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Autore: Nyssa    03/02/2009    12 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Seraphin si avvicinò rapidamente, Gardis mollò sul pavimento con malagrazia la zia che ricadde dolorante e senza fiato al suolo.

Gli occhi blu di Fin la scrutarono dall’alto in basso senza pietà.

 

-          Che cosa hai fatto, mia amata sorella? – domandò alludendo al suo aspetto e prendendo tra le dita una ciocca dei capelli bianchi di Gardis, portandosela alle labbra.

-          L’incantesimo è finito, Seraphin, è giunto il momento di mettere fine a questa storia, dura ormai da troppo tempo.

Seraphin voltò la testa fissandosi sul vampiro che non conosceva, qualche attimo in più su Leonard e piuttosto a lungo sul ragazzo dai capelli scuri e gli occhi come la notte che lo fissava duramente, quasi che fosse geloso del gesto fraterno verso Gardis. Sorrise al suo indirizzo.

 

-          Credo che non ci abbiano presentati – annunciò di altro umore al suo indirizzo, avvicinandosi e tendendo la mano, Kitt gliela strinse di riflesso – e così tu sei il fortunato che ha finalmente fatto crescere la mia sorellina…

Christopher spalancò gli occhi e guardò Gardis oltre le sue spalle. Qualcosa gli sfuggiva: chi era quel tipo?

Innanzi tutto il nuovo venuto gli assomigliava come una goccia d’acqua, insomma, erano identici quasi quanto due gemelli omozigoti!

E poi, diamine, come poteva uno che assomigliava così tanto ai Black, a loro Black, essere fratello di Gardis?

Che legame c’era tra loro?

Lui l’aveva chiamata “amata sorella”!

 

Seraphin alzò le sopracciglia stupito

-          Mi chiamo Seraphin Black – aggiunse lo sconosciuto stringendo la presa decisa – e credo di essere tuo zio

-          Mio… zio?

-          Non sapevi di averne uno, vero? – dichiarò contento, come se la situazione circostante non fosse più che critica, ma che problema c’era? Se Bella avesse tentato la fuga Gardis l’avrebbe riacciuffata in mezzo secondo – sono il fratello di tua madre – e Kitt avvertì della tristezza nella sua voce

-          Come… come fai ad essere mio zio e… suo fratello? – domandò Chris sentendosi davvero stupido

-          Due persone possono essere fratello e sorella anche se non c’è sangue tra loro – affermò Black – e tu come ti chiami?

-          Christopher, Christopher… Black

-          Così Ransie ti ha chiamato Christopher… - Seraphin sembrava che stesse parlando da solo più che con lui e non accennava a mollargli la mano

-          Nessuno chiama più mia madre “Ransie” – fece notare Kitt

-          Era il soprannome che usavamo da bambini. Sai, quando me la portarono via io avevo cinque anni. Mi ricordo di te – aggiunse – rammento quando sei venuto al mondo e quando tua madre mi ha mostrato quel fagottino… “Lo chiamerò con un nome che non abbia niente a che fare coi Black” mi disse, sono felice di sapere che ha mantenuto la promessa e contento che non ti abbia chiamato Aiace o con qualche altro nome cretino che voleva darti… bisogna dire che da tuo padre non hai preso granchè… tutto Black a quanto vedo, dovrebbero scriverci sopra un trattato di genetica - Chris arrossì imbarazzato – beh, è molto che non ci vediamo – e finalmente si decise a mollare la presa – mi fa felice sapere che Gardis abbia scelto te. Ma non farla piangere, chiaro?

-          Seraphin – domandò incerto Kitt

-          Sì?

-          Che cosa sei?

-          In che senso – Fin pareva stupito

-          Sei un vampiro? O un licantropo? – l’altro sorrise

-          Io sono un Black – dichiarò orgoglioso – quello che portava avanti la famiglia ormai. I Black non hanno bisogno di essere nient’altro che loro.

A Chris veniva un po’ da ridere, gli amici di Gardis erano tutti strani, oltre che un po’ suonati. Fin parlava di sé come se essere un Black equivalesse a qualcosa come essere un demone o un vampiro. Seraphin gli stava simpatico, lo sentiva in parte vicino a quello che aveva nascosto sotto la pelle, a ciò che di sé nascondeva agli altri. Ovviamente lui non si sarebbe mai agghindato così e non avrebbe mai messo un orecchino all’orecchio sinistro, a Fin doveva proprio piacere fare il duro a dispetto del suo nome angelico.

 

-          E adesso vediamo di darci un taglio con questa storia. Gardis ha ragione, ormai è tempo che finisca.

Il ragazzo si voltò verso Bellatrix e la fissò, Kitt vide che la sua espressione era mutata, cominciava a temere che anche lui si trasformasse in una creatura fantastica, poco ci mancava che arrivassero anche i Power Rangers

 

-          In qualità di Auror del Dipartimento della Giustizia del Ministero della Magia sotto la guida del Ministro della Giustizia Draco Malfoy, io, Seraphin Lynwood Black, dichiaro la qui presente Bellatrix Black Lestrange colpevole dei seguenti crimini: lesioni aggravate nei confronti degli esponenti Auror del Ministero, i coniugi Longbottom, omicidio nei confronti di babbani e mezzosangue, responsabile in prima persona e colpevole di accanimento nelle vicende di sterminio di babbani nella notte dell’uccisione dei coniugi Potter collegate al mangiamorte Peter Minus. Colpevole di complicità nella pianificazione della morte di James e Lily Potter. Colpevole di persecuzione e tentato omicidio nei confronti di Harry Potter e Zachariah Black. Di omicidio della di lui consorte: Bryanna Simmons. Colpevole di raggiro nei confronti di Rowena Black. Colpevole di rapimento, lesioni e perpetrate meschinità nei confronti di Temperance Black DeLaci e di Seraphin Black, cioè io. Colpevole di maltrattamenti nei confronti della succitata Temperance, del figlio legittimo di lei Christopher Black DeLaci e dei figli naturali Izayoi DeLaci e Lachlan Black. Colpevole di tentate lesioni e omicidio aggravati nei confronti dei membri della famiglia Malfoy Leonard e Gardis. Colpevole di crimini contro la legalità nel tentativo di riportare alla vita Tom Riddle. Colpevole di disordini e atti illegali nel mondo della magia. Colpevole di crimini contro la vita e le libertà sancite nella Costituzione Magica del 1561.

Facciamola breve, zietta, ne hai fatte troppe, solo per queste meriteresti il bacio dei Dissennatori, ma dato che Longbottom è un Ministro giusto e zio Draco non sa più dove seppellire cadaveri di famiglia, possiamo sbrigarla per le strade veloci.

-          E quali sarebbero? – Seraphin ghignò, quella parte l’aveva imparata dai Malfoy, i Black erano sempre codardi quando c’era da scegliere, si vedeva che Christopher era figlio di Alerei

-          Sono un uomo, zia Trix, sbaglio anche io… potrei accidentalmente farmi prendere dalla collera e ucciderti – e il papiro su cui una penna prendi appunti aveva segnato tutti i crimini si riarrotolò e scomparve nel nulla. – non credo che si farebbero grandi problemi per la tua morte. Chi ti piangerà?

-          Ben pochi, ma tu, prendere dalla collera? Non credo che qualcuno se la berrebbe

-          Forse nessuno. Ma chi semina vento raccoglie tempesta

-          Te l’ha insegnate quella stupida matrigna mezzosangue queste belle parole? Oppure la tua vera mamma?

-          Mi hai privato dell’affetto di una sorella, non posso perdonarti per questo, anche se grazie a ciò ho ne ho guadagnata un’altra – e abbracciò rigidamente Gardis che rimase impietrita con gli occhi color ametista fissi sulla mangiamorte. – farò ciò che devo, compirò il mio dovere verso questa famiglia. Verso la mia. Verso tutti. Nessuno di loro merita l’onere di ucciderti

-          Ti abbasseresti al nostro livello?

-          Non sono diverso da te – dichiarò senza paura lui – è una vita che aspetto questo momento. Ricordi cosa mi dicesti? Non mostrare pietà verso chi ti farà il minimo sgarro. A quel tempo immaginavi che eri tu la diretta interessata di quelle parole?

-          Avrei dovuto aspettarmelo

-          Avresti.

-          Uccidere non è bello – aggiunse la donna con un sorriso cattivo

-          Non sei tu a dovermelo dire. Tutti coloro che sono qui dimenticheranno ciò che succederà tra poco

-          Le magie ogni tanto sono utili a salvarsi il culo, vero?

-          No, non occorrerà magia. Nessuno vuole ricordare, soprattutto te, non sei un ricordo gradito e possiamo cancellarti dalle nostre vite.

Bellatrix emise un suono sprezzante.

-          Ciò purtroppo non cancellerà il nostro dolore.

 

Gardis si allontanò dalla spalla del cugino e si diresse verso Kitt che stava fissando quella scena

-          Puoi chiudere gli occhi – gli sussurrò intrecciando le dita con le sue – la morte non è mai un bello spettacolo

-          Devo vedere. Devo farlo per tanti motivi. Non lo cancellerà, ma renderà diverso il mio dolore.

-          Ora, finalmente, vedo quello che sei davvero senza finzioni. Non è il passato né il dolore a farti parlare così. Ricorda che la morte è qualcosa che segna e io parlo per esperienza

-          Anche le ferite – aggiunse lui, lei gli sorrise e strinse maggiormente – sai, la gente pensa che tu sia saccente e credi di sapere sempre tutto, ma… mi rendo conto che forse tu sai davvero tutto…

Gardis sorrise e gli posò la testa sulla spalla, serrando le palpebre

-          Ho voglia di piangere, Kitt, sono felice che tu guarderai al mio posto. Questa è stata…

 

Sì udì uno sparo e nello stesso attimo Gardis crollò in terra mentre Chris cercava di sorreggerla, spiazzato da quel cedimento improvviso; vide i suoi capelli tornare normali, biondi e lisci, mentre la teneva tra le braccia.

Leonard gli mise una mano sulla spalla

-          Che le è successo? – domandò preoccupato al fratello prendendola in braccio con una certa fatica

-          Non è un demone completo, attingere ai suoi poteri superiori consuma molte delle sue energie fisiche e le provoca un grande stress mentale, la sua metamorfosi è stata lunga. Ma ciò che l’ha sfinita è non poter liberare ciò che sta dentro di lei, il suo potere sarebbe troppo distruttivo per questo posto

-          Si riprenderà?

-          Dormirà per un po’, questa volta si è dovuta trattenere più del solito e Gardis in genere non è una che lo fa…

-          È già successo?

-          Sì, non preoccuparti. Lascia che la porti io, sei stanco e affaticato, non dovresti sforzarti neppure tu

-          No, la porterò io in infermeria, voi andate ad avvertire Silente

-          Sarà molto contento di vedere che il suo Caposcuola ha messo la testa a posto – ironizzò Leonard

-          Pensi che non la farà più diventare Caposcuola? – domandò perplesso Kitt, preoccupato dell’avvenire della Gryffindor

-          Veramente è proprio quel che serve, Silente fa Caposcuola solo dei pazzi – dichiarò Seraphin avvicinandosi; la sua espressione divenne serena e accarezzò la fronte ciondoloni di Gardis che pareva addormentata, doveva aver compiuto quel gesto molte volte. La amava quanto Ransie se non di più. Ransie era il suo obiettivo, Gardis la sua sorellina che aveva bisogno di protezione, a dispetto della sua natura quasi onnipotente: le parole feriscono ben più delle lame.

Kitt abbassò gli occhi sulla pistola fumante che aveva nella mano, era un’arma particolare, aveva una doppia canna d’argento massiccio tirato a lucido e avvolto nelle ali di un dragone dall’aria minacciosa, era un’arma che non tutti avrebbero avuto il permesso di portare addosso; si chiese se suo “zio” ce l’avesse e per un momento credette di no.

-          Proiettili d’argento con concentrato d’alba – spiegò l’Auror riponendola nel fodero alla cintura, - stenderebbero anche un vampiro – aggiunse. – Ora portala su, avete tutti e due bisogno di riposo

Voltando loro le spalle Kitt si accorse che l’espressione sul viso delle altre tre persone era identica: affetto e apprensione e, lui non lo sapeva, ma serenità perché la loro “sorellina” aveva trovato una persona come si deve. Un autentico Black, di quelli vecchia maniera, ma con un carattere decisamente migliore. Alla fine erano davvero tutti e tre suoi fratelli; Fin aveva ragione, non è solo il sangue a fare di due estranei dei fratelli, dopotutto non l’aveva detto anche lui?

 

*          *          *

 

Gardis si svegliò di soprassalto nel mezzo di un incubo, arrotolando le coperte e guardandosi attorno impaurita. Il sudore le colava dalla fronte e con esso ricadde anche un panno bagnato.

Non era più nel suo sogno tremendo, ma nell’infermeria della scuola, tutta bianca e azzurrina, la fissò qualche istante mentre i ricordi si affollavano nella sua mente.

Voltò la testa da una parte all’altra dell’ambiente e nel buio lampeggiarono un paio di occhi blu, per un attimo sperò che fosse Kitt, ma poi riconobbe Seraphin con la sedia in bilico su due gambe che guardava lontano.

-          Sveglia? – le chiese, lei annuì e poi scoperchiò i lenzuoli e si toccò il ginocchio fasciato che aveva strisciato per terra quando aveva salvato Kitt, scosse la testa seccata dai metri di bendaggio che la Chips le aveva rifilato assieme a chissà quali altre pozioni disgustose

-          Se glielo avessi detto si sarebbero insospettiti – disse con noncuranza riferendosi alle ferite

La bionda annuì, poi cominciò a disfare la benda che ricadde sul pavimento mostrando la carne perfettamente rimarginata, dopodiché iniziò a levarsi i cerotti uno dopo l’altro, procurandosi più dolore di quando le avevano inflitto i tagli.

-          Dov’è Leonard?

-          È andato a riposare

-          Riposare? Leonard? Cos’è, uno scherzo?

-          Aveva bisogno di stare per i fatti suoi

-          E tu che ci fai qua? Da dove sei arrivato? E perché sei comparso a metà del combattimento?

-          Indovina?

-          No, spiega – Seraphin alzò le spalle e si accese una sigaretta senza scomporsi del fatto che si trovasse in infermeria

-          A quanto pare ho visto giusto. Mi hai fatto quelle domande strane e io ho iniziato a pensarci sopra, così il giorno dopo sono andato da Leonard a parlargli e chiedergli se sapeva qualcosa, pareva cascato dalle nuvole, non l’avevi detto neppure a lui?

-          No

-          Beh, credo che lui abbia continuato a rimuginare sulla faccenda e io me ne sono tornato a Londra bello sereno, certo del fatto che non ti saresti mai lanciata in una stupidaggine del genere senza parlargliene e poi…

-          Poi cosa?

-          Poi mi è venuta in mente una conversazione che avevo avuto con lui a Natale: “Chi è Kitt” gli avevo domandato e lui “si chiama Christopher Black ed è il migliore amico di Gardis”. Lì per lì non ci avevo fatto caso, ci saranno migliaia di Black in Inghilterra e non sono sicuro che siano tutti parenti miei, poi però… mi sono ricordato che al pranzo c’era un ragazzo che mi aveva colpito perché mi assomigliava in maniera strana, mi ero detto che doveva essere lui quel Black, solo che, mettendo la strana somiglianza assieme a quel che mi avevi chiesto, ho cominciato a fare 2+2

-          E sei venuto a Hogwarts

-          Mi sono PRECIPITATO – puntualizzò – sperando che fosse tutto frutto della mia immaginazione come diceva Aisley, ma Leonard non era in giro e allora sono venuto direttamente al Grifondoro a cercare te, a proposito, carina la magia per chiudere la porta

-          Non avevi il diritto di entrare

-          Non cominciare, ero preoccupato!

-          E poi?

-          Pensa un po’? quando sono entrato mi sono ritrovato nella foresta dei libri di genealogia e bello bello sulla tua scrivania un tomo della Sezione 7.2 del Ministero e non uno qualsiasi, oh no, troppo facile, ma quello dei Black! Ah, se non mi sono preoccupato allora…

-          E sei venuto a cercarci

-          Diamine, certo! L’ultima volta Bella era entrata dalla Stanza della Fondazione, è l’unico modo per smaterializzarsi qui, così ho pensato che l’avesse fatto anche questa volta e, dì un po’, avevo ragione! E cosa vengo a sapere? Che sono riusciti a mettere in piedi quell’assurdo progetto di quando ero bambino! Che hanno creato un clone di Voldemort!

-          Non è vero, ma lo saprai già

-          Dettagli a parte ho visto il Medaglione, e lì stava per scapparmi da ridere, davvero non te l’avevano detto che era un falso?

-          Un falso?

-          Ma sì, l’originale è andato distrutto ai tempi di Salazar e compagnia, fu Rowena Ravenclaw stessa, non te l’ha raccontato qualcuno? Tua madre?

-          No

-          Beh, evidentemente neppure a zia Trix visto che era così contenta, ma tu hai definitivamente infranto tutte le sue speranze…

-          E poi hai fatto la tua entrata trionfale

-          Ho visto come combattevate e vedevo quel povero essere umano che stava dando l’anima per quello in cui credeva, non mi ha voluto dire perché fosse così pieno di odio verso Bellatrix, ma posso immaginarlo se solo ripenso a ciò che ho vissuto io e lui è stato costretto a rimanere con loro diciotto anni!

-          Kitt mette l’anima in tutto quello che fa

-          Non lo so, però quel tipo mi piace

-          Capirai, è tuo nipote!

-          Capirai, piace anche a te… - lei lo guardò in cagnesco, le iridi nuovamente bicolori, più fiammeggianti che mai - Ad ogni modo deve essere frustrante combattere circondato da semidei come lo siete te, Leonard e quell’altro, volevo levarmi tutti i pesi dalla coscienza, e lui deve essersi sentito insignificante, dannazione, volevo aiutare qualcuno? Probabilmente, mi sono detto, avevo la febbre o qualcosa del genere…

-          Veramente anche lui appartiene ai nostri

-          Ah sì?

-          Indovina chi è?

-          Chi?

-          Il Byakko

-          Cazzo! Proprio uno qualsiasi… ti è andata bene che stesse coi nostri

-          All’inizio no, però poi, quando abbiamo saputo che Lachlan non è Voldemort e Izayoi è un esperimento riuscito davvero male, beh…

-          , avete fatto pace, poi sono arrivato io…

-          …e ti sei preso il divertimento

-          Ho costruito questa pistola per ucciderla, Bella doveva morire per mano mia, mi spiace, ma ciò che vidi io in quei sotterranei a Malfoy Manor non lo immagini neppure, solo il tuo amico poteva davvero fermarmi e mi sarei fermato solo per far sparare lui.

-          So quanto è importante per te… hai parlato con Kitt?

-          Andrò a prendere Ransie appena avrò salutato Leonard e Chris, tra parentesi ho scoperto da tuo fratello che non gli piace quando gli altri lo chiamano “Kitt”, siete già arrivati a questi punti, dunque?

-          È una storia lunga

-          Sei arrossita, Gardis

-          Finiscila

-          Se vuoi incontrarti con lui ti consiglio di sbrigarti perché hai solo questa notte, domani arrivano Draco ed Hermione e se non scuoiano qualcuno non saranno contenti, prega che non sappiano che hai una storia con un ragazzo

-          Io non ho una storia proprio con nessuno! – sbraitò arrabbiata

-          e io sono la Fata Turchina

-          Non faccio certe cose!

-          Gardis, ma cresci un po’! Non dovrei essere io a parlare così, ma diamine, hai diciassette anni e probabilmente non sai neppure come è fatto un uomo nudo. Alla tua età dovresti cominciare a pensare a quello che un uomo tiene nei pantaloni, anzi, avresti già dovuto cominciare! Io vorrei davvero vederti a fare la cattiva ragazza (a parte che non lo sei), ma che senso ha giocare alla dura e poi fare la pappamolle per vergogna?

-          Non sono affari tuoi, e comunque Leonard e mamma e papà non approverebbero

-          Chi vuoi che si faccia dei problemi? Insomma, io devo tacere e Leonard pure e se proprio volessero impuntarsi, anche i tuoi dovrebbero stare zitti, meglio di te non è messo nessuno in quanto a prediche. E tuo padre deve solo ringraziare che su questa Terra ci sia un ragazzo capace di tenere a freno i suoi ormoni tanto da non violentarti per la confidenza che gli hai dato. La mamma che era tanto santa mica gli ha detto di fermarsi quando Draco le ha messo le mani addosso! Oh no, la cara Hermione che di sesso ne sapeva meno di zero che ha fatto? Esperienza! Lei voleva provare e te pure

-          No, eppoi è una questione di principio

-          È una questione che hai paura

-          Io non ho paura

-          E se leggo bene dentro di te, non dipende da Rago

-          Mi stai facendo arrabbiare

-          È la cosa più bella di avere una sorella

-          Fin, sparisci!

-          D’accordo, d’accordo… lui è al terzo piano, alla balconata – aggiunse con un sorriso beffardo sapendo come muovere le sue pedine

-          Fin!

-          Ve bene… - Seraphin si alzò dalla sedia e spense il mozzicone sotto la suola rinforzata, poi si infilò le mani in tasca e si diresse verso la porta

-          Sorellina, secondo te come si chiama la parentela che ha qualcuno col figlio del fratello della moglie

-          Perché?

-          Semplice curiosità

-          Sei suo zio acquisito e lui è tuo nipote

-          Caspita, allora proliferano i nipoti… va bene, ho capito, vuoi scappare dal tuo principe dagli occhi blu

E la porta si chiuse dietro di lui mentre Gardis allentava il broncio.

Guardò il calendario magico posato sul comodino, aveva dormito la bellezza di due giorni e mezzo e a giudicare dal buio fuori della finestra dovevano quasi essere tre perché era notte fonda.

Seraphin aveva ragione, che problemi doveva farsi?

 

Afferrò uno scialle con le frange che stava sulla sedia, probabilmente dimenticato dalla Chips, e scomparve a sua volta dalla stessa porta del cugino, imboccando però la direzione di destra verso le scale anziché l’angolo, le parve quasi di sentir ridacchiare, ma non ci fece caso e proseguì per la sua strada.

Era la prima volta che si lanciava in una follia senza ponderare tutte le possibili scelte e alternative e, soprattutto, senza immaginarsi tutte le situazioni che le si sarebbero presentate.

Ma doveva chiarire le ultime cose, doveva chiarire se Christopher era ancora disposto a stare con lei dopo quanto accaduto.

In un certo senso le piaceva il senso di pericolo che stava provando.

E no, non stava dando peso alle parole di suo fratello.

 

*          *          *

 

Il terzo piano, rigorosamente chiuso all’accesso del pubblico, era freddo e poco illuminato; si guardò attorno, decidendo se suo cugino aveva sufficienti motivi per farle prendere inutilmente una broncopolmonite fulminante, l’ambiente era scuro e vuoto, tutto silenzio e molto freddo.

Vide in lontananza sulla balconata una persona appoggiata alla ringhiera esterna, fece per incamminarsi quando si ricordò che non aveva le scarpe e, in effetti, i suoi piedi erano intirizziti dopo aver camminato sulle antiche e gelide pietre di Hogwarts così a lungo.

Decise che non le importava e proseguì fregandoli gli uni con gli altri.

 

Quando arrivò alla finestra il gancetto che la chiudeva scattò automaticamente per il forte vento che vorticava fuori e Kitt, che si voltò a vedere che cosa fosse quel suono inconsueto, se la ritrovò davanti che, come una bambina, lo guardava stringendo lo scialle della Chips con una mano e l’espressione fanciullesca su quel viso che poteva avere le fattezze un po’ infantili, ma gli occhi di un adulto.

 

Gardis rimase letteralmente a bocca aperta quando lui si girò nella sua direzione: quel ragazzo era figlio della notte!

Se non fosse già stata irrimediabilmente innamorata di lui, quella era una valida occasione per cominciare: gli occhi blu che brillavano dello stesso splendore delle stelle, i capelli scuri come il manto del cielo, mossi dal vento, le spalle che sembravano così sicure e protettive, le mani che più che magie facevano miracoli e… tutto in lui l’affascinava, come aveva fatto a vivere sei anni senza perdere minimamente il controllo e andare a gridargli che l’unica cosa che voleva davvero dalla vita era proprio lui?

-          Gardis? – la sua voce era stupita, evidentemente non si aspettava di vederla comparire lì dal  nulla con quel musetto stupito – c-che ci fai qui? Dovresti rimanere in infermeria…

Gli occhi di lei si riempirono di lacrime e, istintivamente, mollò la lana dello scialle e gli si lanciò incontro con le braccia spalancate; Christopher la prese al volo e lasciò che lo abbracciasse e cominciasse a piangere, non sapeva perché, ma era certo che fosse una cosa giusta. E lui non riusciva a resistere alle sue lacrime.

 

La bionda singhiozzò contro la sua camicia, aumentando la stretta e sfogandosi più che poteva. Era tutto finito, era tutto terminato, ora, a Dio piacendo, potevano finalmente stare insieme.

-          Tanto… tanto tempo – riuscì a sillabare tra un singulto e l’altro, Chris non capì, ma senza troppi problemi, le abbracciò le spalle e rimasero così, in piedi e abbracciati sotto la luna per un’eternità

-          Avrai freddo – le fece notare lui quando i singhiozzi si quietarono

-          Anche tu – aggiunse lei asciugandosi gli occhi con il dorso della mano, lui la guardò con gli occhi arrossati – era… era così tanto tempo…

Kitt sorrise e si chinò a raccogliere lo scialle, poi glielo drappeggiò sulle spalle e lo legò sul davanti con un nodo

-          Vieni – disse semplicemente conducendola all’esterno e Gardis lo seguì docilmente, sedendosi poi davanti a lui pavimento gelato della terrazza, si stupì di non avvertire lo sferzare del vento che la faceva rabbrividire

-          Bolla di Atlantide – la prevenne lui – fa troppo freddo anche per me

Non si preoccupò di fargli notare che era una magia che difficilmente i prof avrebbero tollerato a scuola, dopotutto a lei cosa importava davvero oltre a poter stare con lui?

Si sistemò tra le sue gambe, avvertì le braccia di lui circondarle la vita e il suo petto dietro la schiena, si lasciò andare all’indietro sentendo la pressione delle cuciture dei vestiti contro il tessuto sottile della camicia da notte che dovevano averle messo a forza.  Continuava a non importarle.

Alzò la testa verso il cielo, il suo amato cielo, e contro la guancia percepì la pelle di lui.

-          Mi hai fatto preoccupare, principessa – disse piano accanto al suo orecchio provocandole un brivido non dettato certo dal freddo, piuttosto dalla sua voce

Non aggiunse altro, ma fece scorrere la mano lungo il braccio sinistro finchè, sotto la manica, percepì la forma dell’orologio, lo accarezzò appena, come se si trattasse di un ricordo doloroso

-          Mi dispiace per tutto quello che non ti ho detto – si scusò la bionda

-          Non importa, non credo che sia io quello che deve essere offeso

-          Io… io voglio davvero dirti tutto

-          Non devi, non è necessario se non vuoi…

-          Ma io voglio! Io voglio che tu sappia tutto di me!

-          Perché non me l’hai detto prima? Per esempio la prima volta che ho parlato con Rago

Gardis chinò gli occhi e li spostò su una macchiolina del pavimento

-          Volevo che non scegliessi me solo per via di Rago

-          Io avrei scelto Rago, non la ragazza che portava la sua Anima, l’avrei fatto solo perché era giusto per gli altri

Lei sollevò una mano all’indietro e gli accarezzò una guancia senza voltarsi

-          Dirtelo non era giusto per te, io non volevo dirti neppure di Rago, volevo vivere per conto mio, ma… quella volta che ti ho visto nel corridoio con tua sorella, beh… mi hai fatto male e con il sangue nel cuore, pur di perdere conoscenza ho liberato Rago, volevo solo andarmene da questo mondo

-          E perché non me lo hai detto dopo? Quando stavamo già insieme?

-          Avevo paura

-          Paura?

-          Avevo paura che tu avessi paura di me. Sono un mezzo demone, una creatura che non esiste e un mostro

-          Tu non sei un mostro! – esclamò lui con enfasi

-          Non sono mai andata tanto fiera di questo, mi ha dato dei privilegi, certo, ma tanti brutti pensieri e quando ho scoperto che proprio tu potevi uccidermi mi è crollato il mondo addosso, soprattutto quando è venuta a galla tutta la storia della tua famiglia e io non avevo ancora scoperto la seconda parte…

-          Mi conosci davvero così poco? Pensavi davvero che potessi ripudiare qualcosa di fantastico come te, al di là di quello che sei?

-          Sì, meriti una brava ragazza, non un mostro assassino con un passato troppo ingombrante e personalità a profusione

-          Gardis…

-          Avevo paura di perderti, ma allo stesso tempo sapevo che sarebbe stata la cosa giusta.

-          Ci credi, per sei anni ho pensato la stessa cosa di te, non volevo coinvolgerti in tutta quella storia di Voldemort e mangiamorte, era troppo pericolosa

-          Siamo due sciocchi, vero Kitt?

-          Sì… - e accarezzò la mezzaluna dorata del quadrante della bionda, l’astro con le punte all’ingiù che simboleggiava il “bastardo” degli Arcimaghi, lei come conosceva quel simbolo? – Mi… mi vuoi dire come è andata?

-          Intendi come sono diventata Rago?

-         

-          D’accordo… - lei prese fiato e intrecciò la mano con quella di lui – Avevo sei anni all’epoca ed era la notte di Capodanno. Eravamo stati tutti ad una festa a casa del Ministro della Magia e poi i miei genitori ci hanno rimandati a Malfoy Manor perché era tardi per dei bambini

-          Chi eravate?

-          Seraphin, Leonard ed io. Fin aveva quattordici anni, è sempre vissuto a Malfoy Manor con noi da quando siamo nati, è un po’ il nostro fratello maggiore, anche se tecnicamente sarebbe nostro cugino di non so quale grado… comunque i mangiamorte avevano colto l’occasione. Odiavano i miei genitori fin dai tempi che frequentavano Hogwarts e c’è stata un’avventura un po’ particolare, un giorno te la racconterò. Più di tutti odiavano visceralmente mio fratello. Erano in quattro, no, cinque! Bellatrix, Rodolphus, Bartemius jr, Nott e un tipo che si chiamava Uriah

-          Era il fratellastro di zia Bella – aggiunse il moro ricordando il tipo

-          Sì, noi l’abbiamo scoperto solo dopo. Devi sapere che dopo la morte di Lark, Astaro ha rifiutato di prendere con sé l’Anima Azzurra, questa è passata ad Eskale, il secondogenito e lì è rimasta finchè un Black, il Byakko che l’uccise, non la rubò nel tentativo di distruggerla, cosa assai difficile. Da lì partono diverse storie: quella di Evangeline che è stata morsa proprio da Eskale, quella dei Black che possedevano l’ossidiana azzurra, e quella della tradizione di raccontare ai futuri capofamiglia Black la storia di come si possa uccidere la Sohryu. Questo fino a Cygnus Black che non ha avuto figli maschi. L’oggetto sarebbe passato all’altro ramo della famiglia, ma Orion era già morto, Sirius diseredato, Regulus ucciso e Zachariah era un illegittimo. Illegittimo per illegittimo, Cygnus scelse il proprio illegittimo, il figlio della cuoca: Uriah; gli raccontò tutto. Bellatrix lo venne a sapere

-          Bellatrix aveva una relazione incestuosa con suo fratello – puntualizzò Kitt con durezza, Gardis si voltò basita verso di lui e lo scrutò negli occhi, questo le mancava.

-          Ho sempre creduto che l’avesse circuito, ma Uriah non era un gran mago, non aveva frequentato Hogwarts e di quella storia che suo padre gli aveva raccontato aveva capito ben poco, quindi, al momento di riferirlo a Bella, aveva storpiato un po’ la verità. Bellatrix capì che quell’oggetto poteva uccidere i vampiri, anche se in verità è la Sohryu che può uccidere i vampiri, non l’Anima Azzurra.

-          Che accadde?

-          Decisero di sperimentare la cosa e tentarono di uccidere Leonard. Videro qualcuno che dormiva con i capelli biondi e credettero che fosse lui. Ero io. Quando videro i miei occhi l’errore fu lampante, qualcuno gridò che avevano sbagliato, Bellatrix urlò che non ero io che dovevano uccidere, ma Leonard. Mi dimenticai di tutto e per mio fratello ingerii quella pietra a costo di morire.

Non ricordo molto altro, ho perso conoscenza per qualche minuto, sentivo che c’era qualcosa dentro di me di nuovo che voleva uscire e io non volevo perché dovevo riprendere conoscenza, sentii che mio fratello stava minacciando Uriah di lasciare in pace Seraphin che era stato catturato, Uriah sbraitò che l’avrebbe ucciso. Arrivarono anche i miei genitori, ma che si poteva fare? Volevo solo aiutarli… In quel momento riaprii gli occhi e persi quasi completamente il controllo di me stessa, attinsi ai poteri del demoni, uccisi Uriah e mio fratello tagliò il braccio a Rodolphus perché mollasse Seraphin, ci fu un autentico macello. Di Uriah non rimase molto, poca cenere, perché mi nutrii della sua energia e da principiante quale ero non sapevo quando fermarmi. Bella e il marito riuscirono a scappare, Bartemius venne catturato e Uriah fu dato per scomparso. Dormii un giorno e mezzo e per la prima volta parlai con Rago e scoprii che cos’era quella cosa che voleva uscire, quella pressione per prendere il sopravvento. A sei anni la gente non capisce molto, sai… decisi che non avrei mai fatto uscire Rago del tutto, altrimenti non sarei più tornata padrona di me stessa. La promessa è ancora in piedi, anche giù di sotto lei non è uscita, anche quella volta che eravate nel corridoio, se io non avessi voluto, Rago non sarebbe comparsa ed è solo perché mantenevo un certo controllo su di lei se sono riuscita a prendere possesso di me stessa.

-          Quindi non ti hanno chiamato Gardis perché quando chiami i tuoi poteri ti vengono gli occhi viola?

-          No, è stato solo un caso molto particolare

-          È una storia molto triste e mi spiace di non riuscire a comprendere fino in fondo la duplicità della vita che ti ha costretto a vivere

-          Non essere così lezioso Kitt, ne abbiamo passate entrambi, la tua storia non è decisamente da giorno di festa

-          Già…

-          Pensi che potresti…

-          Raccontartela? …certo…

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ai miei amati lettori dico: manca poco e ve ne sarete accorti.

Come vi sarete di sicuro resi conto, ci stiamo avvicinando alla fine, ma ci sono ancora molte cose da dire. Come promesso, l’ultimo personaggio ha finalmente fatto la sua comparsa: Uriah Black, il fratellastro di Bellatrix. Si è scoperto che cosa ha spinto Gardis ha uccidere, ma soprattutto, chi ha ucciso, del come non importava a nessuno, francamente neppure a me.

Quello che mi premeva era raccontare come Gardis era diventata la portatrice dell’Anima Azzurra perché avevo sempre fatto molti accenni e dovevo spiegare la storia per bene, visto che odio quei libri dove bisogna ricostruire il passato solo tramite flashback e non viene mai raccontato il tutto in maniera chiara e lineare.

Purtroppo non ho fatto la battaglia epocale come tutti si aspettavano, ma la precedente (e mi riferisco sia a quella delle Relazioni che a quella di Amore Selvatico) mi hanno davvero privata di ogni fantasia sanguinolenta, così vi dovrete accontentare di una bella zuffa alla babbana e un colpo di pistola. La ricordate la pistola? Non è la prima volta che compare, ma se siete stati attenti ai dettagli vi sarete accorti che è la stessa che portava Axel Landor, il marito di Monica, con qualche modifica, infatti tutti si ricordano di sicuro che Ransie e Monica erano migliori amiche, ehehe… ok, sto delirando completamente e ci do un taglio, ma con la giornata di oggi sono suonata come un coperchio.

Al momento mi affligge un graverrimo problema: che titolo dare alla mia prox storia? Vi assicuro che mi sto arrovellando il cervello da giorni, per questo col passare del tempo le mie fic diventano sempre più sclerotiche ^_^

Beh, anche questa volta mi tocca saltare i saluti, ma spero davvero che mi aiuterete a migliorare con le vostre opinioni e i vostri commenti! Sono ansiosa di leggere tutte le vostre recensioni, le aspetto con ansia.

Un bacio a tutti e alla prossima!

Nyssa

 

PS: sicuramente conoscerete la canzone Big big World di Emilia da cui ho preso in prestito il titolo, ebbene, non notate una certa somiglianza tra la canzone e Gardis?

   
 
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