Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: willHole    03/02/2009    3 recensioni
Folle discussione tra i membri dell'Akatsuki, con risvolti a metà strada tra il filosofico, il comico e il demenziale. Tra scaramucce e pasticcini, il circolo letterario dell'Akatsuki dibatte sul suo argomento favorito: l'Arte!
Attenzione! Formattazione interna del testo modificata e resa alquanto più leggibile... Almeno, questa era l'intenzione.
Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La coscienza artistica dell’Akatsuki

La coscienza artistica dell’Akatsuki

 

 

 

- L’arte è eterna- Akasuna no Sasori, burattinaio di eternità lignee, eterno e immutabile egli stesso, proclamò con tono tranquillo, senza alterazioni del volto visibili, il suo concetto prediletto. Sapeva che, come al solito, avrebbe suscitato un vespaio, ma non se ne preoccupava.

Era anzi compiaciuto dell’osservazione delle reazioni altrui, in special modo di quelle di Deidara, l’esplosivo ninja della Roccia.

E fu proprio lui il primo a replicare: - Stupidaggini, Sasori. L’arte è effimera, fuggevole. La vera bellezza non può essere immutabile!.

- Non è per nulla vero- intervenne Kakuzu con voce baritonale – Mille pezzi d’oro sono belli oggi come cento anni fa…-

Sasori si produsse in una smorfia interiore all’udire lo scipito commento di quell’insulso pecuniomane immortale, ma stette zitto.

Fu Deidara a continuare una conversazione che si profilava uguale a migliaia di altre:

- I soldi non sono belli!- esclamò con un certo disgusto. – Io sto parlando di arte, capisci? Di luce, di fuoco, di rumore! Non di fastidiosi tintinnii sempre uguali di monete!- concluse la frase con una nota più marcata di disprezzo nella voce.

– Musica per le mie orecchie!- ribattè Kakuzu, cinico. Deidara gli fece una poco prudente linguaccia con tutte le sue bocche, mentre Sasori prendeva la parola:

- L’arte deve essere eterna, non c’è altra possibilità. Se non la fosse, non ci sarebbero artisti, perché sarebbero turbati al pensiero della corruttibilità delle loro opere, e non ne produrrebbero più se non fossero convinti della durevolezza delle creazioni del loro genio.-

Un’alta figura blu entrò in quel momento. Kisame aveva come al solito la sua Samehada con sé, e appena sedutosi la estrasse e si mise ad ammirarne la squamosa perfezione.

– Che si dice qui?- domandò lo squalo della nebbia senza alzare gli occhi dal metallo lucente.

- Una discussione sull’arte, Kisame…- a parlare era stato il cortese lato bianco di Zetsu, subito interrotto da quello nero:

- Già, una stupida discussione sull’arte, razza di cernia demente!-

- Tieni a freno la lingua, Zetsu, o questa cernia potrebbe creare sul tuo grazioso visetto luce/ombra un elaborato quadro astratto… colore dominante rosso sangue!-

Kisame rise malvagiamente, e Zetsu bianco, terrorizzato, ammonì dolcemente il lato nero affinché moderasse i toni, ma ottenne solamente una valanga di insulti, tra cui spiccavano per l’originalità: “Mezza geisha rammollita”, “clown melenso” e “sei simpatico come dello zucchero per un diabetico”.

Mentre Zetsu litigava con questa deliziosa proprietà di linguaggio, la conversazione si era spostata sull’arte moderna, in quanto Hidan, jashinista masochista, era rimasto colpito dall’idea di un quadro astratto sanguinolento e pertanto si era sfregiato con una mannaia da sacrificio. Il risultato, a detta di Kisame, si avvicinava molto a quanto egli stesso aveva immaginato sul volto della pianta carnivora schizofrenica, e pertanto si complimentò con l’immortale Hidan.

Deidara aveva idee molto precise sull’astrattismo, in quanto riteneva che fosse inutile se posto su un qualunque materiale che ne permettesse la conservazione per più di due minuti, e ciò lo portò a ricevere un altro dei commenti filosofici di Sasori, che trattava principalmente:

  1. dell’influsso dei poeti maledetti sulla corrente dell’astrattismo geometrico;
  2. dell’esemplificazione lineare del pensiero su materiale duraturo;
  3. dell’importanza della scelta dei pennelli nel tratteggio delle persiane nell’opera di Kobi no Dakame;
  4. della necessaria ricerca dell’immortalità da parte dell’uomo artista.

Al punto 4 si collegò Kakuzu, sostenendo di essere un artista dei soldi. Nessuno poté contraddirlo, ma tutti si convinsero maggiormente della sua limitatezza artistico-culturale.

La discussione si protrasse ancora a lungo, con il significativo apporto di:

·        Kisame, che elogiò la lucentezza quasi perlacea di Samehada esposta alla luce;

·        Zetsu, che sostenne la bellezza della complementarietà oppositiva dei colori bianco e nero in cornice verde, commento questo che, inserito in una pausa del suo litigio interiore, gli valse un’aspra critica per narcisismo, e per una visione eccessivamente egocentrica dell’arte;

·        Itachi, che, essendo stato in ascolto per quasi tutta l’accesa discussione, si produsse verso la fine di quest’ultima in un lungo monologo sulle illusioni, un soliloquio che gli consentì di dilungarsi nella descrizione delle proprie immagini mentali, piuttosto particolareggiate, che riscossero la semi-approvazione di Deidara, in quanto di breve durata.

Il commento di maggior rilevanza giunse però dalla paffuta cameriera di mezza età che servì il tè con i pasticcini, che sostenne che l’arte, per come la intendeva lei, era costituita dal cibo, e che sarebbe stato meglio che mangiassero qualcosa, perché Lui, il Capo, li voleva nel suo ufficio.

I terribili membri dell’Akatsuki, ammansiti dalla dolce signora e dai suoi altrettanto dolci pasticcini, sospesero dunque l’inconcludente discussione.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: willHole