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Autore: KiarettaScrittrice92    28/08/2015    6 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Beh a quanto pare l'apparizione di Kaito e Giada e il loro bacio ha stupito tutti... Ma non siete gli unici ad essere rimasti scioccati...
Prima di lasciarvi al capitolo però ho una cosa importante da dirvi! Come sapete Lodovico è uno scrittore come me, ed è una persona che esiste davvero, per questo le scene in cui c'è il suo punto di vista, ho chiesto a lui di scriverle, dicendogli solo vagamente cosa doveva accadere e cosa doveva scrivere. Capiterà in altri capitoli, oltre a questo, in cui vedrete suoi scritti. Quindi i complimenti di una parte di questo capitolo vanno anche a lui.
E vediamo se riconoscete tutti i punti di vista...
Vi ringrazio ancora delle recensioni stupende che mi lasciate tutti!!
Buona lettura ^-^

Magic Xmas



Di bene in meglio

Sentii le gambe cedere e caddi di nuovo a terra, percependo la fitta di dolore alle ginocchia quando si schiantarono sul suolo, ma non era nulla in confronto al dolore che stavo provando in quel momento nel vedere quella scena: per la seconda volta vidi quella ragazza bionda rubarmi tutto ciò che avevo di più caro.
Dopo quelli che sembrarono interminabili minuti, i due si separarono l’uno dall’altra e lei mi sorrise, mentre Kaito, con un movimento veloce del braccio, lanciò un piccolo fumogeno che permise a entrambi di dileguarsi.

...***...

Tossimmo un po’ tutti per il fumo che, dissipato, lasciò quella sottile nebbia che dava fastidio agli occhi.
Mentre la maggior parte del gruppo si avvicinava alla nostra amica italiana, ancora in ginocchio, andai a chiudere la porta d’ingresso. Proprio vicino all’uscio della porta due oggetti colpirono la mia attenzione, due oggetti che ovviamente era normale ci fossero. Mi chinai e li raccolsi entrambi.
Il primo era il bossolo del colpo di pistola, il secondo era una piccola sfera nera socchiusa che probabilmente aveva fatto uscire il fumo che aveva permesso ai due di dileguarsi. Entrambi erano ancora caldi e, dopo averli raccolti, li misi in tasca.
Quello non era il momento adatto per iniziare un qualsiasi tipo di indagine.
Mi voltai verso Kazuha, anche lei sembrava preoccupata per quella situazione. In quasi tutta la mia vita con lei avevo visto quel suo sguardo impaurito pochissime volte.

...***...

Mi riavvicinai cercando, inutilmente, di consolarla. Sembrava quasi impassibile, anche quando le misi il braccio intorno alle spalle, lei non si mosse. Rimaneva lì, a fissare il pavimento, nemmeno un muscolo del suo corpo sembrava volersi muovere, era rimasta talmente scioccata da non dare nessun segno di vita. Non fosse stato per il petto che si alzava e si abbassava e le palpebre degli occhi che ogni tanto si chiudevano per poi riaprirsi subito dopo.

...***...

Non l’avevo mai vista così, neanche quando tre anni prima aveva creduto che Kaito fosse morto.
Era entrata in uno stato di shock e per un attimo ebbi paura. Ci misi qualche minuto a realizzare il motivo di quella sensazione, poi ricordai di quel suo problema al cuore e pensai che quella reazione avrebbe potuto provocare un qualsiasi tipo di attacco di cui lei era a rischio.
Mi chinai subito di fronte a lei e con la mano le alzai il volto per fissarlo sul mio. La sua espressione non cambiò per pochi secondi, poi tutto d’un tratto scoppiò in lacrime e si avvinghiò a me stringendomi dalle spalle.
Ricambiai l’abbraccio un po’stupito da quella reazione improvvisa, poi realizzai. Probabilmente, come era capitato spesso, aveva visto nel mio sguardo quello di Kaito.
Ogni tanto per qualche secondo si staccava, ma poi tornava sul mio petto, come una bambina bisognosa d’affetto, era quasi impressionante pensare che quella ragazza disperata e indifesa era più grande di me di due anni.

...***...

Quei lacrimoni stavano correndo lungo le sue candide guance, ininterrottamente, come una leggera cascata. L’iride dei suoi occhi era diventata lucida, circondata da un colore rossiccio.
Incrociai il suo sguardo solo per pochi secondi, perché il suo viso tornò subito a premere contro la camicia bianca del detective addolorato, con gli occhi azzurri, il quale la stava avvolgendo tra le sue braccia, per farla sentire al sicuro.
Mi portai la mano destra alla fronte, sfregandomi la pelle e anche l’occhio destro, sentendo sullo zigomo il freddo anello con i numeri romani che portavo al dito medio.
Non potevo sopportare quella scena, soprattutto quelle lacrime.
Mi morsi il labbro inferiore con gli incisivi e fissai il pavimento.
La mia collega, come la chiamavo sempre da quando l’avevo conosciuta, era una ragazza solare, quasi sempre allegra e non l’avevo mai vista o sentita piangere. Fu un dolore straziante al cuore per me, sentire quei singhiozzi, come se ad essi corrispondesse un proiettile che mi entrava nella cassa toracica.
Allargai le narici e presi un grande respiro, sentendo i polmoni pieni d’aria e rimasi in silenzio, ad osservare quella scena, con una lacrima nell’occhio che non riuscivo a far cadere.
Poi ad un tratto:
«Lodo, porta Kiaretta in camera sua e rimani con lei finché non si calma.» mi disse il giovane detective che era ancora chinato a terra con la mia amica tra le braccia.
Acconsentii e lei senza obiezioni si fece accompagnare da me continuando a singhiozzare.

  
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