TOO LATE

Mandy si alzò dal letto sfatto e si infilò un paio di vecchi pantaloni sgualciti. La stanza attorno a lei era un vero e proprio porcile: i vestiti erano buttati metà sul materasso a mo' di coperta e metà per terra in un mucchio sbilenco, le lattine di birra mezze vuote erano lasciate a loro stesse un po' ovunque e poi c'erano le armi di Kenyatta, gettate sgraziatamente sulla sedia accanto al letto.
Mandy guardò Lip che dormiva ancora tranquillo. Aveva i capelli un po' più lunghi dell'ultima volta, la linea del naso un po' storta da chissà quale rissa. Quando posò lo sguardo sulle sue mani la ragazza si mise quasi a piangere: erano pulite e curate come quelle di uno del southside non sarebbero mai potute essere. Lip era diventato un uomo nuovo; anche se non lo ammetteva, anche se non voleva dirlo neanche a se stesso, non era più uno di loro. Era libero.
Mandy asciugò le lacrime e lo scosse un poco. "Devi andare, prima che Kenyatta torni."
Lip si sollevò sul letto a guardarla. Gli aveva detto "ti amo" mentre scopavano.
Si vestì in fretta, la baciò e se ne andò senza una parola. 
Nella solitudine della sua stanza, la ragazza si rese conto che Lip non sarebbe mai tornato a prenderla, che probabilmente sarebbe finita come sua madre o peggio. In fondo per quelle come lei c'erano solo due soluzioni: il carcere o la strada. La vita sarebbe avanzata per inerzia, quasi a schernirla, fino al giorno in cui finalmente, dopo una scopata troppo violenta o una dose di troppo, sarebbe morta.
Le venne quasi da ridere, aveva davvero pensato che Lip l'avrebbe portata via? Che sciocca era stata.
Si riaddormetò, un sonno senza sogni. 

Quando Lip seppe da Ian che Mandy se ne stava andando con Kenyatta corse a casa Milkovich.
Doveva dire a Mandy di non andare, doveva impedirle di buttare la sua vita nel cesso, dirle che c'era speranza anche per una come lei.
Ma quando arrivò era troppo tardi, Mandy non c'era più e quel "ti amo" che non le aveva mai detto rimase muto per sempre.