Sarà stato il destino a farci incontrare?
Ciao a tutti quanti.
Ho deciso di scrivere questa storia da un’ispirazione che mi è venuta.
Ci ho messo molto impegno a scrivere questo primo capitolo e io ne sono soddisfatta dato che ho curato anche i più piccoli errori.
Se c’è qualcosa che non va sarei felice che mi diate dei consigli per migliore.
Accetto anche critiche, ognuno ha il proprio parere.
Spero vi piaccia, vi lascio alla lettura
Capitolo 1- partenza e arrivo
<< Sana! >> Esclama Misako, la madre della ragazza
<< Hai finito di preparare le valigie? >>
<< Certo mamma >> Dice Sana con una nota di tristezza nella voce
<< Bene allora adesso scendi , la cena è pronta >>
<< Sì, adesso scendo >>
Sana con passo lento si dirige verso la porta, la apre e una volta uscita la chiude alle sue spalle.
Sempre con lo stesso passo lento scende i gradini uno ad uno.
Appena si siede a tavola in silenzio comincia a mangiare perdendosi ancora tra i suoi pensieri.
<< Sana, mi dici cos’hai? >> Interrompe il silenzio Misako
<< Niente mamma >>
<< Sana, lo so che ti ho detto della partenza di punto in bianco ma cerca di capirmi >>
<< Mamma basta! Cerca di capirmi un po’ tu invece, come pensi che mi senta adesso eh? Devo abbandonare i miei amici, la mia scuola, la città in cui sono vissuta… >> urla Sana spazientita
<< Sana, io ti capisco benissimo ma tu cerca di capirmi.
Lo faccio per il tuo bene… >>
<< E secondo te il mio bene è in un’altra città a me completamente estranea dove devo ricominciare tutto da 0? >>
<< Sana, io voglio che tu sia felice ma qui non puoi più esserlo, ci sono molte cose e persone che ti fanno male e poi è un’opportunità per entrambe. Io avrò più possibilità di lavoro lì in Italia e tu potrai finalmente coronare il sogno di diventare una cantante famosa >>
Sana abbassa lo sguardo. La madre aveva ragione, in un’altra città avrebbe potuto finalmente diventare cantante e dimenticare ma… non voleva lasciare le sue più care amiche.
<< Va bene mamma, forse hai ragione. Domani partiremo insieme per l’Italia e ricominceremo tutto per bene >> Disse Sana sfoggiando un bellissimo sorriso raggiante
<< Ecco, questa sì che è la Sana che conosco io >>
Dopo aver cenato entrambe si dirigono nelle loro stanze.
<< Mi raccomando Sana, vai subito a dormire che domani ci dobbiamo svegliare molto presto >>
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Sana apre la porta della sua camera e dopo averla richiusa si mette il suo pigiama e si sdraia sul suo caldo letto che in quella giornata di fine inverno era proprio l’ideale.
Riesce a prendere sonno quasi subito anche se nella sua mente c’è ancora il pensiero sul mattino seguente.
Il giorno dopo, verso le 5.00 la sveglia suona lasciando Sana frastornata per il troppo rumore.
Si stava rimettendo sotto le sue calde coperte ma due piatti enormi iniziano a battere tra loro facendo cadere per terra Sana.
<< Su Sana sveglia! >> Dice una Misako piuttosto in forma che dà l’idea che potrebbe continuare a suonare i piatti all’infinito.
Sana impaurita del suo stesso pensiero si alza da terra e corre verso il bagno. Si lava molto velocemente dato che dovevano stare all’aeroporto verso le 5.30 e si sa, i voli non aspettano.
Dopodiché si veste con un semplice Jeans, una maglia a righe a maniche lunghe blu elettrica e le Vans del medesimo colore.
Dopo essersi sistemata i capelli esce di corsa dal bagno e guarda l’orologio appeso al muro, le 5.10. Sana scende le scale con le sue valige e nel salotto a fare colazione vede sua madre.
Anche lei si siede a tavola per fare colazione insieme a sua madre.
<< Sana hai preparato tutto? >>
<< Certo mamma >> Sana dà un’altra occhiata all’orologio a pendolo del soggiorno e nota che sono già le 5.25 e urla
<< Oh no mamma! Ma è tardissimo, non ce la faremo mai, sono già le… >>
<< Calmati figliola, il volo è alle 6.00 >>
<< Eh? Mi sono forse persa qualcosa? >>
<< Niente Sana, non ti sei persa niente, semplicemente ti ho detto che l’ora del volo era alle 5.30 per far sì che tu ti svegliassi prima >>
<< Ma… ma… mi hai fatto perdere mezz’ora di dormita >>
<< Ecco appunto >> dice ridendo Misako.
<< Sei incredibile >> dice ancora ad occhi sbarrati Sana addentando un toast.
<< Però muoviti adesso, abbiamo solo 30 minuti di tempo >> dice Misako finendo il suo cornetto alla crema.
<< Sì, ho finito >>
Sana e Misako si mettono il proprio giubbino fresco, non troppo pesante e poi escono di casa.
Sana si gira un’ultima volta verso la sua ormai vecchia casa.
Mi mancherai tanto mia dolce casa, sei stata la spettatrice di tutte le mie lacrime e sorrisi per tanto tempo e adesso che me ne andrò sento già la tua nostalgia…
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<< Sì, arrivo! >>
Oh, non mi sono ancora presentata..
Mi chiamo Sana Kurata, sono una comune ragazza ma con una mamma un po’ più speciale, almeno per me.
Lei è una famosa scrittrice ma in questo periodo il lavoro non c’è più di tanto.
Io vorrei tanto diventare una cantante.
Mi piacerebbe cantare canzoni italiane e inglesi.
Adesso stiamo aspettando il taxi per andare all’aeroporto di Tokyo, stiamo partendo per Roma.
Lì mamma avrà più possibilità di lavoro ed io potrei realizzare il mio sogno e anche dimenticare quello che mi ha fatto il mio ragazzo, Hikaru, mi ha tradito e per di più con la mia nemica numero 1, Madoka.
Il taxi è arrivato e adesso ci stiamo dirigendo all’aeroporto.
<< Sana, Sana… >>
<< Eh? Sì? >>
<< Siamo arrivate, su scendi dal Taxi >>
<< Oh… Ehm… Sì, non me n’ero accorta >>
Sana scende dal taxi e dopo pochi minuti una voce metallica risuona per tutto l’aeroporto
<< Gentili signori, l’aereo diretto a Roma sta per partire…* >>
<< Sana, hanno appena chiamato il nostro volo, andiamo su! >>
<< Sì, andiamo >>
Sana e sua madre si dirigono all’aereo che le porterà dritte a Roma, ricominciando una nuova vita.
Una volta salite sull’aereo e aver allacciato le cinture l’aereo parte e Sana diventa nuovamente pensierosa.
Misako per parlare un po’ con la figlia dice
<< Su Sana, non sarà poi così male >>
<< Sì mamma, lo so >>
<< Sono felice che tu abbia preso la cosa di buon grado, adesso perché non ti riposi un po’? Ti sei svegliata presto e avrai sicuramente sonno >>
<< Infatti ora devo dormire, non ho dormito tanto e adesso ho molto sonno >> Sana si mette in una comoda posizione per dormire e crolla velocemente in un sonno profondo.
Passarono 11 ore e Sana venne svegliata dal tocco dolce della madre che la scuoteva dolcemente dicendole
<< Sana, sveglia, siamo arrivate! >>
Sana mugugnò e dopo poco riaprì lentamente gli occhi.
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La voce metallica che prima aveva annunciato il volo adesso stava annunciando il decollo.
<< Gentili signori, preghiamo di allacciare le cinture, fra poco atterreremo >>
Dopo qualche minuto l’aereo si ferma, finalmente eravamo a Roma.
Sana e sua madre scesero dall’aereo e si diressero con il taxi verso la loro nuova casa. Dopo un quarto d’ora arrivarono a quella che sarebbe stata la loro nuova casa. Misako pagò al tassista e si affrettò a prendere le chiavi della nuova casa.
Sana guardava ammirata la villetta che stava davanti a sé.
Stava un cancello bianco che portava ad un giardino pieno di fiori, Margherite, Rose e Primule si mescolavano tra loro.
Un profumo dolce invase le narici di Sana che prese tra le mani un rosa.
Sul retro c’era una piscina coperta dato che era comunque fine inverno.
La villetta aveva tre balconi, ognuno in 3 stanze diverse.
Sana presa dalla curiosità si fiondò in casa e aprì quella che sarebbe stata la sua nuova stanza.
Era molto spaziosa, aveva un letto non troppo grande ma comunque comodo, un enorme armadio a screen e la sua camera era tutta rosa, il suo colore preferito.
La cosa che piacque più a Sana fu il balcone che si affacciava al mare. Erano le 11.00 di sera e il mare era molto calmo. Si vedevano le stelle e per Sana era uno spettacolo magnifico perché in Giappone le stelle non erano mai state così tante e così lucenti.
Sana restò meravigliata a guardare le sfumature del cielo che si perdevano con quelle del mare.
<< Sana >> era sua madre che la stava chiamando
<< Si mamma? >>
<< Ti piace la tua nuova stanza? >>
<< Sì, è bellissima, dopotutto… >> fa un sorriso << Non è poi così male stare qui >>
Anche Misako fa un sorriso e dice << Già >>.
Quest’ultima raggiunge Sana sul balcone e anche lei si mette ad ammirare il paesaggio che si presenta davanti ai suoi occhi.
<< Sai Sana! Quando ho visto per la prima volta questa stanza ho pensato subito a te >>
<< Perché? >>
<< Perché da qui si può vedere tutto, l’alba, il tramonto e le sfumature della notte. Ho pensato a te perché tu sei proprio come essi. Nascondi piccole parti di te che sono come il corso della giornata >>
<< Non capisco >>
Misako Ride e dice << Tu sei come l’alba, piena di nuove aspettative buone, tu sei come il tramonto, a volte sai anche mettere da parte tutta la tua allegria in un secondo lasciando spazio alla sera, diventando più tranquilla e pensierosa. Non credi che ti rispecchino alla perfezione? >>
Questa volta è Sana a ridere << In effetti sono così >>
Misako si avvicina alla porta per andarsene ma prima di farlo dice << Ricordati Sana, che la tua mamma ti conosce meglio di chiunque altro >>
Sana la guarda sparire dietro la porta senza dire niente.
Decide che i suoi bagagli gli avrebbe sistemati l’indomani e mettendosi il suo pigiama va a letto con un pensiero fisso in testa
Chiunque entri a far parte della mia vita, la mia mamma sarà sempre la donna che riuscirà a capirmi fino in fondo.
Si addormenta con lo sfondo del blu della notte decorata dalle stelle che illuminano il cielo e la luna bianca che si rispecchia nell’acqua.
*Non sono mai stata su un aereo e per questo non posso dirvi con precisione cosa dicono le hostess
Ragazzi finalmente ho risolto il problema del computer, questo è solo un breve prologo ma il secondo capitolo sarà molto più lungo, a presto e spero vi sia piaciuto
StellinA