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Autore: deborahdonato4    27/08/2015    2 recensioni
Hermione Granger è alle prese con il quarto anno nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Come sappiamo, il quarto anno è l'anno del Torneo Tremaghi, di Viktor Krum, del ritorno di Lord Voldemort.
Ma se le cose fossero andate un pochino diversamente da quelle che ci sono state raccontate? E se anche Draco Malfoy avesse chiesto ad Hermione di andare al Ballo? E se Hermione e Draco si fossero innamorati?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Come al solito, Ron mi ha fatto arrabbiare per l’ennesima volta. Ma tu sei una ragazza! Be’, il ragazzo ha impiegato solo quattro anni per capirlo. Dovrebbe darsi veramente una svegliata, se non vuole finire da solo al Ballo del Ceppo.
Mi sono rintanata in biblioteca, uno dei miei posti preferiti in assoluto di tutto il castello. Supero la libreria dove Viktor Krum mi ha chiesto di essere la sua accompagnatrice al Ballo. Alla proposta sono rimasta spiazzata, non mi aspettavo che lui, grande giocatore di Quidditch, potesse interessarsi ad una ragazza come me. Con questi denti così voluminosi, non mi sento particolarmente carina. Ma lui ha scelto me, nonostante la miriade di ragazze al suo seguito. Sarà una buona occasione per fare conoscenza con un ragazzo di una scuola di Magia differente.
Cerco e trovo un libro, Storia di Hogwarts. Comincio a sfogliarlo. Sono interessata alla parte dedicata al Ballo del Ceppo, voglio sapere della sua nascita. Leggo la pagina, e scopro che viene citato un altro libro, Il Ballo del Ceppo del 1700.
Ad un certo punto, alzo lo sguardo. Mi sento osservata, sebbene in biblioteca non c’è quasi nessuno. Le ragazze saranno tutte a civettare per essere invitate al ballo, e quelle già impegnate saranno in agitazione. Lo sono anch’io, naturalmente, ma comincerò a prepararmi il giorno stesso. Dopo aver ricevuto la lettera con i testi di quest’anno, mia madre mi ha portata a comprare un meraviglioso vestito azzurro.
Mi alzo e inizio a cercare il libro. Scopro che si trova proprio sull’ultimo scaffale, quello più alto e irrangiungibile. Sfodero la bacchetta, e sto per fare l’incantesimo di Appello quando sento qualcuno alle mie spalle.
«Ciao Granger.»
Sussulto e mi volto verso il padrone di quella voce strascicata. Draco Malfoy. L’ultima volta che siamo stati così vicini, faccia a faccia, ho avuto il piacere di schiaffeggiarlo con tutte le mie forze. In quel momento lo trovai molto liberatorio. Noto a sorpresa che è diventato più alto, ma non quanto Ron, che cresce sempre molto durante l’estate. Incrocio le braccia al petto, puntando molto casualmente contro di lui.
Non mi sono dimenticato della fattura che mi ha scagliato nel corridoio davanti all’aula di pozioni, anche se non ero io la sua vittima designata.
«Cosa vuoi Malfoy?» sbotto, squadrandolo torva. 
Gli occhi grigi di Malfoy si alzano sugli ultimi scaffali della libreria. «Per una volta che sono gentile nei tuoi confronti, Granger, utilizzi questo tono scazzato?»
«Esatto.»
Lo fisso male. Questo suo atteggiamento calmo mi fa presumere una trappola. Non posso dimenticare i suoi insulti ai miei compagni Grifondoro. Gli lancio un’occhiata dietro le spalle.
«Tiger e Goyle?» domando. «Sono acquattati qui dietro?»
«Non vado sempre in giro con loro.» Malfoy sbuffa, facendo un passo avanti, le mani bene in vista. Mi sta mostrando di essere disarmato. Buon per me, peggio per lui.
«Allora. Perché non mi hai salutato con Madblood come fai tuo solito?» chiedo, prendendo tempo, alla ricerca di un incantesimo adatto.
Lui alza le spalle e non risponde. Si guarda un po’ intorno, incrociando le braccia a sua volta. «Come fai a stare sempre rinchiusa in questo posto?» domanda, con tono che mi sembra curioso.
«Mi piacciono i libri, e amo studiare.» dico sulla difensiva. «Non ci trovo nulla di male.»
«Neanch’io.» Malfoy inspira lentamente. «Ho visto Potter e Weasley senza di te, e ho subito capito che eri qui. Non ho avuto torto.»
«Vuoi farmi un’altra fattura?» domando senza più giri di parole. Alzo la bacchetta e la punto al suo petto. «I tuoi amici sono qua attorno, pronti a salvarti?»
«No.» dice con tono tranquillo. Troppo tranquillo. Non mi convince.
«Posso lanciarti un incantesimo?» chiedo.
«Fai pure, se questo può. Tranquillizzarti.»
Sposto la bacchetta sul suo volto. Continua ad essere tranquillo, sebbene noto una piccola gocciolina di sudore colargli lungo la fronte. Voglio attaccarlo, allungargli i denti come ha fatto lui con me, ma alla fine mi decido ad abbassare la bacchetta.
Essere privati dell’accesso alla biblioteca non è affatto una buona idea.
Malfoy sembra più sollevato quando mi vede retrocedere.
«Perché non provi?» domanda.
Sbuffo infastidita. «A differenza di te, non lancio incantesimi alle persone disarmate.»
Un veloce flashback mi fa ricredere delle mie stesse parole. Neville Paciock, in pigiama, che tenta di proibire a me, Harry e Ron di lasciare la sala comune. Il mio Petrificus Totalus mi ruggisce nelle orecchie. Scaccio il ricordo dalla testa, arrossendo lievemente per l’imbarazzo.
Malfoy impallidisce più del solito, invece, e abbassa gli occhi. Vedo le sue labbra tremare e mi domando se da un momento all’altro, in modo del tutto inspiegabile, si metterà a piangere. Anche se mi sembra una cosa impossibile da un Serpeverde disprezzante come lui, inizio a domandarmi come reagirò ad una eventualità del genere.
Malfoy torna a guardarmi negli occhi e sorride. Non un ghigno malevolo come suo solito, ma un sorriso, che gli illumina gli occhi e gli fa splendere il viso pallido in maniera molto differente dal solito.
Una strana sensazione di benessere mi attraversa lo stomaco.
«Volevo farti una domanda, Hermione.» dice, e mi sorprende sentire il mio nome di battesimo fuoriuscirgli dalle sue labbra.
«E cosa?» domando, pensando ai compiti delle vacanze natalizie. Non ho alcuna intenzione di aiutarlo in nessuno degli esercizi. Ma se in cambio mi promette di smetterla di insultare i Weasley, i nati babbani e Harry… Be’, potrei ripensarci.
Invece trasalisco nel vederlo arrossire. Non come Ron, che diventa rosso come un mattone, o Harry che arrossisce sulle guance. Il rossore di Malfoy gli copre parzialmente le guance e le orecchie. E sembra vergognarsi di trovarsi qui con me.
«Ehm…»
È la prima volta in assoluto che lo trovo in difficoltà. Riesco solo a pensare che ha tutto il tempo che vuole per parlarmi di quello che vuole, a patto che lo faccia entro tre giorni. Non voglio perdere il Ballo del Ceppo.
«Allora, Malfoy?» chiedo. Preferisco che non lo faccia un minuto prima del Ballo. Devo prepararmi. «Ho un sacco di cose da fare.»
Malfoy annuisce e, con difficoltà, riprende a fissarmi negli occhi. Per la prima volta noto che i suoi occhi assomigliano a quelli di un cucciolo che ha smarrito la strada di casa. O meglio, di un furetto.
«Volevo domandarti…» Malfoy si blocca, poi inspira più a lungo. «Volevo domandarti se ti va di venire al Ballo con me.»
La bocca mi si spalanca di colpo per la sorpresa.
Draco Malfoy, colui che odia profondamente i Mezzosangue e i nati babbani, mi ha appena invitato al Ballo del Ceppo? Non riesco a crederci. È più probabile immaginare che Tiger e Goyle abbiano fatto la Pozione Polisucco tutta da soli, e si siano trasformati in Malfoy per invitarmi e deridermi al Ballo.
Continuo a guardarlo, e resto sconvolta nell’accorgermi che lo sto guardando veramente.
Ha un bel viso, dei bei lineamenti, con il suo modo di esprimersi ti da distogliere lo sguardo dal suo naso adorabile e le labbra sottili. I capelli biondi non sono più pettinati all’indietro come li teneva fino all’anno scorso. Ora ha i capelli più lunghi, fino alle orecchie, e hanno una loro forma. È più alto di cinque o sei centimetri, e con la testa gli sfioro il mento. Quando non si comporta da perfetto stronzo, è bello.
Torno alla realtà.
«Al Ballo.» ripeto con circospezione, temendo di non averlo sentito bene. «Con te.»
«Sì, con me.»
Continuo a fissarlo sbalordita, poi mormoro: «E cosa diranno gli altri Purosangue nel vederti in mia compagnia?»
Lui alza le spalle nel più bel gesto menefreghista mai vista. «Non me ne frega niente di ciò che pensano.» ammette.
Suonerebbe meglio se non lo conoscessi.
Il mio cuore fa una giravolta, e capisco cos’è quella strana sensazione di calore allo stomaco.
Vorrei tanto rispondergli di sì. Harry capirebbe. Ron no, ma non è una novità.
Al cuor non si comanda, dice un detto babbano. Farei cambiare Draco, e magari potrebbe diventare nostro amico.
Ma poi mi torna in mente Viktor Krum, e mi sento perfida e ingiusta nei confronti del bulgaro. Mi sono dimenticato di lui.
Fisso ancora per qualche secondo quei freddi occhi grigi, chiedendomi quando mai li rivedrò così luminosi. Mi sforzo di farmi vedere triste e dispiaciuta, e mi stupisco nello scoprire che non devo nemmeno fingere.
«Scusa, Draco, ma vado già con un altro.» mormoro, abbassando un po’ lo sguardo.
«Ah.»
Silenzio. Ovvero ciò che dovrebbe esserci sempre in biblioteca. Tra di noi è così imbarazzante, però. Alzo gli occhi e la sua espressione ferita mi ferisce ancora di più.
«Scusa.» ripeto.
Lui sembra svegliarsi da un incubo. «No, non fa niente. Non che mi aspettassi che mi rispondessi sì, ovviamente.» Fa una risatina nervosa. È abbattuto.
Lo vedo indietreggiare. Vuole scappare?
« Vai con Potter?» mi domanda, forse non riuscendo a trattenersi.
Scuoto la testa. «No, non con lui.»
«Weasley?»
«Nemmeno.»
«Paciock?»
«No.» rispondo, e ricordo che ho rifiutato la proposta di Neville qualche giorno fa, qualche ora dopo che Viktor mi aveva invitata. 
«Finch-Fletcher?»
«No!»
Malfoy si infila le mani nella tasca dei pantaloni. «Okay.» Arrossisce di nuovo. «Ci vediamo.»
«Immagino di sì… E la Parkinson?»
Mi guarda perplesso. «Come?»
«Invita la Park… Pansy Parkinson.»
Lui mi guarda, rabbuiato. «Lo farò, ma non sarà la stessa cosa.»
Si allontana ed esce dalla biblioteca senza voltarsi, quasi a testa alta. Mi lascia triste e infelice tra gli scaffali. Non mi capitava di provare questa sensazione dall’anno scorso, quando ho litigato con Ron per via di Grattastinchi. Quando la sua figura snella e alta scompare, poso il libro, raduno le mie cose e lascio la biblioteca, poi il castello. Mi ritrovo nel parco ricoperto di neve, e spero di potermi rinfrescare le idee.
   
 
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