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Mickey Milkovich non era un tipo facile, lo sapeva, ma si diceva che la colpa di ciò non era tutta sua infondo. Non dipendeva da lui l'essere nato in un quartiere di merda dimenticato da Dio, non dipendeva da lui l'essere stato bocciato più volte di quante probabilmente fosse consentito dalla legge e soprattutto non dipendeva da lui il fatto di essere nato gay. 
Ciò che invece dipendeva da lui era l'essere seduto sul divano dei Gallagher con un paio di pinze attaccate alla batteria di un'auto e pronte a scaricare una massiccia quantità di volt sulla pelle di Sammi Gallagher. Quella troia aveva cercato di rovinargli la vita? Bene, così lui avrebbe avuto una scusa in più per dare un taglio alla sua. Ciò che però Mickey non aveva messo in contro era il peso della donna. Trasportare un cadavere era sempre una seccatura.
La portò fino alla discarica in un sacco dell'immondizia. Avrebbe dovuto bruciare il corpo, ma dopo una fatica del genere ci voleva una bella pausa. Se poi la pausa la si faceva proprio in quel bar, allora tanto meglio. Quel bar era lo stesso in cui aveva trovato Ian. 
Quello che di notte era un pub colmo di vecchi pervertiti dalle palle mosce che si strusciavano un po' troppo contro le chiappe del suo uomo e di droga a fiumi, di giorno era un posto relativamente tranquillo in cui i gay si radunavano per fare qualche cosa da checche come ad esempio un brunch. 
Mickey odiava quei finocchi, ma Ian faceva il barista, quindi chissene frega. 

Come sempre arrivò poco prima delle undici, quando sapeva non esserci quasi nessuno. Da quando il Gallagher era tornato dalla guerra più strano e più in pericolo di prima, Mickey era riluttante a lasciarlo da solo per troppo tempo.
"Ehi Mick" lo salutò il rosso "vuoi una birra?" Il moro fece di sì con la testa.
Come aveva supposto a quell'ora c'era solo lui ed un altro tizio che guardava al culo di Ian con un po' troppa insistenza. Stava per alzarsi e dirgli qualcosa, magari con un pugno, quando Ian arrivò con la birra.
"Quello fissa" disse Mickey irritato.
"Bene, diamogli qualcosa da guardare" replicò il rosso.
Il moro non era mai stato tipo da smancerie in pubblico, anzi non era proprio mai stato il tipo da smancerie, però Ian aveva quella strana luce negli occhi, una luce folle, come una piccola tara genetica che gli faceva brillare lo sguardo; e quand'era così Mickey, forse per paura di perderlo di nuovo, non sapeva dirgli di no. 
Prese con decisione Ian per i capelli, costringendolo ad inarcare un po' la testa e con forza lo baciò. Nel momento esatto in cui le loro labbra si sfiorarono il moro si dimenticò di tutto: dalla birra sul tavolo al tipo nell'angolo. Esisteva solo Ian. 
Purtroppo però come abbiamo già detto a Mickey le manifestazioni di affetto non piacevano, così si separarono quasi subito. Quando guardò nell'angolo per scoprire la reazione dello sconosciuto, notò che se n'era andato. Ian sorridendo appena, se ne tornò dietro al bancone del bar a lavare i bicchieri.
Mickey si scolò la birra e fece per andarsene, ma arrivato alla porta si fermò, si girò di nuovo verso l'ex soldato e disse: "Ehi Ian, hai mica un accendino?"