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Autore: _Nancy_    30/08/2015    1 recensioni
[Tratto dalla storia]
Posi la borsa a terra con poca grazia, e senza troppo indugi parli dopo interminabili minuti di puro silenzio.
« Come ti senti? »
E’ come un sussurro, la tua voce sembra essersi spezzata a metà frase. Eppure, mantieni la serenità davanti i suoi occhi.
« Romano. » Ridacchia, mentre passa la mano sulla fascia attorno alla testa che lo copre. « Ti ha chiamato Fred? »
« Non ha importanza chi mi ha avvertita. »
Tenti di avvicinarti, ma il tuo corpo non risponde.
A quel punto, ti precede. Come se abbia intuito i tuoi pensieri, si alza e si avvicina, restando ad un palmo dal tuo viso.
Non sembra per niente teso o preoccupato, è solo un po’ più sé stesso… ? Nel momento in cui rimane tra te e quel piccolo spazio che c’è, ti accorgi che cerca di dire qualcosa anche se non esce nessuna parola dalla sua bocca.
« Ti sei preoccupata per me, Johnson? » Un ghigno, soddisfatto. « Sei troppo sentimentale, ragazzina. » Ride. « Credi che IO abbia bisogno di aiuto? Sono come prima, solo con un arto in meno. »
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, George Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Storia che partecipa al contest "Contest a pacchetti...Het, Slash, Femslash." di love137063


Nome su EFP: _Nancy_   
Titolo:
Sporche bugie e puffole pigmee
Pacchetto: Scherzi
Personaggi: Angelina Johnson e George Weasley
Genere: Triste, romantico, sentimentale
Tipo di coppia: Het
Coppia: Angelina/George



 
 
SPORCHE BUGIE E PUFFOLE PIGMEE


Un colpetto leggero sulla porta, che si apre leggermente e ti permette di intravedere la figura slanciata al suo intero. Quest’ultima, seduta sul singolo letto sfatto dalla mattina di quel giorno.
Entri, facendo si che lo sguardo di lui si posi su di te. E che ti guardi, per la prima volta da quando è accaduto l’attacco.
Fai un passo avanti, e sei così insicura se proseguire o fermati a debita distanza. Tanto che decidi di intraprendere la seconda opzione, in modo da non complicare le cose.
Noti che tra le mani regge qualcosa di piccolo e peloso, colorato e gioioso come il suo sorriso. Quello stesso sorriso che adesso non c’è e sembra essere scomparso come il suo orecchio.
Posi la borsa a terra con poca grazia, e senza troppo indugi parli dopo interminabili minuti di puro silenzio.
« Come ti senti? »
E’ come un sussurro, la tua voce sembra essersi spezzata a metà frase. Eppure, mantieni la serenità davanti i suoi occhi.
« Romano. » Ridacchia, mentre passa la mano sulla fascia attorno alla testa che lo copre. « Ti ha chiamato Fred? »
« Non ha importanza chi mi ha avvertita. »
Tenti di avvicinarti, ma il tuo corpo non risponde.
A quel punto, ti precede. Come se abbia intuito i tuoi pensieri, si alza e si avvicina, restando ad un palmo dal tuo viso.
Non sembra per niente teso o preoccupato, è solo un po’ più sé stesso… ? Nel momento in cui rimane tra te e quel piccolo spazio che c’è, ti accorgi che cerca di dire qualcosa anche se non esce nessuna parola dalla sua bocca.
« Ti sei preoccupata per me, Johnson? » Un ghigno, soddisfatto. « Sei troppo sentimentale, ragazzina. » Ride. « Credi che IO abbia bisogno di aiuto? Sono come prima, solo con un arto in meno. »
E senza dar ascolto alla vocina nella testa, scoppi come un fuoco d’artificio e urli con tutta la rabbia che hai dentro. Non ti trattieni, perché tu sai come ci si sente ad essere impotente e a vederlo cambiato e distrutto dalla guerra che sta combattendo.
« Potevi morire, l’unica cosa che sai fare è ridere? »
Abbassi appena lo sguardo, quando le mani di lui sono sulle tue spalle e ti costringono a guardarlo per davvero, senza maschere.
« Sono vivo perché ho saputo mantenere la calma e sfuggire alle grinfie di chi mi voleva morto, ed ho aiutato Harry nella sua impresa sapendo quali rischi correvo. » Sospira, e ti guarda. « Ormai non posso tornare indietro, la maledizione mi ha portato via un pezzo di carne e non la vita che ho con te. »
« Non fingere con me. »
Annuisce, e ritorna a prendere ciò che aveva poco prima tra le mani. Te lo mostra, orgoglioso. Non riesce a trattenere un sorrisetto compiaciuto, appena abbandona la creatura-che apprezza le tue carezze leggere sul morbido pelo-su di te.
« Che cos’è? »
« Una Puffola Pigmea. Se fossi venuta quando ho aperto il negozio con Fred, ne avresti comprata almeno una. » Si abbassa alla tua stessa altezza, ignorando il lieve imbarazzo che ti fa tremare le gambe. « Questo è un modo per farmi perdonare, sai … il mio scarso tatto e il mio tono ironico per le situazioni gravi come queste, hanno bisogno di alleggerire questa tensione. »
« Perché non vuoi parlarne? »
E per la seconda volta, cerca di attirare la tua attenzione.
Un lieve movimento di bacchetta, da cui cominciano ad uscire scoppi colorati e vivaci che ti permettono di sorridere senza pensieri o preoccupazioni.
Osservi la mano che si muove, e ti cattura in quella danza lenta. Vedi dietro di essa il viso di George, che ride e si fa sempre più vicino a te.
Permetti che tutto accada in pochi insignificanti istanti, lasciando che il mondo attorno a voi sia silenzioso ed il tempo si fermi.
Metti da parte la ragione e il motivo per cui ti sei recata all’appartamento, così da perderti e socchiudere gli occhi quando la bocca viene sfiorata dalle sue dita. Senti il suo fiato caldo sul viso e non puoi fare a meno di sorridere tra le labbra calde che ti imprigionano in una morsa, piena di emozioni in contrasto: rabbia, desiderio, passione, amore, e attesa.
Afferri alla cieca i capelli rossi, e li stringi tra le mani. Non ti accorgi di aver lasciato da parte la Puffola Pigmea e di averla ignorata palesemente quando George ti ha preso tra le braccia per portarti sul letto, e ti ha sovrastata leggermente con il proprio peso.
Riapri gli occhi solo poco dopo, quando intravedi le labbra di George scendere sul collo per marchiarti con saliva ed impazienza per averti davvero.
« George, perché non vuoi dire la verità? »
Si tiene sulle braccia ed inclina la testa, per osservarti meglio. Poi,  sorride in modo amaro e differente.
Intuisci cosa sta per dirti, ma aspettati che esca dalle sue labbra per essere sicura di non sbagliarti.
« Perché mi stai salvando e quello che devi sapere, non hai bisogno che io te lo dica. » Un bacio a fior di labbra, seguito dal tuo stupore. « Ti ricorderai bene questa sporca bugia quando ritorneremo a discuterne, per adesso … » Un altro bacio, più dolce del primo. « Permettimi di salvare anche te. »
E sai che è dannatamente vero, perché se George ha risposto ad ogni tua domanda con sorrisi gioiosi, è solo per non essere risucchiato in quella tristezza senza via d’uscita.
Non porterai l’ orecchio al suo posto, quindi non c’è motivo di dannarsi e cercare una qualche soluzione per curarlo.
Per adesso, puoi solo permettergli di curare quei dolori e quelle angosce con l’amore che vi lega.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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