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Autore: SmylingShadow    28/08/2015    5 recensioni
[dal testo]
-Bill! Ti prego non fare stronzate!-
-Ti ho sempre voluto bene Fratello.-
Come è nata "Don't Jump"? Ecco cosa mi è venuto in mente ascoltando la canzone.
(I flashback sono puramente inventati.)
Genere: Drammatico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era un freddo pomeriggio di novembre e Tom, Gustav, Georg e Bill, i Tokio Hotel,  erano in una stanza del palazzo dove incidevano a scrivere le canzoni per il nuovo album. Tutto filava liscio, tutti mettevano qualcosa del loro nella canzone, eccetto un ragazzo che si guardava intorno con le ginocchia strette al petto. Aveva provato a parlare, a dire qualcosa, durate quella sessione ma nessuno lo aveva mai preso in considerazione, come se non fosse stato nemmeno li. Invece Bill era li e pensava al perché i suoi amici, i suoi compagni di vita e suo fratello non lo prendessero sul serio e non lo ascoltassero, del resto lui era il cantate e avrebbe dovuto cantarla quella canzone, voleva almeno sapere di cosa parlava. –Ehi raga, come la volete chiamare?- chiese, ma nessuno gli rispose. –Di cosa parla?-  ancora nulla. Buttò un occhio sul foglio che i tre si passavano freneticamente e lesse “Jump”. Non fece caso al titolo in quell’istante perché il suo sguardo si era spostavo sulle finestre della sala, bagnate dalla fredda pioggia di novembre. Era pomeriggio ma a lui sembrava notte fonda. –Jump… salta.- pensò, mentre vedeva dei corvi che saltavano giù dal cornicione per sfidare la pioggia. –Jump… salta.- si ripeté mentre vedeva la pioggia che saltava dalle nuvole fino alla finestra che osservava e si frantumava al contatto con essa. Si alzò di scatto facendo cadere un vaso che si ruppe. –Ha saltato. -  I ragazzi non si accorsero nemmeno di quel baccano. Tirò loro un occhiata e li vide che sorridevano mentre componevano quella canzone, che in cuor suo sapeva , non avrebbe mai cantato. Con la stessa rapidità con la quale si alzò iniziò a correre per le scale fini ad arrivare sul tetto del palazzo. –La pioggia continua a saltare.- disse.

Tom, che alzò per un secondo lo sguardo verso l’orologio sulla parete davanti a lui, si accorse dell’assenza del fratello Tom. Insospettito disse:  -Ma avete visto Bill andarsene?-  Georg e Gustav scossero la testa e Tom decise di andare a vedere dove si fosse cacciato il fratello senza nemmeno avvertire. Lo cercò per tutto il palazzo senza sosta ma non lo trovò da nessuna parte. -Non è possibile.- disse, poi preso dall’ansia iniziò a correre per le scale che portavano al tetto. Correva talmente veloce che inciampò innumerevoli volte ma si rialzava e correva più forte di prima. Aprì di colpo la porta del tetto e vide suo fratello in piedi sul bordo del palazzo. –Scendi da li Bill!- gridò verso il fratello cercando di vedere il più possibile attraverso quella pioggia battente. Bill si voltò verso di lui e sorridendo appena disse : -Guarda Tom, guarda come salta la pioggia.- Tom non riusciva a capire di cosa stesse parlando Bill, poi gli venne in mente un flash di pochi minuti prima. –Bill! Scusa! Eravamo presi e… mi dispiace! Cazzo che coglione che sono! Scendi di lì e sistemiamo la cosa, ma ti prego scendi!.-  Il volto di Bill era inespressivo. –Jump… è tutto quello che so della canzone che stavate scrivendo. – Disse poi, guardando il vuoto. – E’ bello quassù ma tu, con la paura che hai, non resisteresti nemmeno un secondo.-  Stava… ridendo? Ma la voce era rotta dal pianto, come se qualcosa gli bloccasse la gola. –Bill! Dai non fare lo stupido e vieni qui.- Disse Tom tendendo una mano verso di lui. –E perché? Tanto non avete bisogno di me, nessuno ne ha mai avuto bisogno. Ricordi quando prendemmo la varicella da piccoli?- chiese Bill sospirando. Tom rivide le scene nella sua mente.

“ –Tom! Smetti di grattarti!- Urlò Simone verso il piccolo Tom che non smetteva un secondo di grattarsi. Bill stava facendo la stessa cosa ma Simone non sembrò nemmeno accorgersene. –Mamma!- gridò Bill tirando la maglia di Simone. –Dimmi Bill.- rispose. – Mamma, mi prude tutto.- continuò Bill quasi piangendo. –Non vedi che anche Tom sta male? Stai buono Bill.-  .”

-La mamma ha sempre fatto di tutto per te… eri il primo in tutto. – disse poi Bill guardandolo. –Ma non dire cazzate Bill! Andiamo via da qua che siamo tutti bagnati!- gridò Tom verso Bill, che rispose: -La pioggia ha una bella caratteristica. Ti permette di stare a testa alta anche se stai piangendo.- Tom non capiva, ma poi tutto si fece chiaro. –Non fare stronzate Bill! Ti prego!- Bill lo guardò e sorrise –Ti ho sempre amato fratello mio.- disse, poi abbandonò il suo corpo al vuoto. Tom incredulo si precipitò al bordo del palazzo e si attaccò ad esso guardando il corpo del fratello che precipitava verso il suolo. –BILL! – gridò iniziando a piangere come mai in vita sua. –Bill! Mi avevi fatto una promessa quel giorno! –

Un loro grande amico era appena morto in un incidente insieme a tutta la sua famiglia e Tom stava piangendo in cima ad uno scoglio. –Ehi Tom!- gli disse Bill mentre correva verso di lui. –Bill! Bill!- disse con la voce tremolante. –Non voglio che nessun’altro muoia! Ti prego promettimi che non mi lascerai mai!- disse poi. Bill, che nel frattempo lo aveva raggiunto, gli dette una botta sulla testa ed esclamò: -Stupido! Certo che non ti lascerò mai! Sono tuo fratello!-                 
-Promesso?-                                             
 -Promesso.-  .”


-Me lo avevi promesso! Non posso vivere senza di te!- stava piangendo le lacrime più dolorose della sua vita. Georg e Gustav, che avevano sentito la confusione davanti al palazzo salirono allarmati e videro ciò che non avrebbero mai voluto vedere. Tom in piedi sul bordo di quel palazzo. –Tom! Scendi! Dov’è Bill?!- gridarono i due che corsero verso di lui. Tom indicò il vuoto sotto di lui. –E’ colpa nostra, è colpa mia. Non posso vivere in un mondo senza mio fratello. Scusate.- disse, poi si lanciò nel vuoto che adesso non gli faceva più paura. Mentre cadeva gli passò la vita davanti, tutte le cose che aveva fatto e quelle che ancora doveva fare, ma non gliene importava più nulla, voleva stare con suo fratello, in questa o in un'altra vita. La caduta sembrava durare ore ai suoi occhi, ma il suolo si faceva sempre più vicino. Poi il colpo sul suolo, il suo corpo perfettamente accanto a quello del fratello. Sembrava tutto finito, poi però Tom sentì un rumore, una suoneria. Quella del suo telefono. Si svegliò di scatto e vide Bill, suo fratello, che dormiva sulle sue gambe mentre Georg e Gustav erano sdraiati a terra dall’altra parte della stanza.  Svegliò Bill e lo abbracciò più forte che poteva. –Sei la cosa più importante per me Bill.- disse versando una lacrima. Bill era sorpreso da quell’uscita del fratello, ma non ci dette molto peso e si riaddormentò sulle gambe di Tom, che nel frattempo si era acceso una sigaretta e aveva preso il testo di “Jump”, la canzone che avevano scritto prima di cadere in quell’incubo. La strappò in piccolissimi pezzi e diede fuoco da ognuno di essi, poi prese un foglio bianco e scrisse  il testo di quella che ad oggi è una delle loro canzoni più famose : “Don’t Jump.” 




Angolo Autrice.
Ciao a tutti,è la prima storia che scrivo sui Tokio quindi spero che sarete magnanimi. Ho scritto propro su Don't Jump perché è la mia canzone preferita dei Tokio Hotel e spero che vi sia piaciuta :3 Lasciate una recensione, che è sempre ben accetta. Se vi piace questa potrei scriverne altre :3
Ciau, SmylinShadow
   
 
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