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Autore: AshiAndSamy    29/08/2015    4 recensioni
La gente purtroppo non capisce cosa significa vivere pesando sugli altri.
Io lo so bene, con la malattia muscolare che ho, non posso fare tutto da sola, devo sempre essere con qualcuno, stare attenta a come mi muovo e cercare di non sforzarmi.
Perché la vita mi odia così tanto ?
Ero felice prima che il mio problema saltò fuori, facevo ginnastica artistica, tutti i miei amici mi volevano bene, ma adesso sento che qualcosa è cambiato in me e in loro.
Dalla parte mia perché mi sono chiusa, ho paura a raccontare quello che sto passando, non voglio che qualcuno mi stia vicino per compassione ma semplicemente deve volermi bene mettendo da parte questa mia parte 'speciale' .
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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"Amore mio"- la ragazza dai capelli color carota si avvicinò a noi.
"Cassandra"- la baciò appassionatamente.
In quel momento mi bloccai, non potei credere a quello che stava seriamente accadendo, lui si era comportato in modo dolce con me e poi ? 
E poi stava con un'altra ragazza.
Che stupida che sono, quasi ci avevo creduto.
Dopo il lungo bacio che lei diede a lui, la ragazza si girò verso di me e guardandomi dalla testa hai piedi chiese a Niall chi fossi.
"Ma non è quella troietta con lo zaino a rotelle ?"- rise di gusto.
"Fa tanto ridere ?"- la fulminai con lo sguardo.
"Cassandra non essere noiosa"- la interruppe il biondo.
"Te la fili con questa troietta da quattro soldi, bassa e anoressica quando invece al tuo fianco"- si indicò mettendosi in posa -"Hai me, una figa assurda?"- si arricciò i capelli.
Queste tipo di persone non mi piacevano, non facevano che buttare sporcizia sugli altri; lei non sapeva cosa stavo affrontando, lei non sapeva che stavo male, nessuno in questo mondo, sapeva che il mio cuore era infranto in due.
Non dissi niente, abbassai lo sguardo e mi diressi verso l'entrata della scuola.
Avrei dovuto rispondere, ma non l'ho fatto, non riesco a difendermi.
Con le lacrime agli occhi mi diressi verso l'aula di scienze, posai lo zaino e a passo veloce arrivai al bagno.
Quello che più mi ha fatto male è stato Niall, col suo silenzio, perché non gli ha detto qualcosa ? 
Appoggiai le mani al lavandino e osservai attentamente il mio riflesso nello specchio, scoppiai in un pianto liberatorio, quello che avevo dentro era decisamente più grande di me e avevo bisogno di una mano.
Avevo bisogno di qualcuno che asciugasse le mie lacrime, di qualcuno che mi facesse sentire importante.
Ma non era così, dovevo accettare che nessuno mi voleva e che sarei rimasta sola per sempre.
In fondo chi avrebbe mai voluto una ragazza problematica come me ? 
Mi accasciai a terra massaggiandomi le tempie.
Cominciavo a non attutire più tutte quelle offese e quelle sofferenze, cominciavo a crollare e sapevo in cuor mio, che se fosse successo, non mi sarei più rialzata.
Rimasi al bagno per almeno dieci minuti, non mi interessava della lezione, avevo bisogno di un momento mio, di essere lasciata in pace.
Mi alzai in piedi e sciacquai il mio viso rosso e distrutto.
Mi soffermai sui miei occhi, privi di gioia ma pieni di dolore, un dolore lancinante che stava distruggendo tutto quello che era il mio me.
Sistemai un po' i miei capelli e percorsi il corridoio vuoto, tutti erano già a lezione e solo io stavo girovagando per la scuola con la speranza di incontrare uno dei ragazzi.
Ma niente, non trovai nessuno.
Bussai alla porta.
"Scusi prof. non mi sentivo bene"- abbassai lo sguardo portando la mia attenzione alle punte delle scarpe.
"La prossima volta vedi di rientrare in orario"- continuò a scrivere alla lavagna non facendo caso a me.
Mi sedetti al banco sotto lo sguardo di tutti, cosa avevo che non andava.
Non ero la ragazza che si voleva fare notare ? 
Probabilmente si, è strano vedere nella mia scuola ragazze che non cercano attenzioni con mini gonne o con top strettissimi.
Non ero quel genere di ragazza, preferivo sempre un jeans da una gonna.
Non ascoltai niente, la mia testa era persa nella discussione fra Niall e Cassandra, o meglio, solo quello che ha detto Cassandra perché effettivamente Niall era rimasto in silenzio, questo mi faceva male, tremendamente male.
"Niv"- mi richiamò la voce di Brian.
Mi girai verso di lui lentamente, avevo paura di sapere cosa volesse.
"Dobbiamo parlare. Esci!"- mi ordinò.
Come un cagnolino chiesi al professore di uscire e aspettai Brian vicino alla porta del bagno delle donne.
Ero spaventata, non sapevo cosa volesse dirmi o farmi, è arrivato a mettere le mani sul mio corpo, sono arrivata a dover concedere il mio corpo a lui, semplicemente per mio fratello.
Non era giusto, non era giusto il fatto che dovessi ripagare il danno che aveva fatto Davide.
"Allora, tuo fratello?"- sentii il suo tono arrogante e presuntuoso dietro di me.
Non risposi, rimasi in silenzio, perché doveva ripetersi questa scena ogni giorno, ma soprattutto perché mettere in mezzo me!
"Rispondimi troia"- mi sbatte contro il muro.
Sgranai gli occhi dal dolore, avevo sbattuto così forte la mia schiena che quasi non ho più sentito niente, solo una fortissima fitta e le gambe che mi abbandonarono.
"Non credi di star esagerando ?"- domandai con occhi imploranti.
"Dovresti meritarti ben oltre questo"- portò le sue mani sul mio collo.
"Brian"- lo supplicai guardandolo negli occhi.
Mi trascinò nel bagno chiudendo la porta e bloccandola con una sedia.
Afferrò il mio corpo di peso appoggiandomi al lavandino.
Cominciai a urlare, l'unica cosa che mi venne da fare fu quella, dentro sentivo bruciare, sentivo il dolore che mi faceva ogni qual volta toccava la mia intimità.
"Basta!"- urlai più forte possibile.
Qualcuno bussò alla porta svariate volte.
"Puttana!"- ringhiò al mio orecchio mordendolo forte.
Un dolore pervase il mio corpo, le lacrime scendevano ininterrottamente e speravo che quel l'incubo finisse presto, che potevo tornare a vivere la mia vita senza paure.
La porta si aprì di colpo e il  professore di Educazione Fisica afferrò Brian portandolo via.
Non so dove lo portò, non disse niente, mi guardò semplicemente negli occhi e scomparì nel corridoio.
Mi sentivo sola, nessuno che mi amava ma soprattutto nessuno che sapeva proteggermi.
"Niv"- sentii chiamare il mio nome da una voce conosciuta.
"Niv, rispondimi"- Liam continuava a richiamarmi, ma non risposi perché la voce mi moriva in gola.
Mi strinse forte, ma non ricambiai rimasi immobile fissando il pavimento con gli occhi sgranati.
Avrei mai trovato qualcuno che mi facesse sentire una ragazza normale ? 
Mi chiesi perfino perché stavo al mondo.
Chiusi gli occhi e non li riaprì più.
Non so quanto tempo passò, ma mi risvegliai sul lettino dell'infermeria di scuola.
Sentivo le gambe molli e non riuscivo a muovere nessun muscolo.
"Niv"- mi sorrise Sharon, l'infermiera.
"Ciao"- cercai di tirarmi su, ma non ci riuscì.
"Sta arrivando tua madre, rimani così. "- mi accarezzò la guancia -" C'è un bel giovanotto qua che vorrebbe  vederti"- mi avvertì.
Annuì e gli chiesi di farlo entrare.
Sperai che non fosse Niall, perché probabilmente gli avrei sputato in un occhio e se lo sarebbe meritato.
"Niv"- mi accarezzò la mano Liam.
"Liam, grazie"- cercai di sorridere dolcemente per rassicurarlo.
"Come ti senti ?"- chiese preoccupato.
"Molto stanca, ma adesso torno a casa e mi metto a dormire, te lo prometto"- gli strinsi piano la mano.
Lui voleva veramente bene a me, fin dall'inizio, è sempre stato il primo a chiedermi di Brian dopo Niall, si prendeva cura di me nonostante non mi conoscesse minimamente, non conosceva nemmeno il mio grande segreto.
 
          .      .      .

Prov's Niall
 
Passarono cinque giorni, dall'accaduto di Niv, tutta la scuola ne parlava e la maggior parte degli studenti dava la colpa a lei.
Brian era difeso da tutti, quando invece quello che aveva torto era proprio lui, era stato lui a far del male a lei, ma la gente non aveva abbastanza cervello per capirlo.
"Niall"- venne a salutarmi la mia ragazza.
"Cassandra ti prego, non rompere pure oggi"- sbattei il mio armadietto.
Mi guardai intorno: cercai gli occhi verde smeraldo di Niv, ma niente, erano giorni che non la vedevo, che non metteva piede dentro scuola.
"Ancora che cerchi la "bimba rotella"?- si atteggiò portando le mani sui fianchi.
Questo è il nome che gli etichettarono, "Bimba rotella" mi facevano così schifo.
Dentro sentivo un vuoto assurdo, non l'ho difesa quando qualcuno la offendeva e sono stato dietro a una brutta oca con solo tette e culo.
"Senti lei ha un nome bellissimo migliore del tuo "- la guardai negli occhi.
"Ah si ?"- strinse le mani sui miei bicipiti.
"Vedi di non cercarmi più, ciao"- la scansai con una lieve spinta e mi diressi verso i miei amici, che come me, erano preoccupatissimi per Niv.
"Basta non mi interessa"- si interruppe Louisiana -"Dopo scuola andiamo a casa sua"- continuò sicuro.
Tutti annuirono.
"Niall sei d'accordo ?"- mi domandò Zayn.
"Certo che si "- strinsi al mio petto i libri.



Attenzione.
Tengo molto a questo capitolo, ci sono evidenti violenze sulla donna che spesso accadono nella realtà.
Brian è difeso mentre la povera Niv no.
Sono contro la volenza sulle donne, in tutti i casi sia fisica che psicologica.
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo, ne sarei felicissima.
Un bacio alla prossima.


xxAshiAndSamy 

 
  
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