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Autore: s u n    27/08/2015    3 recensioni
Pervinca Periwinkle non si aspettava di certo di dover insegnare ad una persona a far comparire un oggetto.
Lei era una Strega del Buio.
Come, dopotutto, Agrimonia non si aspettava di dover pulire. Senza magia.
Dal testo:
[...]
«Capisco perchè alla zia piaceva insegnarci a crescere.» disse ad un tratto Pervinca, ripensando alla zia morta solo pochi anni prima.
«Mi manca. Tanto.» rispose Vaniglia, posando lo sguardo sul cielo.
Stava nevicando.
«Forse è Shirley a far nevicare, per Scilla. O è la zia... Per noi.»
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pervinca Periwinkle, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                   Lezioni di Magia,

                             Medaglioni Scomparsi e Fiocchi di Neve.


Nella Stanza degli Incantesimi di casa Burdock, fino a quel momento, gli unici suoni presenti erano stati lo spostamento di alcuni sgabelli o lo sfogliare delle pagine di certi libri dalle pagine ingiallite con delle formule impossibili da ricordare, la voce di Pervinca Periwinkle in Burdock - o di Grisam Burdock - che recitava incantesimi oppure lo sfrigolìo della legna nel camino.

Ma non quel giorno. No, quel giorno di metà dicembre la stanza era piena di voci bianche che cercavano di attirare l' attenzione di Pervinca, intenta a cercare alcuni volumi nella libreria alla destra del camino, per ricevere dalla Strega risposte riguardanti la Magia e gli incantesimi che avrebbero trattato quel giorno.


«Zia di Agrimonia, il mio papà dice che sei una tra le streghe più brave, la mia mamma invece dice che sei soltanto una strega presuntuosa e antipatica, con una macchia, che non merita di essere sposata con il Sindaco né di avere i poteri... E' vero?» era quella la "domanda sulla Magia "di Vreneli Buttercup, la figlia pettegola di Celastro Buttercup e Scarlet Pimpernel.
Dopo quella "domanda" Grisam Burdock, che se ne stava in fondo alla stanza in cerca di incantesimi per principianti, scoppiò in una sonora risata - anche se sperava che Vì non avesse sentito, ma concentrata com' era ne dubitava - ma poi rispose, ancora ridendo, con un «Tuo padre ha ragione!», e la bambina non del tutto soddisfatta della risposta - probabilmente erano cose su cui la madre le aveva chiesto di "indagare" - iniziò a costruire una torre di matite colorate, nell' aspettare che la Strega del Buio trovasse il libro il quale era impegnata a cercare.

«Che libvo pensi stia cevcando?» chiese Bellis Bugle a Blossom Windflower, dopo aver visto la zia della sua migliore amica in punta di piedi a leggere i titoli dei libri impilati - in modo particolarmente disordinato - sull'ultimo piano della libreria.
«Non lo so. Ma spero si muova, io dopo devo andare al porto con Smandar e Blaise.» rispose lui sussurrando, per non farsi sentire da Vaniglia Burium e da Flox Bugle che erano proprio dietro di loro.
«Io spevo si muova pevchè questo posto mette i bvividi. C'è tvoppo buio!» sussurrò di rimando Bellis.
In effetti, per una Strega della Luce come lei era un
posto spaventoso: al centro della stanza verso nord c'era una scrivania piena di libri impolverati e piume bianchissime, davanti al tavolo c'erano sei banchi - uno in più perché quel giorno mancava Fleur Corbirock - dove prendevano posto i bambini; alla destra dei banchetti c'era un enorme camino acceso e sparpagliatigli tutt' intorno c'erano quattro casse e cinque gabbie, ai lati del camino c'erano tre librerie - due a sinistra e una a destra - stracolme di libri, e in questa grande stanza ci saranno state soltanto sette o otto candele. Forse era fin troppo oscurata anche per dei Magici del Buio.

«Zia, come faccio a far riapparire il medaglione di Scilla?» domandò la piccola Agrimonia Burium dopo aver fatto scomparire,per sbaglio, la collana che apparteneva alla madre di Scilla Corbirock, la dolce figlia di Tommy Corbirock e della, ormai, defunta Shirley Poppy.
«Non puoi, Agrimonia. Hai preso i miei poteri.» rispose un'esasperata Pervinca - stanca ormai di dover ripetere sempre le stesse cose alla nipote - voltandosi con, tra le mani, un libro con una copertura di pelle rossa e una scritta in oro sul davanti che diceva: Incanti e Magie per Alunni Principianti di Diantha Farley.
«Ma potresti provarci tu, Scilla.» continuò Vaniglia nel tono più dolce possibile, avvicinandosi alla bambina dal nome di un fiore selvatico.
«E se non ci riesco? E se non me lo ricordo veramente? E' una magia che non so ancora fare ed... ed è l'unica cosa che mi resta della mia mamma.» rispose la bambina quasi sul punto di piangere.
«Ce la farai. Sei come tua madre. Lei era perfetta, lei era il centro del cerchio.» le disse Babù ripensando a Shirley e alla loro amicizia.
«Va bene», cominciò Pervinca per far cambiare rotta alla conversazione .«Chi voleva sapere l'argomento di questa giornata?» chiese, e tutti i bambini - tranne Vreneli - alzarono la mano.
«Io lo so già. Ci farai leggere tutto quello stupido libro rosso. Mai io non lo farò.» rispose infatti la bambina vestita di azzurro - tale madre tale figlia.
«Questo stupido libro rosso, non avevo intenzione di farvelo leggere, tutto. Ma dato che insisti tanto, prego.» rispose la Strega del Buio, posando il libro sul banco di Vreneli - in terza fila a destra.
«Mia madre verrà a saperlo!» ringhiò Vreneli.
«Come ti pare», le rispose Pervinca accompagnando la frase con un gesto della mano.
«Stavo dicendo, oggi per i Magici della Luce, Vaniglia spiegherà come far apparire gli oggetti in modo chiaro, prima che succedano di nuovo cose come queste. Invece per te, Agrimonia, che sei l'unica strega del Buio, avrei dovuto insegnarti io, però vedo che te la cavi da sola. Ma, per punizione di conseguenza al tuo comportamento, fai sparire tutta la polvere dalle librerie. Senza magia! Grazie.» concluse Vì avvicinandosi ai banchi di Agrimonia e Scilla.



«Riprovaci, Scilla.» la incitò Vaniglia.
Ormai tutti erano tornati alle proprie case, tr
anne Scilla e Vaniglia - e Agrimonia, che puliva - che si trovavano nella Sala degli Incantesimi per far "ritornare" il medaglione.
Gli altri ragazzini, in un modo o nell' altro erano riusciti a far comparire un oggetto che Flox o Grisam facevano scomparire, chi una foglia, chi un sasso o chi un libro.
Ma Scilla, niente. Né la tazza da tè, né la piuma né nient'altro.
Ma, ad un certo punto dopo ben ventitré tentativi, nel pugno chiuso della bambina dai capelli rossi, comparve una collana con un medaglione. Ce l'aveva fatta. Una parte della sua mamma era ritornata da lei.



«Magari fra undici anni, mi ritroverò io ad insegnare al posto tuo.» disse Vaniglia accennando al ventre rigonfio della sorella.
«Sarà sicuramente una Strega della Luce, quindi sì.» le rispose Vì.
«O un Mago!» Si sentì Grisam gridare dal salotto.
Le due sorelle risero.

«Capisco perché alla zia piaceva insegnarci a crescere.» disse ad un tratto Pervinca, ripensando alla zia morta solo pochi anni prima.
«Mi manca. Tanto.» rispose Vaniglia, posando lo sguardo sul cielo.
Stava nevicando.

«Forse è Shirley a far nevicare, per Scilla. O è la zia... Per noi.»


Nota d'autrice:
Ehilà!
Ringrazio chi - o anche non - ha letto questa cosa, orribile, dall'inizio alla fine.
Un immenso grazie!
Baci, S u n.
  
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