Dieci anni dopo
Hermione Granger
Weasley, ora insegnante di
Babbanologia a Hogwarts, amava tantissimo il suo mestiere e, in
particolar modo, amava recarsi nelle case Babbane per
annunciare ad
una coppia di increduli genitori che nella loro famiglia
c’era un
piccolo mago o una piccola strega che avrebbe presto frequentato
l'antica scuola di Magia e Stregoneria.
Tutto
questo le ricordava il giorno in cui anche lei aveva scoperto di
essere una strega, il giorno che aveva cambiato per sempre la sua
vita, uno dei giorni più belli che avesse mai vissuto, e ne
aveva
vissuti tanti, soprattutto negli ultimi anni, dato che aveva
finalmente sposato Ron, il suo grande amore di sempre, e da due anni
era mamma di una bellissima bambina di nome Rose.
Quel
giorno si stava recando a Castleblack, una piccola città
vicino a
Glasgow, per consegnare la lettera ad un bambino che rispondeva al nome
di Jupiter Alphard Scott.
Quel
nome così insolito le aveva fatto fare un salto nel passato
e si
era ritrovata a pensare all'Ordine della Fenice, ai mesi trascorsi a
Grimmauld Place e, naturalmente, a Sirius Black.
Ricordava
ancora il grande albero genealogico, il motto Toujours Pur,
lo
stemma della Nobile e Antica Casata dei Black e, soprattutto,
ricordava i nomi di chi era stato canellato da quell'albero genealogico
perchè indegno di fare parte della famiglia.
Tra i rinnegati della famiglia c'era anche lo zio
di Sirius, che si chiamava Alphard, proprio
come il bambino a
cui stava portando la lettera.
Hermione
sapeva che alcuni Black erano stati allontanati dalla famiglia a causa
della loro condizione di Magonò e, in quanto
tali, erano
andati a vivere in
esilio fra i Babbani, ed iniziò a considerare l'ipotesi che uno di quei
Black si
fosse sposato con una
Babbana dando vita ad una famiglia che si era estesa e
sviluppata nei secoli fino ad arrivare a Jupiter Alphard Scott, nelle
cui vene era tornato a scorrere sangue di mago.
Hermione
era curiosa di conoscere quel bambino, curiosa di conoscere l'origine
del suo nome, Jupiter Alphard, un nome composto dall'unione di
un
pianeta e di una stella... un nome che non avrebbe sfigurato per
niente sull'albero genealogico dei Black!
E la cittadina in cui viveva si chiamava Castleblack...
Non
erano semplici
coincidenze, Hermione ne era certa, e provava una strana sensazione
alla quale non riusciva a dare un nome, il tipico stato
d'animo che la spingeva sempre a correre in
biblioteca nella speranza di trovare una risposta alle sue
domande.
Ne avrebbe sicuramente parlato con Harry, era certo che l'avrebbe aiutata a risolvere il mistero una volta saputo che un probabile discendente di Sirius avrebbe presto frequentato Hogwarts!
Ne avrebbe sicuramente parlato con Harry, era certo che l'avrebbe aiutata a risolvere il mistero una volta saputo che un probabile discendente di Sirius avrebbe presto frequentato Hogwarts!
Con
questi pensieri in testa Hermione bussò alla porta di casa
Scott,
accingendosi a ripetere la consueta routine.
Ormai
dopo tanti anni sapeva cosa la aspettava, sapeva che inizialmente le
persone con cui sarebbe entrata in contatto non avrebbero creduto ad
una sola parola di ciò che lei avrebbe detto, spesso
credevano che
fosse uno scherzo, o una nuova trovata pubblicitaria!
Era
sempre il diretto interessato, il destinatario della lettera, a
convincere i genitori, anche per lei era stato così.
Quando
era bambina si era accorta da un bel pezzo che riusciva a fare cose
strane, tipo spostare gli oggetti senza muovere le mani o accendere
le luci di casa senza toccare l'interruttore, e quando le avevano
detto: "Sei una strega" aveva finalmente capito
qual'era il suo posto nel mondo e, soprattutto, qual era il suo
mondo.
Ma
Hermione non era minimamente preparata a quello che accadde non
appena la porta di quella casa si aprì.
“Buongiorno,
lei è la signora Rebecca Scott?” chiese Hermione,
assumendo
immediatamente un tono professionale ed ufficiale.
“Sì
sono io cosa... “ iniziò a dire la donna che le
aprì la porta, ma
non riuscì a terminare la frase perchè
impallidì, si portò una
mano alla bocca e la fissò incredula, gli occhi sbarrati per
lo
stupore e l'emozione.
“Hermione...
“ sussurrò la donna visibilmente commossa.
“Non
avrei mai
pensato di ricevere da te la lettera da Hogwarts...“
proseguì fissando la busta sigillata che Hermione teneva fra
le
mani.
Per
una frazione di secondo Hermione rimase ammutolita e choccata, e
quando aprì la bocca balbettò con voce incerta:
“Ma... ma...
Conoscete Hogwarts? Ma voi non potreste... Non
dovreste!”
Non era possibile, non potevano sapere dell’esistenza di Hogwarts, la scuola era protetta dai più potenti incantesimi respingi Babbani, lo stesso nome di Hogwarts era stregato, e se qualche studente Babbano di nascita diceva“Frequento Hogwarts” la persona con cui parlava capiva “Frequento il liceo”... Era così che il segreto veniva conservato!
Non era possibile, non potevano sapere dell’esistenza di Hogwarts, la scuola era protetta dai più potenti incantesimi respingi Babbani, lo stesso nome di Hogwarts era stregato, e se qualche studente Babbano di nascita diceva“Frequento Hogwarts” la persona con cui parlava capiva “Frequento il liceo”... Era così che il segreto veniva conservato!
Allora
c'era stato davvero un Magonò in quella famiglia!
Sicuramente
aveva parlato ai suoi parenti del mondo magico, e aveva detto che
forse un giorno uno di loro avrebbe sviluppato i poteri che lui non
aveva mai avuto!
Ma
quella donna l’aveva chiamata Hermione, aveva parlato come se
si
fossero già conosciute, ma Hermione non la ricordava
affatto, non
l'aveva mai vista prima... Cosa stava succedendo?
“Vieni
Hermione accomodati” disse Rebecca conducendola gentilmente
in
salotto. “Immagino che tu non ci stia capendo nulla ed
è normale,
ma noi ci siamo già conosciute, anche se adesso non puoi
ricordartelo”.
Hermione
si sentiva sempre più confusa e disorientata: dove e quando
aveva
già incontrato quella donna?
Aprì
la bocca per parlare ma in quel momento nella stanza entrò
di corsa
un ragazzino che, Hermione intuì, doveva essere Jupiter, il
destinatario della lettera.
“E' arrivata mamma?
E' arrivata la mia lettera? Andrò davvero a
Hogwarts?” esclamò stupito ed incredulo
mentre il cuore gli martellava impazzito nel petto.
Era
vero... era tutto vero...
Quel
giorno compiva undici anni e sua madre gli aveva sempre detto
che avrebbe ricevuto quella famosa lettera ma, col
passare del tempo, aveva iniziato ad avere paura.
Lui
sapeva di avere delle doti che gli altri bambini non possedevano,
sapeva di essere il figlio di un mago.
Suo
padre era morto quando lui aveva solo un anno ma il suo ricordo era
vivo più che mai nel suo cuore grazie ai racconti di sua
madre, e
conosceva bene la sua storia e la storia della famiglia alla quale
apparteneva.
Ma
nel mondo magico nessuno sapeva più della sua esistenza... E
se si
fossero scordati definitivamente di lui?
Hermione
con la sua visita aveva trasformato i suoi dubbi in certezze, e le
sue paure in una immensa felicità: il suo futuro iniziava in
quel
momento.
“Sì
Jupiter, andrai ad Hogwarts!” disse Rebecca abbracciando suo
figlio, anche lei al colmo della felicità.
Era stata una lunga attesa ma ora era tutto finito, Jupiter sarebbe tornato a far parte del mondo a cui apparteneva, tutti sarebbero tornati a ricordarsi di loro e finalmente ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto.
Hermione non aveva mai visto quel bambino eppure capì all'istante di chi era figlio, era così evidente, se non fosse stato biondo la somiglianza sarebbe stata più che perfetta.
Era stata una lunga attesa ma ora era tutto finito, Jupiter sarebbe tornato a far parte del mondo a cui apparteneva, tutti sarebbero tornati a ricordarsi di loro e finalmente ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto.
Hermione non aveva mai visto quel bambino eppure capì all'istante di chi era figlio, era così evidente, se non fosse stato biondo la somiglianza sarebbe stata più che perfetta.
E
lei che aveva pensato ad un lontano antenato...
Ebbe una fugace visione di se stessa a tredici anni
che cavalcava
Fierobecco con Harry, pensò a un antico arco e a un pesante
velo
che
fluttuava nell'aria, sentì di nuovo le urla
disperate di Harry e i suoi occhi si riempirono di lacrime:
perché
non ne avevano mai saputo niente?
“Il
figlio di chi portava il nome della stella più luminosa del
cielo non poteva che avere il nome del pianeta più grande
del
Sistema Solare... E Alphard... come lo zio preferito...“ pensò
Hermione, che a quel punto non vedeva l'ora di contattare Harry, che
più di chiunque altro aveva il diritto di sapere.
“Guarda
qui!” disse Jupiter e un attimo dopo tornò da
Hermione mostrandole
un album di foto. “Questa è mia mamma da giovane,
questo sono io
in braccio a mio padre e qui ci sei anche tu!”
Hermione
guardò la foto e il suo cuore si fermò per un
istante: era una foto
di gruppo in cui riconobbe lei stessa insieme a Ron, Harry, i
Weasley, Remus, Tonks...
“Questa
foto è stata scattata a Grimmauld Place.”
spiegò Rebecca. “Voi
non potete ricordare nulla, Sirius ha modificato i vostri ricordi per
proteggerci da Voldemort. Sì Hermione, credo che ormai
l’avrai
capito. Sirius era mio marito e il padre di mio figlio. Ma lascia che
ti racconti tutto dall’inizio.”