue stesse parole Ambra si limitò a sorridere spensierata accoccolandosi ancora di più contro di lui.


 
*

“Non pensi sia assurdo?” quella domanda scappò dalle sue labbra senza che lui potesse controllarla. Era tardi, forse quasi mattina e non aveva mai chiuso occhio. Ambra si era addormenta sulla sua spalla due o tre volte, ma non aveva mai dormito a lungo e a parte per quei pochi minuti di silenzio, si erano tenuti compagnia per tutto il tempo trascorso.
“Cosa?” gli chiese con voce impasticciata e gli occhi chiusi. Quei pensieri sarebbero dovuti rimanere al sicuro nella sua testa, ma le sue labbra avevano deciso di parlare e ora le doveva una risposta. In fondo che male poteva fare dirglielo?
“Come in una notte tutto possa cambiare” la sentì irrigidirsi tra le sue braccia e subito si chiese se avesse detto qualcosa di sbagliato.
Sveglia e senza più nessuna traccia di sonno fece pressione sul petto del ragazzo per tirarsi a sedere. Lysandre la lasciò fare, togliendole il braccio dalla spalle e guardandola confuso mentre si allontanava da lui eliminando ogni possibilità di contatto. Subito si rese conto di quanto il calore del corpo della ragazza gli mancasse quasi dolorosamente.
Ambra si sedette in ginocchio, si stava torturando le mani e i suoi occhi erano più grandi che mai in quelle prime luci del mattino.
“Lysandre, io…”
All’improvviso voci a loro familiari riempirono il silenzio e Ambra saltò in piedi veloce come una molla.
“Ragazzi! Finalmente vi abbiamo trovato!” Boris corse verso di loro con le lacrime agli occhi seguito dai loro compagni e altre persone che Lysandre non aveva mai visto.
Ambra evitò scaltra un abbraccio sgretolante da parte del loro insegnante e corse verso le amiche. Lysandre la seguì con lo sguardo, Boris cominciò a bombardarlo di domande e lui rispose distratto e conciso, senza però mai perderla di vista.
“Ambra! Stai bene?” Lee la squadrò dalla testa ai piedi piegando la bocca in una smorfia.
“Sì, abbiamo perso la mappa e–”
“Lo sapevamo che quello sfigato ne avrebbe combinata un’altra delle sue!” Ambra si bloccò, tra la folla che era andata a crearsi intorno a loro cercò il suo sguardo e quando lo trovò il voltò le si fece infinitamente triste, solo per un attimo però e Lysandre pensò quasi di esserselo immaginato.
La sua espressione cambiò veloce e le sue labbra si tirarono in un’espressione di disgusto e scocciatura.
“Già. È un caso disperato” con quelle parole sparì dalla sua visuale. Decine di persone lo circondarono tutte con una domanda diversa e Lysandre rispose ad ognuna di loro con una calma che non sapeva di avere.
Mentre spiegava come si fossero persi e declinava l’ennesima bottiglietta d’acqua le parole che solo poco prima Ambra gli aveva rivolto gli tornarono alla mente.
E pensi ci sia di più?
Non era poi più così sicuro.
 




Buona notte!
Sono stata un po' lenta a rispondere alla recensioni ed ad aggiornare, mi scuso!
Sono una pessima fanwriter XD
A parte i miei ritardi imperdonabili, volevo parlarvi un po' di questa shot.
E' stata ispirata da due canzoni molto random:
Night changes dei one direction (e il giorno in cui scrissi una songfic su una canzone dei one direction arrivò! Aiuto!)
E fireflies di Owl city, una canzone ormai vecchia di sei anni o-o e ripescata a casissimo stasera (meno male direi, visto che mi ha aiutato a finire la shot xD)
Non sono particolarmente felice di come sia uscita, l'idea iniziale era un pochino diversa,
ma penso me la farò andare bene così! Sono però contenta di essere riuscita a legare questa raccolta ad almeno un episodio.
Un ultimo appunto: per chi non se lo ricordasse (ahem... io!), Ambra aveva modificato la divisa in modo abbastanza discutibile,
optando per un top corto invece di una maglietta normale.
Ringrazio chiunque leggerà e chi deciderà di lasciarmi un commento!
Un bacione!
ps- si ringrazia come al solito mya_chan per aver avuto il coraggio di leggere le mie bozze!
  
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