Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: StellinA003    27/08/2015    1 recensioni
In questa fan fiction Sana e Akito non si conoscono.
Sana è una comune ragazza che vorrebbe diventare una cantante famosa e un giorno sua madre le propone di andare a vivere a Roma così lei potrebbe incoronare il suo sogno ma Sana inizialmente non prende la cosa di buon grado, anzi ma poi accetta la proposta della madre.
E se in questa nuova città incontrasse Akito? Se lui le sconvolgesse la vita e viceversa?
Spero di avervi incuriosito abbastanza.
buona lettura
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sarà stato il destino a farci incontrare?

 
Ciao a tutti quanti.
Ho  deciso  di  scrivere  questa  storia  da  un’ispirazione che  mi  è  venuta.
Ci  ho  messo molto  impegno  a  scrivere  questo  primo  capitolo  e  io  ne  sono  soddisfatta  dato  che  ho  curato  anche  i  più  piccoli  errori.
Se c’è  qualcosa   che  non  va  sarei  felice  che  mi  diate dei  consigli  per  migliore.
Accetto  anche  critiche,  ognuno  ha il  proprio  parere.
Spero  vi  piaccia,  vi  lascio  alla  lettura
 
 
Capitolo 1-  partenza e arrivo
 
<< Sana! >>  Esclama Misako,  la  madre della  ragazza
<< Hai finito   di  preparare le  valigie? >>
<< Certo  mamma >>   Dice  Sana con  una nota  di tristezza nella  voce
<< Bene  allora adesso  scendi ,  la  cena  è  pronta >>
<< Sì,  adesso  scendo >>  
Sana  con  passo lento  si  dirige verso la  porta,  la  apre e   una volta  uscita   la  chiude  alle  sue  spalle.
Sempre  con  lo   stesso  passo  lento  scende   i  gradini  uno  ad  uno.
Appena si   siede  a  tavola  in  silenzio comincia a   mangiare  perdendosi  ancora  tra  i   suoi  pensieri.
<< Sana,  mi  dici  cos’hai? >>  Interrompe  il  silenzio  Misako
<< Niente  mamma >>
<< Sana,  lo  so    che  ti ho  detto  della partenza  di  punto  in   bianco ma  cerca  di  capirmi >>
<< Mamma  basta! Cerca  di  capirmi  un  po’  tu  invece,  come  pensi  che  mi  senta  adesso  eh?  Devo     abbandonare  i  miei  amici,  la  mia  scuola,  la  città  in  cui  sono  vissuta… >>  urla  Sana  spazientita
<< Sana,  io  ti  capisco  benissimo    ma  tu  cerca  di  capirmi.
Lo  faccio  per  il  tuo  bene… >>
<< E  secondo  te  il  mio  bene   è  in   un’altra  città  a  me  completamente  estranea  dove  devo  ricominciare  tutto  da   0? >>
<< Sana,  io  voglio  che  tu  sia  felice    ma  qui  non  puoi  più  esserlo,  ci  sono  molte cose  e  persone  che   ti  fanno  male  e poi   è   un’opportunità  per  entrambe.   Io  avrò  più  possibilità  di   lavoro  lì  in  Italia  e  tu  potrai  finalmente  coronare  il   sogno   di  diventare  una  cantante   famosa >>
Sana  abbassa  lo sguardo.  La  madre   aveva  ragione,   in  un’altra  città  avrebbe  potuto   finalmente   diventare  cantante  e  dimenticare   ma…  non  voleva  lasciare  le  sue  più  care  amiche.
<< Va  bene  mamma,  forse  hai  ragione.  Domani   partiremo   insieme  per  l’Italia  e  ricominceremo  tutto  per  bene >>   Disse   Sana   sfoggiando   un  bellissimo  sorriso  raggiante
<< Ecco,  questa  sì  che  è   la  Sana  che  conosco  io >>
Dopo  aver  cenato  entrambe  si  dirigono  nelle  loro    stanze.
<< Mi raccomando   Sana,  vai  subito  a  dormire  che  domani  ci  dobbiamo   svegliare  molto  presto >>
<>
Sana   apre  la  porta  della  sua  camera   e  dopo  averla   richiusa   si  mette  il  suo   pigiama  e  si  sdraia  sul   suo  caldo  letto   che  in  quella   giornata  di  fine inverno  era   proprio   l’ideale.
Riesce   a  prendere  sonno  quasi  subito  anche  se  nella  sua  mente  c’è ancora  il  pensiero  sul  mattino  seguente.
Il  giorno   dopo,  verso  le   5.00 la    sveglia   suona  lasciando   Sana  frastornata   per  il  troppo  rumore.
Si  stava  rimettendo  sotto  le  sue calde  coperte  ma  due    piatti   enormi   iniziano  a  battere  tra  loro  facendo  cadere   per terra   Sana.
<< Su Sana  sveglia! >>  Dice  una   Misako  piuttosto   in  forma  che  dà  l’idea  che  potrebbe  continuare  a  suonare i  piatti  all’infinito.
Sana  impaurita  del  suo  stesso  pensiero   si   alza    da  terra   e   corre  verso  il  bagno.   Si  lava  molto   velocemente   dato  che  dovevano  stare  all’aeroporto  verso  le  5.30   e  si  sa,  i  voli  non  aspettano.
Dopodiché  si  veste  con  un  semplice   Jeans,  una  maglia  a  righe  a  maniche  lunghe   blu  elettrica e le  Vans   del  medesimo  colore.
Dopo  essersi   sistemata  i  capelli  esce  di  corsa  dal  bagno   e  guarda  l’orologio  appeso  al  muro,  le   5.10.    Sana   scende  le scale  con   le  sue  valige    e  nel  salotto   a  fare  colazione   vede  sua  madre.
Anche  lei  si   siede  a  tavola  per  fare  colazione  insieme  a  sua  madre.
<< Sana  hai  preparato  tutto? >>
<< Certo  mamma >>  Sana   dà  un’altra   occhiata  all’orologio   a pendolo  del  soggiorno  e  nota  che  sono  già  le  5.25   e  urla
<< Oh  no  mamma!  Ma  è  tardissimo,  non  ce  la  faremo  mai,  sono  già   le… >>
<< Calmati  figliola,  il  volo   è  alle   6.00 >>
<< Eh?  Mi  sono  forse  persa  qualcosa? >>
<< Niente  Sana,  non  ti  sei persa  niente,  semplicemente   ti  ho  detto  che  l’ora  del  volo  era  alle  5.30  per  far   sì  che  tu  ti  svegliassi  prima >>
<< Ma…  ma…   mi  hai  fatto  perdere  mezz’ora  di   dormita >>
<< Ecco  appunto >>   dice   ridendo  Misako.
<< Sei  incredibile >>   dice  ancora  ad  occhi  sbarrati  Sana  addentando  un  toast.
<< Però  muoviti  adesso,  abbiamo  solo   30   minuti  di tempo >>  dice  Misako  finendo  il  suo  cornetto  alla  crema.
<< Sì,  ho  finito >>
Sana  e  Misako  si  mettono  il  proprio  giubbino  fresco,  non  troppo pesante  e  poi   escono  di  casa.
Sana  si  gira  un’ultima  volta  verso  la  sua  ormai  vecchia  casa.
 
Mi mancherai  tanto  mia  dolce  casa,   sei  stata  la  spettatrice  di  tutte  le  mie  lacrime e sorrisi per tanto tempo e adesso che me ne andrò  sento  già  la  tua  nostalgia…
 
<>
<< Sì,  arrivo! >>
 
Oh,  non  mi  sono  ancora  presentata..
Mi  chiamo   Sana  Kurata,   sono   una  comune  ragazza  ma  con  una  mamma  un  po’  più  speciale,  almeno  per  me.
Lei   è  una  famosa  scrittrice   ma   in  questo  periodo  il  lavoro  non  c’è  più  di tanto.
Io  vorrei  tanto  diventare  una  cantante.
Mi  piacerebbe  cantare  canzoni  italiane  e  inglesi.
Adesso     stiamo   aspettando  il  taxi  per  andare   all’aeroporto   di Tokyo,  stiamo  partendo  per  Roma.
Lì mamma  avrà  più   possibilità  di  lavoro  ed  io  potrei  realizzare  il  mio  sogno  e  anche  dimenticare  quello    che  mi ha  fatto   il  mio  ragazzo, Hikaru, mi  ha  tradito  e  per  di  più  con  la  mia  nemica   numero  1,  Madoka.
Il  taxi    è  arrivato    e  adesso  ci  stiamo   dirigendo  all’aeroporto.
 
<< Sana,  Sana… >>
<< Eh?  Sì? >>
<< Siamo  arrivate,  su  scendi  dal  Taxi >>
<< Oh… Ehm…  Sì,  non  me  n’ero  accorta >>
Sana  scende  dal  taxi   e   dopo   pochi   minuti   una  voce  metallica  risuona  per  tutto  l’aeroporto   
<< Gentili signori,  l’aereo  diretto a   Roma  sta  per  partire…* >>
<< Sana,  hanno   appena  chiamato  il  nostro   volo,   andiamo  su! >>
<< Sì,  andiamo >>
Sana e  sua  madre  si   dirigono  all’aereo  che  le  porterà  dritte  a  Roma,   ricominciando  una  nuova  vita.
Una  volta  salite  sull’aereo  e   aver  allacciato  le  cinture   l’aereo  parte  e  Sana  diventa  nuovamente  pensierosa.
Misako   per   parlare  un  po’   con  la  figlia  dice
<< Su  Sana,  non  sarà  poi  così  male >>
<< Sì  mamma,  lo  so >>
<< Sono  felice  che  tu  abbia  preso   la  cosa  di   buon  grado,  adesso  perché  non  ti  riposi  un  po’?  Ti  sei  svegliata  presto  e   avrai  sicuramente  sonno >>
<< Infatti  ora  devo  dormire,  non  ho  dormito   tanto  e  adesso  ho  molto  sonno >>  Sana  si  mette  in  una   comoda  posizione  per  dormire   e  crolla  velocemente  in  un sonno  profondo.
Passarono  11  ore  e  Sana  venne  svegliata  dal   tocco  dolce  della   madre  che  la  scuoteva   dolcemente  dicendole   
<< Sana,  sveglia,  siamo  arrivate! >> 
Sana  mugugnò  e  dopo  poco  riaprì   lentamente  gli  occhi.
<>  domandò  Sana  in  uno  sbadiglio.
<>
La  voce  metallica  che  prima  aveva  annunciato  il  volo  adesso  stava  annunciando  il  decollo.
<< Gentili  signori,  preghiamo   di  allacciare   le  cinture,  fra  poco  atterreremo >>
Dopo  qualche  minuto  l’aereo  si  ferma,   finalmente  eravamo  a   Roma.
Sana e  sua  madre  scesero  dall’aereo e  si   diressero con  il  taxi  verso   la  loro  nuova  casa.  Dopo un  quarto  d’ora   arrivarono  a  quella  che  sarebbe  stata  la  loro  nuova  casa.   Misako   pagò  al  tassista   e   si  affrettò  a  prendere  le  chiavi  della  nuova  casa.
Sana   guardava  ammirata   la  villetta  che  stava  davanti  a  sé.
Stava   un cancello   bianco  che  portava  ad  un  giardino  pieno   di  fiori,  Margherite,  Rose  e   Primule   si   mescolavano   tra  loro.
Un  profumo   dolce   invase  le  narici   di  Sana  che  prese  tra  le  mani  un  rosa.
Sul  retro  c’era  una  piscina  coperta  dato  che   era  comunque      fine  inverno.
La  villetta  aveva  tre  balconi,  ognuno  in   3  stanze  diverse.
Sana   presa   dalla  curiosità   si  fiondò   in  casa  e  aprì  quella   che  sarebbe  stata  la  sua  nuova  stanza.
Era  molto  spaziosa,  aveva  un  letto  non  troppo  grande ma   comunque  comodo,  un  enorme   armadio    a  screen  e   la  sua  camera  era  tutta   rosa,  il  suo  colore  preferito.
La  cosa  che  piacque   più  a  Sana  fu  il   balcone   che  si  affacciava  al  mare.   Erano  le    11.00  di  sera  e  il  mare  era   molto  calmo.  Si   vedevano  le stelle   e  per  Sana   era  uno    spettacolo   magnifico  perché  in  Giappone  le  stelle  non  erano  mai  state  così  tante   e  così   lucenti.
Sana   restò   meravigliata  a  guardare  le  sfumature  del  cielo  che  si   perdevano  con   quelle  del  mare.
<< Sana >>  era  sua  madre  che la  stava  chiamando
<< Si mamma? >>
<< Ti  piace  la  tua  nuova  stanza? >>
<< Sì,  è  bellissima,  dopotutto… >>  fa  un  sorriso   << Non  è  poi  così  male  stare   qui >>
Anche  Misako  fa  un  sorriso  e  dice   << Già >>.
Quest’ultima  raggiunge  Sana   sul  balcone  e  anche  lei   si  mette  ad  ammirare  il  paesaggio  che   si  presenta  davanti  ai    suoi  occhi.
<< Sai Sana!  Quando  ho  visto   per  la  prima  volta  questa  stanza  ho  pensato  subito   a  te >>
<< Perché? >>
<< Perché  da  qui  si  può  vedere   tutto,  l’alba, il  tramonto  e  le  sfumature   della  notte.   Ho  pensato  a  te  perché   tu  sei   proprio  come  essi.   Nascondi   piccole  parti  di  te  che    sono  come   il   corso  della   giornata >>
<< Non capisco >>  
Misako  Ride  e   dice      << Tu  sei  come  l’alba,  piena  di  nuove  aspettative  buone,  tu  sei   come  il  tramonto,   a  volte   sai  anche  mettere  da  parte tutta la  tua  allegria  in un  secondo  lasciando  spazio  alla  sera,   diventando   più  tranquilla  e   pensierosa.   Non  credi  che   ti  rispecchino  alla   perfezione? >> 
Questa  volta  è   Sana  a  ridere     << In  effetti   sono  così >>
Misako  si   avvicina  alla  porta  per  andarsene  ma   prima  di  farlo  dice  << Ricordati  Sana,  che  la   tua  mamma  ti  conosce  meglio  di   chiunque  altro >>
Sana  la  guarda   sparire  dietro  la  porta  senza  dire  niente.
Decide  che   i  suoi   bagagli   gli  avrebbe   sistemati  l’indomani  e  mettendosi  il  suo  pigiama    va   a  letto   con  un  pensiero   fisso  in testa
 
Chiunque   entri   a  far  parte   della  mia  vita,  la  mia  mamma  sarà  sempre  la  donna  che  riuscirà  a  capirmi  fino  in  fondo.
 
Si   addormenta   con   lo  sfondo   del  blu  della  notte     decorata  dalle   stelle  che   illuminano  il  cielo   e  la  luna  bianca  che  si   rispecchia   nell’acqua.
 
 
*Non sono mai stata su  un  aereo  e  per questo  non  posso  dirvi  con  precisione  cosa  dicono  le  hostess
 
 
Ragazzi  finalmente  ho   risolto   il  problema   del  computer,  questo   è  solo  un  breve  prologo  ma  il   secondo   capitolo  sarà  molto   più   lungo,   a  presto  e  spero  vi  sia  piaciuto
 
StellinA
 
   
 
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