Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Fonissa    27/08/2015    0 recensioni
"Il rosso è il mio colore preferito. Ma non il rosso di un pennarello o il rosso del tramonto, ma il vivido rosso del sangue che scorre. Quel bel colore che esce quando il mio coltello affonda nella carne delle mie vittime. Mi sento così bene quando lo faccio, mi sento finalmente me stessa.
Questo lato di me appena conosciuto... perchè non è venuto fuori prima? Eppure è questo che io sono. Non posso scappare a me stessa, devo accettarlo e andare avanti.
Io sono un'assassina"
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Corro verso la scuola, mentre i miei capelli neri scivolano sui miei occhi azzurri. Gli unici rumori che si sentono sono i miei passi e la pioggia insistente. Cerco di ripararmi con la mia cartella, inutilmente. Arrivo a scuola tardi e completamente bagnata. Se solo la sveglia avesse suonato in tempo avrei evitato questa pioggia così intensa, ma purtroppo non c'è nessuno che può svegliarmi, ormai. Mi appoggio alla porta dell'aula per prendere fiato. E' in quel momento che sento il professore dire il mio nome:

"Kojima Hikaru"

Spalanco la porta, sussurrando un 'sono qui', poi imbarazzata mi avvio al mio posto mentre le risate e le frasi dei miei compagni mi invadono la mente.

"Hikaru è sempre così sbadata"

"E' un'imbranata"

"Se ne sta sempre da sola"

"E' strana"

Stringendo i pugni, mi siedo al mio posto. Il professore inizia la lezione come se niente fosse. Nemmeno i professori mi notano molto, tranne quando faccio qualche errore in un compito. Quando succede, partono i rimproveri e di conseguenza le prese in giro. 

Mi sento sollevata quando suona la campanella che segna il pranzo. Sistemo lentamente le mie cose nello zaino e esco per ultima. Mi dirigo in mensa e scelgo il solito tavolino piccolo vicino al bancone della mensa. Prendo il cestino del pranzo e inizio a mangiare quel che mi ero preparata stamattina, da sola. Dopo qualche minuto, scorgo un ragazzo dai capelli mori e gli occhi verdi chiacchierare tranquillamente con gli amici. 

E' lui, Hiroji Kouda, il ragazzo per cui ho una cotta da ormai tre anni. Non mi ha mai rivolto la parola, ma non mi ha nemmeno presa in giro. Forse non sa nemmeno come mi chiamo, mi conoscerà come 'quella ragazza strana senza genitori, ormai è cos' che mi conoscono a scuola.

Quando sto per rimettere a posto il cestino le porte della mensa si spalancano e le mie orecchie vengono invase dal suono di alcuni spari. Una delle lampade si rompe, lasciando solo metà luce in questa giornata buia. Io e altre tre ragazze facciamo in tempo a ripararci dietro il bancone della mensa, mentre gli altri studenti si nascondono sotto i tavoli.

"Non osate muovervi!" urla l'uomo con la pistola in mano. Lo guardo da dietro i vetri del bancone: gli occhi e metà del viso sono coperti da un cappello, indossa un lungo cappotto marrone e ha un ghigno in faccia. Le altre tre ragazze al mio fianco tremano, mentre io mantengo lo sguardo fisso su quell'uomo. Una delle ragazze della prima classe scoppia a piangere a causa della tensione. L'uomo sembra irritarsi e afferra la ragazza per il colletto della divisa, sollevandola da terra.

"Smettila" le ordina, con voce dura. Ma la ragazza non riesce a trattenere le lacrime e quei due occhi verdi diventano come laghi. Quel verde lo riconosco subito. La ragazza è Taniko, la sorellina di Hiroji. Il criminale è ormai fuori di se. Le punta la pistola alla testa. Il tutto dura pochi secondi e Taniko cade a terra, mentre sotto la sua testa si forma una pozza di sangue. La maggior parte dei ragazzi tenta di trattenere le urla per paura di essere i prossimi, alcuni nascondono le loro silenziose lacrime tra le mani. Io continuo a fissare il cadavere. Nei suoi occhi spalancati non c'è più nessun segno di vita. Ormai quella ragazza appartiene a un altro mondo. Ma quel che più mi attrae è il sangue. Non il liquido in se, ma il suo colore. E' più scuro della pittura e più brillante di un pennarello. E' un colore caldo, meraviglioso. Il rosso sangue è diventato il mio colore preferito. mentre sono ancora intenta a fissare quel fantastico colore, Hiroji si alza urlando e si butta sopra il cadavere. l'uomo con un pugno lo spinge via brutalmente, facendolo finire contro il muro col labbro spaccato. Un brivido mi sale dalla schiena e si propaga fino alle mani. Quel tizio, chiunque esso sia, ha fatto del male a Hiroji. Al mio Hiroji. Il cuore mi batte all'impazzata tanto che riesco a sentirne il rumore. Come si è permesso di toccare il mio Hiroji? La pagherà cara. C'è un coltello vicino a me, che la signora della mensa di solito usa per tagliare il pane. Lo afferrò velocemente, graffiandomi il dito per assicurarmi che sia abbastanza affilato. Gattono lentamente fino all'estremità del bancone e mi ritrovo posizionata di fianco all'assassino. Ma questo si sposta, avvicinandosi a Hiroji.

"Vuoi essere il prossimo?" gli domanda freddamente avvicinandogli la pistola.

All'improvviso tutto si oscura davanti a me. Esco dal mio nascondiglio, correndo verso i due. Sento in lontananza la mia voce urlare il suo nome, mentre le mie mani affondano il coltello in qualcosa di morbido. Alcuni schizzi di un liquido denso mi arrivano in faccia, mentre sento tutti i miei vestiti sporcarsi. Il coltello affonda più e più volte, fino a che l'essere sotto di me finisce di muoversi. Quando riesco di nuovo a vedere, sono completamente macchiata di quel bel rosso che mi piace tanto. Sorrido nel rivederlo. Poi prendo il coltello e lo guardo da vicino. La lama di ferro e il sangue sono una combinazione magnifica. Avvicino la punta della lingua, leccandolo. Il sapore leggermente aspro del sangue invade la mia bocca. Mi piace. Poi mi accorgo del corpo sotto di me. L'uomo è completamente immobile in uno stagno di sangue, con la bocca aperta. Ha molti tagli sulla schiena. Ora capisco cos'è successo. Io l'ho ucciso. Ho ucciso questo criminale e ho protetto il mio Hiroji. Guardo il ragazzo, ancora di fronte a me, in cerca della sua gratitudine. Ma non trovo nessuna traccia di ringraziamento in lui. Trema, con le mani sulla bocca e gli occhi completamente aperti. 

Cosa ho fatto di male? Io l'ho protetto, perchè non lo capisce? Avrebbe preferito morire? 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Fonissa