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Autore: Diana Abigail    03/02/2009    3 recensioni
Il titolo indica che qualcosa di profondo si è rotto. E' una mini one-shot che parla di una bambina e dei suoi genitori.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero in camera mia, come sempre stavo giocando silenziosamente con le mie fidate Barbie, quel giorno erano Rossana, Heric e Funny, i protagonisti del mio cartone animato preferito: “Rossana”

Broken

 

 

Ero in camera mia, come sempre stavo giocando silenziosamente con le mie fidate Barbie, quel giorno erano Rossana, Heric e Funny, i protagonisti del mio cartone animato preferito: “Rossana”.

I dialoghi erano tutti nella mia mente, non volevo farli sentire ad altre persone, non volevo che sentissero quello che si dicevano le mie Barbie, erano i miei pensieri, alcuni cattivi, per quanto potessero essere cattivi i pensieri di una bambina, altri piacevoli e pieni di amore ed affetto.

La mia famiglia non poteva permettersi di comprarmi una casa delle Barbie vera e propria, quindi mi adattavo, infatti in camera mia c’era un grosso armadio con, al fondo, uno scompartimento non utilizzato e lì avevo creato due stanze, mettendoci da una parte un frigo giocattolo che risaliva ai tempi di mia sorella e un tavolo fatto con un foglio di carta, mentre dall’altra parte c’era un letto disegnato su un altro foglio di carta.

Avevo appena fatto tirare alla Barbie-Sana uno schiaffo alla Barbie-Funny perché le aveva “rubato” il Barbie-Heric e allora lui cercava di calmare le due ragazze; ero in piena azione quando li sentii quel giorno.

Stavano urlando, ancora. Lui le aveva chiesto se poteva andare al bar quella sera. Che novità.

Cosa me lo chiedi a fare? Tanto lo sai benissimo che mi dà fastidio, vai, vai pure” aveva detto lei.

Cosa devo fare? Va bene rimango qui, stiamo tutta la sera a guardare la televisione” stava urlando.

“No, no vai pure” lei era calma, lui si imbestialì.

“NO!Adesso rimango qui!” sentii le chiavi cadere sul tavolo e una sedia che si spostava.

Silenzio. Stavano fintamente guardando la tv, ormai quella scena la ricordavo a memoria: lei seduta sulla sedia che stava di fronte alla tele, appoggiava il mento sulla mano e aveva lo sguardo rivolto verso la tv, ma era impossibile che la seguisse realmente.

Lui invece era stravaccato sulla sedia da capotavola, quella più vicina alla porta, con ancora addosso la giacca, braccia conserte e sguardo rivolto alla tv.

Restavano così per minuti interminabili. Io muovevo le Barbie, ma non stavo più giocando, la mia mente non si stava più concentrando nei dialoghi dei miei personaggi, emetteva solo una parola: “cibo, cibo, cibo”.

“Vai, nessuno ti trattiene” era stata lei a parlare, naturalmente.

Lui rise fintamente. Sentii spostarsi una sedia e il tintinnio delle chiavi, poi dei passi si dirigevano in camera mia. La porta si aprii e io alzai lo sguardo, era mio padre.

“Ciao amore, io vado un po’ al bar” usava un tono dolce.

“Va bene, ciao” dissi io abbassando lo sguardo sulle mie Barbie. Chiuse la porta di camera mia e salutò mia madre dall’ingresso, lei in risposta disse un “ciao” piuttosto annoiato.

Mi alzai da terra e andai in sala da pranzo dove mia madre stava guardando la tv:

“Ciao” le dissi.

“Ciao” mi disse lei voltandosi.

“Tutto bene?” le chiesi.

“Si” mi disse lei.

“Ho fame”

“Mangia qualcosa”

Andai nel corridoio dove c’era la dispensa, l’aprii e mi presi una brioche.

Entrai in camera mia e mangiai la brioche e tutto fu più tranquillo. Masticavo quel cibo malsano, in qualche modo, ma mi sentivo bene, tutto tornava normale e non era successo assolutamente nulla. Quando la finii lasciai l’involucro che la ricopriva sull’armadio e tornai alle mie Barbie. Ora Barbie-Sana doveva chiedere scusa. E non solo lei.

   
 
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