Fumetti/Cartoni europei > Winx
Segui la storia  |       
Autore: Ehris    30/08/2015    4 recensioni
Dopo aver miseramente fallito nella conquista del potere assoluto, le Trix, troveranno nuovi potenti e temibili alleati. Amici e nemici, non ci si potrà fidare di nessuno...
Tratto dal capitolo 18:
-Vogliamo il potere; vi chiediamo aiuto a conquistare una delle scuole più prestigiose ed importanti dell’intera Dimensione Magica ed in cambio vi ridaremo la libertà che tanto agognate e che vi è stata strappata molti anni fa- spiegò Icy con molta calma e con fare suadente.
-Impossibile!- urlò lo spettro furente -La nostra libertà è andata persa per sempre! Il nostro destino ci impone queste condizioni per l’eternità. Una vita insulsa, fra le pareti di queste montagne. Una vita che non può essere vissuta ma allo stesso tempo che non ci dà pace. Una vita da non morti!-
Una storia che racconta di come il desiderio di vendetta dia sfogo alla malvagità più oscura; di come a volte occorri tirare fuori coraggio e grinta. Una storia incentrata sulla forza dell'amore e dell'amicizia.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Riven, Specialisti, Trix, Winx
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 37 – Musa vs. Darcy


Non appena Musa arrivò in cima alle scale vide una fata del suo stesso anno accovacciata a terra che piangeva disperata accanto al corpo privo di sensi di uno specialista. La giovane gli teneva dolcemente la testa fra le mani e la fata della musica non riuscì a non pensare come si era sentita quando credeva di aver perso Riven nella foresta di Selvaoscura.

-Ehi, Miranda- disse con delicatezza Musa, avvicinandosi alla compagna.

-Guarda come lo hanno ridotto! Non so nemmeno se è ancora vivo!- esclamò la ragazza con gli occhi ricolmi di lacrime mentre i singhiozzi la scuotevano. La fata della musica si guardò in giro; sapeva che avrebbero fatto meglio ad allontanarsi subito entrambe da quel posto ma non se la sentiva di dire alla fata di mollare lì quello che probabilmente era il suo ragazzo, anche se allo stesso tempo era ben certa che loro due non sarebbero mai state in grado di sollevarlo e portarlo fuori.

-Aspetta qui! Cerco aiuto!- esclamò Musa mentre si allontanava con la speranza di trovare qualcuno in giro.

La fortuna quel giorno doveva essere dalla sua parte perché non passò molto che la fata incontrò un gruppetto di specialisti dall’aria stremata ma che tuttavia parevano tenersi ancora saldamente in piedi.

-Ehi ragazzi!- li chiamò Musa -Ho bisogno del vostro aiuto!- i giovani non dissero nulla ma si limitarono a seguirla a passo di corsa. Non appena gli specialisti videro il compagno a terra lo riconobbero: lui era un loro amico.

-Presto! Dovete andare tutti all’uscita e raggiungere alla svelta il lago di Roccaluce!- disse Musa alla fata e ai ragazzi che nel frattempo avevano già tirato su il giovane ferito.

-Che cosa? No, noi non possiamo abbandonare la nostra scuola proprio ora!- disse la voce contrariata di uno degli specialisti presenti.

-Qui non c’è più niente da fare!- spiegò la fata della musica nella speranza che i ragazzi non si mettessero a discutere e poi, per avvalorare le sue parole, si affrettò ad aggiungere: -Oridini di Saladin!-

Gli specialisti fecero dietrofront e la fata attese che il rumore dei loro passi cessasse per capire se nelle sue immediate vicinanze ci fosse ancora qualcuno da mettere in guardia o portare in salvo.

-Musa!- disse una voce alle spalle della fata che la fece visibilmente sussultare.

-Jared…- esclamò Musa, sapendo bene chi si sarebbe trovata davanti ancor prima di voltarsi. La giovane si chiese per un momento con quale coraggio lui si presentasse a lei dopo quello che aveva fatto. Lui era la ragione per cui Fonterossa ora stava crollando. Proprio lui che, invece, visto il ruolo che ricopriva, avrebbe dovuto fare di tutto per proteggerla. Con quale coraggio si permetteva quindi di rivolgerle la parola? Quale scusa era pronto a tirar fuori per giustificare le sue ignobili azioni?

-Devi andartene…- disse a fatica lo specialista -…Mi devi stare lontano, non vorrei mai farti del male!- il ragazzo si portò le mani alla testa e si piegò in avanti. La sua espressione sembrava sofferente, tanto che Musa rimase completamente spiazzata perché in quel momento lui le sembrava tutto meno che pericoloso. Perché la stava mettendo in guardia da sé stesso?

-Jared stai bene? È tutto okay?- domandò la fata con premura dimenticandosi di tutto ciò che aveva combinato. Si avvicinò al ragazzo e gli posò una mano sulla spalla, pronta a dargli il suo aiuto ed il suo appoggio.

-Vattene!- gridò bruscamente lo specialista in tutta risposta al gesto di Musa. Quell’ordine, urlatole in faccia, ridestò e spaventò la fata che quindi, con cautela, cominciò ad arretrare di qualche passo, come se voltarsi e iniziare a correre fosse una mossa troppo evidente e stupida e lui potesse accorgersene -Ho rinchiuso Riven in una delle celle dei sotterranei insieme ad Helia e Timmy- confessò poi il ragazzo, piegandosi nuovamente in avanti ma stavolta lasciandosi sfuggire anche un lamento di dolore.

-Cosa hai fatto?- sussurrò allora incredula la giovane, certa che le sue parole sarebbero comunque giunte all’udito dello specialista.

-Lei vuole entrarmi nella mente- ansimò Jared -Devi andare via, corri a liberare i tuoi amici!- A queste parole Musa non attese oltre e fece quello che avrebbe dovuto fare dall’inizio: voltarsi e scappare.

Molto velocemente la fata scese le scale e cercò di raggiungere la porta che le avrebbe permesso l’accesso al piano dei sotterranei. Non aveva la certezza che Riven e gli altri si trovassero realmente lì, però Jared le era sembrato incredibilmente sincero e in fondo se qualcuno lo aveva usato per permettere alle forze del male di entrare più facilmente nella scuola, era anche possibile che ora, quella stessa persona, lo avesse costretto ad un gesto simile.

Mentre la fata correva ripensò alla reazione che il giovane aveva avuto. Il ragazzo aveva detto “vuole entrarmi nella mente” -Ma certo!- esclamò Musa a voce alta -Darcy!- se c’era qualcuno in grado di penetrare la mente in quel modo e di comandarla a personale piacimento quella era proprio la strega delle illusioni. Improvvisamente la giovane si rese conto che se nella storia di Jared era davvero coinvolta Darcy, Riven di certo era stato fatto rinchiudere.

Quando raggiunse la porta che dava ai sotterranei la trovò bloccata. Dapprima provò a smuoverla dandole qualche spallata e aiutandosi col peso del proprio corpo, poi le scagliò contro qualche colpo magico. Niente da fare: l’uscio era sempre e comunque ancora bloccato.

Mentre tentava di aprirla il suo occhio fu attirato dalla figura di Jared che a passo di corsa si stava precipitando su di lei. Guardandolo in faccia notò come il suo viso fosse cambiato; i suoi occhi infatti erano mutati e mettevano soltanto una profonda paura. Quegli occhi non erano più quelli del ragazzo dolce e timido che aveva tentato di corteggiarla soltanto qualche mese prima regalandole alcune margherite da campo appena raccolte. No, ora lui aveva assunto un’espressione tremendamente dura e un’aria da cattivo. Esaminando il suo volto, le sue intenzioni apparivano evidenti. Un’ondata di panico attraversò l’animo di Musa che quindi si ritrovò ad interrogarsi su ciò che andava fatto. Non voleva colpirlo con la magia perché il giovane era pur sempre uno specialista di Fonterossa, nonché una sorta di amico, ma se voleva evitare di avere con lui uno scontro più fisico non aveva altra scelta.

Anche se con poca convinzione Musa scagliò una sfera di energia contro Jared che, tuttavia, fu abbastanza svelto da schivare. Vedendolo avvicinarsi sempre più ne lanciò una seconda che stavolta lo prese di striscio, ferendolo e quindi rallentandolo.

Musa tornò ad armeggiare con la porta. Una spallata, due spallate, alla terza spallata la porta finalmente iniziò ad aprirsi. La giovane fece per spingerla per poterla finalmente spalancare ma Jared la prese per le spalle.

-Lasciami!- urlò istintivamente la fata nel panico più totale e, nel tentativo di liberarsi dalla presa dello specialista, diede un altro colpo alla porta che finì per spalancarsi. La ragazza fece un passo nell’oscurità del corridoio e non si accorse che proprio in quel punto iniziava una lunga scalinata: inciampò e rotolò giù, fino all’ultimo gradino.

-Ahi- si lamentò una volta raggiunto il fondo della rampa. Si sentiva a pezzi, come se un treno merci le fosse appena passato sopra. In un attimo la sua forma di fata l’abbandonò.

-Musa!- chiamò la voce sorpresa di un ragazzo che poi la giovane riconobbe essere Helia.

-Musa!- chiamò subito dopo una seconda voce che si distingueva dalla prima per il tono preoccupato: quella era la voce di Riven.

-Riven, ragazzi!- rispose la fata ancora a terra dimostrandosi palesemente sollevata di ritrovare lì i suoi amici: come aveva dichiarato Jared, infatti, la giovane vide anche Timmy dietro le sbarre della cella in cui erano stati rinchiusi.

Nel momento in cui Musa fece per rialzarsi, però, si sentì afferrare per le caviglie e così perse nuovamente l’equilibrio ritrovandosi ancora una volta per terra, a faccia in giù. Jared cercava di trascinare la fata a sé con forza perciò la giovane si voltò ed iniziò a scalciare per liberarsi dalla sua presa. I suoi movimenti di protesta erano tuttavia troppo deboli e presto si ritrovò sotto il corpo dello specialista praticamente immobilizzata.

-Lasciami!- gridò disperata e terrorizzata Musa mentre una seconda ondata di panico l’attraversava. Si sentiva debole: non avrebbe mai avuto modo di vincere uno scontro di tipo fisico con un ragazzo che faceva palestra tutti i giorni e che si addestrava regolarmente con i draghi. Soprattutto la giovane non sopportava l’idea che Riven fosse lì a guardare mentre veniva maltrattata da un suo compagno; un compagno che per giunta non era un ragazzo qualunque ma uno che lo specialista aveva già preso di mira a causa delle attenzioni che le aveva riservato.

-Musa il coltello nel suo stivale!- urlò molto lucidamente Timmy dalla sua cella, nella speranza di riuscire a fornire alla fata un’informazione che sarebbe potuta trasformarsi in un’arma utile.

La voce di Timmy fu come una manna dal cielo per la giovane che dunque cercò di allungarsi verso lo stivale dello specialista.

Senza sapere come, si ritrovò ad afferrare il pugnale del coltello, che subito conficcò nel braccio del ragazzo. Il timore di ferirlo non c’era più; no, stavolta a parlare non era la sua coscienza ma l’istinto di sopravvivenza.

-Aaah!- urlò Jared con il braccio ora sanguinante, spostando, poi, il suo peso completamente sul fianco opposto all’arto dolorante. Quella fu l’occasione di Musa di sottrarsi dalle grinfie del suo assalitore. Velocemente si voltò, ancora con il pugnale ben saldo in mano, e si avvicinò di un paio di passi alla cella dei suoi amici.

La fata della musica era sempre più debole e dolorante e presto si accorse che persino tenersi in piedi le risultava difficile.

Jared, ad ogni modo, non era pronto a dichiararsi sconfitto così mentre Musa avanzava di qualche passo, lui si alzò e la raggiunse. Malgrado il dolore al braccio riuscì a disarmarla abbastanza facilmente e a farla crollare nuovamente.

La giovane stavolta non si lasciò sopraffare e assestò un bel colpo con il suo ginocchio proprio nelle parti basse dello specialista che dunque dovette mollare ancora una volta la presa sulla fata. Musa, che ora era praticamente seduta per terra, arretrò velocemente aiutandosi con braccia e gambe, ma lo specialista, che non demordeva, fece un ulteriore balzo verso di lei, afferrandola per il collo e costringendola ad alzarsi in piedi. Con forza la spinse contro il muro e si avvicinò al suo volto.

-Jared lasciala andare!- gridò Riven furioso mentre il suo viso era diventato paonazzo. Era cosciente di non poter fare assolutamente nulla per la sua fata e la cosa lo faceva arrabbiare e disperare ancora di più. Non riusciva a sopportare di vedere la giovane torturata in quel modo. Helia e Timmy erano anche loro avvinghiati alle sbarre della cella e cercavano di far ragionare Jared in qualche modo, anche se del tutto inutilmente.

-Jared lasciami per favore- implorò Musa in un sussurro -Mi fai male-

-Ti avevo promesso che sarei tornata- esclamò una voce che però non era quella dello specialista, anche se usciva dalla sua bocca -Ed ora eccomi qui, sei contenta?-

-Darcy!- disse sconvolta Musa mentre una lacrima silenziosa sfuggiva al suo controllo. L’istante dopo la presa sul suo collo si fece più stretta.

-Ci divertiremo un mondo insieme tu ed io- le parole di Darcy risuonarono come una solenne promessa e furono l’ultima cosa che Musa udì prima di svenire nei sotterranei di Fonterossa.

Il corpo della fata si accasciò a terra e così anche quello di Jared, per un momento.

-Musa! Musa!- Riven si tormentava e i suoi occhi erano sgranati. Non riusciva a capire cosa fosse appena accaduto. Jared, Darcy… Anche se la fata si trovava a pochissimi metri, lui era impotente. L’unica cosa che gli era concessa era guardarla. 

Ad un tratto il corpo di Jared si rimise in piedi. I suoi occhi erano vuoti, inespressivi. In un gesto quasi automatico raccolse da terra Musa e la portò via, sotto gli occhi increduli dei tre ragazzi.

-Cazzo! Cazzo!- Riven era fuori di sé e in un gesto di rabbia andò a colpire la parete che delimitava il suo spazio. La mano prese subito a sanguinare e lo specialista liberò un grido di dolore.

-Ma sei impazzito!- disse Timmy sconvolto. Riven si limitò a guardarlo dritto negli occhi. La voglia di insultarlo era tanta -Usciremo da qui e la troveremo, vedrai!- promise il giovane con gli occhiali, placando momentaneamente la rabbia dell’amico che si ritrovò costretto a dover credere a quelle parole se non voleva finire con l’impazzire completamente.

***


Stella tornò nella stanza in cui Edna si era presa cura di Brandon. Con suo grande sollievo poté constatare che nessuno era entrato lì da quando lei e le sue amiche avevano lasciato la camera.

La fata si avvicinò al tavolo: lo specialista stava riposando e la smorfia di dolore che aveva stampata in faccia quando lo aveva trovato di fuori, sotto la pioggia, si era dissolta.

Con una delicatezza infinita gli accarezzò i capelli. Quanto era andata vicina al perderlo per sempre questa volta?

Istintivamente si abbassò su di lui e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra. Erano calde e morbide e lui era uno spettacolo anche ridotto così.

-Ti amo amore mio- sussurrò sincera la giovane prima di teletrasportare via lo specialista e sé stessa da quel luogo che pezzo dopo pezzo stava cadendo.

Quando raggiunse le rive del lago di Roccaluce si accorse di essere la prima, perciò con pazienza si sedette accanto a Brandon nell’erba e iniziò ad aspettare di vedere gli altri.

-Dove siamo?- bisbigliò ad un tratto il ragazzo e Stella sussultò.

-Sei sveglio!- esclamò allora lei, sorpresa, e i suoi occhi si riempirono all’istante di lacrime -Non puoi immaginare quanta paura ho avuto… di perderti…- confessò la fata, abbassando lo sguardo per l’imbarazzo e in parte anche per nascondere le lacrime.

-Ehi tesoro, guarda che ho la pellaccia dura!- scherzò lui per allentare la tensione, mentre tentava di mettersi a sedere.

-Meno male!- Stella in tutta risposta rise divertita.

-Cosa ci facciamo qui?- domandò poi Brandon, facendosi improvvisamente serio.

-Stiamo aspettando che arrivino gli altri- rispose la fata -Siamo diretti ad Alfea. Tecna ha un piano-

-Ottimo!- disse lui -Ed è un buon piano?- chiese ancora il giovane, notando nello sguardo della sua amata una sorta di insicurezza che gli era nuova.

-Io non lo so a dire il vero… Ho tentato di darle fiducia e di appoggiarla perché ho capito che tanto non avrebbe abbandonato le sue idee. Ho paura che si stia mettendo nei guai in un qualche modo e non potrei mai perdonarmi se  le capitasse qualcosa che avrei magari potuto evitare con il semplice gesto di rimanerle accanto- spiegò Stella ed improvvisamente si sentì più leggera: come se confessare i suoi pensieri a qualcuno che l’avrebbe sostenuta, l’avesse di colpo liberata da qualsiasi macigno le gravasse sulle spalle.

-Sai essere davvero un’amica fantastica. Tecna è molto fortunata ad averti al suo fianco- disse Brandon.

Nessuno dei due parlò più; si limitarono ad attendere l’arrivo dei superstiti seduti uno di fianco all’altro.

***


Quando Musa riprese nuovamente conoscenza si ritrovò legata ad una sedia. Non poteva muoversi e aveva male dappertutto.

Per un attimo cercò di rimettere insieme tutti i pezzi, non riusciva a ricordare perfettamente cosa le fosse accaduto.

Miranda e lo specialista ferito.

Jared.

Lo scontro con Jared.

Riven nei sotterranei.

-Oh mio Dio!- esclamò poi la fata, ricordandosi della voce di Darcy che la minacciava. La strega si era servita di Jared per arrivare a lei ed ora si sarebbe finalmente potuta vendicare. Musa iniziò a tremare; era certa che la Trix non si sarebbe risparmiata in torture.

-Buongiorno Fiorellino!- squittì la voce di Darcy, non appena varcò la soglia della stanza e trovò la sua prigioniera sveglia. Lei era allegra e quell’allegria non poté che spaventare ulteriormente la fata della musica. Darcy si avvicinò a Musa e con gran stupore di quest’ultima iniziò a sciogliere le corde che la tenevano prigioniera -Non guardarmi così- esclamò la strega che poi proseguì -Non è un gesto di cortesia-

Quando tutte le corde furono slacciate la donna ordinò alla fata di alzarsi e questa obbedì.

A fatica si tirò su e non appena fu in piedi la testa iniziò a girarle vorticosamente.

-Cosa vuoi da me?- domandò semplicemente Musa, cercando di non apparire debole.

-Vendicarmi!- rispose con altrettanta semplicità Darcy.

-Non ti è bastata la batosta che ti ho dato la volta scorsa?- esclamò Musa, con il tono di una che aveva voglia di provocare.

Darcy rise.

-Stavolta non andrà così, mi hai capita bene fatina?- urlò la strega, afferrando la fata con decisione per i capelli e obbligandola ad inginocchiarsi al suo cospetto -Ho promesso a Riven che le tue grida di disperazione avrebbero raggiunto anche la sua cella e sai, a me piace mantenere la parola data!-

-Non ti darò mai questo piacere Darcy- sussurrò Musa.

-Questo è ancora tutto da vedere. Ad ogni modo posso assicurarti che non uscirai viva da questa stanza perché quando sarò stufa di giocare con te ti ucciderò, mettendo fine alla tua inutile ed insulsa vita- le parole della strega erano pregne di odio.

Questa volta il turno di ridere fu di Musa.

La forza ed il coraggio della fata erano tutta apparenza. La giovane era in realtà terrorizzata. Sapeva che Darcy questa volta diceva sul serio: Musa era infatti certa che la strega l’avrebbe realmente uccisa. La ragazza non aveva grandi possibilità di difendersi dato che era troppo debole per trasformarsi quindi l’unica cosa che poteva fare era mostrarsi senza paura fino alla fine per non dare nessuna soddisfazione alla Trix.

La risata della fata della musica non piacque a Darcy; la strega si sentì ridicolizzata da una ragazzina perciò assestò una violenta sberla in pieno viso alla sua prigioniera che cadde a terra. Musa si trascinò per quasi mezzo metro, sotto l’occhio vigile della Trix che non aspettava altro che si rimettesse in piedi per umiliarla ancora.

Quando la fata raggiunse la sedia, alla quale era stata legata in precedenza, la utilizzò quale ausilio per rialzarsi. Una volta in piedi il bisogno di difendersi da quell’aggressione gratuita la invase. Non aveva i suoi poteri ma quella stanza era piena di oggetti che sarebbero potuti diventare delle armi.

Ancora con la mano ben salda allo schienale della sedia si voltò e la scagliò contro la strega, rompendogliela addosso.

Darcy, che non si era aspettata nulla di simile, non poté far altro che incassare il colpo e quando il suo corpo si accasciò a terra Musa si rese conto che quel gesto le sarebbe costato caro come il fuoco.

Senza pensarci due volte iniziò a correre e velocemente raggiunse la porta della stanza ma quando la spalancò e fece per scappare si trovò davanti Icy e Stormy.

Stavolta era davvero finita.







Note dell'autrice: Buonasera popolo di EFP! Eh già, rieccomi con un nuovo aggiornamento a sole 24 ore dall'ultimo XD un miracolo! Come detto ieri non era particolarmente soddisfatta del precedente capitolo perciò ho deciso di postare subito questo con la speranza che possa essere di vostro gradimento! Io personalmente sono abbastanza soddisfatta (Ahahah, ecco, l'ho detto: questa sarà quindi la volta buona che mi smontate!)
Grazie di cuore a tutti i recensori, a tutti coloro che leggono e anche a chi ha messo la storia in una delle varie categorie (o in tutte e tre :D). Naturalmente grazie anche per la pazienza di essere arrivati fino a qui!

Un bacione e, nella speranza di sentirvi numerosi, vi auguro una splendida serata.
Ehris

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: Ehris