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Autore: _BlackAngel_    28/08/2015    2 recensioni
Poggia le sue labbra sulle mie, e contorna con la lingua il mio labbro inferiore, facendomi schiudere le labbra. Quello era il mio primo bacio, cavolo!
Quasi mi stavo trattenendo per evitare di staccarmi e fare uno dei soliti urletti entusiasti che faccio in compagnia di Rosie.
Cerco di ricambiare il suo bacio, seppur in modo impacciato. Le sue mani mi accarezzano il viso, mentre le mie braccia finiscono sui suoi fianchi.
Si stacca per riprendere fiato. Sembriamo essere scesi in apnea per un lungo periodo, così ansimiamo insieme.
“ Che stiamo facendo, Bri? N-noi non possiamo... non voglio innamorarmi” mi dice. Non voglio neanch'io, ma pensare che lui possa amare un'altra mi distrugge e mi fa venire l'istinto omicida.
“ non lo so, Shane”- mi aggrappo a lui, abbracciandolo- “ ma vorrei che non finisse mai”.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo.

 

“ Che tatuaggio volevi, piccola?” mi chiede il ragazzo affascinante davanti a me. Non so bene chi sia, non lo conosco e sinceramente non capisco tutta questa confidenza nei miei confronti.

Mia madre ha tatuaggi lungo tutto il corpo, e li fa qui, forse è stata proprio lei a parlargli di me, dato che ha mi ha consigliato lei di venire in questo shop tattoo.

“ I-in realtà non lo so... E' stata mia madre a spingermi a farlo; non ho idea di cosa fare e ho paura degli aghi” dico una mezza verità. Non è stata mia madre a spingermi a farlo, ma non trovo il motivo per cui dovrei raccontare i fatti miei ad un perfetto sconosciuto.
Mi sfrego le mani nel vano tentativo di riscaldarle, ma niente, d'inverno sono sempre e comunque gelate; così decido di tenerle nelle tasche del cappotto pesante blu scuro che sono solita indossare.

Se mi incontraste per strada credo che stentereste a pensare che io possa fare tatuaggi e piercing.

Sono sempre stata la classica santarellina, quella che dice alle amiche di stare attente e di non combinare guai; e credo che ciò sia avvenuto perché mia madre tornava sempre tardi, la sera, andava con le amiche in discoteca e vestiva come fosse un'adolescente, lasciando grandi porzioni di pelle scoperta e tatuata.

Lei ha piercing ovunque e altrettanti tatuaggi, come ho già detto. Non mi sono mai sentita accetta da lei, così, stanca e presa dalla voglia di avere una mamma come quella delle mie amiche, mi sono convinta che, se fossi diventata una bad girl come sarebbe piaciuto a lei, sarei riuscita a piacerle come figlia.

Ed eccoci qui, da questo tatuatore, senza sapere cosa farmi tatuare né dove e, soprattutto, con una tremenda paura degli aghi.

“ cosa ci fai qui, piccoletta? Non sembri una di quelle che vogliono davvero un tatuaggio” mi sfida.

“ cocco, bimbetta a chi? Appaio come una piccoletta, ma non lo sono. Ora scegli tu cosa tatuarmi e falla finita” vorrei essere sicura di ciò che sto facendo, in realtà sto andando a tentoni nel buio, in cerca di una qualche luce che mi possa dare la mamma che non si è mai comportata da tale.

“ posso tatuarti una farfalla, è il simbolo di un cambiamento e di femminilità”

“sì, certo, la farfallina di Belèn! Scegli tutto ma non le farfalle, Dio solo sa quanto le odi” scuoto la testa, estraggo il telefono dalla borsa e rispondo a Rosie, la mia migliore amica, dicendole che sono solo dal tatuatore.

In realtà il cambiamento nel carattere era già avvenuto, mi ero stancata presto di essere sempre quella che diceva le cose giuste al momento giusto. Fare la santarellina e non dire mai cosa si pensa non era per me; io preferivo sbattere in faccia le cose che non mi andavano bene. Ero cambiata perché la vita da troppo brava teenager mi andava maledettamente stretta.

“ che ne dici di una fenice, invece? Simbolo di...” viene interrotto da me; so perfettamente cosa significhi.

“ di rinascita e cambiamento. La fenice. Sì, voglio la fenice”.

“ Bene” mi disse, mentre andava a prendere un album da disegno e cominciava ad abbozzare una fenice. Era molto stilizzata, femminile. Aveva le ali spiegate e sembrava che stesse per spiccare il volo. La amavo.

Sorrisi leggermente, mentre lui in paio di minuti aveva finito e mi guardava in attesa di una conferma.

“ Direi che mi piace. Voglio farla qui” indicai un punto sulla pancia, in basso a sinistra.

“ E' un posto piuttosto doloroso...” mi guardò in attesa che dicessi il mio nome.

“ Briana, sono Briana. E tu?” ora che lo guardo mi rendo conto che non è davvero niente male... Mi trattengo dal tirare fuori la lingua e leccarmi le labbra come solo una ninfomane può fare e lo guardo negli occhi scuri, quasi neri.

“ mi chiamo Shane”.

Mi guarda. I suoi occhi scuri sono contornati da ciglia lunghe e folte. Il naso è piccolo, e ha un sorriso da urlo. Uno di quelli che ti fanno sciogliere.

Mi sorride come se fossi pazza, visto che lo sto osservando da ormai cinque minuti, inarcando il sopracciglio.

Mi riscuoto dai miei pensieri, accorgendomi sia della figura di merda che ho fatto, che del perfetto eyebrow che ha sul sopracciglio sinistro.

Giuro, avevo sempre pensato fosse orrendo ma su di lui era una meraviglia.

Mi chiede di stendermi sul lettino e, mentre le faccio, guardo dalla finestra la strada poco trafficata.

“ Shane?” lo chiamo.

“ Dimmi, piccoletta” sorride, mentre si avvicina con tutto il materiale da lavoro.

“ abbiamo ancora un problema... ho paura dell'ago”.

Lui avvicina la sedia girevole al lettino dove sono sdraiata, si siede e sospira guardandomi negli occhi.

“ Ascolta, ti prometto che non farà così male. E poi, guarda il lato positivo: dopo avrai un bellissimo tatuaggio fatto da un bellissimo ragazzo” mi schiaccia l'occhio sorridendo con la lingua tra i denti. Dio, potrei morire per un sorriso come quello.

“ ma fai poco il montato e mettiti a lavoro!” gli do' una manata sul collo e lui si avvicina alla macchinetta per tattoo. La punta è davvero piccola e, nonostante abbia ancora un po' di paura del dolore, mi sento davvero molto stupida ad averla temuta così tanto. Non so perché mi abbia messo a mio agio così in fretta, di solito sto a disagio con tutti. Invece mi sento me stessa, quindi per questa volta cerco di seguire l'istinto.

Avvicina l'attrezzo alla mia pancia e io cerco di rilassarmi, mentre lui comincia, seguendo il disegno che aveva fatto poco prima.

Il dolore c'è, ma è sopportabile, così cerco di pensare ad altro.

“Quanti anni hai, Shane?” gli chiedo, inevitabilmente curiosa.

“ Venti, tu?” mi dice, ancora concentrato su ciò che sta facendo. Non lo vedo, ma lo immagino talmente attento su ciò che sta facendo, da avere la lingua di fuori. Era una scena molto da cartone animato, così non riuscii a trattenere un sorriso.

“ Ne ho diciotto”.

“ Capisco. E come mai sei venuta a fare un tatuaggio? Helena mi ha detto che non saresti mai venuta a farne uno”. So che Shane si occupa di mia madre da poco tempo, da quando ha finito il liceo, perché prima i tatuaggi glieli faceva suo padre.

“ Penso che tu conosca bene mia madre, o, almeno, tuo padre te ne avrà parlato, dato che sono amici... non abbiamo un bel rapporto, noi. Non sono mai stata la ragazza che voleva fossi, così ho pensato che se fossi stata come mi voleva lei forse le sarei piaciuta di più come figlia” abbasso lo sguardo sulla parte di carta a strappo bianca, sulla quale sono sdraiata, vicino la mia guancia sinistra.

“ Non dovresti fare qualcosa che non vuoi fare solo per piacere a qualcuno, Briana” da quando mi conosce, cioè appena mezz'ora, non mi ha mai chiamata Briana. Suona così serio uscito dalle sue labbra, che quasi preferisco i nomignoli con cui è stato solito chiamarmi. Sembra quasi che si stia innervosendo, e questo non mi piace. Non voglio che sia arrabbiato con me. Mi sento una bambina che ha solo bisogno dell'attenzione di qualcuno.

Per attirare l'attenzione di mia madre ho deciso di fare un tatuaggio, decidendo di buttare la vera me in un angolo non bene identificato della mia mente.

E la cosa che mi sconvolge di più di me stessa, è che non l'avrei mai fatto, fino ad un po' di tempo fa.

Il rumore della macchinetta smette di colpo, e Shane mi guarda negli occhi.

“ Ho... ho finito, vedi se ti piace allo specchio”. Lui va a lavarsi le mani e a sterilizzare ciò che ha usato, mentre io cerco di alzarmi tentando di non piegare la parte tatuata. Non so cosa possa succedere e preferisco non chiedergli nulla.

Sembra quasi che la confidenza che abbiamo costruito in quei tre quarti d'ora sia scemata di colpo, gettandoci nel rapporto professionale e decisamente più freddo di quello a cui ormai mi ero abituata.

Una volta scesa dal lettino, vado a guardarmi allo specchio che avevo inquadrato la prima volta che ero entrata.

Lo sento arrivare e basta questo per farmi battere forte il cuore.

Sembra essersi calmato, e un sorriso rilassato prende forma sul suo viso. “ Allora, ti piace?” sorrido anch'io, perché non mi sarei mai immaginata che potesse piacermi tanto.

“ ovvio che sì. Mi rappresenta così tanto...” sussurro, e lui, dietro di me, mi sente perfettamente.

“ vieni, ti disinfetto e metto la crema” lo seguo nella stanza dei tatuaggi, dove mi indica il lettino mentre lui prende ciò che gli serve.

Prende il disinfettante, e provvede a bagnare un batuffolo di cotone, con il quale massaggia la pelle tatuata. Brucia un po', ma l'euforia non me lo fa quasi sentire.

Dopo di che prende la crema lenitiva e comincia a spalmarla sul tatuaggio; infine prende la pellicola, che ferma con dello scotch di carta. 

“ Devi curare il tatuaggio nei giorni a venire, da sdraiata. Se non hai qualcuno che possa farlo, faresti bene a chiamarmi”.

Si alza, mentre io scendo dal lettino e mi abbasso il maglioncino verde smeraldo che indosso.

Mi passa il suo numero di telefono scritto su un pezzo di carta sporco di caffè, e io vado a prendere la borsa per posarlo e pagare il tatuaggio.

Appena faccio segno di voler pagare, lui mi ferma, mettendo la mano sulla mia e incitandomi a riporre il portafogli lì dove lo avevo preso. E' una cosa abbastanza assurda. Insomma, ero convinta che queste cose accadessero solo nei libri d'amore!

Si avvicina al mio orecchio e mi dice “ consideralo un regalo per la tua rinascita, piccoletta”.

Sorrido arrossendo e, non sapendo cosa rispondere, decido di ascoltarlo.

“ Appena decisa l'occasione, ne farò un altro”.

Shane sorride e mi accompagna alla porta dello tattoo shop. In realtà oggi il negozio era chiuso, ma io sono una cliente speciale, in quanto figlia dell'amica del padre di Shane.

“ Se vuoi ti accompagno a casa...” esita, probabilmente perché non sa se ho la macchina e posso andare da sola.

“ Accetto il tuo passaggio, grazie” gli sorrido, e mi stringo nelle spalle, nel tentativo di scaldarmi il più possibile.

Lui indossa un giubbottino leggero, quasi non sentendo il minimo freddo.

Mi prende per mano e mi trascina verso il fondo della strada, dove si trova sicuramente il mezzo che mi porterà a casa.

Arrossisco dall'imbarazzo perché io stavo andando dalla parta completamente opposta a quella, e perché Shane mi sta tenendo per mano.

Non ho mai avuto un ragazzo, non so come comportarmi con loro.

Così sto zitta, mentre caccio l'altra mano in tasca.

Vedo una Range Rover in lontananza, così mi preparo psicologicamente a fare un'altra figura di merda. Non so, ma salire in una macchina in cui non sono mai salita mi mette in imbarazzo e, quando sono in imbarazzo, tendo a fare certe figure che non vi dico.

Appena arriviamo alla macchina, mi accompagna al lato del passeggero, in modo da aprirmi la portiera e anche di chiuderla.

“ ma prego, signorina” mi schiaccia l'occhio e gira dall'altra parte.

Parte immediatamente, probabilmente sapendo già dove abito.

Ah, le informazioni che mia madre si accinge a dare alle persone! Me ne ero quasi dimenticata.

Non abbiamo parlato di nulla, ma, quandi si fermava al semaforo, di tanto in tanto, mi prendeva la mano.

Ormai il rosso sul mio viso è quasi normale, perciò decido di osare e, quando arriviamo, lo ringrazio e gli do' un bacio sulla guancia sinistra, pizzicandomi a causa della barba leggermente incolta.

Mi sorride e io decido di scendere dalla macchina.

Appena arrivata alla porta di casa, mi chiama.

“ chiamami domani a quest'ora, è quando chiudo il negozio, più o meno, così passo a curarti il tatuaggio”.

Gli sorrido ancora e lo ringrazio, poi giro la chiave nella toppa verso sinistra tre volte, infine spingo leggermente verso l'interno.

Mi chiudo la porta dietro le spalle, buttando la borsa a caso sul divano e trattenendo un urlo di entusiasmo per questo ragazzo così gentile con me.

 

 

Angolo autrice:

 

Ciao bella gente!

Questa era un'idea che mi frullava in testa da un po' di tempo e che sono riuscita finalmente a mettere nero su bianco.

Sono stanca dei classici stereotipi di ragazzi stronzi e ragazze sfigate che si innamorano di loro, perciò, per la prima volta, ho provato a fare andare le cose come vanno nella realtà.

Nessuna famiglia stile mulino bianco, nessun ragazzo stronzo, nessuna sfigata voluta da nessuno.

Sono due ragazzi normali conosciuti non tanto per caso, che non si innamoreranno molto facilmente o, almeno, questo è quello che vorrei far accadere. Poi non so come il mio cervellino svilupperà le cose xD

bene, vi lascio con questo prologo che a me piace decisamente molto e che spero piaccia anche a voi.

Recensite in molti C:


P.s: le informazioni su come curare il tatuaggio le ho ricavate da internet.

 

A presto bellii :)

 

  
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