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Autore: Silviax    29/08/2015    2 recensioni
Appena assaporo la nicotina in gola tiro quasi un sospiro di sollievo, riesco per qualche istante a sentirmi più tranquilla, anche se quella tranquillità passa subito vedendo la faccia di Castiel leggermente irritata davanti al mio mutismo.
-Puoi onorarmi delle tue parole o è chiedere troppo?-
-Smettila Castiel, lasciami un po' in pace-
Non parla. Non dice un parola, mi guarda e basta. Non riesco a sostenere il suo sgardo e guardo altrove, non ho bisogno della compassione di nessuno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Lysandro, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 16 – RIVELATI
 
-Allora cosa ne pensate della possibile gita?- esordisce Rosalya
Stiamo tutti uscendo dalla classe per dirigersi a casa e mentre Castiel è visibilmente preoccupato per qualcosa Lysandro sta vicino a lui in totale silenzio, come per non disturbare l’amico. Insieme a noi c’è anche Armin, il gemello di Alexy, è completamente l’opposto di lui. Il primo coi capelli neri e gli occhi azzurri mentre il secondo ha i capelli azzurri, non gli occhi, che infatti sono tendenti al viola. Penso che se non me l’avessero detto quando sono arrivata qui non l’avrei neanche capito. Alexy è sempre euforico e di buon umore, qualunque cosa lo diverte mentre il fratello è l’opposto: la maggior parte del tempo la occupa giocando con i videogiochi, poche volte l’ho sentito parlare. Il gemello più esuberante insieme alla mia amica Rosa sono i più entusiasti per questa gita proposta dalla scuola. Anche io lo sono, ma non tanto quanto loro.
-Io penso che sarà bellissima- le risponde allegramente Alexy, la perenne euforia per qualsiasi cosa fa parte del suo carattere
-Lo spero- aggiungo –Spero soprattutto che questa gita si riesca a fare-
-Si, stai tranquilla. In classe erano tutti entusiasti all’idea- mi rassicura Rosalya
Mentre noi tre continuiamo a fantasticare su un’ipotetica gita i nostri tre amici silenziosi continuano a camminare dietro di noi mantenendo scrupolosamente le bocche chiuse pensando solamente ai fatti loro.
Una volta arrivati al parcheggio fuori da scuola saluto tutti con un dolce bacio sulla guancia e mi dirigo verso la macchina. Castiel si unisce ad Alexy e Armin che proseguono verso destra, mentre Rosalya accompagna Lysandro a casa per poi riuscire ad autoinvitarsi e fermarsi a stare fino a sera tarda a casa del suo ragazzo, Leigh. Mi chiedo come fa Rosa a stare così tanto insieme a lui, io ho bisogno dei miei spazi eppure lei condivide tutto con il suo ragazzo.
 
Parcheggio distrattamente la macchina davanti al cancello ed entro in tutta fretta dentro casa. Al mio ingresso un profumino di cibo mi inebria le narici e avvicinandomi alla cucina trovo i miei genitori ad aspettarmi per il pranzo.
-Mamma, papà- dico ad alta voce attirando la loro attenzione –Oggi la scuola ci ha dato la possibilità di fare una gita-
-Ma è fantastico tesoro- dice mia mamma –Quando andreste?-
Non ho nemmeno letto l’avviso che ci hanno consegnato prima a scuola. Non so quanto staremo via e nemmeno quando andremo.
Appoggio con poca grazia lo zaino sulla sedia e inizio a cercare il foglio che ho buttato poco prima nello zaino. Tra una miriade di altri fogli riesco a trovarlo, l’ordine non è il mio forte.
-Qui dice che la gita durerà cinque giorni. La partenza è prevista per le cinque e mezza, mentre l’arrivo per mezzogiorno- dico leggendo ad alta voce il foglio che tengo in mano –cinque e mezza? Ma è prestissimo-
-Zitta e leggi- mi impone mia mamma zittendomi all’istante
-Scusa- rispondo ridendo -destinazione: piste sciistiche della Val Thorens-
-Ma è fantastico- dice mia mamma alzandosi dalla comoda sedia dove era seduta per venire da me e darmi un dolce bacio sulla guancia –Quando andavo io a scuola queste cose non erano possibili quindi vai e divertiti-
-Mamma, ma io non so sciare- ammetto abbassando leggermente la testa
-Non ti preoccupare, imparerai- dice cercando di riuscire a rilassarmi –Ah, io e tuo papà torniamo a Bordeaux per le feste, vogliamo festeggiare in famiglia. Vuoi venire?-
La guardo titubante, non mi aspettavo che volessero tornare a festeggiare il Natale ma non penso di volerli seguire veramente –Non vi preoccupate, andate voi. Io mi sto facendo dei nuovi amici e vorrei passare con loro le feste-
-Va bene piccola-
 
Salgo piano le scale mentre sento lo stomaco pesante, ho davvero mangiato troppo a cena. Mi butto sul letto continuando a pensare alla gita: io non so minimamente sciare e la nostra destinazione sarà appunto una pista di sciistica. Ho paura cadere e farmi male, ma non ci sono solamente lati negativi. Potrò stare per cinque giorni in compagnia Rosalya e tutti gli altri ragazzi. Val Thorens oltre ad avere la pista sciistica francese più famosa ospita anche molti locali come ristoranti, pub e discoteche.
Ma c’è una cosa che nei miei pensieri mi tormente più della gita, Castiel.
Quel ragazzo è sempre scontroso con me, eppure so con certezza che da stamattina ha qualcosa in testa. Qualcosa che l’ha fatto innervosire così tanto da trattarmi peggio del solito. Non è che mi piaccia essere trattata male da lui, sono io a farlo impazzire e la cosa mi fa divertire parecchio.
Ed, involontariamente, inizio a infilarmi velocemente le scarpe e scendo dalle scale, la mia destinazione è solo una: casa di Castiel.
Devo assolutamente scoprire cos’ha quel ragazzo.
Appena mi ritrovo davanti a casa sua una marea di paranoie mi assalgono. Non so come aprire l’argomento ne tanto meno come continuarlo. Ho paura che mi accolga in malo modo per l’ennesima volta, ma mi faccio coraggio e prendo un lungo sospiro prima di avvicinare il dito, indolenzito dal freddo, al campanello.
Il suono si propaga per tutta la casa e dopo qualche secondo il suono di alcuni passi raggiunge le mie orecchie, Castiel sta arrivando.
Quando apre la porta sul suo volto si dipinge prima un’espressione sorpresa e subito dopo una corrucciata, sicuramente non si aspettava di vedermi.
-Che ci fai qui?- mi chiede incrociando le braccia al petto
-Voglio parlarti-
-Io no. E adesso è meglio che te torni a casa-
-No Castiel- dico furiosa –Sono stanca dei tuoi atteggiamenti menefreghisti. Se sono qua è perché so che c’è qualcosa che non va e vorrei che tu ne parlassi-
-Ho detto che è meglio che torni a casa tua-
Con un gesto velocissimo scavalco il suo braccio saldamente appoggiato allo stipite della porta ed entro in casa sua guardandolo con aria di sfida –io non me ne vado finché non mi dici cos’hai-
Il rosso si volta palesemente spazientito verso di me per poi sbuffare. Lo sto innervosendo e ne sono consapevole, però devo capire ad ogni costa che cosa lo turba.
-Vuoi qualcosa da bere?- mi chiede scorbuticamente
-Veramente no- dico avvicinandomi a lui con un sorriso sghembo –Voglio un’altra cosa e solo tu puoi darmela-
La sua espressione prima disorientata e poi maliziosa mi fa intuire che ha frainteso tutto eppure non c’era nessun doppio senso nella mia frase.
-Non intendo quello che pensi- dico cercando di riparare la situazione –Volevo solamente una sigaretta-
Si voltò immediatamente dall’altra parte della stanza per poi sparire in cucina. Lo vedo tornare dopo qualche secondo con un pacchetto di sigarette nella mano sinistra mentre l’altra è occupata dall’accendino.
Appoggia con una mano sulla mia schiena e poi con delicatezza mi spinge su per la rampa di scale. Anche se sono stata qui solamente una volta insieme a Lysandro mi ricordo perfettamente la strada.
Sorpassiamo velocemente camera di Castiel che è rimasta esattamente come me la ricordavo e usciamo finalmente sul balcone. L’aria è fredda, quasi congelata, e mi costringe a rinchiudermi ancora di più dentro al mio cappotto.
-Tieni- dice passandomi al volo una sigaretta
-Grazie- rispondo mentre cerco nella tasca un accendino, ma invano
All’improvviso vedo una fiammella provenire da appena sotto il mio naso che per un attimo col suo calore da sollievo al mio viso. Lascio che la sigaretta si accenda per poi aspirare a pieni polmoni tutta la nicotina che sta entrando nel mio corpo.
-Allora volevi sapere come mai sono così nervoso, giusto?
Il cielo è scuro e il rosso non ha nemmeno acceso la luce del balcone, la nostra unica illuminazione è la luce soffusa dei pochi lampioni che ci circondano. Riesco a distinguere la figura di Castiel spostarsi fino all’estremità del balcone per poi accennare un si confuso. Non mi aspettavo che cedesse così in fretta.
-Non hai mai notato nulla di strano in questa casa?-
-Sinceramente?- chiedo
-Si-
-Veramente no- ammetto –Tranne una cosa: non ho mai visto i tuoi genitori-
-E’ proprio questo il punto-
-Che è successo?-
-E’ da quando sono piccolo che i miei genitori non sono mai a casa, li ho sempre visti per poche settimane durante tutto l’anno. Mio padre è un pilota d’aerei e mia mamma è una hostess, sono sempre in viaggio per lavoro. Mi hanno sempre affidato a mia nonna, che è morta l’anno scorso ed è appunto da un anno che ho l’emancipazione. Non ce l’ho con loro perché so che quello è il loro lavoro e se lo devono tenere, ce l’ho con loro perché si sono persi la mia adolescenza, la mia prima delusione d’amore, i miei compleanni, il Natale e tutto il resto dei miei anni. Adesso non mi importa più, sto benissimo anche senza di loro perché ho imparato a fregarmene-
Non potevo immaginare che Castiel avesse questo passato. Mi sono accorta qualche volta che i suoi genitori non ci sono mai ma non pensavo mancassero sempre e da così tanto. Non riesco a immaginare quello che prova, i miei genitori sono sempre stati vicini a me e non mi hanno mai fatto mancare nulla. Adesso capisco da dove viene la sua continua rabbia e il suo menefreghismo nei confronti di tutto quello che non riguarda lui, ma non capisco ancora perché sia così arrabbiato.
-Questa mattina mi hanno chiamato- continua –Hanno avuto la brillante idea di venire a passare con me questo Natale ma io non li voglio e gliel’ho detto ma hanno insistito, hanno detto di voler sentire ragioni e che questo Natale si presenteranno veramente. Anche se non so quando crederci, ogni anno è la stessa storia-
-Castiel, io non immaginavo tutto questo- ammetto abbassando il capo –se no non sarei venuta qui a chiederti spiegazioni ad ogni costo. Mi dispiace da morire-
-Non ti devi preoccupare- dice mentre mi appoggia una mano sotto al mento costringendomi ad alzare la testa.
Lo guardo negli occhi e capisco che infondo la sua è solamente rabbia repressa, non è per niente cattiveria ed ora mi sento in colpa per aver dubitato di lui appena l’ho conosciuto.
-Mi potresti spiegare anche un’altra cosa?- dico guardandolo dritto negli occhi
-Dimmi-
-Perché hai reagito così quella sera?-
-Quale?-
-La sera che hai scoperto che Debrah è mia cugina-
A quelle parole il suo sguardo sembrò quasi di fuoco e inchiodò i suoi occhi severi ai miei quasi intimiditi da quell’espressione che è cambiata così in fretta.
-Questi sono anche affari miei- afferma poi leggermente irritato
-Va bene, non mi intrometto più-
Mi guarda con aria comprensiva, tutta la rabbia di qualche minuti prima è sparita. Ho già saputo troppo questa sera, non mi va più di intromettermi nelle sue faccende personali. Adesso ogni volta che lo guardo è con occhi diversi, adesso capisco come mai è sempre così menefreghista nei confronti di tutti e anche nei miei.
Tiro fuori dalla tasca il cellulare e con pulsante laterale faccio illuminare lo schermo per guardare l’ora. Sono già le undici e mezza ed è arrivata l’ora di andare.
-Castiel, io devo andare-
-Va bene, ti accompagno alla porta-
Ripercorriamo lo stesso percorso che abbiamo fatto all’andata ma al contrario fino ad arrivare alla porta di legno che delimita l’ingresso. Mi giro verso il rosso per salutarlo e noto nella sua espressione uno sguardo molto più tranquillo rispetto a quando ho messo piede dentro questa casa. Lo saluto con un leggero bacio sulla guancia per poi tornare a casa mia.
 
-Buongiorno ragazzi-
La voce di Boris rimbomba nell’intera stanza, soffocando all’istante il brusio di voci dedicate interamente alla gita. Mancano cinque minuti alla fine delle lezioni e questa mattina abbiamo consegnato tutti i moduli al professor Faraize che ha terminato la sua ora con la promessa di farci avere notizie riguardanti la gita entro la fine della giornata scolastica.
-Vi annuncio con piacere che abbiamo raccolto una modesta quantità di partecipazioni alla gita ed infatti si farà-
Un coro di studenti esaltati si alza nell’aria, è come se tutti fossero impazziti all’idea di quella gita. Tutti tranne uno: il mio caro compagno di banco.
Infatti il rosso non ha fatto nessuna espressione davanti alle parole di Boris, come se la cosa non gli importasse per nulla.
-Verrai in gita?- gli chiedo
Lui si volta verso di me con la sua solita aria menefreghista –Non ci ho ancora pensato-
-Ma come no?- chiedo quasi sorpresa –Devi venire, ci divertiremo-
Penso che ha frainteso le mie parole visto lo sguardo malizioso che mi sta dedicando in questo momento –Io e te? Potrei anche pensarci-
-In realtà intendevo con tutti gli altri. E’ un posto soprattutto per ragazzi quello, pieno di locali e bar-
-Mi avevi quasi convinto, ma non so ancora se verrò-
-Dai Castiel- lo guardo implorante –Ti divertirai. Nemmeno io sono entusiasta però cerco di essere ottimista-
-Ci penserò- dice, infine, dopo qualche secondo di silenzio
Il suono della campanella non tardò ad arrivare e tutti si alzano in piedi per dirigersi verso casa mentre Rosa ed Alexy si avvicinano a me e Castiel con l’aria di qualcuno che ha per la mente mille idee e non vede l’ora di raccontarle a tutti.
-Prima di pensare a questa gita- incalza Rosalya –Dobbiamo pensare a cosa fare a Capodanno, mancano due settimane ormai-
-Esatto- risponde Alexy assecondandola -Mi raccomando, a Capodanno dobbiamo fare qualcosa tutti insieme-
-Ragazzi se volete io ho casa libera- ammetto –I miei genitori partono alla vigilia e tornano qualche giorno prima dell’inizio della scuola-
-Ma è fantastico- rispondono in coro Rosalya e Alexy
La prima mi avvisa fin da subito che penserà lei a tutti le decorazioni ed anche al mio vestito, mentre il secondo si occuperà di invitare tutti. Mi sono già raccomandata con Alexy di non invitare persone strane e di limitarsi alla mia cerchia di amicizie, non vorrei brutte sorprese quella sera. Lui si è limitato ad accennarmi un si poco convinto per poi sparire nel nulla insieme a Rosalya, quei due non me la raccontano giusta.
-Sei venuta a scuola in macchina?-
La voce di Castiel interrompe i miei pensieri ed accenno un no con il capo in risposta alla sua domanda
-Facciamo la strada insieme?- mi chiede quasi sottovoce -vorrei parlarti-
-Va bene-

 
***
Ok, ho paura di essere andata un po' OOC nella parte di Castiel ma non riuscivo a non descriverla così><
Avevo detto di pubblicare settimana prossima, sbagliato perchè sono riuscita a concluderlo adesso il capitolo ahah E' l'ennesima sera che non riesco a dormire così mi sono cimentata nella scrittura del capitolo riuscendo a finirlo prima del tempo, sono soddisfatta:)
Per quanto riguarda il capitolo la gita è una cosa che finalmente si riuscirà a fare, con o senza la presenza di Castiel che svelerà nel prossimo capitolo cosa ha deciso di fare u.u
Riguardo proprio a quest'ultimo ho voluto tenere il più possibile inerente alla storia originale il lavoro dei suoi genitori, però con qualche variazione mia  ahah
Il capodanno a casa di Crystal organizzato da Alexy e Rosalya mette un po' in crisi anche me, ho paura di quello che vorranno fare ahah
Però dai, all'alba delle 02.19 di notte vi lascio, al prossimo capitolo.
Buonanotte <3 
   
 
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