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Autore: miss___styles    29/08/2015    0 recensioni
Angel . Una ragazza solitaria. Invisibile.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Bondage
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*pep pep pep pep*
 
Udisco il suono infernale della mia sveglia , che mi ricorda che sono le 5:30 del mattino. Allungo una mano da sotto le coperte verso quel maledetto macchinario inventato dall' essere umano , e lo spengo come al mio solito. 
 
Neanche il tempo di aprire gli occhi che sento la voce frastornante di mia madre che urla di svegliarmi , urlo in risposta un acuto e sincero "Sì". 
 
Apro gli occhi , sbatto le palpebre per poi stiracchiare i piedi. 
 
Tirandomi su mi metto a sedere con la testa appoggiata alla testiera del letto, prendo l'elastico poggiato sul comodino , unendo i miei capelli lunghi in una coda disordinata. Finalmente mi alzo e mi incammino verso il bagno, apro la porta. 
 
Chiudo a chiave , mi metto innanzi al grande schermo che mi rispecchia , odio avere questo oggetto in ogni dove.
 
È brutto guardarsi e vedere quanto sei imperfetta , vedere i propri difetti. 
 
Mi passo la mano sul mio volto e posso sentire tutti i miei difetti , uno ad uno .
 
Riapro gli occhi , sono rossi , chissà perché, forse è abitudine o forse perché hanno capito che sta per iniziare un'altra giornata . 
 
Mi bruciano , non riesco a non pensare all'errore che vedo davanti a me . Alla ragazza che vedo riflessa su questo maledetto specchio , degli insulti della gente e delle risate alle sue spalle. Pensano che non se ne accorge ma sente ogni parola "è una drogata , guardate i suoi occhi", " è una lurida puttana"," è bruttissima come cazzo fa ad andare in giro" . 
 
Apro l'acqua calda e la riepio, aggiungendo infine del sapone alla vaniglia, mi tolgo ogni indumento che mi copre il corpo, mi ci immergo e mi lascio trasportare dal calore del liquido attorno a me. 
 
Chiudo gli occhi , penso , e ripenso . 
 
Nella mia mente ritorno ai miei ricordi d'infanzia. Ero uma bambina magra e per l'altezza ero nella media. Non avevo persone vicino , a parte i miei genitori che spesso mi lasciavano con la mia migliore amica : la solitudine. 
 
Alle elementari non piacevo a nessuno , nessuno mi invitava a giocare con le bambole o bere il tè come le nonnine alle  17:30, non che mi piacesse , ma avrei apprezzato stare in compagnia e relazionarmi con loro.
 
Di solito occupavo il mio tempo disegnando su un quaderno. 
 
Ci disegna ogni cosa che mi facesse pensare , o semplicemente perché mi piaceva molto. Mi piaceva un bambino, Peter Pack , avendo il nome di Peter Pan lo disegnai sul mio quaderno. Lo dipinsi con un cappello da mago e un mantello, perché amava fare il mago .
 
Un giorno , Loren mi rubò il quaderno e lo fece vedere a tutti i nostri coetanei , iniziarono tutti a deridermi e ogni giorno tutti mi ridevano in faccia, compreso il ragazzo mago. 
 
Crescendo la mia vita sociale non migliorò, anzi vengo ancora presa in giro dal mattino alla sera. 
 
Riapro gli occhi , copro il mio corpo con un telo, percorro in gran fretta il percorso dal bagno alla stanza. 
 
Chiudo la porta dietro di me e mi vesto , preparo in gran fretta lo zaino e scendo lungo le scale per incontrare alla fine di esse mia madre con la merenda. 
 
"Buongiorno madre" la saluto cordialmente, lei annuisce per come rispondermi, " Tieni , ti ho preparato pa merenda " dice allungandomi la scatola contenete il cibo. 
 
Esco di casa, guardo l'orologio sul mio polso che segnano le 7:20, riporto lo sguardo sul suolo pubblico su qui sto camminando. Guardo i mei piedi muoversi come un. robot , prima il piede sinistra e destra. 
 
Sinistra e destro. 
 
Sinistro e destro 
 
Sinistro e destro. 
 
Sinistro e destro.
 
Arrivo puntuale alla fermata del bus, aspetto con pazienza e finalmente vedo un veicolo arrivare verso la mia direzione di color verde e blu. 
 
Il conducente apre le porte della quattro ruote. Entro . Passo l'abbonamento come abitudine . 
 
E infine mi metto seduta composta al primo posto singolo , estraggo il cellulare e le mie amate cuffie ,collego il filo nero e sottile all'aggeggio e passo tra le varie cartelle musicali per poi fermarmi sulla mia canzone preferita "THE A TEAM -ED SHEERAN". 
 
Blocco lo schermo del cellulare e lo ripongo sopra le mie cosce , appoggio il gomito sul piccolo spazietto vicino alla finestra del bus , guardo fuori , le case passano veloci davanti ai miei occhi , come se avessero paura che le memorizassi il loro aspetto , le macchine parcheggiate in fila e i marciapiedi occupati da persone di fretta, o semplicemente ubriachi che girano per le strade con una bottiglia in mano. 
 
Lo schermo dell'aggeggio da cui proviene la mia canzone preferita si illumina , un messaggio. 
 
Da:Mamma 
 
" ricordati di tornare presto perché devi andare a lezione di piano forte." 
 
Ecco , quando vidi che che avevo ricevuto un messaggio pensavo che qualcuno si fosse ricordato di me . 
 
Cosa mi aspettavo , come posso essere così stupida? Perché spero ancora che qualcuno mi consideri ? Mi faccio pena da sola . 
 
Quanto posso risultare patetica? Ma forse sono stata creata perché anche il mondo deve avere un errore per forza. E quella sono io. 
 
In fermata e fermata entrano la gente , il bus si riempie di anziano , coetanei e lavoratori .
 
Giungo a scuola e mi siedo al primo banco , sotto gli occhi acuti e osservatori dei miei compagni , mi tolgo lo zaino e lo posiziono vicino a me , metto sul banco i libri per la prima lezione e aspetto l'arrivo della professoressa Grigh. 
 
Sento le mie compagne raccontarsi delle serate in discoteca. "Guarda Perter ci sa proprio fare e non solo con la bocca " solita frase da puttana , sorrido tra me e me.
 
Finalmente entra in classe una donna sulla cinquantina e pone le sue migliaia di scartoffie sulla scrivania e poi urla facendo un gran respiro "RAGAZZI!!! METTETEVI A SEDERE ". 
 
L'anziana si sistema i suoi due vetri davanti agli occhi e finalmente si siede su quella sedia di legno che, secondo me avrà circa 70 anni. 
 
" allora signorina Taylor sa il significato della parola " medioevo"?" Chiese l'anziana incrociando le mani, come per dire " per favore non sbagliare , dimostrami che hai imparato qualcosa in questi anni" , ma come sempre meglio non sperarci tanto. 
 
Benvenuti a scuola.
  
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