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Autore: Oducchan    28/08/2015    1 recensioni
-Cos… Cosa diavolo stai facendo?!?-
Otsubo sferruzza, e Miyaji cerca di calamrsi
[Otsubo - Miyaji]
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiyoshi Miyaji, Taisuke Ootsubo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Fandom: Kuroko no basket
Prompt: OtsuMiya + "Otsubo fa la maglia"

Titolo: 
Personaggi: Otsubo Taisuke, Miyaji Kiyoshi
Pairing:  OtsuMiya
Genere: fluff, slice of life, generale 
Avvisi: OOC
Rating: evergreen
Note:
Perché c'è l'avviso OOC? Perché diciamo che non sono molto sicura di come ho caratterizzato otsubo. Probabilmente è troppo pastafrolloso (?) e docile, ma mi è venuto in mente un setting così "domestico" che ho pensato ci potesse stare. Tra parentesi, a metà fanfic m'è venuto in mente che probabilmente sono in classe assieme, e stando in classe assieme era più probabile che arrivassero in palestra assieme; indi ho risolto spostando Miya a uno di quei colloqui che ogni tanto si vedono negli anime, quelli per decidere che fare della propria vita futura. 

Il titolo viene da una strofa di "Love can always bring you happiness" di Danny Kirwan.

(Chiara spero ti piaccia perché io boh, è così imbarazzante che io non >////<)


 
Sitting knitting happy just the same


-Cos… Cosa diavolo stai facendo?!?-
Otsubo manco si degna di alzare lo sguardo. Tanto gli è bastato sentire il tono della domanda, per capire chi sia il suo interlocutore e che sta strabuzzando gli occhi, già prossimo all’isteria nervosa. Continua invece a sferruzzare, placido e sereno, concedendosi solo un piccolo sorriso. Due diritti, due rovesci…
-Sto lavorando a maglia- precisa, ugualmente, e sente distintamente l’altro tentare di sbraitare una risposta, non trovare le parole, e rimanere a boccheggiare a vuoto colmo di indignazione; poi, finalmente, il tonfo del suo borsone sul pavimento.
-Dove diavolo sono finiti tutti?- sbraita l'altro, iniziando a togliersi la giacca della divisa –Vogliono essere presi ad ananas in testa, ah? Se arrivano tardi giuro che…-
-A tal proposito-lo interrompe Taisuke, alzando appena la voce. Due diritti, due rovesci –L’allenamento di oggi è stato cancellato- due diritti, due rovesci.
-Che cazz…-
-L’impianto elettrico della palestra è fuori uso- e si concede di distrarsi dal suo lavoro per accennare, seppur con un vago movimento del capo, alle lampade polverose che sono, effettivamente, stranamente spente.
Miyaji non perde tempo a dare in escandescenza, agitando le braccia come mulini a vento.
-E perché nessuno mi ha detto nulla?! Potevo andare direttamente a casa, domani ho un test, ho una marea di cose da studiare…-
-Perché il coach me l’ha detto due ore fa- spiega, paziente, talmente abituato a quegli scoppi di malumore da non fare nemmeno una piega –E Kimura ha informato tutti gli altri. Sapevo che tu avevi il colloquio dell’orientamento e così ti ho aspettato- conclude, terminando al contempo la riga del suo lavoro e scambiando i ferri per poter continuare. Due rovesci, due diritti, due rovesci, due diritti…
Come prevedeva, Miyaji si sgonfia subito. Incassa le spalle e resta immobile a fissarlo, gli occhi che si stringono appena, sospettosi e indagatori. Ci impiega qualche minuto, prima di tornare a parlare.
-E hai pensato bene di aspettarmi facendo la maglia-
-Non ti sfugge nulla- ribatte, ironico. Kiyoshi si fa sfuggire un suono indispettito, prima di piantarglisi di fronte a braccia conserte.
-Da solo. Al buio- rimarca, sempre più arcigno e pedante.
-Sei particolarmente perspicace, oggi, Miya- sorride, mentre continua ad intrecciare la lana. Due rovesci, due diritti…
Miyaji ringhia, stavolta, in un modo che probabilmente risulta spaventoso o quantomeno inquietante nei loro kohai (visto che di solito il suono è accompagnato dallo sfrecciare di qualche frutto verso le loro teste), ma che su Otsubo ha solo un effetto rilassante, tanto gli è famigliare.
-Tu- annuncia, severo, il suo compagno di squadra –Hai dei seri problemi-
Otsubo non replica subito. Sferruzza ancora un po’, terminando un’altra riga di lavoro, poi getta un’occhiata alla parte di sciarpa che ha già completato, valutandone l’ampiezza, la lunghezza, e soprattutto lo stato dell’opera. Poi, soddisfatto, rimette tutto nella scatola che chiude per bene e infila nella propria borsa, prima di alzarsi.
E allora, solo allora, si sporge verso l’altro, che nel frattempo si è messo a smozzicare imprecazioni tra i denti sulle ore di studio perduto, e gli lascia un bacio sulla guancia.
-Ti amo anche io- chioccia, prima di ridere sereno al vedere l’altro imbambolarsi e spalancare gli occhi come un pesce, per poi prenderlo per mano –Allora, andiamo?-
Miyaji ci mette qualche secondo, prima di capire che razza di treno lo ha investito. Arrossisce come un gambero, e poi esplode in una cacofonia di insulti e rimostranze, talmente colorite da scandalizzare tutte le persone che incontrano lungo il tragitto verso il cancello della scuola e poi verso casa. Nemmeno a dirlo, la sua presa sulle dite di Otsubo si fa ferrea, non lasciandolo andare neppure una volta. 
   
 
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