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Autore: Alemortalsweet    28/08/2015    1 recensioni
Volterra è la casa di una ragazza di nome Sophia, che dopo la morte del fratello Sebastian non fa altro che leggere, cercando di dimenticare la sua scomparsa, così i libri sono diventati una vera e propria passione e ossessione per lei.
Ma un giorno finisce per sbaglio proprio nella tela del ragno, catturata dai Volturi e sottomessa dal loro leader, proprio così, perché Sophia non è una semplice ragazza, in lei risiede un qualcosa di prezioso…
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~~Demetri. Quel nome non smetteva di rimbombarmi in testa nemmeno per un attimo, da una finestra ero presa a guardare il cielo che lentamente si stava colorando di arancio e rosa, mentre i tetti pieni di neve delle case sottostanti brillavano agli ultimi raggi di sole.
Quella bufera improvvisa era finita, ora solo alcuni leggeri e lenti fiocchi di neve stavano concludendo la prima nevicata e annunciavano l’arrivo della notte.
Più fissavo il paesaggio fuori dalla finestra e più mi deprimevo, quanto mi sarebbe piaciuto essere a casa mia in quel momento! E i miei genitori? Avevo detto loro che sarei tornata prima del tramonto,  che cose terribili avrebbero potuto pensare non vedendomi arrivare?!
Non potevo fuggire, non adesso, per ora era meglio se rimanevo lì dove ero, ero troppo spaventata per fare qualsiasi cosa.
Smisi di guardare fuori e mi sedetti sul letto a baldacchino, poi notai una faccia familiare ‘’Ma non dovevi solo accompagnarmi?’’, Demetri era all’interno della stanza e non smetteva di fissarmi ‘’Aro mi ha dato ordine di tenerti d’occhio il più possibile’’, ‘’Aro chi? Quell’uomo di prima?’’, alzò il tono di voce ‘’Modera il linguaggio quando ti riferisci a lui, e soprattutto devi dargli del ‘’lei’’, sono stato chiaro?’’ , ‘’Chiarissimo! Ma siete tutti così duri qui?’’.
Non rispose, rimase immobile con le braccia conserte sul petto e iniziò a guardare il suolo, la classica posizione di una persona offesa, anche se non lo era affatto ‘’Ci vuole così poco a offenderti? Stavo solo scherzando…’’ Mi fulminò con un’occhiata e rimase in silenzio, ok non gradiva il senso dell’umorismo.
Feci un salto e mi buttai sul materasso aspettandomi di affondare con tutto il corpo, ma era talmente duro che mi feci male la testa non appena colpì il lenzuolo ‘’Ahi! Eppure credevo fosse morbido, ma di cosa sono fatti questi materassi? ’’, riprese a parlare ‘’Non sono fatti per dormire…’’, ‘’Come? Come fate voi la notte a riposare se sono così scomodi??’’, in quel preciso istante qualcuno bussò alla porta, andò a vedere chi fosse e subito dopo scomparve fuori dalla porta chiudendola alle sue spalle, ero sdraiata su quel letto di pietra e riuscì comunque a sentire il discorso ‘’Allora, come va con lei?’’, ‘’Sei sicuro che ci possa essere utile?, è solo una bambina capricciosa!’’ Sussurravano, ma la sua voce tratteneva una tonalità di fastidio, non appena sentì di nuovo la parola ‘’bambina’’ crollai già dal letto, volevo dirgliene quattro stavolta! Cosa gli costava chiamarmi più semplicemente ‘’Sophia’’ che tra l’altro era di una lettera più corto?!.
Aprì la porta e davanti a lui vi era Aro, non appena mi vide sorrise e il suo sorriso si allargò ancora di più non appena mi rivolsi a Demetri ‘’Ancora? La smetti di chiamarmi con quel nome, non lo sopporto!’’, non si voltò ma strinse i pugni, Aro voltò lo sguardo su di lui ‘’Dai su trattala bene! Sì, vedrai che ci sarà più che utile…’’ E si dileguò, con lo sguardo puntato su di me, poi scomparve nel buio del corridoio alla nostra destra.
Quanto mi metteva a disagio con quello sguardo! Cosa ci trovava di tanto interessante in me?.
Demetri mi afferrò per un braccio e mi ricondusse all’interno della camera, la sua presa era dura, ma non faceva così male come l’ultima volta, aveva eseguito esattamente ciò che gli aveva detto quell’uomo, che si fosse trattato di uno di alto rango?.
Mi sistemai nel letto, le calde coperte di velluto rosso avvolgevano completamente tutto il mio corpo, almeno si stava bene sotto le coperte nonostante quel letto fosse tanto duro, nel frattempo lui era davanti ai piedi del letto e continuava a fissarmi con sguardo serio ‘’Sei inquietante, sai?’’ Mi si avvicinò e con uno strattone tirò le tende del letto, lasciandomi sola all’interno di quella piccola stanzetta che si era creata,  non potevamo vederci ‘’Così va meglio!’’ dissi, poi poggiai la testa sul cuscino di lana morbido e con quel calduccio che sentivo, il sonno non tardò ad arrivare…

Una porta scricchiolante, nel profondo della notte mi fece sobbalzare, poi si udì una voce ‘’Dem! Ti va di venire a caccia assieme a me?’’, ‘’Shhh!! Fai silenzio o si sveglierà! Mi piacerebbe tanto, ma bisogna chiedere ad Aro prima’’ , ‘’Ah! Già fatto, possiamo!!’’ Urlava quasi dalla felicità, ma Demetri dovette sforzarsi di non gridare troppo ‘’Zitto! Ti ho detto che sta dormendo!’’, ‘’Com’è che non vuoi disturbarla? Non ti sarai mica innamorato eh…’’ , ‘’Certo che no! Avrà 10 anni in meno di me, è una bambina! È stato Aro a ordinarmi di trattarla bene’’ Mi veniva voglia di uscire da quelle tende non appena sentì di nuovo quel nomignolo, ma non volevo far vedere che ero sveglia, così ancora nervosa, continuai ad origliare il discorso ‘’Ma secondo me ti potrebbe andare bene lo stesso…’’, ‘’Andiamo, va!’’ concluse con tono seccato e con un forte scricchiolio richiuse la porta dietro di sé.
Nei dieci minuti che seguirono non riuscì più a prendere sonno, avevo tanta voglia di muovermi un po’, di uscire da quella dannata stanza ora che Demetri di guardia non vi era più, potevo approfittarne.
Con cautela scesi dal letto, tirai le tende e mi diressi verso porta.
Cercai di aprirla facendo il minimo rumore possibile, pian piano lo scricchiolio cessò e si aprì del tutto: vi erano due corridoi, quello alla mia sinistra illuminato da fiaccole ardenti e quello di destra completamente al buio, decisi di prendere la via più sicura, e imboccai il corridoio di sinistra.
Anche se era tutto illuminato non mi sentivo per niente a mio agio, spesso mi guardavo alle spalle e tremavo, così iniziai a correre per farmi passare l’ansia e la paura.
Ai lati c’erano posizionate a zig zag delle porte, e più avanti vi era una scala a chiocciola piuttosto bassa, scesi tutte quelle scale e mi ritrovai davanti a un corridoio, dove alla fine vi era una porta socchiusa, dalla quale entrava un po’ di luce, in punta di piedi, per paura che qualcuno mi sentisse arrivare, percorsi quel corridoio verso quella misteriosa porta.
Ero a metà percorso quando udì una voce, mi bloccai all’istante, diedi un’occhiata alle mie spalle ma non vidi nessuno a parte il buio, doveva venire per forza da dietro a quella porta.
Diedi un’occhiata senza aprire la porta, quel piccolo spiffero bastò per farmi vedere ogni cosa: Una sala molto grande, la riconobbi quasi subito, ci ero già stata, accanto ai due uomini c’era anche Aro, stava indicando qualcosa quando sentì un scricchiolio molto acuto provenire sempre da quella stanza, dalla porta in fondo alla sala comparvero i ragazzi che avevo visto qualche ora prima.
Con loro avevano un uomo, incatenato e tenuto stretto da entrambi.
Le urla di quel poveretto rimbombarono ovunque nella stanza, in quel momento, non so perché, mi ci vidi io al suo posto.
Aro aveva sempre il dito puntato verso il pover uomo, e quando gli fu vicino, l’uomo dalla chioma bianca lo rimproverò ‘’Non avresti dovuto disubbidire ai nostri ordini, per te è finita’’.
L’uomo dai capelli neri chiamò a se la ragazza ‘’Jane, siete stati bravi ancora una volta, ma soprattutto tu…’’ Le rubò un bacio al volo e rimase accanto a lui, proprio in quel momento accadde una cosa indescrivibile:
Aro con una mano lo afferrò l’uomo per la gola, e lo sollevò in aria come se niente fosse, lo guardò negli occhi, guardò la sua paura espressa in quelle pupille, un leggero sorriso inondò il suo volto, poi con l’altra mano gli toccò la fronte, per poi arrivare ai capelli…
Si sentì un track, la testa era stata staccata dal corpo come se niente fosse.
Un brivido mi scosse, sentì il mio cuore smettere di battere per un momento, e pensai a me, e se anche io avessi dovuto fare la sua stessa fine?

Come poteva un uomo essere così atroce?
Ci doveva essere qualcos’altro, lui non poteva essere un semplice uomo, e qualunque cosa lui potesse essere, non mi piaceva per niente.

   
 
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