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Autore: Drinny_forever    29/08/2015    1 recensioni
Minerva McGranitt camminava su e giù nel suo ufficio, mentre rifletteva su ciò che stava accadendo. Di tanto in tanto gettava occhiate alla lettera sulla sua scrivania. Aveva già affrontato guerre in passato, ma questa la preoccupava: insomma, chi aveva mai sentito parlare di questi “Shadowhunters”? Chi diavolo era Valentine? E chi era Sebastian? Anche se, con la spiegazione di quella lettera, tutto cominciava a filare. L’attacco di quelle strane creature chiamate “Demoni” dall’autore della lettera, non poteva essere un caso.
Dopo lunghi ragionamenti la professoressa scosse la testa e si sedette alla sua scrivania e, penna d’oca in mano, iniziò a scrivere la risposta che avrebbe annunciato l’inizio di una nuova guerra.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessun contesto
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L'arrivo a New York

Carrie si era alzata presto quella mattina, prima di tutti quanti. L’orfanotrofio a quell’ora era deserto e silenzioso, illuminato dalla pallida luce dell’alba che illuminava Detroit. Camminava il più silenziosamente possibile verso la stanza dell’area est, dove si sarebbe tenuta la festa di compleanno a sorpresa di Mia, voleva assicurarsi che fosse tutto pronto, inoltre aveva ancora alcuni festoni da appendere alle pareti visto che quegli scansafatiche di Liam e July erano troppo pigri per farlo. Però, mentre girava l’angolo, si imbattè in un Liam profondamente stanco e assonnato, che barcollava per il corridoio come un ubriaco.
-Liam!- esclamò sorpresa Carrie. Che diavolo ci faceva lì alle 5:00 del mattino? –Oh! Ciao Carrie, non ti avevo vista.- aveva ancora la voce impastata dal sonno, però per qualche strana legge della natura aveva i capelli perfettamente in ordine e la ragazza si chiese per quale assurdo motivo quella legge non funzionasse anche per i suoi indisciplinati boccoli ramati. Si lisciò i vestiti ricordandosi improvvisamente di indossare i jeans macchiati e il maglione con un buco sul gomito. – Perché sei qui?- domandò Carrie cercando di mantenere la voce calma. Non erano previsti ospiti per i preparativi della festa.-Sono venuto ad aiutarti, ieri July mi ha praticamente trascinato via- rispose Liam con uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
Dio, quanto è bello quando sorride… ma cosa diavolo stava pensando? Doveva riprendersi, lei era Caroline Johnson e non si perdeva certo in cotte da scora letta. Si incamminò verso la stanza della festa superando il ragazzo e aprendo la porta con una spinta. La stanza che aveva scelto era una grande aula in disuso e le ci erano voluti giorni per ottenere il permesso di usarla. Legati alle pareti c’erano palloncini e striscioni, in un angolo c’era un tavolo con i regali di quasi tutto l’istituto e sotto si trovavano, abilmente nascosti, scatoloni di una sostanza illegale ed estremamente disapprovata (leggi: lattine di birra). In un angolo erano ancora sparpagliati i festoni rimasti, ne raccolse uno mentre Liam andava a recuperare una vecchia scala arrugginita in un ripostiglio lì accanto. La ragazza incominciò ad arrampicarsi. –Carrie non credi che questa scala sia un po’ instabile?- disse Liam preoccupato.-Non ti preoccupare, sono abbastanza agile.- rispose Carrie secca, pensando a quanto Liam non la conoscesse veramente.-Come vuoi Carrie.- sussurrò il ragazzo imbronciato. Lei lo ignorò.
-Credi che Mia sarà sorpresa?- chiese Liam tenendo ferma la scala.-Penso di si, anche se non mi stupirei se sospettasse già qualcosa- Carrie pensò alla mente analitica e geniale della sua migliore amica, la conosceva da quando ne aveva memoria. La ragazza arrivò all’ultimo gradino e si allungò per appendere quel dannato festone. Ma, proprio in quel momento, il gradino arrugginito si staccò e Carrie cadde all’indietro. Proprio tra le braccia di Liam, che la prese al volo impedendole di trasformarsi in una frittella al gusto di persona. (Bleah! Sai che schifezza?) Si guardarono negli occhi un istante di troppo. Gli occhi di Liam erano un verde cristallino, ci si poteva quasi perdere. Riflettevano quelli azzurri e luminosi, che sembravano quasi un mare in tempesta, di Carrie.
-Stai bene?- riuscì a dire finalmente Liam. Carrie borbottò qualcosa che somigliava a ‘Non ti preoccupare’ mentre scendeva dalle braccia del ragazzo.
Continuarono a lavorare in silenzio per un’ altra mezz’ora e per Carrie fu un sollievo uscire di lì per percorrere il familiare percorso che conduceva alla sua stanza. Quando entrò trovò Mia ancora addormentata, non che fosse una novità. Aveva i corti capelli biondi sparsi sul cuscino e appunti e compiti quasi completi sparpagliati sul letto e per terra. Carrie raccolse il compito di Biologia ed iniziò a scopiazzarlo, poi si fece una doccia ed indossò la divisa dell’istituto. Era grigia con la camicia bianca ed un cravattino rosso cupo che andava infilato nel golfino anch’esso grigio, che in alto a destra portava ricamato lo stemma dell’orfanotrofio. Carrie aveva deciso di indossare il modello con il pantalone, mentre Mia aveva tenuto quello con la gonna.
Quando uscì dalla stanza, trovò la sua amica sveglia con i capelli sparati in ogni direzione fisicamente concessa e gli occhi grigi sbavati del trucco della sera prima ed assonnati. Stava gettando libri e quaderni giù dalla sua disordinatissima scrivania, alla ricerca di quelli da infilare nello zaino. – Guarda che non cresce un albero.- disse Carrie indicando quella specie di semina di carta creata dalla sua amica. – Sarebbe un albero molto noioso.- commentò Mia. Scoppiarono a ridere insieme, mentre Mia si avviava verso il bagno. Una volta pronte andarono a fare colazione e, dopo aver bevuto una bella tazza di caffè, furono entrambe più ragionevoli. Si avviarono alle lezioni, che entrambe detestavano a morte. Erano terribili, ti risucchiavano l’anima e ti conducevano in uno stato di rincoglionimento acuto da cui solo il dolce melodioso suono della campanella poteva svegliarti.
Quando finalmente i professori finirono di
risucchiare il cervello dei poveri ragazzi, Carrie trascinò di prepotenza Mia nella loro stanza dove July le aspettava, armata di eyeliner e pennellini
vari. Riuscirono a truccarla con un grande sforzo e molti “lo stiamo facendo per te”, e a farle indossare il delizioso abito verde che July e suo fratello Liam le avevano regalato. Poi fra varie proteste e
lamentele, bendarono Mia e la portarono verso la stanza dell’ala est. Durante il tragitto Mia tempestò di domande le due povere ragazze, ma l’inconsapevole festeggiata non era famosa per essere paziente. No, lei era famosa per aver tirato il pranzo addosso al professore di matematica.
Arrivate a destinazione Carrie tolse la benda all’amica e ci fu un esplosione di “sorpresa” e “buon compleanno”. Mia aveva una faccia indescrivibile. -Auguri quattordicenne!- urlò Carrie porgendole un
pacchettino blu, mentre dallo stereo esplodevano le note di Na Na Na dei My Chemycal Romance. Nel pacchettino c’era una collanina d’argento a cui era
appeso un ciondolo a forma di mezzaluna. Non appena lo vide, Mia cominciò a
saltellare e ad abbracciare la sua migliore amica.-Grazie, grazie, grazie- disse su di giri.
La festa fu un successo, la musica era buona, la birra anche e tutti si stavano divertendo, ma ancora non sapevano quanto poco sarebbe durato tutto ciò.
Verso le quattro del mattino, le ragazze stavano tornando nella loro stanza quando la signorina Johnson (Carrie ha preso il cognome da lei, visto che è la direttrice, perché non si sa chi siano i veri genitori della ragazza.) venne incontro loro, scrutandole con gli occhi pesantemente truccati – Mia Starkweather e
Caroline Johnson, venite con me- tuonò la direttrice. Non fece commenti sui loro vestiti che violavano il regolamento, né sul fatto che puzzavano di
birra, quindi doveva essere grave, molto grave. Le due si scambiarono un’occhiata preoccupata e seguirono la direttrice nel suo ufficio. Ad aspettarle c’era una donna sulla quarantina, con dei capelli neri striati di grigio e dei brillanti occhi azzurri, c’era un qualcosa di triste quando sorrise alle ragazze. La direttrice si sedette alla sua scrivania e fece
cenno alle ragazze di sedersi, loro non riuscivano a staccare chi occhi dalla donna seduta lì vicino – Ragazze lei è Maryse Lightwood e vorrebbe
adottarvi-
Lo shock fu troppo grande all’inizio per parlare, Carrie e Mia erano entrambe paralizzate sulle loro sedie, tutte le volte che erano andate in
adozione non era mai andata bene, spesso gli adulti adottano solo per ricevere gli assegni di mantenimento, mentre quelli che prendono con se i ragazzi e li trattano bene sono talmente pochi, che a quasi nessuno quell’anno era toccato questo destino. Mia non faceva che ripetersi ‘Non è possibile, non è
possibile, non è possibile’. Ma i fatti dicevano il contrario e le due lo sapevano bene.
Rapporto per il conclave:
le due cacciatrici Caroline Johnson e Mia Starkweather (d’ora in avanti gli operativi) vengono informate del fatto che Maryse Lightwood vorrebbe
prenderle in adozione, gli operativi non sanno chi sia costei e inoltre non hanno la minima intenzione di seguirla, nemmeno quando fa uscire la direttrice dall’ufficio per “parlare in privato”. L’ operativo Johnson si pentiva di aver bevuto tutta quella birra alla festa, quando la direttrice fu sparita dietro la porta.

Maryse incominciò a parlare. – Bene ragazze- incominciò la donna.-Non credo ci sia un modo per farvi apparire la situazione un po’ meno assurda quindi credo di dover cominciare dall’inizio-la shadowhunter fece un profondo sospiro e cominciò a raccontare dell’angelo Raziel, della coppa mortale e dei poteri che avevano i cacciatori. E che quei strani tatuaggi che aveva sulle braccia si chiamavano rune antiche, queste le conferivano alcuni poteri. Carrie era sempre più scettica e iniziava a pianificare il modo di scappare alla prima occasione mentre Mia, che aveva un modo di prendersi gioco della gente tutto suo, continuava a incitarla ad
andare avanti. – Senta, signora Lightwood, se vuole adottarci lo faccia ma non ci rifili tutte queste stronzate okay?- sbotto Carrie a un certo punto,
non aveva mai sopportato l’idea che qualcuno la adottasse, tantomeno i folli. Maryse guardò Carrie con uno sguardo che nessuna delle due riuscì a
decifrare. – Caroline, tu sai cosa sono i tuoi genitori?- la domanda colpì la ragazza come uno schiaffo in faccia, trovò a malapena la forza di scuotere
la testa –E tu Mia?- nemmeno lei lo sapeva, ma sapeva che erano morti in una strana battaglia di cui nessuno le ha mai voluto dire niente, l’unica loro
traccia era un anello di famiglia lasciato nella culla e Mia non se ne separava mai.
– Conoscevo i tuoi genitori, gli Starkweather, mentre non sono sicura di conoscere i genitori di Caroline, ma so per certo che loro avrebbero voluto che
venisse con me a New York e…- Mia non le lasciò tempo di finire la frase.–Ci dia la prova che è vero, che questi Cacciatori esistono e che i nostri
genitori la conoscevano, se ci da una prova noi la seguiremo.- Carrie annuì, d’accordo con lei, pronta ad assistere a qualche ridicolo trucco magico o
qualcosa del genere. Ma non era quello che le attendeva. La donna sorrise, si aspettava una reazione del genere. Tolse da sotto la scrivania una
gabbietta che prima le ragazze non avevano notato, era di quelle che si usavano per i cani, soltanto che la cosa che c’era dentro non assomigliava
affatto a un cane. Era nera e viscida, senza occhi e con una bocca sproporzionatamente enorme piena di zanne e fetida bava verde. Mia urlò e Carrie schizzò sulla sedia facendola cadere – Cos’è quello?- chiese con un tono spaventato Carrie, mentre la creatura si contorceva nella gabbia troppo piccola – Un demone- rispose la donna alzando un sopracciglio – e anche
piuttosto piccolo, noi li uccidiamo per salvare i mondani- continuò poi guardando le ragazze. Il demone era stata un idea di Jace e probabilmente
non avrebbe dovuto dargli ascolto, ma era la cosa più diretta ed efficace. –Okay- la voce di Mia era sottile e sommessa, quasi irriconoscibile – La
seguiremo.-

TO BE CONTINUED... (Citazione ispirata ad una scrittrice che stimo molto 'BimbaBest99')
Nota d'autrice:
Salve a tutti popolo di Efp fanfiction!
Inizio con il dire che questa è la prima storia che scrivo, in collaborazione con mia cugina che purtroppo non ha un account suo sul sito e dobbiamo pubblicarla sul mio.
Quindi vi preghiamo di essere clementi, se ad esempio trovate degli ‘ORRORI’ grammaticali, oppure se le virgole non sono messe correttamente. Vi chiedo di farci notare ogni piccolissimo particolare grammaticale che non va bene, accettiamo anche le critiche purché siano costruttive.
Pubblicheremo ogni capitolo tutti i sabato la sera e cercheremo (noi ci proviamo eh ahahah >.<) di essere puntualissime. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e, se all’inizio la storia vi sembra un po’ confusa, man mano che proseguiremo con i capitoli inizierete a capire e a collegare tutti i fatti. Con questo vi mando un grosso bacio e.. Buona Lettura! ^.^ <3
-MarikaESabrina

 
   
 
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