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Autore: DoctoRose91    29/08/2015    0 recensioni
Long che segue Ricordati di Me.
Ora che la nube si è sparsa per la città di Storybrooke sembra che le cose stiano prendendo una nuova piega. Emma ha spezzato il sortilegio, ma questo è solo l’inizio. Belle e Gold ora devono affrontare la vita quotidiana e i problemi della magia che è giunta in città. In più qualcosa si cela ai due, un qualcosa di incredibilmente affascinante e travolgente che colpirà Belle e Gold rallegrandoli.
E quando sembra che tutto stia andando per il verso giusto ecco che qualcosa arriva a rovinare quella felicità: l’oblio. Come recuperare la memoria? E soprattutto ricordare…ricordare Lei.
Dal capitolo 8: [- Questa mattina mi sono svegliata con questo nome sulle labbra. Forse ieri abbiamo parlato di fiori!-
-No…per niente! Ma credo che non riguarda la botanica, mi sa che è un nome!-
-Un nome? Di chi?-
-Suppongo di qualcuno molto speciale!-]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricordati...'
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Salve cari volevo dirvi che ad un certo punto incontrerete ******* come già saprete non abbiamo cambiato parentesi bensì il personaggio ;)
Vi lascio ad una buona lettura, noi ci vediamo all’Angolo dell’Autrice ;)
 

Capitolo 10: Una Lettera d’Amore
 

Quella giornata era appena cominciata ed era già cominciata male. Per fortuna grazie alla chiacchierata con Lacey avuta all’alba si era nuovamente ricordato quello che aveva dimenticato. Era stato un brutto risveglio.
Dopo aver recuperato completamente la memoria si decise ad avviarsi ad aprire il negozio, aveva bisogno di distrarsi. Camminando per la strada vide quello che non avrebbe mai voluto osservare: c’era Lacey vestita con un abito corto nero, scarpe altissime di color azzurro, ed una giacca di pelle rossa che faceva gli occhi dolci al dottor Whale. Andò su tutte le furie. Scaraventò il povero mal capitato di turno a terra scioccando la ragazza e lo stesso dottore meravigliato del comportamento altamente aggressivo dell’usuraio della città.
 
-Bacia il mio stivale!-
 
Neal dalla finestra di camera sua sentì queste esatte parole e subito riconobbe il tono di voce di suo padre e decise di correre a vedere cosa stesse succedendo e forse anche ad aiutare il povero disgraziato. Sperava solo di arrivare in tempo.
 
Vide suo padre appoggiato al suo solito bastone affiancato da una donna che non era minimamente contrariata per quella situazione, anzi sembrava che le piacesse, mentre per terra c’era un uomo che implorava con fare meravigliato di smetterla con quella commedia. Subito di scatto si precipitò addosso al padre fermandolo.
 
-Baelfire lasciami…questo non ti riguarda!-
 
Gold si rivolse al figlio con un tono  innervosito.
 
-Lo avresti trasformato in lumaca?-
 
Quella domanda sconvolse sia Gold sia la ragazza che gli era affianco.
 
-Lumaca? Cosa stai dicendo?- interruppe quello scontro di sguardi.
 
-Lacey va nel mio negozio io ti raggiungo subito!- cercò di liquidarla prima che incominciasse a capire cosa girava in quella città.
 
La vide andare via con disinvoltura con in mano le chiavi del negozio di suo padre. Gold non lasciava a nessuno qualcosa di suo ben che minimo il suo negozio ricco di particolari oggetti. Si  doveva fidare di quella ragazza, quindi quella era Belle, la famosa Belle della dichiarazione a telefono prima di morire. Strano se l’era immaginata diversa: affabile, tranquilla, dolce, coraggiosa, forte e sicuramente contraria a quel modo di comportarsi di suo padre. Peccato sperava che fosse migliore di quanto si era presentata, anche se però suo padre l’aveva chiamata con un altro nome Lucy…Licy…no Lacey …quello era il nome. Ma come mai aveva usato quello? Forse non era Belle? Quindi suo padre si fidava non solo di lei, ma anche di un’altra donna? Si iniziò a domandare che cosa fosse successo alla vita di suo padre dal momento che si erano separati.
 
…….
 
Era da due giorni che se ne era andato, aveva detto che era un affare importante e che forse avrebbe impiegato due, massimo tre giorni. E a giudicare dalle prime luci del tramonto era un affare molto impegnativo. Sperava solo che non si fosse messo nei guai e che nessuno l’avesse fatto del male, non sarebbe riuscita a vivere con quel dolore.
 
Era affacciata alla finestra della biblioteca ad ingannare il tempo tra un libro ed un altro. Sul tavolo era posto il vassoio d’argento con due tazze e la teiera. Come sempre aveva preparato il tè nella speranza che lui venisse a gustarselo insieme a lei, ed invece neanche quel pomeriggio si era fatto vivo. Non vedeva l’ora che quella giornata finisse per dare posto ad un'altra, a quella successiva, alla terza giornata, quella in cui sarebbe ritornato Rumple.
Lei non poteva far altro che aspettare ed attendere il suo ritorno facendosi mangiare viva dalle preoccupazioni.
 
……
 
Quel negozio l’affascinava, conteneva strani e inusuali oggetti. Non aveva mai avuto il tempo di osservarli, di solito era concentrata sul proprietario e non a quegli oggetti, ma visto che non c’era nessuno e doveva aspettare il suo arrivo decise di ingannare il tempo tra un oggetto e l’altro, speranzosa che non ci avrebbe messo troppo ad arrivare, non le piaceva stare da sola.
 
 
*********
 
 
Aveva da poco finito di litigare con suo figlio. Era stata una brutta litigata finita anche male, ormai Baelfire non voleva saperne più niente di lui e l’aveva proibito non solo di avvicinarsi a lui ma anche a suo nipote, a colui che sarebbe stato la sua rovina. Era arrabbiato, dispiaciuto, affranto e nervoso. Tutto gli stava girando male: Belle che aveva perso la memoria trasformandosi in una eccentrica Lacey; il figlio che aveva ritrovato ormai grande e con un forte rancore nei suoi confronti; ed un nipote che aveva scoperto essere la sua rovina. Ormai tutto stava andando nella direzione sbagliata e lui non poteva porre nessun rimedio, anzi forse uno sì, poteva risolvere la questione di Belle e forse insieme a lei avrebbe poi risolto le altre due. Doveva ritornare da lei, doveva creare l’occasione giusta per baciarla, speranzoso che fossero arrivati ad un punto ormai abbastanza affiatato per poter far scattare il miracoloso bacio del vero amore.
 
……
 
Ormai il manto della notte stava calando ed il freddo della giornata stava invadendo le varie camere del castello coprendo il corpo della giovane ragazza di tristezza e gelo. Nonostante fosse vicina al camino ardente di fiamme vivaci il suo corpo tremava dal freddo e dalla mancanza del suo amato Rumple che da giorni non si faceva sentire. Ogni dì era uguale: si svegliava all’alba, puliva il castello anche dove aveva pulito il giorno precedente, leggeva qualche libro, preparava il tè aspettando Rumple e poi dopo un freddo pasto ed una lettura vicino al camino fino a tarda sera assonnata e stanca si avviava in camera nella speranza che il giorno dopo non fosse come quello precedente.
 
Era alla pagina 324 del suo libro,  l’aveva incominciato quella mattina e fra poche pagine l’avrebbe anche concluso. Il libro si intitolava Cime Tempestose , un’opera di grandiosa bellezza e romanticismo. L’aveva immersa in quel mondo fatto d’amore e sofferenza. Molto spesso si immedesimava nella protagonista vivendo insieme a lei quel tormentato amore.
Appoggiò la testa alla semicolonna in marmo nero del camino fissando con aria triste e malinconica l’enorme finestra della sala. Si stava abbandonando al sonno  e alla stanchezza lasciando la presa sul libro che lentamente cadeva sulla gonna.
 
Un rumore la fece sussultare. Aprì velocemente gli occhi osservando di scatto la stanza. Il rumore persisteva e a giudicare dal suono proveniva proprio dalla finestra davanti a lei. Si alzò frettolosamente e con passo indeciso e spaventato si avviò al finestrone. Spostò la pesante tenda bordeaux osservando davanti a sé. Non vide nulla, eppure quel rumore continuava. Abbassò lo sguardo vedendo una piccola colomba bianca che beccava contro il vetro della finestra. Sorrise rincuorata. Aprì la finestra accogliendo quell’uccellino stanco e raffreddato. Tremava nelle sue mani, e aveva ragione faceva troppo freddo soprattutto lì immersi tra le montagne sempre coperte dalla neve. Era strano che un uccellino così delicato e amante del caldo fosse così lontano da casa. Si avvicinò al camino aiutandolo con le mani a riscaldarsi. Grazie alla luce del fuoco notò un collarino contenente una piccola pergamena arrotolata. Posò la colomba sulle sue gambe avvolgendola nella gonna e iniziò a srotolare quel pezzo di carta curiosa di leggere il suo contenuto.
Le prime parole colsero immediatamente la sua attenzione e tutta la sua concentrazione…
 
“Cara Belle,
 
mio unico e dolce amore, non preoccuparti sono vivo e vegeto.
So che sono passati quasi due giorni da quando sono partito e che non hai ricevuto nessuna mia notizia, scusami per la mia negligenza.  Ho avuto così tanto da fare che non ho avuto il tempo di dedicarmi a te, al mio unico diletto.
Perdonami se con questa mia mancanza sto alimentando in te ansia e preoccupazione. Non è mia intenzione farti soffrire, ben che minimo essere io la causa del tuo dolore ed è per questo che ho voluto scriverti questa lettera per rassicurarti e tranquillizzarti anche se so che poco serve. Dopo letta ricomincerai a stare in ansia finché non mi vedrai. Ma non disperare domani sarò di ritorno. Poche ore ci distanziano amore mio e non vedo l’ora di vederti. Mi manca tutto di te, il tuo splendido sorriso, la tua dolce voce, i tuoi meravigliosi occhi ,il tuoi caldi abbracci e soprattutto il tuo candido e vellutato corpo. Mi manchi da impazzire!

 
A domani angelo mio!
 
                                                                                                        Tuo per sempre
                                                                                                             Rumple!”

 
Una lacrima bagnò la pergamena seguita da altre che copiose scendevano dal suo viso rigandolo di dolci sensazioni. Non si era dimenticato di lei, non l’aveva abbandonata, stava bene e presto sarebbe ritornato da lei.
Piegò in tre parti il foglio inserendolo con cura nel suo libro. Sorrise di gioia immensa, era contentissima di rivedere il suo amato Rumple.
 
Prese una piccola coperta con quadrettini rossi e gialli ed avvolse la piccola creatura che si era magicamente addormentata e corse subito in biblioteca intenta a scrivere una lettera…una lettera d’amore.
 
……
 
Guardava incuriosita lo scaffale di libri che aveva nel retro. Si ricordava di quanti lui ne avesse a casa. Significava che era un uomo che amava leggere. Scorreva con l’indice i vari dorsi dei volumi antichi e ingialliti. Uno colse la sua attenzione, si intitolava Cime Tempestose.  Lo prese con cura sperando di non far cadere a mo di domino tutti gli altri. Era da quando stava all’ospedale che non prendeva in mano un libro, e soprattutto che ne leggesse uno.
Si sedette sulla tavola dietro di sé dando le spalle all’ingresso. Sfogliò frettolosamente il libro in cerca di qualche immagine, tra quei fogli vide un petalo di rosa rosso raggrinzito e vicino un foglio piegato in tre parti molto ingiallito e fragile. Prese la pergamena posando il libro dalla parte del frontespizio sul tavolo.
Aprì il foglio incuriosita di cosa ci fosse scritto.
 
“Amore Mio,
 
ti sembrerà sciocco lo so, ma avevo bisogno di scriverti subito, non potevo aspettare a domani. Ho la necessità di parlarti, di chiacchierare sola con te come spesso facciamo vicino al camino. Mi manchi, mi manchi così tanto. Sembra assurdo visto che non ci sei da soli due giorni, eppure per me sembra passata una vita.
Anch’io amore ho bisogno di te, del tuo affetto, del tuo amore.
Ho lo sfrenato desiderio di abbracciarti ,di stringerti forte a me, di sentire  il tuo splendido profumo, di percepire il tuo meraviglioso tocco sulla mia pelle.
Torna presto amore mio…io sono qui che ti aspetto a braccia aperte!

 
A domani Tesoro!
 
                                                                                                     Eternamente tua
                                                                                                              Belle! ”

 
Fissava stranita e scioccata quella lettera che aveva tra le mani. Era la cosa più bella che avesse mai letto, e probabilmente era anche l’unica che avesse letto visto che non apriva mai un libro. In  quelle parole traspariva sentimento, nostalgia, amore e tristezza tutto rinchiuso in poche righe. Come si poteva trasmettere un sentimento come l’amore così semplicemente all’interno di una lettera? Come poteva alimentare questo senso di dolcezza e tenerezza?
 
Quel nome, quel nome l’aveva colpita… Belle. E se fosse stata quella Belle di cui Gold era così tanto ossessionato a scrivere quella lettera? Questo preludeva che era stata lei a scriverla. Come poteva essere mossa da così tanto affetto e amore per una persona, non ne aveva neanche per lei stessa questi sentimenti.
 
Accarezzava ogni singola parola con il dito medio della mano destra imprimendosi sotto la cute quelle parole facendole diventare sue, eppure le erano così lontane quasi estranee.
 
Riprese il libro incuriosita di trovare la lettera che aveva scaturito un così forte sentimento. Doveva trovarla, doveva leggerla.
 
……
 
Ritornò nel salone principale con in mano la lettera appena scritta. Vide svolazzare felice la colomba che poco prima aveva lasciato riposare avvolta da una copertina vicino al camino. Si notava che aveva il bisogno di uscire, di andare via, di essere libera.
 
-Hey piccola!-
 
La chiamò attirando la sua attenzione. L’uccellino volò verso di lei poggiandosi delicatamente sulla sua mano.
 
Lentamente la ragazza legò la lettera al collarino della colomba avvicinandosi poi verso l’enorme finestra.
 
Le diede un piccolo bacio sulla testolina prima di lanciarla in volo.
 
-Va da Rumple e dagli la mia lettera!-
 
Con un gesto della mano aiutò l’uccellino a spiccare il volo. Rimase ad osservare finché la sua sagoma venisse inghiottita dal buio della notte portandosi con sé quella lettera d’amore.
 
Serrò la finestra chiudendo le tende. Fece un enorme sospiro, spense il camino e con un cuore più leggero e sollevato si avviò in camera da letto desiderosa di un riposo ristoratore.
 
Non vedeva l’ora che fosse domani, non vedeva l’ora d’incontrare Rumple.
 
……
 
Tuo per sempre
     Rumple!

 
L’aveva trovata. Era anch’essa chiusa e piegata tra le pagine di quel libro. Era stata commovente e romantica. Si notava che quelle due persone fossero guidate da un profondo affetto. Quasi l’invidiava. Rimase comunque scioccata e meravigliata, si aspettava di leggere il nome di Gold e no di questo Rumple. E chi era Rumple? Ma soprattutto chi si faceva chiamare così? Che fosse il soprannome di Gold?
 
Ripiegò la lettera come l’aveva trovata riposandola nelle pagine di quel libro.
 
In quell’istante sentì il campanello dell’ingresso suonare. Era entrato qualcuno. Dal passo lento e calmo capì che era Gold accompagnato dal suo fido bastone.
 
Scese dalla tavola e posò il libro nuovamente nello scaffale.
 
 
 
 
 
Spostò la tenda e la vide in piedi davanti allo scaffale dei libri con in mano uno che stava posando. Rimase scioccato alla vista. Si aspettava che fosse distesa sul lettino con in mano un bicchiere pieno di liquore  e non  di vederla curiosare e soprattutto con un libro in mano. Che stesse cambiando?
 
Si avvicinò a lei sorridendole.
 
-Ciao!- disse appena  le fu dietro. La ragazza si voltò sorridendogli.
 
-Hey hai fatto presto! Bene!- commentò felice.
 
Riuscì ad individuare il nome del libro che stava leggendo…Cime Tempestose.
 
Sorrise di gusto. Quel libro conteneva qualcosa d’importante, custodiva una parte del loro amore.
Chissà se aveva trovato le lettere? Decise per tanto di indagare.
 
-Cime Tempestose è così? Beh hai deciso di iniziare a leggere…complimenti hai scelto il libro più pesante e odiosamente meraviglioso che ci sia nel campo della letteratura! Vedo che  vuoi iniziare alla grande!- ironizzò lui cingendole i fianchi.
 
Lacey si sentì in trappola. Come poteva giustificare il suo maleducato frugare nel  negozio.  
 
-Io leggere?! Noooooo! Ero solo attratta dalla copertina tutto qua!- strinse la presa su di lui.
 
-E nient’altro?- continuò Gold persuasivo.
 
-E nient’altro!- confermò sorridendogli.
 
Che forse non avesse trovato le lettere? Che forse l’aveva colta nel momento che lo stava aprendo e nel sentire il campanello suonare l’aveva subito messo a posto? Peccato! Sperava tanto che le avesse lette, forse le potevano aiutare a farla ricordare di lui, di lei, di loro.
 
….…
 
Qualcosa di soffice sfiorava la sua pelle, vagava per il corpo dalle gambe fino ad arrivare sul collo. Era morbido, vellutato  e delicato. Non voleva minimamente aprire gli occhi, desiderava ancora rimanere in quel dormi-veglia cullata da quella meraviglia. Quella soffice sensazione le sfiorò la bocca percorrendo i bordi rosei delle sue labbra, mentre percepiva in basso all’altezza della caviglia una dolce carezza che saliva verso il polpaccio.
Quella morbida sensazione arrivò all’orecchio, mentre quella carezza continuava a salire verso la gamba. Quella incantevole sensazione era troppo bella, sembrava un sogno, un bellissimo sogno che ti fa visita poco prima che ti svegli. Stava entrando in iperventilazione, estasi e delirio la stavano invadendo. Appena quella carezza raggiunse l’interno coscia sfiorando la parte più sensibile di lei, capì. Prima era stata troppo presa da quella spettacolare meraviglia per accorgersi, ma ora la lucidità l’aveva aiutata a comprendere. Era inconfondibile, quella carezza e quel tocco solo una persona riusciva a farla, solo una le procurava quella stupenda sensazione.
 
Aprì gli occhi desiderosa di riempirli dell’unica persona che desiderava vedere.
 
Lì davanti a lei c’era Rumple disteso su di un fianco che l’accarezzava lentamente la gamba, mentre con l’altra mano le sfiorava il viso ed il collo con una delicata rosa rossa appena potata.
 
Sorrise di gioia. Era tornato. Stava bene ed era più bello che mai.


Le sorrideva felice, contento di essere nuovamente a casa ed insieme a lei.
 
Quella carezza raggiunse il ventre trasformandosi in una leggera presa sulla sua pelle. Solo lui riusciva a farla stare bene.
 
-Buongiorno angelo mio!-
 
Quella tenera voce l’aveva sognata. Non vedeva l’ora di sentirla nuovamente rimbombare nelle stanze.
 
 
-Tesoro mio…oh tesoro mio sei ritornato!- gioia e felicità colorarono quel disperato bisogno d’affetto.
 
-Non immagini quanto mi sei mancata!- confessò avvicinandosi con il viso al suo.
 
Quella carezza diventava più possente e man mano si riempiva della sua pelle.
 
-Anche tu mi sei mancato…oh cielo non hai idea di quanto mi sei mancato!- confidò  aumentando man mano il respiro.
 
Era contenta, strafelice di vederlo a casa sano e salvo.
 
-Per te!- sorridendole le alzò la rosa davanti il volto.
 
Il delicato fiore accolse tutta l’attenzione della ragazza. Lo prese dolcemente percependone il meraviglioso profumo.
 
-E’ bellissima grazie!-
 
Aprì gli occhi osservando il suo uomo sorriderle contento del dono.
 
La posò morbidamente sul comodino di fianco al libro che stava leggendo la sera precedente.
 
Quella presa su di lei diventava insistente e ricca di movimenti delicati e ritmici.
 
Appoggiò la fronte contro quella di lei fissandosi negli occhi. Le loro bocche distanziavano di un solo centimetro e i loro respiri sfioravano le loro labbra rendendo più dolorosa e  sofferta quella proibizione.
 
-Se potessi baciarti lo farei…non mi fermerei neanche per un istante  continuerei  a baciarti fino a che i miei polmoni mi implorassero di respirare!-
 
Gli fermò quella carezza sul ventre attirando la sua attenzione. Trascinò la sua mano sul suo corpo fino a raggiungere il petto ricoperto da una sottile camicetta bianca.
 
Sorrise contento di percepire nuovamente quel seno così rigoglioso e fiero sotto il suo  tocco.
 
-Sai che anche per me è lo stesso!-
 
Sorrise felice che anche lei condividesse quei suoi stessi pensieri.
 
Aprì le gambe invitandolo a salirgli addosso. Desiderava percepire il suo corpo sopra il suo e stringerlo in una morsa d’affetto e bramosia.
 
Percepì la presa sul suo petto farsi più insistente e sorrise di gusto. Gli era mancata e lo sentiva, si percepiva benissimo.
Lo avvolse tra le gambe alzandosi lentamente la camicia da notte. Percepì la pelle dei suoi stretti pantaloni sfiorarle le gambe, rabbrividì al semplice tocco.
 
Vederla nuda sotto di lui completamente vestita della propria bellezza era una meraviglia. Mai in vita sua i suoi occhi gli avevano presentato una cosa del genere. Era davvero stupenda.
 
Sfiorò il naso con la punta del suo sorridendo come due innamorati alle prime armi. Erano imbarazzati, un po’ fuori forma. Era da tempo che non stavano insieme, tra i vari impegni e i frequenti viaggi di lui non avevano modo di crearsi un minuto tutto per loro.
 
-Mi sei mancata…e non dico solo in questi giorni. Mi manchi da tempo! Da tanto tempo, mi manca tutto di te!-
 
La sua mano iniziò a salire per il braccio immergendola nella folta chioma scura. Arricciava ogni dito nei suoi splendidi boccoli assaporandosi la loro morbidezza. La sua Belle era un miracolo della natura, la perfezione fatta persona.
 
Percepì le dita di lei scavare sotto la camicia chiusa saldamente al torace. Cercava con eleganza  di liberarlo da quell’ostacolo, anche lei desiderava percepire la sua pelle sotto il suo tocco. Si sollevò leggermente aiutandola. Sorrideva contento delle sue accurate coccole. Era uno splendore vederla concentrata a sbottonargli la camicia completamente nuda sotto di lui. Chiunque altro mosso da passione e desiderio l’avrebbe strappata facendo volare per la stanza tutti i bottoni dorati della camicia. Ma lei no, lei era diversa, era attenta, dolce e sensibile. Anteponeva lui a sé stessa, ai suoi bisogni, alle sue voglie. Era la persona più paziente che lui avesse mai conosciuto, nonostante non ce la facesse più, era comunque  lì con una apparente tranquillità a finire di sbottonargli l’ambrata camicia.
 
Fu lui a prendere iniziativa e a velocizzare la cosa. In questo loro erano diversi. Lui avrebbe sacrificato un semplice pezzo di stoffa per raggiungere l’infinito con lei, era più impulsivo e passionale, mentre lei era una semplice ragazza dal cuore tenero e sensibile che si preoccupava di tutto anche di una tazzina appena scheggiata.
 
Sorrise della sua goffaggine, voleva impiegarci meno tempo eppure ce ne stava mettendo troppo.  Gli prese il mento con due semplici dita portando l’attenzione su di lei. Si inginocchiò proprio come lui posizionandosi d’avanti. Sorrideva, era bellissima, rendeva tutto così semplice e giusto. Lo bloccò con un semplice bacio sul collo. Percepiva la sua lingua che gli accarezzava la pelle e lo fece rabbrividire. Lasciò le mani dal suo pantalone per avvolgerla completamente tra le sue braccia. Le riempì della sua pelle liscia e rigogliosa rabbrividendo entrambi di quell’intimo tocco. Le mani di lei iniziarono a sbottonargli gli ormai odiati pantaloni neri con tale semplicità e tranquillità, disarmante per lui. Fu questione di un attimo e si ritrovò vestito della sola pelle che pulsava di desiderata passione.
 
L’alba ormai stava raggiungendo le vette più alte delle montagne rischiarandole  sulle cime innevate creando così dei piccoli cristalli che illuminavano il paesaggio.
 
Quelle piccole luci vibravano in quella romantica stanza ricca di tanti tristi e felici ricordi, accompagnando i due amanti in una danza dove loro erano gli unici partecipanti guidati e sorretti da un unico desiderio, l’amore.
 
…….
 
Gli chiese da bere. Come il suo solito voleva scolarsi una bottiglia di qualsiasi intruglio esistente. Per fortuna si era già premunito, e con la magia, la sera prima, aveva cambiato le miscele delle bevande del suo negozio, così da non avere problemi se mai la ragazza avesse avuto l’esigenza di bere qualcosa. Doveva preservare la loro bambina e finché non fosse tornata Belle doveva badare lui a loro, a tutte e due. Prese due bicchieri di vetro e una bottiglia di rum. La ragazza si era seduta comoda sul tavolo e sgambettava osservandolo mentre versava la bevanda all’interno dei bicchieri. Le pose il bicchiere e prese il suo. Alzarono i calici al cielo augurandosi ogni bene prima di bere. La vide finire in uno istante tutto il contenuto di quel bicchiere. Anche se ormai la conosceva da un po’ e la frequentava da altrettanto tempo rimaneva sempre sbalordito da tale situazione. Se ne fece versare un altro po’ sorridendo felice.
 
-Allora chi era quel ragazzo di sta mattina?-  interruppe quel silenzioso momento.
 
Alzò lo sguardo su di lei scioccato da tale interesse. Un velo di tristezza gli invase il volto e chiuse in una morsa il suo sofferente cuore. Come poteva spiegarle che quel ragazzo così ostinato e coraggioso fosse suo figlio? Come poteva dirle che era riuscito nel suo intento, trovare Baelfire e portarlo a Storybrooke? Come poteva dirle tutto questo e quali parole sarebbero state giuste per anticipare quell’atteso momento?
 
-Lui è mio figlio! Si chiama Baelfire!-
 
Decise di usare meno tatto e di arrivare dritto al punto. Non era con Belle che stava parlando, ma con Lacey una ragazza che non amava i discorsi complicati.
 
-Tu hai un figlio?- si stupì.
 
Annuì.  Riuscì a fare solo questo, annuire in continuazione continuando a versare l’alcool nel bicchiere.
 
Percepì la gamba di lei avvolgergli i fianchi. Lentamente lo fece posizionare tra di esse sorridendo maliziosamente. Prese il bicchiere appena riempito e con l’altra mano gli accarezzava la giacca.
 
-Hai sempre qualcosa di nuovo Gold! Cosa mi devo ancora aspettare da te?- calda e bruciante fu la sua voce da riscaldagli ogni parte del suo corpo.
 
-Non ne hai idea!- rispose avvicinandosi alla ragazza.
 
 
Prese ad accarezzarle le gambe coperte da un sottile filamento di nailon. La vide mordersi il labbro inferiore, le piaceva come la toccava, come la sfiorava. Si alzò di poco la corta gonna invitandolo a continuare a salire, a continuare a mantenerla in estasi.
L’avvolse il collo con le sue braccia reggendo ancora quel bicchiere di rum tra le mani.
 
Forse era arrivato il momento giusto. La doveva baciare, la voleva baciare. Non resisteva più. Il suo corpo, la sua mente gli imploravano di farsi avanti e varcare quella sottile soglia che separa due persone circondate dalle loro mediocri vite. Doveva raggiungere quell’infinito e solo con lei, e solamente con lei poteva farlo.
 
-Gold abbiamo bisogno del suo aiuto!-
 
Quelle odiose voci interruppero uno dei momenti più importanti di Gold. Li avrebbe uccisi su due colpi se avesse avuto l’occasione, ma c’era Lacey e non poteva permettersi di fare quest’atto di violenza. Cosa avrebbe pensato poi Belle una volta svegliata da quell’incubo?
 
-Abbiamo interrotto una festa?- aggiunse poi la voce del principe azzurro.
 
-Una festa a cui voi non siete invitati!- irritato e scontroso rispose Gold staccandosi dall’infastidita Lacey interrotta da un nuovo imprevisto.
 
-Ma non per noi!- aggiunse poi la voce prepotente del ragazzo.
 
Dopo averlo messo alle strette dovette cedere. Aveva un favore che doveva restituire ed ogni promessa era un debito.
 
-Ti dispiace Lacey…ho un impegno!- le diede la mano aiutandola a scendere dalla tavola.
 
-Farai presto?- rispose scontrosa ed infastidita.
 
Gold annuì sorridendole tranquillo. Sarebbe stata una questione di pochi minuti e poi avrebbero ripreso da dove avevano lasciato, o almeno lo sperava.
 
La vide uscire dal retro bottega e dopo essere sicuro che la ragazza fosse lontana da “discorsi magici” si avviò al mobiletto accompagnato dal suo fido bastone.
 
-Cosa ha spinto la coraggiosa Biancaneve ad aiutare la perfida regina cattiva?-
 
……
 
Si coccolavano romanticamente ridendo e scherzando come due ragazzini. Erano distesi in una meravigliosa nuvola fatta di morbide e soffici lenzuola, Belle aveva i capelli tutti arruffati dal meraviglioso evento, mentre lui con ancora un leggero fiatone cercava di ristabilire il normale  funzionamento respiratorio.
 
Si guardavano negli occhi, solo questo facevano. Si specchiavano nelle iridi dell’altro contemplando la propria immagine riflessa in esse. A volte non c’era bisogno di parole, ma solo di dolci ed intensi sguardi che valevano di più dei  discorsi.
 
Prese il ciondolo che aveva al collo sfiorandolo dolcemente tra le dita. Lo portava sempre al collo, non se ne staccava mai. Lo baciò posandolo nuovamente sul suo petto nudo e rigoglioso.
 
Lei lo guardava solamente accarezzandogli i capelli con maniacale dolcezza.
 
Con un gesto della mano fece comparire una pergamena piegata su sé stessa. Osservò meglio il foglio e comprese, era il suo, era la sua lettera d’amore.
 
-Allora l’hai ricevuta! Lo speravo!-  commentò contenta che Rumple avesse avuto la sua lettera.
 
Lui annuì sorridendole appena. Era emozionato.
 
-Nessuno mai ha fatto questo per me! Anzi per dirla tutta, nessuno ha mai fatto nulla per me! E’ una lettera bellissima. Amore mio sei di una dolcezza ed un’eleganza unica. Ti amo Belle…ti amo!- confessò  guardandola dritto negli occhi.
 
Quella lettera non se l’aspettava. Quando l’aveva ricevuta ci rimase di stucco. In un primo momento aveva pensato che la colomba non avesse trovato la via per il castello e fosse ritornata da lui con la sua lettera, ma poi quando l’aprì e vide tutt’altro scritto il cuore iniziò a battere così forte nel petto da disturbargli anche la lettura. Belle era unica nel suo genere e di una dolcezza straziante. Era di un’infinita bontà.
 
-Ripetilo ti prego!- chiese poi stringendosi di più a lui.
 
Rumple sorrise di gioia. Si avvicinò alla sua bocca poggiando la fronte contro la sua.
 
-Ti…Amo…ti amo…ti amo…ti amo alla follia…ti amo!-esaudì la richiesta dell’amata.
 
Era semplice non doveva fare nessuno sforzo, doveva dirle solo quello che lui provava da sempre e che da un po’ non aveva avuto l’occasione di dirle.
 
Sorrise di felicità. Era contenta che lui l’avesse ricevuta e che gli fosse piaciuta.
 
La prese tra le sue mani guardandola per l’ultima volta. Prese il libro che aveva sul comodino e lo aprì giusto in mezzo. Rumple vide la sua lettera piegata in tre parti custodita in quelle pagine.
 
 
-E questa è la tua! Ieri sera l’ho letta e riletta allo sfinire. Ho imparato quasi a memoria ogni singola parola! È la cosa più bella che avessi mai ricevuto! Grazie amore mio!-
 
L’aprì lentamente stando attenta a non romperla. E davanti a lui la baciò proprio in mezzo, nel cuore del suo discorso.
 
La ripiegò nuovamente su sé stessa per poi poggiarla tra le pagine. Prima che posasse la sua  Rumple la fermò. Portò la pergamena scritta da Belle sulla sua bocca baciandola delicatamente sul dorso del foglio. Belle sorrise di gioia. La posò insieme alla sua e prima di chiudere quel libro che l’aveva accompagnata il giorno precedente prese un petalo di quella vellutata rosa regalatagli quella mattina  e l’inserì tra le lettere. Insieme a Rumple lentamente chiuse quel libro che conteneva una parte del loro amore, forse quello più delicato e fragile. E quale libro sarebbe stato più indicato per custodire un amore eterno se non Cime Tempestose.
 
……
 
Era lì che le mostrava tutte le pozioni che aveva nella sua valigetta nera. L’aveva sentito parlare con Mary Margaret e David e aveva capito tutto. Non era di certo una ragazza stupida. Ormai il danno era fatto e non poteva tirarsi indietro. Quindi decise di confessare, almeno sarebbe stato sincero.
 
Non si aspettò la reazione che fece, pensava che l’avesse deriso e se ne sarebbe andata con una delle sue sfuriate, ed invece era rimasta per tutto il tempo a sentire il suo discorso affascinata ed ammaliata.
 
-Che altro sai fare?- gli chiese poi meravigliata della sua magia.
 
Lui sorrise di gusto e con un gesto della mano fece comparire una collana di diamanti. La vide sbigottita ed affascinata. Si avvicinò a lui dandogli le spalle. Era un gioiello strepitoso comparso dal nulla nelle sue mani.
 
-In questi benefici c’è anche l’immortalità?- quel tono caldo e malizioso colorò la sua domanda.
 
Lui annuì solamente. Era senza parole, Lacey era fra le sue braccia appoggiata al suo petto che lo guardava maliziosamente negli occhi.
 
-Potresti …potresti mantenermi sempre giovane?- continuò.
 
Le loro labbra erano distanti un dito. L’adrenalina si faceva sentire nelle sue vene scorrendo in tutto il corpo.
 
-Sì!-
 
-Quindi così potremmo restare per sempre insieme!- si voltò stringendolo sul collo. Lui l’avvolse i fianchi avvicinandola a sé.
 
Era il momento giusto, si dovevano baciare ora eppure qualcosa l’infastidì. Lacey lo notò, era strano un velo di tristezza trasparì sul suo volto.
 
-Che cosa c’è?- chiese preoccupandosi.
 
Si distaccò. Mai in vita sua avrebbe fatto una cosa del genere, ma era preoccupato, preoccupato per la sua vita e per quella che avrebbe voluto costruirsi.
 
-Essere immortale vuol dire vivere per sempre, ma puoi comunque essere ucciso! C’è una profezia, la quale afferma che una persona sarà la mia rovina!-
 
Glielo doveva dire, dopotutto era sempre Belle, e a qualcuno doveva confidarlo.
 
-Sai chi è?- chiese poi lei vedendolo chiudere la valigetta sul tavolo.
 
Lui annuì nuovamente immaginandosi il volto di suo nipote.
 
-Allora sbarazzatene!-
 
Quella frase fu un colpo al cuore, Belle non gliel’avrebbe mai detto. Anzi avrebbe trovato una soluzione.
 
-Non è così facile!- aggiunse  posando le mani sul tavolo.
 
Era abbattuto e sconfortato.
 
-Credevo che fossi un uomo che non accetta nessun tipo di impedimento!-
 
Quel tono malizioso e superiore lo fece sprofondare nell’abisso più profondo. Belle aveva il potere di fargli fare qualsiasi cosa volesse. 
 
Fu una questione di secondi, l’afferrò il braccio e la strattonò a sé. Lacey sorrise di gusto per quella presa di posizione. La vide mordersi il labbro inferiore, le piaceva quando si comportava così.
 
-E lo sono!-
 
Quella fu l’unica frase che gli uscì.
 
La spinse contro il tavolo posizionandosi tra le sue gambe. Le fermò i polsi sulla superficie del tavolo fissandola negli occhi.
 
Leggeva passione, potere, oscurità nei suoi occhi. Era veramente così oscuro come sembrava. Non voleva minimamente perdere tutto quello che avevano raggiunto. Lui aveva la magia, era potente, tutti avevano il terrore di lui e questo a lei piaceva, l’affascinava molto. Eppure non era solo questo quello che voleva, forse in cuor suo voleva solamente una cosa,  l’amore,  proprio quell’amore che aveva letto in quelle lettere poco prima che lui arrivasse. Quell’amore semplice e puro che guida due persone, e sicuramente era lui quello che gliel’avrebbe potuto dare. Non sapeva come eppure il suo cuore le diceva che era lui, lui l’avrebbe condotta in quell’infinito che da sola avrebbe soltanto potuto immaginare.
 
Si avvicinò a lei fissandola negli occhi e ancora prima di dire una parola le loro labbra si unirono in un bacio coinvolgente e passionale che desideravano scambiarsi da molto tempo. Quelle labbra erano uniche, il loro gusto anche se macchiato dal rum era rimasto lo stesso, dolce e delicato come sempre.
Lacey lo strinse a sé liberando i polsi dalla sua stretta.
Quel bacio conteneva tutto ciò che poteva esserci al mondo, la passione regnava sovrana in ogni gesto e gemito di quel momento e il desiderio guidava le loro mosse facendoli raggiungere quell’infinito che da tempo agognavano sfiorare.
 

 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
E sì vi ho lasciato con una faccenda in sospeso. Il bacio ha funzionato oppure no? Belle è ritornata o c’è sempre Lacey? Beh questo non posso dirvelo, dovrete attendere il prossimo capitolo che chiude questa seconda long ;)
 
Scusatemi per l’enorme ritardo ,ma ho avuto molti impegni che non mi hanno dato la possibilità di dedicarmi alla storia, spero mi perdoniate.
 
Non credo che ci sia molto da dire su questo capitolo, solo che adoro infinitamente il passato. Ho sempre pensato che Rumple quando Belle era al castello ha viaggiato e forse è stato via anche qualche giorno e ho voluto trasportare questa situazione durante la loro convivenza al castello, e ho immaginato che forse i due si potevano scambiare lettere per rassicurare l’altro di stare bene, ed ecco il mio capitolo. Ho scelto Cime Tempestose come romanzo in cui Belle ha scelto di custodire quelle lettere perché è un romanzo che mi sta molto a cuore. Quell’amore sofferto e soffocato mi sembrava giusto custodisse una parte della relazione tra Belle e Rumple. E stranamente a distanza di anni una certa Lacey sola nel negozio di Gold ha trovato quelle lettere in quel libro e le ha lette. Credo che leggendo quelle dolci parole l’abbia fatta ragionare in un modo diverso anche se ovviamente questa Lacey non conosce affatto l’amore bensì il possesso e il desiderio, ma un piccolo passo è stato fatto ;) Questo capitolo (seppur di passaggio) mi è servito per esplorare la complessità di Lacey e l’ardua strada che Gold deve compiere per far ritornare Belle, peccato che siamo al finale e forse non c’è molto tempo per risolvere la faccenda ;) Ma noi confidiamo in Gold e speriamo che Belle ritorni presto con tutta la sua memoria.
 
Volevo dirvi che la prossima settimana concluderò questa long ma non disperate non è finita qui, c’è il seguito, come è accaduto con Ricordati di Me! La terza long è quella che preferisco, soprattutto i primi capitoli e come avrete già capito seguirà le avventure della S3, e ho inserito maggiormente la coppia Rumbelle e quello che accadrà non potete nemmeno immaginarlo ;) .Ora però  vi do una anticipazione sul capitolo che conclude questa seconda long. Questo è uno dei capitoli che mi sta a cuore soprattutto la parentesi del passato, ma non voglio dilungarmi sul perché lo adoro passo subito con l’anticipazione. Allora nel presente vedremo se il bacio ha funzionato, e soprattutto se è stato un bacio del vero amore come nella prima long; nel passato invece Belle trova un modo per raggiungere Rumple per dirgli addio un’ultima volta.
 
So che questa anticipazione vi ha confuso, anzi lo spero, ma non posso dirvi di più svelerei il capitolo conclusivo ;)
 
Voglio ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia. E un grazie speciale a libellula.s e libellula.a che amano ogni cosa scrivo :D Grazie a tutti <3
 
À bientôt!! :)
DR
  
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