Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: GreMisia    03/02/2009    12 recensioni
Merlino confuso non riesce a dormire, la testa piena di pensieri, si addentra quindi nel bosco di Camelot. Pochi minuti dopo un Principe di nostra conoscenza, anche lui sofferente di insonnia, lo raggiungerà... song fic con una bellissima canzone di Joss Stone "sleep Like a Child"! chiedo il vostro parere!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sleep Like a Child

Sleep Like a Child

 

 

 

 

 

“stasera quando arriva il buio
 perché non lo trattiamo come un amico?
  poi saremo entrambi felici di vedere la notte
e spereremo che non finisca mai”

 

 

La notte.

Da piccolo temeva la notte.

Si sentiva talmente impotente di fronte a lei, così nera e senza fine, poi, arrivava sua madre che accendeva un fuoco, gli cantava una dolce canzone e i suoi pensieri diventavano grandi, più grandi di quella notte invincibile.

Poi crebbe, ma rimase comunque piccolo.

Il colmo?

Con un grande dono o maledizione, scegliete voi, dentro di se.

La notte divenne il suo rifugio, il momento in cui si sentiva più forte, in cui si sentiva di essere capito: la notte divenne sua amica.

Durante la notte poteva fare magie di nascosto agli abitanti del suo piccolo villaggio, durante la notte poteva essere se stesso.

Poi arrivò a Camelot.

Qui gli non gli era permesso fare magie per nessuna ragione al mondo, pena la vita.

E lui piccolo uomo cosa poteva fare se non disobbedire?

Da quando aveva scoperto che il suo destino era stare dietro ad un coglione reale, un coglione reale nel quale tutti riponevano le proprie speranze riguardo il futuro.

Quella notte era uscito – come quasi tutte le notti- agl’inizi del bosco, gli piaceva stare lì, si poteva quasi sperare di conoscere il rumore del silenzio.

Si era seduto ai piedi di un grande albero e pensava al suo destino, a come fare per poterlo cambiare.

A volte era davvero insopportabile, il babbeo dei babbei.

Raccolse pensieroso un ramo secco dal terreno e iniziò a disegnare distrattamente qualcosa a terra, spostando qua e là le foglie ghiacciate.

 

 

 

 

“quindi non aver paura di quello che la notte potrebbe portare
devi capire che puoi fantasticare su tutto

 

 

 

 

 

A volte avrebbe voluto infliggergli la peggiore delle maledizioni, pur di fargli scomparire da quella stramaledetta faccia quel sorrisetto compiaciuto; e invece doveva salvarlo.

Doveva?

Non solo, voleva.

Era una cosa ormai che non poteva fare a meno di fare.

Pensare quello stupido in pericolo, o peggio, morto lo faceva stare male.

Come avrebbe fatto senza quel bastardo , diciamoci la verità, senza vederlo combattere valoroso e fiero durante gli allenamenti, senza quel suo atteggiamento da perfetto uomo virile senza sentimenti, quando in realtà era soltanto una maschera?

Ma che stava pensando?

Ma, alla fine che importanza aveva, ciò che pensava.

In fin dei conti era notte, la gente dormiva, chi avrebbe mai ascoltato i suoi pensieri?

 

 

 

“Quindi addormentati
sereno e profondamente
e magari questo viaggio ti aiuterà a volare
quando non potrai più resistere.
Non piangere
quando il buio si intensificherà,
dormi come un bambino
sereno e profondamente
e quando  giacerai
pregherò la tua anima affinché rimanga.”

 

 

 

 

Probabilmente anche Artù stava dormendo in quel momento, o molto più probabilmente si stava divertendo con qualche donna.

Questo pensiero gli dava fastidio.

Pensare a quel babbeo con una donna non era una cosa che gli riusciva facile e non riusciva a capire il perché.

Probabilmente in quell’istante Artù la stava stringendo a sé, e lei avrebbe potuto inebriarsi del suo profumo.

Chissà che profumo aveva il principe.

Non ci aveva mai prestato attenzione e non poteva certo farsi sorprendere ad annusare qualcosa di suo, di solito lui si ritrovava da solo con i suoi stivali, e annusare gli stivali non doveva essere molto piacevole.

Chissà come godeva quella donna fra le braccia di Artù.

Merlino chiuse piano gli occhi, abbandonandosi ancora di più al tronco dell’albero, le braccia conserte e le gambe distese e rilassate.

Si sarebbe lasciato andare ad un sonno profondo e sereno, come quello dei bambini, sotto le stelle e la protezione della luna.

Uno sonno tranquillo cullato dal rumore del vento che fresco gli accarezzava le guancie e gli agitava leggermente le ciocche nere già scompigliate dei capelli.

 

 

“non sarai solo
non sarai negato
sotto i cieli più bui
io sarò al tuo fianco

 

Hey, Merlino! Servitore idiota, ma che stai combinando?” Artù non ricevette risposta.

Non era riuscito a dormire quella notte -dopo aver rifiutato l’ennesima donnicciola che gli faceva la corte, per una qualche ragione a lui ancora sconosciuta-, così aveva deciso di fare un giro per la sua Camelot.

Arrivato ai piedi del bosco aveva visto una figura sospetta, accasciata ad un albero e si era avvicinato con cautela, poi aveva scoperto con stupore che si trattava del suo valletto.

Era profondamente addormentato,visto che non si era accorto di lui neanche quando lo aveva chiamato.

Era completamente appoggiato all’albero, le gambe erano semidivaricate, da una parte la casacca rossa e logora era quasi sollevata e lasciava scoperto un fianco dalla carnagione bianca, le braccia abbandonate lungo i fianchi, la bandana blu era completamente girata dal verso sbagliato e il viso come quello di un bambino; le labbra erano dischiuse e riusciva a percepire il rumore del suo respiro, i lineamenti del suo volto erano distesi e sereni, le ciocche dei capelli neri arruffate e appiccicate al viso.

Qualcosa si mosse nello stomaco di Artù.

Passò una mano tra i capelli biondi come l’oro e leggermente bagnati per le nebbia.

Si avvicinò lentamente al suo servo piegandosi alla sua altezza: un principe all’altezza di un servo –pensò- non si era mai visto .

Ma loro erano alla stessa altezza.

E per esserlo avevano bisogno l’uno dell’altro.

  

 

 

“Quindi addormentati
sereno e profondamente
e magari questo viaggio ti aiuterà a volare
quando non potrai più resistere.
Non piangere
quando il buio si intensificherà,
dormi come un bambino
sereno e profondamente
e quando  giacerai
pregherò la tua anima affinché rimanga.”

 

 

 

Chissà cosa stava sognando Merlino.

Così preso da quel sogno, perso in quel sonno tanto profondo non si era accorto nemmeno di lui.

“Meglio così… dormi Merlino…” gli sussurrò piano attento a non svegliarlo.

Con la punta delle dita gli sfiorò la guancia, guardandolo come incantato.

Ma che gli stava accadendo?

Era colpa della notte? Era sotto qualche sortilegio?

Ma alla fine che importanza aveva?

 

“bene,io so
lo posso vedere nei tuoi occhi,
sei stanco di combattere ogni giorno
tentando di lottare nella notte.
Si so che è difficile continuare

quindi semplicemente appoggia giù la tua testa
e nei tuoi sogni sarai forte”

 

 

 

 

Avvicinò le sue labbra calde a quelle fredde e bagnate di brina di Merlino.

Era le sensazione più bella e dolce che potesse provare, ma non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura.

Iniziò a muovere le labbra, rianimando quelle dell’altro.

Merlino riaprì gli occhi spaventato.

Artù.

Artù era di fronte a lui e le sue labbra calde premevano contro le proprie.

Il cuore iniziò a battere più di prima.

Non si mosse ma semplicemente rispose a quel bacio che sapeva di stelle, di luna, di foglie, di umidità e soprattutto sapevano di Artù, colui che stava sognando.

Si aggrappò a lui fisicamente e non solo, era realmente lì e non poteva crederci.

Lo strinse a se con quanta forza poteva avere, mentre il biondo continuava a giocare abilmente con le sue labbra come mai nessuno aveva fatto.

Poi si stacco, turchese e blu si incontrarono.

Artù poté finalmente guardare negli occhi il suo Merlino.

“Artù voi…”

“Non dire niente idiota” disse girando il volto dalla parte opposta.

“Ah! Siete arrossito!”

“Ma che! Sei tu che mi soffochi!”

“Allora perché non vi staccate babbeo reale?”

Disse il mago alludendo alle mani del principe ancorate ai suoi fianchi.

Uff! Non mi va e sta zitto!” detto questo lo cinse a se, si mise con la schiena all’albero e appoggiò il mento sulla testa di Merlino che arrossì timidamente sentendosi avvolto in quel calore.

Poi alzò la testa, guardò il suo principe e andò di nuovo a baciarlo posando una mano sul suo volto.

“Grazie Artù”

Artù non rispose ma sbuffò cercando di sembrare distaccato.

“Domattina però, cerca di ripulire la stalla per bene…

Poi lo riabbracciò e si riaddormentarono.

Insieme.

 

 

“dormi come un bambino
in pace e profondamente
e giacerai
pregherò”

 



 

Allora questa è la prima song fic in assoluto che scrivo.

Che ve ne pare?

Premetto che ne ho altre in elaborazione… ihihihihi! Quindi se mi devo fermare ditelo adesso!

Voglio il vostro parere!

 

Ringrazio per la One-shot precedente “Malato” :

ArwenWodbane(anche a me piacciono Draco e Harry tra l’altro ed è vero ci sono mooolte analogie ! ihihihi), Antote , Suicidal_love( mi fai arrossire troppi complimenti), _Saruwatari_(ke mi ha betato anke la storia grazie!!), Taila, Mana, Chiku (no so io la chiara, Genio!) .

Grazie davvero per i tanti complimenti! Mi sono davvero sorpresa e sono stata super contenta!!

Ma è tutto merito di Merlino e Artù… che belli *.* !!!!!! 

 

Alla prossima!!!!

 

Gre

 

  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: GreMisia