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Autore: ghepy    28/08/2015    1 recensioni
Sapete...
Gli stregoni del cerchio nero non sono poi così male...
O almeno per me.
Ma prima di parlarvi di loro, forse dovrei prima parlarvi di me.
Mi presento sono Susan. Una semplice cameriera, niente di speciale.
Che cosa posso dire? Ho i capelli lunghi e lisci di un bel color platino. Occhi azzurri...
Sono alta si e no un metro e settanta, credo...
Non mi misuro più da un bel pezzo... forse sono cresciuta in questi ultimi tempi.
Forse vi starete chiedendo del perchè una semplice umana sia entrata in contatto con gli stregoni del cerchio nero...
Beh ve lo dirò io!
Sapete tutti del perchè gli stregoni del cerchio nero siano venuti sulla terra, prendere la fata terrena bla bla, impossessarsi del cerchio bianco e bla bla...
Ma sapete... una cosa che non sono mai riuscita a capire è stata il perchè mi sia ritrovata faccia a faccia proprio con uno di loro. Insomma... non ho niente di speciale... eppure...
Quella sera di tanti secoli fa...
Ho trovato la mia via.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duman, Nuovo personaggio, Stregoni del Cerchio Nero
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una normale serata al bar in riva al mare.

Io mi occupavo dei tavoli come tutte le solite sere.

“cameriera lì! Cameriera là!” per tutta la sera non facevo altro che correre dai vari clienti per cercare di servirli al meglio. “cameriera il mio cocktail è caldo! Mi porti un'altra bibita” tutta la sera a farmi in quattro per servire i clienti del bar.

E come tutte le sere, arrivò il momento in cui arrivarono loro. Le winx.

Non c'erano parole per dire quanto detestassi loro e i loro ragazzi. Arrivavano quando cavolo gli pareva e si parcheggiavano, o al tavolo del bar, o prendevano posto tra i vari spazi del locale e ordinavano a tutto spiano bibite su bibite, le quali ovviamente non pagavano perchè erano offerte dal padre di roxy, il proprietario del locale.

Giuro... non ho mai visto un branco di ragazzi vizziati come loro. Sempre a fare i comodi loro e mai una volta a dare una mano nel locale.

Stavo finendo di pulire in tavolo quando una voce mi chiamo alle spalle

<< susan... >>

mi girai furibonda.

<< che vuoi riven!? >>

Tutte le sere stessa storia. Da quando musa cantava per una casa discografica, riven era diventato geloso. Veniva tutte le sere da me a farmi il filo, sperando di far ingelosire la sua ragazza. Ma io non ci stavo. Insomma! Loro due avevano dei problemi di coppia e dovevo finirci di mezzo io? Non se ne parlava

<< dopo il lavoro hai da fare? >> mi chiese, come tutte le sere del resto

<< ho di meglio da fare che passare il mio tempo in tua compagnia o con i tuoi stupidi amici! E poi mi sembra che tu non abbia il diritto di importunarmi così tutte le sere! Perchè non ti rimetti con musa e non mi lasci in pace?! >> ero fuori di me. Quella stessa conversazione andava avanti così da mesi ormai e io non ne potevo più.

Mi allontanai dal ragazzo con i capelli color melanzana e continuai a lavorare.

Ero andata al tavolo del bar per prendere i cocktail che il tavolo cinque aveva appena ordinato.

Presi il pesante vassoio e mi voltai di colpo.

Il vassoio mi finì addosso con tutte le bibite, dipingendo il mio grambiule bianco di un ammasso di colori terribili.

Stavo per cacciare un urlo di rabbia, ma qualcosa mi si bloccò in gola.

Guardai il ragazzo contro cui avevo sbattuto poco prima.

Era molto alto.

Vestita uno strano vestito scuro con una sorta di lunga gonna che gli giungeva fino ai piedi.

Sulla sua testa non vi erano capelli, apparte una lunga cresta fucsia che gli percorreva tutto il capo.

Quando i nostri sguardi si incrociarono potei osservare il colore dei suoi occhi.

Erano di un bellissimo color ambra.

Dopo qualche istante scoppiai come al solito.

Era più forte di me. Per quanto mi sforzassi di reprimere la mia maleducazione, urlando e imprecando, le parole mi uscivano sempre di bocca senza che me ne accorgessi, quasi come se non avessi la forza di controllare la mia bocca.

<< brutto deficiente! Guarda cos'hai combinato! Mi hai macchiato tutta! >>

Ero completamente imbrattata di quegli schifosi succhi che non se ne andavano via dai capi neanche se pregavi in cinese.

Il ragazzo non era solo. Dalle sue spalle spuntarono fuori altri tre ragazzi.

Il rosso si avvicinò a me.

<< sono desolato che il mio amico di abbia sporcato...lascia che ti aiuti >> mi porse la mano.

Poi.. con un attimo fulmineo mi prese la gola e mi alzò in aria.

<< va meglio così? >>

Stavo soffocando. Per quanto provassi a reagire, non riuscivo a liberarmi da quella stretta.

Mi scaraventò dalla parte opposta del bar, dietro ad una tenda.

Il mio mondo diventò buio.

Quando riaprì gli occhi vidi il locale vuoto.

Le fatine si erano trasformate e combattevano contro i quattro.

Questo era davvero troppo.

Va bene venire a bere a sbaffo, ma che ora si combattesse pure nel locale.. eh no! Ora basta!

Un bagliore pervase il locale.

Roxy si era trasformata.

Che fosse stata lei a causare quel bagliore? Ne dubito... le fate non hanno questo genere di potere.


 


 


 

Dopo quella terribile serata, mi presi ben un mese di ferie.

Dopo che ero stata lanciata via come niente, nessuno si era minimamente preoccupato di soccorrermi. Anzi. Quando rinvenii, erano rimasti ancora stupiti che fossi ancora lì.

E meno male che quelle si dovevano preoccupare di proteggere il mondo...


 

Ero in riva al mare.

Per un mese avrei potuto tenere addosso degli abiti che mi facevano sentire a mio agio con me stessa.

Mi piaceva così tanto avere i miei bei stivali neri con jeans e maglia nera. Ma soppratutto adoravo avere addosso il mio bel giaccone nero che mi riparava nelle gelide notti.

Mentre osservavo il tramonto, uno strano rumore di passi mi mise in allerta.

Mi voltai per guardare chi fosse, e trovai con mia grande sorpresa un cane.

Era splendido. Al collo aveva un bellissimo collare borchiato che gli metteva in luce il manto nero.

<< ciao bello >> allungai la mano per accarezzarlo.

Prima me l'annuso e poi me la leccò dolcemente.

Ora che lo guardavo meglio, notai che aveva delle lunghe unghie e il pelo scompigliato, come se avesse litigato con qualcuno.

<< vieni qui >>

lo presi e me lo misi tra le gambe incrociate.

Era così affettuoso, era un cane a dir poco dolcissimo.

Senza che me ne rendessi conto, mi ritrovai a terra con il cane sul petto.

<< come ti chiami bello? >>

Il cane si ricoprì di un fumo nero che lo avvolse.

Quando il fumo si dileguò, al suo posto trovai lo stesso ragazzo che la sera prima mi aveva mandato fuori dai gangheri.

<< il mio nome è Duman >>

  
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